37. Perderlo
Spazio autrice
Eii ragazzi, come state? A me abbastanza bene, spero anche a voi 🥰. Finalmente oggi sono riuscita a correggere un nuovo capitolo e a pubblicare. Spero vi piaccia e se è così vi invito a lasciare una stellina o un commento per sapere cosa ne pensate. E' molto importante per me il vostro parere.
Detto questo: buona lettura ❤
Giuly 🌺
CORRETTO
La risposta che potrei darmi mi fa davvero paura, tanto che smetto subito di pensarci e poso la mia attenzione verso la figura, che riconosco subito essere di mia madre, che parla con un uomo dal sorriso smagliante e vestito da una divisa da lavoro... del ristorante.
<<Alex, credo di aver capito del perché la mamma abbia accettato e sia così felice>> gli indico la stessa scena che ho visto prima io. Alex spalanca la bocca prima e poi sfocia in una risata fragorosa.
<<Non- ci- posso- credere>> scandisce bene parola per parola. Poi la indica <<Quella donna è nostra madre, Bianca, ci credi?>>
<<No, stento anch'io a crederci fratellone>> rido insieme a lui.
Poi nostra madre saluta qull'uomo e cammina verso il nostro tavolo. Allora io e Alex, per coprire la nostra copertura, afferriamo entrambi i menù e facciamo finta di scegliere un dolce.
Lei si siede al tavolo con un sorriso sulle labbra: ha una cotta, ma non stupida. Ma comunque facciamo finta di nulla io e mio fratello.
<<Che dolce vorresti mamma?>> diciamo all'unisono io e mio fratello. Lei scoppia a ridere come non faceva da tempo. Tiro quasi un sospiro di sollievo quando riconosco quella risata che era solita fare quando ancora stava con mio padre.
<<Che avete di strano ragazzi?>>
<<Nulla, assolutamente nulla>> diciamo ancora all'unisono. Poi ci scambiamo uno sguardo. Siamo entrambi felici che finalmente sia arrivato il momento di riavere nostra madre.
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Il giorno dopo io e Matt andiamo a scuola insieme per mettere in atto il piano per scoprire quale sia la password del telefono di Dylan così da sbloccare quel telefono una volta per tutte.
Ma non sono così concentrata come dovrei essere in realtà, sia perché non sono pronta a rivedere Dylan per via di quel bacio, sia perché non vedo l'ora di tornare a casa e parlare con mia madre di quello che abbiamo visto io e Alex al ristorante.
Matt crede sia una possibile cotta ed anch'io credo sia così. Alex, invece, dice che sia solo da parte di nostra madre e non di quell'uomo. Non so perché lo dica, prima pensavo fosse perché aveva paura che nostra madre ne possa restare ferita, ma comincio a pensare che dica quelle cose solo perché ha paura che nostra madre possa allontanarsi definitivamente da noi.
E' una mia supposizione, ma credo sia per questo.
<<Mi raccomando Bianca, atteniamoci al piano, d'accordo?>> dice Matt mentre attraversiamo il cortile della scuola. Io annuisco in risposta.
Entriamo dentro scuola e Matt mi lascia andare verso l'armadietto di Dylan. Con lo sguardo mi augura buona fortuna prima di dirigersi verso la direzione opposta alla mia.
Stringo forte il manico della mia borsa a tracolla per via dell'ansia, prendo un bel respiro e comincio a camminare. E una volta girato l'angolo, eccolo lì che si avvicina al suo armadietto accompagnato dal suo migliore amico. Sorridono insieme, si scambiano occhiate di complicità e si avvicinano sempre di più al mio stesso obiettivo.
L'ansia comincia a diventare tale da farmi sentire i piedi inchiodati al terreno e farmi perdere l'abilità motoria di ogni muscolo. Sto per tornare sui miei passi ma poi penso a Matt, alla mia voglia di sbloccare quel telefono e accertarmi che quell'uomo si sbagliava sul conto di Dylan: non è un assassino.
Così prendo un bel respiro e mi ripeto "puoi farcela" per tutti i passi che faccio verso di loro. Fortunatamente arrivo in tempo per vedere la combinazione del lucchetto dell'armadietto.
Logan mi sorride non appena mi vede, invece Dylan perde il suo sorriso ed evita a tutti i costi il mio sguardo.
<<Ciao ragazzi, volevo sapere se questa sera ci siete per festeggiare la vittoria di Sofy alle elezioni>> mentre parlo guardo le dita di Dylan che inseriscono il codice di apertura e cerco di memorizzarlo. Inizio a ripeterlo nella mia mente 32843 mentre cerco di ascoltare anche le loro risposte.
<<Si, io ci sono>> risponde felice Logan.
<<Dylan? Tu ci sei?>> finalmente mi guarda per un secondo, poi torna a fare ciò che stava facendo: prendere i libri dall'armadietto.
<<Non lo so, devo studiare>> con un colpo secco chiude l'anta e si allontana da noi senza aggiungere altro.
<<Strano, vero?>>
<<Si, più strano del solito>> fingo di non sapere nulla, ma questo suo comportamento di indifferenza mi spezza sempre di più dentro. Faccio finta di nulla e lotto contro tutta me stessa per allontanare quella sensazione dal mio cuore.
