35. Piano

CORRETTO

<<Tu hai fatto cosa?>>

<<Ho preso io il telefono di Dylan>>

<<Tu l'hai rubato Bianca, non preso>>

<<Preso in prestito, diciamo, non lo terrò con me per sempre>> alzo le spalle facendo la finta innocente, anche se so di essere una ladra non voglio ammetterlo a me stessa perché so che poi darei di matto se me ne rendessi totalmente conto. Matt sospira e fa finta di non essere sconvolto dalla notizia.

<<E perché l'avresti fatto?>>

<<Perché ho intenzione di scoprire i suoi segreti, ricordi? "Risolvere i suoi problemi per farmi lasciare in pace">> ripeto le mie stesse parole per convincere anche lui del fatto che sia innocente.

<<Ma lui ha smesso di darti fastidio... Perché li vorresti scoprire comunque?>> in effetti ha ragione ma non posso mica dirgli che cerco prove che non lo incastrino dell'omicidio possibile di suo padre.

<<Beh, Dylan nasconde dei segreti e di solito chi lo fa è perché, la maggior parte delle volte, sono pericolosi... voglio che Sofy sia in buone mani>> Matt sembra bersela, per fortuna perché si mette a tacere.

<<Solo che non so la password e senza quella non posso scoprirlo... Devi aiutarmi Matt>>

<<Cosa? Assolutamente no, ti sei cacciata tu in questo guaio e tu ne esci da sola>> porta le mani in avanti e scuote la testa.

<<Se non lo fai per me, fallo per Sofy>> mi guarda con faccia indecisa, con le labbra arricciate e le sopracciglia corrucciate. Poi sospira e parla. <<E va bene, ma dovrai dirmi tutto poi>>

<<Si, sapevo che potevo contare su di te>>

<<Ora sta attenta, stanno iniziando le elezioni>> e così succede.

Le elezioni iniziano e ognuno di noi aspetta di poter andare a decidere chi. Ovviamente sia io che Matt e credo pure Dylan e Logan votiamo la nostra amica.

La vicepreside ci avvisa che i risultati non saranno disponibili prima di domani, così con quel solito sorriso falsamente felice, ci caccia gentilmente da là per farci tornare a casa.

Mentre ci stavamo avviando verso l'uscita della scuola, Sofy blocca me e Matt.

<<Ragazzi, io me la sento buona... Secondo me dovremmo festeggiare, che ne dite?>>

<<Aspetta, ma non hai un appuntamento con Dylan questo pomeriggio?>> il suo sorriso si affievolisce sempre di più per ogni secondo che passa mentre nella mia mente inizia a farsi sempre più concreta l'idea che Sofy non sapeva nulla dell'appuntamento di cui parlava Dylan con Logan. Mi sento una stupida ad averlo detto.

<<Appuntamento, io e Dylan? Non ne sapevo assolutamente nulla>>

<<Forse mi sono sba->> cerco di recuperare il danno che ho fatto ma Sofy mi interrompe.

<<Dimmi come lo sai Bianca, ti prego>> fisso lo sguardo su di lei, in quegli occhi che si dimostrano forti ma che hanno paura di poter scoprire qualcosa che non le piace.

<<L'ho sentito parlare con Logan di un appuntamento questo pomeriggio ma non so con chi... Mi dispiace>> Sofy congiunge le mani e le poggia sulla punta del naso mentre gli occhi le si velano di un sottilissimo strato di lacrime. Scuote la testa, incredula, e ripete fra sé e sé che non può essere vero.

<<Se quello stronzo ti tradisce, se la vedrà con me Sofy, sta tranquilla... Intanto, per sapere di più di questa storia, questo pomeriggio lo seguiremo e scopriremo con quale ragazza se la fa mentre sta con te>> la rassicura Matt, poggiando delicatamente le mani al lati del suo esile collo e fissanadola negli occhi. Lei annuisce, convincendosi del fatto che andrà tutto bene.

<<Bene, appostiamoci davanti casa sua e aspettiamo che esca per poterlo seguire>> conclude Matt, sicuro e molto arrabbiato.

