Capitolo IV

*Nella tenda di Agamennone*

Achille entra nella tenda del re e, in silenzio, ai appoggia al palo di legno centrale.
Agamennone, accortosi della sua presenza ordina agli altri comandanti di andarsene.
Ulisse, prima di uscire, si avvicina all'amico e, dandogli un colpo sul braccio, gli dice:
"Stai tranquillo, doma la tua rabbia contro di lui!"
Achille annuisce e poi, quando Ulisse esce, Agamennone inizia a dire:
"In mattinata la spiaggia apparteneva al re Priamo, nel pomeriggio appartiene ad Agamennone!"
"Che cosa vuoi da me? Vuoi l'oro? È tuo, il mio dono per prenotare il tuo coraggio!"
Afferma il giovane guerriero
"Tu vuoi la gloria! Ma nel futuro si ricorderanno dei re non dei guarrieri! Il nome dei guerrieri è scritto sulla sabbia e il mare lo cancella! Quando conquisterò Troia, farò scolpire Agamennone in marmo!"
Urla il re.
"Attenzione re dei re! Perchè prima di tutto ciò dovrai conquistarla quella città!"
Esclama Achille alterandosi.
"Comunque ho saputo che hai avuto un bel bottino di guerra! Anche io ho avuto il mio!"
Afferma il vecchio re e, chiamando i suoi più fidati soldati, fa entrare Criseide, divenuta sua schiava.
"Bel bottino di guerra, eh?! Lei è Criseide, Sacerdotessa d'Apollo, mia schiava!"
Esclama Agamennone andando vicino alla ragazza.
"La mia, si chiama Briseide! Criseide, tu la conosci, visto che sei anche tu una Sacerdotessa d'Apollo?"
Chiede Achille rivolto alla ragazza.
Lei annuisce e dice balbettando:
"S-sì s-signore, l-la conosco...l-lei è mia c-cugina ed entrambe siamo nipoti del re P-Priamo, quindi, in c-contemporanea, siamo c-cugine anche dei principi di Troia!"
"Grazie! Agamennone, è una ragazza, lasciala andare!"
Dice Achille rivolto al re.
"Mai!"
Urla Agamennone e dice ancora:
"Guardie!"
"Fate ancora un passo e vi ritroverete tutti morti, fratelli, decidete la vita o la morte!"
Urla Achille rivolto alle guardie. Quest'ultime, intimorite, si fermano.
"Io torno nella mia tenda! Arrivederci, re dei re!"
Dice il Mirmidone tornando nel suo campo.
Tornato nella sua tenda nota che, Briseide, piange, gli si avvicina e le chiede:
"Che succede, perché piangi?"
"Che ti interessa? Sono una schiava, tanto!"
Ribatte lei.
"Briseide, ho incontrato tua cugina, Criseide se non mi sbaglio, è nelle mani di Agamennone, quel buffone del re, l'ha picchiata e violentata parecchie volte in un giorno solo, ma me lo potevo immaginare per com'è fatto lui! Devi essere felice di essere capitata a me, perché anche se può sembrare che io sia un bruto, come dici tu, e cattivo, in realtà, io rispetto sia donne sia anziani. Quindi, per favore, dimmi perché piangi!"
Le spiega Achille asciugandole con un pollice una lacrima che scendeva lungo la guancia.
Lei, senza parlare, si alza leggermente la veste e gli mostra un taglio sanguinante.
Lui fa una smorfia di dolore e, prendendo delle erbe e delle fasciature, inizia a medicarla.
"Come te la sei procurata?"
Le chiede lui.
"Un tuo soldato, quando mia ha portata qui!"
Dice lei a testa bassa.
"Adesso farà un po' male, ok?"
Chiede lui.
Lei annuisce e Achille passa sulla ferita un olio e poi la benda.
"Fatto!"
Esclama, alzandosi in piedi, il giovane guerriero.
"Perché ti comporti così, non sono una schiava come le altre?"
Chiede lei.
"Io non tratto mai le donne che mi danno, come dicono loro, bottino di guerra, come schiave, le rispetto e le lascio fare ciò che voglio tranne allontanarsi dall'accampamento! Non le obbligo a fare quello che non vogliono fare e, come ti ho già detto, sono loro che vengono da me!'
Le spiega lui.
"Quindi, stai dicendo, che sono loro che si concedono a te?"
Chiede Briseide guardando per terra. Certo non poteva dire che non era bello, anzi, per lei, era un bel ragazzo, alto biondo, muscoloso. L'uomo ideale da sposare, pensava lei tra sé e sé, ma cosa va a pensare?! È solo un guerriero e lei non si deve innamorare, poi di chi? Di un guerriero che ha profanato il suo tempio.
"Cosa stai pensando?"
Chiede Achille vedendola pensierosa.
"Alla mia famiglia!"
Risponde lei mentendo.
"Cosa ti manca di loro?"
Chiede lui.
"Tutto, le coccole di mio padre e di mia madre i giochi che facevo con tutti i miei cugini e la sera, quando dormivo con la mia bambola di pezza preferita! Mi ricordo che, quando avevo 10 anni, Paride, per sbaglio mia vera dato un pugno sul naso facendomelo sanguinare!"
Afferma Briseide singhiozzando.
"Quanti anni hai ora?"
Chiede Achille.
"18!"
Risponde lei e piangendo dice ancora:
"Mi mancano, mi mancano tanto!"
Lui non sapendo neanche perché, la avvolge in un caldo abbraccio e le dice:
"Non piangere! Io quando ero piccolo, ero molto viziato, essendo figlio unico, ogni volta che cadevo e mi facevo male, mia madre, Teti, mi prendeva in braccio e mi abbracciava. Questo mi rendeva più sicuro!"
"Teti? Quella Teti? La Nereide Teti?"
Chiede spaesata lei.
"Si, proprio lei!"
Risponde lui.
"Quindi, t-ti s-sei un dio!"
Dice lei balbettando.
"Un semidio per correttezza! Ho un punto debole, cioè il tallone sinistro!"
La corregge lui.
"Come mai hai scelto questa vita?"
Chiede Briseide.
"Quale?"
Chiede Achille.
"Quella del grande guerriero!"
Afferma la giovane con una smorfia.
"Io non ho scelto niente. Sono al mondo e sono fatto così!"
Esclama lui e continua dicendo:
"Almeno hai smesso di piangere!"
"Perché ti importa tanto che non pianga?"
Chiede lei.
"Perché non mi piace vedere piangere le persone, soprattutto le donne!"
Le spiega lui.
Intanto si è fatta notte e Briseide sbadiglia.
"Hai sonno?'
Le chiede Achille.
Lei annuisce.
"Allora puoi dormire, non ti obbligo a stare sveglia. Io purtroppo devo stare sveglio per vedere che vada tutto bene!"
Dice lui.
"Buona notte!"
Dice lei sdraiandosi sulle pelli che le fanno da letto.
A dirla tutta, pensa il giovane Mirmidone tra sé e sé, non è bruttissima Briseide, anzi è proprio una bella ragazza.
Avvicinandosi alla fronte della giovane, le lascia un dolce bacio augurandole buona notte sottovoce per non svegliarla.
Dopo essere stato sveglio per un'ora, si mette a dormire anche lui.

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