Capitolo III
*Intanto a Troia*
Nella bellissima città di Troia, è festa visto che stanno per tornare i principi Ettore e Paride.
La grande porta si apre e due bighe entrano.
Su una c'è Ettore che il popolo salita esultante, nell'altra c'è Paride con Elena.
Alla vista della giovane ragazza, alcune persone che sembrano riconoscerla, bisbigliano tra loro:
"Ma quella non è Elena? Elena di Sparta?"
"Si si, è proprio lei, com'è possibile che ora è col principe Paride! Il giovane non vorrà mica causare una guerra?!"
Priamo, invece, ansioso di rivedere i suoi amati figli, fuori dal palazzo li aspetta a braccia aperte.
Raggiunto il palazzo, i principi ed Elena scendono dalle bighe e si dirigono verso il vecchio re per salutarlo.
Il primo ad andargli incontro, 3 l'erede al trono, Ettore.
"Ettore, figlio mio, quanto mi sei mancato!"
Dice Priamo abbracciando il figlio maggiore.
"Padre, anche voi mi siete mancato!"
Afferma Ettore.
"Paride, figlio mio, vieni qui, fatti abbracciare!"
Esclama il re dando un bacio sulla fronte al figlio minore.
"Padre, vi devo presentare una persona!"
Dice Paride. Elena si fa avanti e il re chiede, rivolto a Paride:
"Elena di Sparta?"
Il giovane nega con la testa e afferma:
"Elena di Troia!"
Priamo da un bacio sulla fronte della ragazza ed esclama:
"Giravano voci sulla tua bellezza. Una volta tanto queste voci erano vere! Vieni sarai stanca!"
Dopo aver detto ciò tutta la popolazione applaudisce.
"Ettore, tesoro! Finalmente siete tornati! Quanto mi sei mancato!"
Esclama una donna correndo verso Ettore e baciandolo. È Andromaca, sua moglie.
"Guarda com'è cresciuto Astianatte!"
Dice nuovamente lei prendendo in braccio il piccolo dalle braccia di una serva.
"È bellissimo!"
Afferma Ettore dandogli un bacio sulla fronte.
"Paride! Ettore!"
Dice una giovane ragazza andando verso i due principi.
"Cugina!"
Esclama Paride abbracciandola.
"Briseide!"
Afferma Ettore dandole un bacio sulla guancia.
"Avete visto! Sacerdotessa di Apollo! Ha rifiutato tutti i suoi pretendenti pur di diventarlo!"
Afferma Priamo andandogli incontro.
"Zio!"
Esclama Briseide.
"Da quanto sei diventata Sacerdotessa d'Apollo?"
Chiede Paride.
"Da una settimana, non è fantastico!"
Risponde la giovane.
Dopo Ettore, insieme a Priamo, fecero un'assemblea privata.
"Padre, Paride ha fatto un grave errore portando Elena, moglie di Menelao, qui! Potrebbe o, addirittura ha già causato, una guerra!"
Afferma Ettore.
"Si Ettore hai ragione tu, ma di tutte le donne di cui Paride si è innamorato, nessuna è come questa. Sento che Elena lo potrà prendere un uomo migliore, ma sento anche che provocherebbe una guerra se non la mandassi indietro!"
Dice Priamo.
"Padre! Non ti rendi conto che se resta qui non avremo scampo?!"
Ribatte Ettore.
"Elena rimane qui, ho deciso. Se la rimando indietro Paride la seguirebbe e verrebbe ucciso e non lo voglio. Rimane qui!"
Afferma Priamo chiudendo la riunione privata col figlio.
*Intanto in mare*
I Greci sono già partiti e tra qualche ora, come dice Agamennone, dovrebbero arrivare a Troia.
"Perchè vuole sbarcare per primo quell'idiota?!"
Esclama Agamennone.
"Lascialo fare, lasciagli prendere la spiaggia!"
Afferma Nestore avvicinandosi ad Agamennone.
Sulla nave di Achille, invece, Eudoro, fidato generale dell'esercito dei Mirmidoni, si avvicina al suo principe e gli chiede:
"È sicuro di non voler aspettare gli altri?"
"Combatti per me Eudoro o per Agamennone?"
Gli chiede Achille quardando il mare.
"Per te mio signore!"