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<<Secondo me non è una buona idea>> ripeto per l'ennesima volta, mentre siamo in macchina di Matt ad aspettare fuori dalla villa di Dylan.

<<Secondo me invece sì, un'ottima idea>> dice Sofy con voce sicura e piena di rabbia.

<<Deve solo provare a tradirmi o a prendersi gioco di me ed io gliela farò pagare cara>> sussurra sempre lei tra sé e sé, incrociando le braccia e assottigliando gli occhi il più possibile.

<<Se crede di farla franca così con me, beh, si sbaglia di grosso>> continua, ma a voce più alta stavolta. Matt mi guarda leggermente spaventato o dovrei dire abbastanza sorpreso da questo lato vendicativo di Sofy che non avevamo mai visto.

Chi l'avrebbe mai detto che la ragazza un po' goffa e sempre gentile nascondesse questo lato vendicativo? Allora è proprio vero che ognuno nasconde dei segreti. Faccio finta di nulla e alzo gli occhi al cielo, sbuffando.

<<Eccolo>> grida Matt, mettendo in moto la macchina per poi aspettare che Dylan salga sulla sua così da poterlo seguire. Matt preme l'acceleratore con un po' troppa foga, tanto che sono costretta ad aggrapparmi al sedile.

<<Matt, capisco che dobbiamo seguirlo ma vorrei farlo tutta intera>> dico a fatica.

<<Tieniti forte Bianca>> Matt sistema lo specchietto retrovisore sorridendo in modo furbo, misto ad adrenalina ed emozione pura.

Continuiamo così finché la macchina di Dylan non si ferma in un parcheggio privato. Scende dall'auto e continua a guardarsi intorno come se avesse la paura costante di essere seguito. Entra dentro ad uno studio con una targhetta probabilmente di finto oro.

<<Bene e ora che facciamo?>> domando sempre io, sbucando con la testa dai sedili posteriori ai loro anteriori.

<<Semplice, aspettiamo>> dicono entrambi che fissano la porta di quell'edificio.

<<Scherzate? A me sembra tutt'altro che la casa di una ragazza... Guardate, c'è una targhetta appesa a quel muro, probabilmente sarà uno studio medico>>

<<Ottima osservazione Bianca, andiamo a controllare di che si tratta>> dice Matt e tutti scendiamo dall'abitacolo. Raggiungiamo l'edificio e ci accingiamo a leggere la targhetta.

C'è scritto "Dott.ssa Smith psicologa". Tutti e tre ci guardiamo perplessi e consapevoli di aver frainteso tutto.

<<Dylan va da una psicologa>> dice Sofy. Matt annuisce.

<<E per appuntamento non intendeva con un'amante ma con la dottoressa>> concludo io e Matt annuisce di nuovo.

<<Ma certo, come ho potuto credere anche solo per un istante che potesse tradirmi>> Sofy parla tra sé e sé, portando le mani ai capelli ed iniziando a sorridere sollevata <<Che sciocca che sono... sapevo che non l'avrebbe mai fatto lui>> sono felice che lui non la tradisca, per un momento ci avevo creduto anch'io per davvero e sono sollevata tanto quanto lei.

Matt non sembra tanto felice per lei, anzi, nel suo sguardo noto come una nota di delusione. Forse ha sperato più di tutti che fosse vero così avrebbe potuto avere via libera con Sofy.

Ma Matt è sempre Matt, il ragazzo buono e gentile che conosco da quando siamo piccoli e noto subito dal suo improvviso sorriso che si è pentito di aver pensato una cosa così spregevole. Tira un sospiro di sollievo anche lui, accarezzando poi la spalla di Sofy.

Poi si allontana da noi, con le mani nelle tasche e la testa bassa. Decido di seguirlo.

<<Matt, tutto bene?>> blocca la sua fuga ma rimane di spalle per chissà quale motivo.

<<Si, perché dovrebbe essere il contrario?>>

<<Per via di quello che mi hai detto oggi>> il silenzio sussegue le mie parole. Poi decido di andare vicino a lui. Gli accarezzo le spalle e cerco di far sentire la mia presenza per lui.

