Tu che mi plachi da lontano

Padmé si sveglia di soprassalto. Ancora una volta ha avuto un incubo: uomini massacrati, donne in catene, bambini in lacrime. È il primo giorno dell'anno nuovo, 22BBY. Sudata e sconvolta dalle immagini che ricorrenti le si manifestano alla mente ogni notte da diversi mesi, si alza e si affaccia al balcone del suo alloggio. Ci sono stati numerosi festeggiamenti la sera prima, alcuni probabilmente stanno ancora continuando da qualche parte della Galassia, eppure lei non si sente di dover festeggiare. Il Senato sta facendo sempre più fatica a mantenere la pace, l'ordine dei Jedi si trova in difficoltà avendo pochi cavalieri a disposizione. Cavalieri Jedi. Lei conosceva un ragazzino, un tempo, che sognava di diventarne uno. Accarezzandosi con movimenti lenti le braccia esposte all'aria osserva lo skyline di Coruscant. Non le è mai piaciuto quel pianeta-città. E come avrebbe potuto? Lei era nata e cresciuta su Naboo, uno dei pianeti più verdi e sani dell'intera Galassia. Se non avesse amato con tutto il cuore la democrazia che così ostinatamente difendeva non si sarebbe mai trasferita lì. Tuttavia, mentre pensa ciò, ammira con le labbra schiuse la luce dell'alba farsi spazio tra i palazzi, mentre il piccolo sole Coruscant Prime si affaccia sull'unico pianeta che gli orbita attorno. La città, sempre più illuminata ogni minuto che passa, le riporta alla memoria la sua missione, e il suo prezzo. Gli attentati alla sua vita sono aumentati nell'ultimo periodo, e ormai anche travestirsi e cambiar rotta non serve più per tentare di prevenire i mortali incidenti che una ad una stanno decimando le sue damigelle. Lei è piena di buoni propositi, di piani, di idee che vuole urlare alla Galassia intera, al Senato, ma sa che oltre a dei sorrisi di circostanza e scrosci di applausi dettati dal rispetto nei suoi confronti nessuno cercherà mai di aiutarla. Guarda senza prestar alcuna attenzione le vie della città che si animano, la sua vista attraversa quei corpi lontani. Cerca un segno, qualcosa che le mostri un futuro luminoso. Un nuovo anno è iniziato, ma invece di esserne felice ne è terrorizzata. Più il tempo passa più i traditori della Democrazia avanzano, nel buio. Buio. E se presto fosse ovunque, l'oscurità? No, non può crederci. Sa che ci sarà sempre chi combatterà per la libertà. Due occhi azzurri le sorridono all'orizzonte. Lontani, irraggiungibili, eppure presenti. Padmé, che prima si stava pericolosamente avvicinando ad un attacco di panico, sente un dolce tocco sfiorarle la pelle, il calore arrampicarsi sulla schiena dritta e raggiungere di nuovo le gote. Inspirando profondamente socchiude le palpebre e si culla da sola con una dolce nenia imparata molto tempo prima da una bimba su Alderaan, durante un viaggio diplomatico.

-Those you have loved but are gone;

Those who kept you so safe and warm;

The mirrorbright moon lets you see;

Those who have ceased to be.-

Le preoccupazioni di pochi istanti prima escono dal suo corpo mentre esala lentamente. Corti capelli color del miele e un sorriso tanto dolce quanto sbarazzino fanno capolino tra i suoi ricordi. Un nuovo anno, da aggiungere ai dieci appena trascorsi. Troppo veloci sono passati perché lei potesse trovare una soluzione valida al problema politico che le si presenta, eppure eterni e terribilmente crudeli nei confronti del suo giovane cuore. Non l'ha più rivisto, non ha mai avuto sue notizie. Ma, nonostante questo, è lui a proteggerla. Lei lo sa, lo sente. Riscossa da brividi decide di tornare all'interno. Con passo ondulante ed espressione sognante arriva infine al letto, sul quale si posa, d'un tratto colpita da estrema stanchezza. Mentre lancia un ultimo sguardo al cielo ormai tinto d'arancione increspa la bocca in un sorriso genuino. Un anno ancora non può passare senza che lo veda. Questo nuovo anno, ne è certa, porterà con sé grandi sorprese, grandi rìunioni. Il suo nome le sfugge in un sospiro, quando infine si assopisce.

-Anakin.-







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