6. Photograph

Fatto il discorso, fatte le foto, fatta la torta, arriva il momento più sorprendente e atteso dal sottoscritto. Per questo speciale compleanno papà ha deciso di fare un regalo a mamma e far creare a Polly un video con le loro foto migliori e con le nostre, dandole molte foto inedite mai viste nemmeno da noi.
"Ire vieni qua" La chiama davanti al proiettore facendola sedere in prima fila, mentre il vociare si fa pian piano sempre meno forte.
Il video parte e una scritta compare

24 anni di noi, 24 anni di amore puro...ma te lo ricordi l'inizio?
Ci eravamo detti "Sarà bellissimo", che ne dici, lo è stato? Per me sì, immensamente sì ♡

Già a quelle parole tutti noi siamo emozionati, vedo Melissa posata sulla spalla di Victor per 'confortarlo', vedo le gemelle strette fra loro ed io, beh io ho Karen seduta davanti a me così da sdraiarsi sul mio petto e la sento sospirare.
Poi le foto, i ricordi. Poi le parole non servono più, salvo i soliti immancabili commenti.

Mykonos, la prima foto che ti ho scattato. E pensare che nemmeno sapevi chi io fossi. Per fortuna che poi mi hai perdonato 🤪💙

Questa invece è la nostra ultima estate da soli, ma sai cosa? Non mi sono dispiaciute nemmeno le ultime 24 😂

E come dimenticare il matrimonio, il tuo abito bianco da togliere il fiato e le scarpe tolte a mezzanotte (forse prima 🤪) come Cenerentola...🦋💍

Questo invece è l'uomo di casa, Victor ♡
Era già fissato con le macchine (rigorosamente rosse) fin da piccolo.
Come si dice, buon sangue non mente 🔥

Poi è arrivato TT, ricordo ancora quando abbiamo visto l'ecografia, il suo cuoricino che batteva e la certezza che, tuo malgrado, saremmo stati 3 maschi a 1...ancora per poco però 💞

Prima di passare a giorni più recenti concludiamo con il primo giorno a casa di Thimothée.
Victor lo odiava, piangeva sempre e faceva il geloso. Tu provavi in tutti i modi a consolarlo ma non c'era verso, eppure nonostante le notti in bianco, le poppate e le crisi isteriche di Vic (😂) quel giorno eri bella come non mai.

Il video si interrompe qualche minuto dando il tempo a tutti di riprendersi. Le foto saranno state una ventina, forse più, ma alcune sono state veramente toccanti, anche solo perchè non siamo mai abituati a vedere i nostri genitori come noi, giovani e incoscienti. Mamma poi, mamma era bellissima. Non che ora non lo sia più, è praticamente identica, ma in quelle foto aveva una luce da togliere il fiato. Ecco, suonerà strano, ma io di una così ad oggi mi innamorerai, sempre allegra, solare e spiritosa.

Karen si volta verso di me asciugandomi una lacrima che stava rigando il mio volto "Ehy Timmy, emozionato eh?" Le faccio cenno positivo con la testa per poi tornare a farla girare e abbracciarla da dietro.

La sera, per qualche motivo ancora non molto chiaro, noi ragazzi ci ritroviamo tutti a casa nostra, a ridere e scherzare come quando eravamo più piccoli. Un sacco di pizza, qualche birra e musica a palla, il tempo mite di inizio autunno e un cielo stellato.
Per fortuna mamma e papà hanno deciso, come ultimo e gradito regalo a Victor, di lasciarci la casa libera per tutta la notte, andando a dormire dallo zio Daniel.
"Vi prego facciamo un gioco tipo obbligo o verità" Esclama una delle ragazze invitate, che definirei più amica di mio fratello che mia. Alzo gli occhi al cielo prima di evitare, o almeno provarci, il 'pericoloso' gioco "Non esiste, non giocherò a questa cosa con le gemelle qua". Questa mia infelice uscita mi procura due pugni ben assestati "Non siamo due bambine Timothée e soprattutto non abbiamo nulla da nascondere" Sbuffa Penelope incrociando le braccia al petto. "E poi - la spalleggia Julia - non sei tu il festeggiato, quindi decide Vic!" Ci giriamo tutti e tre verso nostro fratello maggiore, che sembra più interessato a Melissa che alla nostra conversazione. Prende un altro, ennesimo, sorso dalla bottiglia di birra prima di fare spallucce "Perché no". Le ragazze esultano mentre io lo guardo male, ho un bruttissimo presentimento per questa serata e mio malgrado tutti gli elementi sembrano portarla nella direzione che più temevo.