<<So che ti fa male Matt ed è normale ciò che hai pensato, ma non è giusto nei confronti di Sofy... Vorresti davvero vederla soffrire?>>

<<E' l'ultima cosa che voglio per lei e... l'amore fa così schifo>> sospira pesantemente per poi guardare altrove e fare finta che tutto va bene.

<<Ma è l'unico che ci da un motivo per continuare a vivere e ci fa essere umani>>

<<Fa schifo comunque>>

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Aspettiamo per almeno un'ora fuori dall'edificio, chi in macchina, chi a girarsi i pollici e chi a fare avanti e indietro per il parcheggio.

Poi, all'improvviso, mentre io e Sofy stavamo parlando appoggiate alla macchina, eccolo che esce finalmente dallo studio con la stessa tranquillità con cui è entrato.

Tutti iniziamo a fissarlo, Matt si avvicina a noi e sussurra <<Ora che facciamo?>>

Sofy non aspetta oltre e attraversa il parcheggio a grandi falcate in pochi secondi per raggiungerlo il prima possibile.

Io e Matt ci guardiamo prima di decidere silenziosamente di raggiungerla per non lasciarla spiegare da sola del perché ci troviamo qui. Dylan spalanca gli occhi e il volto gli si dipinge di uno stupore che lo rende ancora più carino di quello che già è. Aspetta... cosa?

<<Perché non mi hai detto che vai dalla psicologa?>>

<<Aspetta, aspetta... voi che ci fate qui?>>

<<Pensavamo stessi tradendo Sofy e ti abbiamo seguito>> spiega velocemente Matt, senza peli sulla lingua.

<<Cosa? Tradire? Scusate ma non è nel mio stile tradire le persone, se non tengo a loro le lascio andare via senza alcun problema>>

<<Si ma adesso rispondi alla mia domanda>> Sofy lo tira per la maglietta per ripotare la sua attenzione su di lei.

<<E perché avrei dovuto?>>

<<Perché noi stiamo insieme, dobbiamo parlare di queste cose>>

<<Ma io non ne voglio parlare, è così semplice>> Dylan alza la voce perché credo si stia arrabbiando. E' nervoso per chissà quale causa, molto probabilmente per la stessa ragione per cui va dalla psicologa.

Lo noto dai suoi occhi che sono arrossati reduci da un pianto, dai suoi movimenti veloci e poco calcolati e dalla sua voce ancora un po' rauca. Di sicuro ha pianto e adesso ha solo voglia di rimanere da solo. I due continuano a discutere per varie cose e sinceramente non ho voglia di assistere.

<<Che ne dici di togliere il disturbo, Matt?>> gli sussurro all'orecchio.

<<Si, buona idea>> io e Matt indietreggiamo lentamente e cautamente, poi saliamo in macchina e spariamo da quel posto.

<<Dovremmo parlare del piano per scoprire la password del telefono, non credi?>> dico io mentre siamo bloccati ad un semaforo.

<<Si, va bene>>

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<<Allora, per adesso tutto quello che abbiamo è solo un'informazione: che la password è qualcosa che c'entra con qualcuno di davvero importante per Dylan>> cerchio il suo nome, accuratamente scritto con un pennarello nero sulla lavagna bianca.

<<Credi sia necessaria quella lavagna?>> mi prende in giro con un mezzo sorriso che cerca di nascondere. Ma lo conosco bene, so che da un momento all'altro scoppierà a ridere.

<<Puoi concentrarti sul piano, per favore?>>

<<Si, va bene, scusa>> da dei colpi tosse finti ma che gli servono per riprendere il controllo delle risate.

<<Allora, chi sarebbe questa famosa "persona importante"?>>

<<Appunto, non ne ho idea>> sbuffo mentre mi siedo sul letto accanto a lui.

<<Beh, se io dovessi usare il nome di una persona a me cara>> si alza togliendomi il pennarello dalle mani e dirigendosi alla lavagna <<sceglierei di sicuro un membro della mia famiglia>> tira una linea retta sotto al nome di Dylan e scrive "parenti".

