1.5 - Dietro alle quinte

"Ho come la sensazione che vogliate farmi delle domande," ammetto.
"Già," risponde Trish, mantenendo lo sguardo su di me.
"E immagino pure che non basta nemmeno il piccolo assaggio di capacità che ho appena messo in mostra," riprendo a dire.
"Ovviamente, Ryan. Anzi, ti dispiace se ti chiediamo come sei arrivato fino a qui? Insomma, cosa hai affrontato per arrivare a questo punto?" domanda Meliana, curiosa come non mai.
"Solo se lo scambio sarà reciproco, che ne dite?" contratto. Per tutta risposta, Roger incrocia le braccia e compie un leggero cenno con la testa, stesso tipo di gesto replicato da Trish e da una potente esplosione di gioia da parte di Meliana. Chiedo con un gesto di scusarmi, in modo da potermi allontanare per riflettere. A questo punto mi trovo in bilico. Cosa dire? Esporre immediatamente che sono il loro compagno lungamente perduto, l'ultimo Guardiano Elementale che li ha affiancati contro il Coirbeached è la cosa giusta?

"Ragazzo, credo di averti già redarguito in merito al falso nome che mi è stato affibbiato," mi rimprovera Trilunoj in via mentale.
"Perdonami. Non era mia intenzione," rispondo sconfortato nel pensiero.
"Tuttavia ho da darti delle istruzioni da parte di Ataraxis," riprende il corvo, convocandomi nel subconscio, l'unico posto dove possiamo vederci, per così dire, faccia a faccia.
Una volta giunto nel suddetto luogo, molti filamenti scuri salgono dal terreno, escono dalle mura e dal soffitto, dando forma alla creatura un tempo nemica e ora mia alleata, la manifestazione vivente dell'Antimateria.
"Che novità ci sono, corvo?" domando.
"Le novità. Prima, però, devo complimentarmi per l'ingegno. Hai finto di saper replicare le forze Elementali millantando un potere di copia. L'intelligenza degli umani è sempre stata molto potente e versatile," indica il corvo con una leggera vena di ilarità.
"È l'espediente che ho adoperato con i fantocci usati da Wahum, la storia del guanto Elementale. Spero di non dover trovare altre situazioni simili, perché sto finendo le giustificazioni," ribatto.
"Torniamo alle cose serie. Nel momento in cui avete parlato con Blastar e vi ha assegnato al vostro compito, ho fatto una visita ai diretti interessati. Ti devo mettere al corrente che dovremo affrontare una minaccia che non va assolutamente sottovalutata."
"Oh, splendido, davvero. Non siamo arrivati neanche da cinque minuti e già siamo a rischio? Spero non sia una tua idea strampalata," ribatto.
"Potevo tenermela per me questa informazione, ma è giusto che tu sia informato per poter avvisare gli altri a tua volta. Ti rivelerò in maniera progressiva queste nozioni, in quanto non deve andare in contrasto con la vostra missione principale, ossia scoprire chi ha creato questo mondo e i suoi pianeti dipendenti."

Avverto che qualcuno mi sta toccando la spalla e, prontamente, torno con l'attenzione al tempo attuale. Girandomi, scopro che Regina mi ha toccato, e mi osserva. Stranamente, il suo sguardo non è indagatore, sospetto o infuriato, ma con una strana curiosità sulla mia persona. Per una ragione a me ignota, gli altri tre si sono avventurati lontano dalla mia posizione.
"Posso... Aiutarti?" domando con un po' di imbarazzo.
"Beh.. io... Ecco... Sì, insomma..." comincia a parlare Regina, balbettando e arrossendo in volto. "Io.... Io vorrei... Sì, ecco... voglio sapere chi sei! Ecco, l'ho detto!"
"Tu sei... in imbarazzo? Non dovresti esserlo... almeno, non con me," indico a bassa voce. Sono sul punto di assecondare quell'istinto selvaggio di sputare il rospo, di dire tutto quello che so di lei, di loro, del nostro passato e di quello che abbiamo vissuto, ma con forza titanica cerco di deviare l'istinto, cercando qualcosa, qualsiasi cosa che possa disinnescare la situazione.
"Hey, venite a vedere che c'è qui," esclama Roger, per di più riuscendo a deviare gli interessi della giovane. Lei, frustrata e infastidita, guarda in malo modo Roger, ma lui aveva già girato le spalle, pertanto quell'occhiataccia assassina non aveva ottenuto nessun risultato.