<<Chissà cosa gli è successo, è così da venerdì... Ma contalo comunque per stasera, lo convincerò a qualsiasi costo>>
<<Va bene, grazie mille Logan>> gli sorrido leggermente e poi vado via.
Estraggo il telefono dai pantaloni e segno sulle note la sequenza di numeri che ho cercato di memorizzare, così da evitare di dimenticarla.
Almeno questa l'ho fatta.
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Dire che le ore passano lentamente è troppo riduttivo: ogni secondo passato sembrano ore là dentro. L'unica cosa che mi passa per la mente sono la password e Dylan che mi evita costantemente nei corridoi.
Sofy l'ho vista poco e niente ma meglio così, ho bisogno di più tempo per ripetere e convincere me stessa che tra me e lui non c'è stato nulla.
A mensa dico a Matt ciò che ho scoperto e ci diamo appuntamento a casa mia per poter provare a sbloccare finalmente quel telefono.
Infine, oggi avremmo dovuto incontrarci in biblioteca con Dylan ma di lui nessuna traccia. Comincio a pensare che mi stia evitando e penso che tutti lo direbbero, visti da fuori. Faccio finta di nulla ancora una volta, anzi, mi ripeto che è meglio così per entrambi e Sofy.
Uscita da scuola vedo di nuovo quella macchina nera parcheggiata poco più lontano dall'entrata della scuola. Mi blocco immediatamente e comincio ad osservarla per capire quale sia la sua prossima mossa. Era da un po' che non si vedeva e stranamente oggi è tornata, proprio quando Dylan ha deciso di non restare a scuola di pomeriggio.
Comincio a pensare che non siano solo i tizi che gli danno la droga ma che siano collegati in modo più stretto a lui... Ma come?
Vado a casa. Matt mi raggiunge poco dopo.
<<Prova ad inserire queste cifre sul telefono, magari funziona>>
Faccio come dice, ma il telefono rimane bloccato. Sbuffo in risposta. Matt comincia a guardare la lavagna con i nostri collegamenti e assume la tipica espressione di Matt quando è concentrato.
Si aiuta a pensare con quelle due dita che vanno a massaggiare il mento e, stranamente, funziona sempre. Infatti, gli si accende la lampadina delle idee nuove e molto probabilmente funzionali.
<<E se fosse il nome di qualcuno sotto forma di codice?>>
<<Hai ragione, ma che nome sarà?>>
Matt si avvicina a me e mi prende il telefono dalle mani. Prende un pezzo di carta e inizia a segnare tutte le lettere che contengono quei numeri. Comincia a provare qualcosa, ma fa il primo scarabocchio. Ritenta, altro scarabocchio.
E quando le possibilità diventano sempre meno, ecco che sembra avvicinarsi alla soluzione. Scrive prima un "D", guarda le lettere all'interno del 2 e scrive "A" e così fa con il resto delle cifre, arrivando alla conclusione del nome "David".
<<Credo sia questa la password>> mi mostra il pezzo di carta come a suggerirmi di andarla a inserire nel telefono.
Lo prendo e inserisco il nome. Le mani tremano un po', spaventata di essere così vicina alla verità. All'improvviso mi sembra tutto così sbagliato che vorrei tornare indietro nel tempo e non prendere mai quel telefono, ma ormai ci siamo e non posso farlo più.
Butto fuori l'aria eccessiva accumulata dentro ai polmoni e finisco di inserire la password e... Ecco che si sblocca.
Io e Matt ci guardiamo con uno sguardo stupito misto a felicità. Poi iniziamo a ridere dalla troppa felicità. Matt inizia persino a saltellare dappertutto gridando che è un genio ed era sicuro fosse quella la password.
<<Ok, ok, ma da dove iniziamo adesso?>> dice dopo essersi ripreso da quel momento di euforia.
<<Non lo so, ma è già un inizio che sappiamo la password>> nello stesso momento in cui finisco di dire la frase, qualcuno bussa alla porta. Da dietro la porta sbuca la testa di Alex vestito in tenuta ginnica.
<<Mi dispiace disturbarvi ma devo ricordarti, Bianca, che ti sei presa un impegno con me, cioè la palestra se non te lo ricordassi più>> sorride sornione, appoggiato allo stipite della porta e con le braccia incrociate.
<<Si, Alex, ora arrivo>> lo caccio da camera mia e quando mi volto mi ritrovo davanti lo sguardo deluso di Matt.
<<Vuoi dirmi che si scoprono domani i segreti di Dylan?>>
<<Si, ho preso un impegno con mio fratello, ha ragione... stai tranquillo scopriremo domani cosa nasconde quel ragazzo>> lo prendo per un braccio e lo trascino verso la porta. Lo saluto velocemente e caccio via anche lui, così da potermi preparare per andare in palestra.
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Arriviamo in palestra poco tempo dopo e, francamente, ho paura di dover incontrare di nuovo Dylan.