<<Più in specifico>> riprende a scrivere sulla lavagna <<i miei genitori... Quindi, probabilmente, sarà il nome di sua madre o suo padre>>

<<Proviamo a scrivere "mamma" o "papà">> mi volto verso il mio comodino e prendo il telefono di Dylan che tengo nascosto sotto il giornalini di moda che leggevo qualche anno fa.

Matt mi raggiunge. Provo prima "mamma", anche se dubito sia questo, e di fatti non si sblocca. Provo anche con l'altro ma nulla. Guardo Matt con delusione.

<<Forse sarà il nome>>

<<Primo, non ho idea di come si chiamino i suoi genitori e, secondo, non credo proprio che sia il nome di sua mamma... Diciamo che hanno un rapporto abbastanza conflittuale>>

<<E con suo padre?>>

<<Molto più probabile che sia lui, dice che quando era piccolo li ha abbandonati e da allora non fa altro che cercarlo>> anche se io so un'altra verità raccontata dal suo patrigno in persona, ma quello è un altro segreto che custodirò con me per un altro po'.

<<Allora abbiamo la soluzione, probabilmente, anche se... non sappiamo il suo nome>> si dirige di nuovo alla lavagna e scrive un punto interrogativo accanto alla parola "papà".

<<Se tu fossi così affezionato ad una persona che non vedi da molto tempo, ti circonderesti col suo nome, giusto?>>

<<Credo di sì, e allora?>>

<<Allora dobbiamo pensare a dove abbia potuto usare il suo nome>>

<<Il luogo dove un adolescente passa più ore al giorno qual è?>> continua lui, con un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra.

<<La scuola?>> rispondo confusa, poi una lampadina mi si accende sopra la testa. Lui inizia ad annuire capendo che la sua idea ha illuminato anche me.

<<Sei un genio Matt>> saltello dalla felicità.

<<Lo so, lo so... ma per adesso sono supposizioni, potrebbe avere anche altre persone importanti nella sua vita>>

<<Giusto, ma è un punto di partenza>>

<<Allora lunedì sai cosa devi fare>>

<<Io? Perché non tu? E poi con che scusa dovrei iniziare a parlare?>>

<<Primo, sei tu quella con cui ha più confidenza e, secondo, non so come potresti iniziare il discorso, inventa qualcosa>> nello stesso momento in cui finisce di parlare, sentiamo un rumore provenire dalla finestra. Ci voltiamo entrambi allo stesso momento, poi prendo coraggio e mi avvicino, scostando la tenda e guardando di sotto: sembra Dylan. Apro la finestra e mi affaccio.

<<Dylan?>> il ragazzo vestito di una felpa pesante e il solito cappuccio sulla testa, si volta a guardarmi e allo stesso tempo una sua mano passa a scroprirsi il capo come per farsi riconoscere.

<<Bianca... Scusa l'orario ma ho bisogno di te>>

<<Bisogno? Di cosa?>>

<<A studiare, non so quasi nulla e la prossima settimana ho l'esame di recupero... Potresti aiutarmi?>> i suoi occhi imploranti fanno scattare dentro di me una sorta di emozione o sensazione, non so cosa sia di preciso.

Mi consiglia di aiutarlo nonostante l'orario e il pensiero che possa entrare nella mia camera mi fa pensare al fatto che sarà il primo ragazzo, oltre Matt, a vedere la stanza in cui passo la maggior parte del mio tempo e, di conseguenza, la parte più intima di me. Ma non mi fa paura questo, nè mi mette a disagio, anzi, mi fa provare quella strana sensazione alla bocca dello stomaco che difficilmente riesco a controllare, poi il cuore prende a battere frenetico.

Ma questo comincia a mettermi paura, paura di quello che sto provando, tanto che vengo invasa dal dubbio se farlo o meno.

<<Allora, lo aiuti o no?>> domanda Matt. Lo guardo con mille dubbi per la testa. 

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