Avvicinandoci ai tre, Trish dice: "Roger stava facendo pratica con il suo Elemento, così come ha provato Meliana con un rigagnolo d'acqua a poca distanza, e ha scoperto che di Terra ce n'è poca; Meliana, sfruttando il suo potere, ha provato a viaggiare nel sottosuolo e ha appurato il nostro sospetto. Ho pensato per un breve momento che forse ha trovato qualcosa di sotterrato e che avrebbe dovuto cambiare punto per continuare ad esercitarsi, ma il risultato non cambia. Sembra che sotto la città ci sia una mastodontica lastra d'acciaio, e che tutto quello che c'è all'esterno, nella presunta 'natura', non ci sia molta vita."
"E tu che ne pensi, Roger? Sei in grado solo di manovrare la Terra oppure puoi fare qualcosa di più?" domando, anche se so benissimo che, grazie alle tecnologie ottenute dal patrigno, è in grado di fare molto di più di così.
Scurendosi appena in volto, senza parlare, riprese a fare pressione sul terreno, riuscendo di fatto a modellare sia il terreno che la lastra di acciaio posta nel sottosuolo.
"Tu come facevi a saperlo? Come fai a sapere che posso governare per brevi periodi di tempo anche la materia solida come il ferro e il metallo?" domanda Roger con grande smarrimento. Credo di star correndo sul filo del rasoio, e che per ogni uscita fatta in buona fede sia un ottimo tentativo per mettere in pericolo la mia identità.
"Beh... ecco, non lo sapevo. Tutto qua," rispondo con estrema nonchalance. Roger resta sorpreso e decide di non pensarci più. Tuttavia, Trish e Regina mi osservano con molto sospetto. Maledico me stesso per aver corso inutilmente un rischio.
"Ragazzo, torna da me, ho da continuare quanto stavo dicendo," dice Trilunoj nei pensieri.

Allontanandomi di qualche passo ritorno nel subconscio. Il corvo è lì, che mi osserva con i suoi lucenti occhi grigi.
"Keryan, ti devo informare che una minaccia è prossima. Non sarà questione di Rarent, di Delta o di chissà dove, perché il pericolo potrà arrivare dovunque. Io non dovrei nemmeno dirtelo questo, ma a questo punto la guerra si giocherà su ogni fronte."
"Mi stai facendo preoccupare. Sei sicuro che hai la libertà di poter parlare? Non hai avuto qualche ingiunzione di non aprire il becco da qualche autorità superiore?" domando con fare indagatore.
Il corvo indietreggia solo una delle tre zampe, confermandomi che c'è davvero un pericolo serio all'orizzonte.
"Dovrei tenere il becco chiuso, ma a questo punto violo il mio impegno. Lo faccio perché sono io a decidere."

"Ascoltami con molta attenzione, Keryan Fajros. Io sono Trilunoj, entità manifesta dell'Antimateria, e rappresento uno dei due cardini della divina bilancia dello stato creativo. Come tu sai, per ogni cosa che esiste ne sussiste una forza antistante e contraria. Non c'è buio senza luce, non c'è caldo senza freddo, così come non c'è Antimateria senza Materia."
"Io... non capisco. Cosa vorresti dire?" domando, incantato dal modo di spiegare, ricordando per molti versi l'attitudine di un vecchio maestro.
"Io sono Trilunoj, entità manifesta dell'Antimateria, ed essendo una delle due forze della divina bilancia dello stato creativo, al suo capo opposto vi è la Materia. Il nome che questa creatura ha è Yunasol ¹. Essa, entità gemella, è ciò che rappresenti tu, i ragazzi, e qualsiasi cosa vi attornia. È molto simile a me come creatura, e ha immensa potenza a sua disposizione. E aver appreso dalle forze celestiali che essa si è schierata dalla parte sbagliata mi fa soffrire, ma al tempo stesso mi sprona a fare del mio meglio per comprendere al meglio cosa stia accadendo."
"Tu. Ti stai prendendo gioco di me, vero? Dimmi che è solo uno scherzo di pessimo gusto!" inveisco. Pensare di aver già affrontato Trilunoj nei panni del Sesto Elemento mi aveva dato filo da torcere, mi aveva fatto soffrire e penare all'estremo. E se ora si dovesse ripetere lo stesso scenario, temo di non avere la stessa forza che mi ha aiutato a restare in piedi nonostante il caos che ho dovuto affrontare.
"Purtroppo no, Keryan. Per principio di cose, so più di quanto dovrei, in quanto esisto in ogni universo e posso essere ovunque. Ma se ti facessi accedere a ogni aspetto in mio possesso, rischieresti la vita inutilmente."