Entriamo e ci prepariamo per poterci allenare col sacco da box. Alex si allena per conto suo ed io faccio lo stesso, ogni tanto mi lascio sfuggire qualche occhiata in giro per la palestra nella speranza di non dover incontrare quegli occhi di ghiaccio.
Peccato che una parte di me è emozionata all'idea di rivederlo dopo giorni e spera che arrivi da un momento all'altro, che varchi la soglia di quella palestra con tutta la sua aura oscura ma intrigante allo stesso tempo.
E come ad aver espresso un desiderio, eccolo che lo vedo entrare in palestra vestito di una canotta bianca sotto la giacca nera, abbinata ai pantaloncini dello stesso colore della canotta e il borsone tipico da palestra in spalla.
Mi blocco dal tirare pugni al sacco sia per godere di quella vista, sia per riprendere fiato. Già dentro la mia testa iniziano a formarsi i discorsi che faremo quando deciderò di avvicinarmi a lui per allenarci insieme, ma vengono spazzati via quando vedo entrare dopo di lui la stessa persona che l'ultima volta sembrava lo stesse allenando per affrontare qualche combattimento.
<<E' lui il ragazzo che hai baciato, vero?>> la voce di Alex mi distrae da ogni mio pensiero, facendomi sobbalzare un po'.
Annuisco come risposta ma solo dopo averci pensato alcuni secondi, poi torno a guardarlo.
<<Me l'ero immaginato, si vede che lo guardi con occhi diversi dagli altri ragazzi>>
<<Si, peccato che è fidanzato e adesso mi evita>> riprendo a colpire il sacco come per sfogare lì i miei problemi.
<<Perché non ci parli?>>
<<Ti ho detto che mi evita? Come faccio a parlarci?>>
<<Devo per forza ricordarti io che sei Bianca, la ragazza che non si arrende di fronte a nulla? Che ottiene sempre quello che vuole?>>
Le sue parole colpiscono in pieno il mio cuore, tanto che mi fermo dal colpire il sacco e inizio a pensare che sia davvero vero ciò che ha detto. Come ho fatto a dimenticarmi di chi fossi? Io sono Bianca, ottengo sempre quello che voglio.
<<La verità, Alex, è che ho paura di come potrebbe reagire se facessi qualcosa che lui non vorrebbe facessi>>
<<Questo perché ti importa di lui e di quello che pensa, perché ti sei presa una cotta Bianca... Ma a volte vale la pena rischiare, devi buttarti e vedere come va... Non hai nulla da perdere>> ha ragione ma subito un pensiero mi attanaglia le mente.
<<Potrei perdere lui>>
<<No, Bianca, se ti ha baciata almeno un minimo tiene a te e deve essere davvero stupido se si allontanasse da te solo perché hai voluto chiarire la situazione>> alza un po' la voce ma non come rimprovero, piuttosto come incoraggiamento <<Quindi va da lui e parlaci>>
Guardo Alex negli occhi come per farmelo ripetere un'ultima volta, convincendomi così che è la cosa giusta da fare, e di fatti mi offre quello sguardo che mi dice "Vai".
Mi tolgo i guantoni da box e lo raggiungo, determinata più che mai.
Lui, nel frattempo si è tolto la giacca, canotta ed è rimasto a petto nudo ad allenarsi sopra il ring con un altro ragazzo che ha voglia di farsi picchiare.
Rimango sotto il ring e lo chiamo da lì.
<<Dylan, Dylan... Possiamo parlare?>> la mia voce lo distrae e viene colpito in pieno volto dall'altro ragazzetto.
<<Ehi, lascialo in pace, sto parlando con lui>> grido rabbiosa verso l'altro che si allontana alzando gli occhi al cielo.
Dylan si volta verso di me e il suo sguardo si indurisce non appena mi vede.
<<Cosa vuoi Bianca?>>
<<Voglio parlare con te>>
<<Non vedi che non posso adesso? Sparisci>> si rimette in posizione, con i pugni davanti alla faccia mentre continua a saltellare su un piede e l'altro. L'altro cerca di sferrare altri colpi che Dylan schiva con facilità.
<<Dylan, mi eviti da giorni, non puoi continuare così per l'eternità, voglio solo risolvere la questione...>> lui non mi da ascolto e continua a sferrare pugni al suo avversario con sguardo inferocito. Se ci tiene veramente a me, non mi resta che giocare un'ultima carta.
<<Ti prego>> sembrerebbe un grido disperato il mio ma funziona. Dylan si blocca e con il fiatone si ferma a guardarmi.
<<Dylan, non hai tempo di riposarti, devi allenarti... Hai sentito ciò che ti ha detto?>>
Dylan si volta verso il suo allenatore, lo guarda per qualche secondo. Non so di chi parli ma sembrano comunicarselo attraverso lo sguardo. Negli occhi di Dylan vedo passare dell'incertezza ma alla fine decide di scendere dal ring.
<<Si, so cosa ha detto ma non me ne frega nulla, se ha qualcosa da ridire digli questo da parte mia>> toglie una mano dal guantone e gli mostra il dito medio, mentre cammina all'indietro finché non arriva al limite e scende da lì.
Questa scena mi strappa una risata.
<<Sbrigati, devo tornare ad allenarmi>>
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