Capitolo V
*A Troia*
Priamo è nella sala delle assemblee, quando, improvvisamente, entrano Crise e Brise, suoi fratelli.
"Fratello, le nostre due amate figlie, Criseide e Briseide, sono state rapite dai Greci, quei maledetti! Fai qualcosa, ti prego, le rivogliamo!"
Esclama Brise.
"Andatele a reclamare, allora!"
Dice loro l'anziano re Priamo.
"Hai ragione, fratello. Ho saputo che mia figlia è nella mani di Agamennone, nel pomeriggio vado da lui e in cambio di un sacco oro gli chiedo di rendermela!"
Afferma Crise.
I due fratelli annuiscono e dopo essersi salutati, ognuno torna nelle proprie camere.
*Nella pomeriggio*
Crise, silenziosamente, si avvia nel campo greco, nella tenda di Agamennone.
Appena entro, Agamennone chiede:
"Chi sei tu, vecchio?"
"Io sono Crise, padre di Criseide. Ho portato con me un sacco con oro per te, re, mi ridia la mia adorata figliola!"
Dice supplichevole Crise.
"Mmmh....no! È il mio bottino di guerra, mi ci sono affezionato!"
Afferma il re toccandosi la barba rossa.
A quel punto, entrò la giovane Sacerdotessa che alla vista del padre, corre ad abbracciarlo ed esclama:
"Oh padre mio, quanto mi sei mancato! Questo mostro mi picchia e mi violenta tutti i giorni, per favore, portami via!"
Agamennone, sentendo quello che la ragazza dice, furioso si alza e, tirandole uno schiaffo, urla:
"Non ti permette di parlare così del tuo padrone, sono stato chiaro?!"
La giovane, impaurita, annuisce.
"E riguardo a te, Crise, tornatene a Troia. Criseide resta con me, l'oro, però me lo tengo. Ora vattene!"
Afferma Agamennone riferito al Sacerdote.
"Va bene, me ne vado, ma posso almeno parlare un minuto a mia figlia?"
Chiede Crise.
Agamennone ci pensa su e poi annuisce.
"Figlia mia, sai qualcosa di tua cugina Briseide?"
Le chiede l'anziano Sacerdote.
"Si, padre. Lei è nella mani di Achille, il capo dei Mirmidoni, se ho capito bene!"
Gli spiega Criseide.
"Oh mamma mia, poveretta! Chissà quante ne starà passando!"
Esclama Crise.
"A me non sembrava così cattivo!"
Afferma Criseide.
"Quello è un mostro, devi stargli lontano! Si dice che sia figlio di una Nereide, Teti, ed è un semidio! Oh Apollo, povera Briseide, sarà messa peggio di te!"
Esclama disperato Crise.
Dopo aver salutato la figlia se ne va.
*Nella tenda di Achille*
Nella tenda, proprio mentre Achille e Briseide stavano chiacchierando un po', entra Patroclo.
"Cugino, volevo complimentarmi con te! Hai combattuto benissimo ieri!"
Afferma il giovane andando incontro al cugino che, affettuosamente, lo abbraccia.
"Grazie Patroclo! Ah, comunque lei è Briseide!"
Dice Achille indicandola.
"Oh ciao, io sono Patroclo, suo cugino! Se non temi lui, non devi aver paura neanche di me, non ti preoccupare!"
Esclama Patroclo rivolta alla giovane ragazza.
"I-io sono Briseide, fino all'altro ieri Sacerdotessa d'Apollo, ora sua schiava!"
Dice lei a testa bassa.
"Briseide, ti ho già detto che non ti considererò mai come una schiava, sei un'ospite!"
Afferma Achille guardandola con sguardo serio.
Lei annuisce.
"È un buon bocconcino!"
Esclama il cugino.
"Patroclo!"
Dice Achille con tono severo.
"Va bene, va bene, me ne vado! Ciao!"
Dice il giovane uscendo dalla tenda.
"Scusalo, è fatto così!"
Afferma il capo dei Mirmidoni rivolto a Briseide.
"Prima mi stavi dicendo che tua mamma per rend..."
Dice lei, ma lui continua la frase al posto suo:
"Per rendermi immortale, mi prese per il tallone sinistro e mi immerse nel fiume Stige. Da quel momento in poi diventai immortale, tranne per il tallone!"
"Quanti anni hai?"
Le chiede lei.
"25, quasi 26!"
Risponde lui.
"Quando li compi?"
Chiede sempre lei.
"Fra tre giorni!"
Afferma Achille.
Lei fa un leggero sorriso, ma lui se ne accorge e le chiede:
"Perchè sorridi?"
"Nah, niente!"
Risponde Briseide.
Non devo fargli capire il regalo che voglio fargli, pensa Briseide tra sé e sé.
*A Troia*
"Fratello mio, Brise, ho una brutta notizia per te! Ho saputo anche della tua adorata figlia, mia nipote! Oh poveretta è capitata a quel bruto di Achille, chissà quante ne starà passando quella nipote mia!"
Dice Crise al fratello.
"Oh Zeus! Non può essere! Proprio quell'Achille? Il figlio della Nereide Teti?"
Chiede in preda al panico Brise.
Crise annuisce.
"Oh mamma, povera figlia mia!"
Esclama Brise coprendosi il viso con le mani.
"Scusate, ma ero nei dintorni e per sbaglio ho sentito il vostro discorso. Vi vorrei dire una cosa!"
Dice Elena intromettendosi.
"Regina di Sparta, principessa di Troia, che piacere vederla!"
Dice Brise.
"Se è qualcosa che può aiutarci ad aiutarci a riavere le nostre povere figlie, la ascoltiamo!"
Afferma Crise.
"Crise, tua figlia, Criseide, è finita nelle mani di Agamennone, marito di mia sorella Clitemnestra, mi duole dirlo, ma non penso ne uscirà viva, se ce la farà sarà solo merito della voglia di rivedere la sua famiglia, mi spiace. Riguardo a Briseide, Brise, può stare tranquillo, è in buone mani. Achille non obbliga nessuna donna a fare niente contro il loro volere. Stia tranquillo! Vorrei fare di più per voi, ma non posso!"
Spiega loro Elena.
"Come fai a sapere questo di Achille?"
Chiede Brise.
"Lo conosco molto bene, siamo cresciuti insieme da piccoli fino a quando lui, a 5 anni, non se n'è dovuto andare. Comunque, ogni volta che mi facevo del male, lui mi veniva in contro preoccupato e mi disinfettava le ferite nel caso mi graffiavo o cose del genere. Ci volevamo molto bene!"
Afferma Elena.
"Grazie mille per l'aiuto!"
Dice Brise.
Lei fa un cenno con la testa e se ne va.
*Angolo autrice*
La parte dove Elena dice che lei e Achille da piccoli erano amici l'ho del tutto inventata. Spero vi piaccia lo stesso!
Al prossimo capitolo,
Carolina!
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