Con una qualche resistenza fisica riesco a sopportare le domande fatte a me e quelle fatte alle gemelle, anche se devo ammettere qualcuna ho preferito, per la mia salute mentale, evitare di ascoltarla.
Ma si sa, questi giochi non finiscono mai bene e verso le 2 inizia ad esserci troppo alcool in circolo per i miei gusti.
"Victor tocca a te fare la domanda" Dice un suo amico particolarmente allegro e mio fratello sorride maliziosamente, la cosa non può finire bene. "Karen! - Urla attirando immediatamente la mia attenzione e quella della ragazza seduta al mio fianco - Obbligo o verità?". Se la conosco metà di quanto penso risponderà 'Obbligo' e così infatti è, purtroppo. "Bacia TT, ora" Sgrano gli occhi voltandomi verso di lei, evidentemente in imbarazzo ma non delusa dalla sua penitenza. Ha gli occhi lucidi e il naso rosso per colpa dell'alcool, i capelli raccolti in una spettinata coda ed un sorriso da togliermi il fiato. Lo ammetto, ad oggi mi fa un effetto che nessun'altra può, che nessun'altra sa.
Tossisco leggermente avvicinandomi a lei, è parecchio strana la situazione seppur così naturale. Con una mano le accarezzo la guancia calda mentre i nostri occhi non si riescono più a separare, ho il cuore in gola e sento ogni parte del mio corpo tremare improvvisamente "Sicuro?" Mi sussurra a pochi centimetri dal mio volto ed io non rispondo, unisco le nostre labbra nel più casto dei baci, nel più romantico e malinconico.
Non so per quanto tempo rimaniamo lì, con le labbra che si sfiorano ma temono di approfondire troppo il bacio, con i respiri sincronizzati e gli occhi chiusi. Quando ci separiamo, però, la magia del momento è rotta in pochi istanti, mi giro e vedo Polly letteralmente incollata ad Aaron, quello spocchioso, presuntuoso, infame di Hamilton. Come ci sia finita in quella situazione probabilmente non lo sa neanche lei e se ne pentirà domani mattina, ma per una volta decido di non essere io quello responsabile e rompiscatole.

Mi alzo di scatto andando verso camera mia e sento dei passi seguirmi rapidamente. Spalanco la porta e le sue leggere mani mi stringono le spalle facendomi voltare nella sua direzione "Non ce l'ho fatta, scusa" Dico mentre mi sorride lasciandomi un bacio sulla guancia. Mi supera andandosi a sedere su quel letto che conosce fin troppo bene, guardandosi intorno affascinata "Ho sempre amato l'aria vintage della tua stanza, tua mamma lo dice sempre che sei fatto per vivere nel 2020 e non vent'anni dopo". Sorrido a Karen passandomi una mano fra i capelli scompigliati, poi mi siedo delicatamente al suo fianco cercando di passare lo sguardo dove cade il suo e capire cosa sia che la ipnotizza tanto.
Vedo la libreria trasandata, il muro con appesi tutti i biglietti di vecchi concerti a cui magari non sono nemmeno stato, le frasi scritte sopra la scrivania e le polaroid sparse ovunque. "Dov'è la chitarra?" Mi chiede dopo qualche minuto di silenzio ed io non le rispondo rimanendo imbambolato nei ricordi.
Prima di appassionarmi alla scrittura giornalistica avevo un altro amore, la musica. Ho sempre adorato scrivere ma un tempo mi dedicavo molto di più alle canzoni, passavo ore ed ore in questa camera con la mia vecchia chitarra mezza rotta. Scrivevo testi su testi senza fermarmi mai, poi da un giorno all'altro ho smesso, mi dico sempre che sono caduto nel mondo dei grandi e che, forse, è meglio così.
"L'ho messa via" Mi limito a dire girandomi verso Karen che ha il viso stanco "Peccato, era bello sentirti cantare, era un pò come tornare nei tuoi amati anni 20". Finisce la frase tenendo a stento gli occhi aperti, così la faccio sdraiare e la copro, poi mi metto al suo fianco e crollo proprio come lei.

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