Afferma Eudoro.
"Bene, quindi, ordina ai rematori di andare più veloce! Voglio sbarcare per primo!"
Esclama Achille.
Dopo qualche ora il comandante dei Mirmidoni vede già la spiaggia di Troia e insieme all'esercito si prepara.
"Cugino, io sono pronto!"
Afferma Patroclo avvicinandoglisi armato per la battaglia.
"Patroclo togliti quelle armi, non combattersi, te l'ho già detto! Se tu fossi in battaglia dovrei proteggerti e ti saprei al sicuro se restassi qui, sulla nave!"
Afferma Achille.
Il giovane cerca di ribattere, ma guardando in faccia il cugino se ne va.
"Mirmidoni, miei fratelli di spada...cinquanta di voi valgono più di mille uomini...Nessuno dimentichi la nostra forza, siamo leoni! Sapete cosa c'è, oltre quella spiaggia... l'immortalità, andate, è vostra!"
Dice Achille, rivolto verso l'esercito, indicando la spiaggia di Troia che si vedeva in lontananza.
*Nel tempio di Apollo a Troia*
Briseide, insieme a sua cugina Criseide divenuta anche lei Sacerdotessa di Apollo, mentre i sacerdoti preparano un sacrificio per il loro dio, spargono dei sali minerali e del sale sull'animale.
All'improvviso qualcuno entra, è un giovane pastore insieme al padre, ed urla:
"Sacerdoti, giovani sacerdotesse, i Greci sono arrivati cercate di scappare, andatevene!"
Tutti se ne vanno e Briseide prendendo per mano la giovane cugina, la porta in un posto dove pensa che nessuno le avrebbe trovate.
"Sgualdrinelle, pensavate di nascondervi, eh?! A noi niente ci scappa!"
Esclama unnguerriero Mirmidone.
"Non vi vergognate di quello che avete fatto a questo povero tempio?!"
Esclama Briseide ricevendo in cambio uno schiaffo talmente forte che le rompe il labbro inferiore facendo sanguinare.
"Sta zitta!"
Esclama il guerriero e, afferrandole, le porta via.
Proprio mentre le stava per portare nella tenda del suo capo, il guerriero Mirmidone si scontra con uno Spartano.
"Mirmidone, che ne dici, tu ti tieni quella lì e io mi prendo questa?"
Chiede lo Spartano afferrando Criseide.
"Ci sto!"
Afferma il Mirmidone e se ne va, portando Briseide nella tenda di Achille e legandola a un palo.
Finita la battaglia la giovane sente delle voci al di fuori della tenda che parlano della battaglia e dopo i saluti entra Achille che si inizia a spogliare per sciacquarsi un po'.
"Come ti chiami?"
Le chiede lui.
"Non ti interessa il mio nome!"
Urla lei.
"Ti ho chiesto come ti chiami!"
Ribatte urlando Achille.
Lei non risponde ancora.
"Senti, saremo innguerra per molto tempo penso e quindi, almeno, fammi sapere il tuo nome!"
Dice calmando Achille e andndole vicino e dice ancora, slegandole i polsi:
"Perfino le serve di Apollo hanno un nome!"
"A che ti serve saperlo?! Tanto voi profanate i templi, rapite le sacerdotesse e le violentate. Siete solo dei bruti, dovreste vergognarvi!"
Afferma lei guardandolo negli occhi.
A dirla tutta non è brutto, pensa la giovane Sacerdotessa tra sé e sé.
"Sei entrata in un campo che non conosci, io non obbligo nessuna donna a fare ciò che non vogliono fare, sono loro che vengono da me! Almeno fammi sapere come ti chiami!"
Dice lui.
"Briseide"
Afferma lei.
"Bene Briseide, non mi devi temere, sei l'unica di Troia che può dirlo!"
Le dice Achille.
"Perché sei venuto qui? Per la regina di Sparta?"
Chiede Briseide.
"Cosa vogliono tutti gli uomini? Io ne voglio di più!"
Afferma Achille.
All'improvviso entra nella tenda Eudoro che dice:
"Achille, mio signore, Agamennone richiede la sua presenza!"
"Ti sei battuto bene oggi!"
Ribatte il capo.
"Così mi onori!"
Esclama Eudoro uscendo.
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