Resto in silenzio. Lo stesso supporto di Trilunoj, prendendo per assodato che possa essere dappertutto e sia a conoscenza di ogni cosa, mi fa capire di avere in mio possesso un mezzo potentissimo e virtualmente inarrestabile; tuttavia, se la scena presentata dallo stesso corvo è confermata, allora potrei assistere a uno scontro titatico tra le forze più potenti in circolazione, qualcosa a cui non voglio essere presente, al quale non voglio che i miei amici, seppure non si ricordino di me, siano testimoni.
"Percepisco il tuo smarrimento, e lo comprendo. Non temere, Keryan. Ricorda cosa ha detto Mikaeli prima di mandarci qui su Rarent. I nostri alleati sono più dei nostri avversari. Concentriamoci su due obiettivi; riconquista la fiducia dei tuoi amici, e insieme risolvete il mistero di Rarent," conclude Trilunoj, sbattendomi fuori dal subconscio. Per il ritorno improvviso nel mondo reale, mi sbilancio e cado a terra. I ragazzi si accorgono dello strano comportamento e accorrono.

"Hey, cosa ti è successo?" indica Regina, sollevandomi rapidamente da terra. Accorgendosi di essere osservata, questa si altera ed esclama: "Non farti strane idee, bamboccio! È solo un dovere proteggerti, visto che fra di noi sei il più debole della compagnia!"
"Sì, certo. Ad ogni modo, che si fa?" indica Meliana, separandoci l'uno dall'altra.
Trish interviene e dice: "Mi sono proiettata verso l'alto e ho osservato il circondario fino a una decina di chilometri. Ci sono mura gigantesche sia davanti che dietro; è una delle porzioni di Rarent e credo che il pianeta sia stato porzionato per una ragione specifica."
"Hai trovato forme di vita Roger?" domanda Regina.
"Salvo alcune varianti di creature che erano presenti su pianeti colonizzati dagli umani, avverto movimenti multipli sull'ordine delle migliaia, ma non c'è attività cardiaca."
"C-Cosa intendi?" balbetta Regina.
"Potremmo essere arrivati in un luogo dove ci sono creature robotiche, come androidi e ginoidi.² Dalla descrizione che sta facendo Roger, l'unica soluzione per esseri viventi attivi senza segni vitali è la presenza di creature artificiali. Ma non è questo ciò che mi preoccupa," spiega Meliana, rabbuiandosi per un breve attimo, piegando la testa come un cerca delle parole più adatte per spiegare le sue preoccupazioni.
"Cosa ti preoccupa, Melly?" domanda Roger. Usando quello strano vezzeggiativo, negli occhi di Meliana si accese una scintilla potente, al che questa riprende a parlare e dice: "Il fatto è semplicemente questo; se ci sono tante creature robotiche, saranno sicuramente comandate da qualcuno o, nella più probabile delle situazioni, da una sola unità centrale. E se dovessero scoprire della nostra esistenza e l'unità di controllo ci fosse ostile, le nostre chance di sopravvivenza si ridurrebbero notevolmente."
"Sapete che c'è? Voglio vedere questi esseri da vicino," rispondo, iniziando ad avvicinarmi verso quelli che sembrano i confini tra la natura e l'artificialità in cui vivono i suddetti esseri robotici. Gli altri, senza aspettare qualche istante, mi seguirono a breve distanza. Devo cominciare a pensare a come ristabilire un legame con loro, sperando vivamente che non mi facciano fuori.

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¹ Fatto alquanto curioso, mentre il corvo Trilunoj (dall'Esperanto tradotto Tre Lune) rappresenta l'antimateria, Yunasol (dal latino Yuna, uno, e da sol, riferito al sole) è indicata come personificazione della Materia.

² Mentre gli androidi sono robot con sembianze umane maschili, i ginoidi sono la loro controparte con sembianze femminili.

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