Cap. 5
Il viaggio di ritorno era ancor più gelido dell'andata. E non per il freddo. Madre e figlia si tenevano per mano e non proferivano parola. La madre era terrorizzata da ciò che era appena stato detto, si sentiva paralizzata e incapace di parlare. Lara non era in condizioni migliori, il cuore le batteva all'impazzata e una forte paura le stringeva lo stomaco, quasi come fosse una tenaglia. Non poteva credere a ciò che le aveva detto la nonna. Ma soprattutto non poteva credere che quello che sognava, tutta quella distruzione stesse accadendo, o sarebbe accaduta. Per la prima volta nella sua vita, si sentì sola e aveva paura. Paura di questo viaggio all'altro mondo. Paura di varcare il confine. Paura di un punto di non ritorno.
La casa era silenziosa e non c'era una luce accesa. Lara si ritirò nella sua stanza, prese le sue fedelissime cuffie e iniziò ad ascoltare quella musica mista a rabbia e tristezza che per lei era ormai diventata una droga. Inizialmente si limitò a disegnare, ma non le riusciva bene niente. Così si gettò sul suo letto e si mise a fissare il soffitto. Si sentiva vuota, ma in pericolo. Fu così, che senza nessun preavviso si mise a piangere. All'inizio era solo qualche goccia che non avvertiva neanche, che gradualmente però si trasformò in un mare di lacrime che sfociavano in singhiozzi sommessi. Si abbracciò al cuscino e piangendo, crollò nel sonno, fortunatamente, dopo tanto tempo, vuoto e senza incubi.
La mattina successiva si risvegliò confusa, quasi come stesse ancora dormendo, ma nonostante la stanchezza si sentì felice: non aveva avuto incubi. Questo la rallegrava molto, ma la paura per il suo destino le faceva ancora venire i brividi. Ancora assonnata si diresse verso la cucina, deserta come il resto della casa. C'era molto silenzio, il che non era strano a casa sua. Vide sul tavolo di legno un post-it bianco sul quale, con una calligrafia un po' disordinata, c'era l'ubicazione di Jacob e della mamma:
"Ehi sorellonaaaa... stai meglio? Senti, io oggi vado a casa di Luke, sto un po' da lui... La mamma diceva di dover passare la giornata dai nonni, mi ha detto di aver lasciato in forno due porzioni di lasagne, dice solo di riscaldarle. Torneremo verso sera... Ti voglio bene, baci"
Dopo averlo letto, lo posò in un angolo e si apparecchiò per mangiare. Le lasagne saranno anche state il suo piatto preferito, ma quel giorno niente aveva il suo sapore.
Poi decise di fare qualcosa che mai aveva fatto prima. Se era vero che nella "stanza di mamma" c'erano solo ricerche... lei doveva avere il diritto di sapere. D'altronde quella che avrebbe dovuto fare i conti con gli incubi era lei. Così si mise davanti la porta e abbassò lentamente la maniglia. Non era mai stata in quella camera da sola, e ora le tremavano un po' le ginocchia. Iniziò a girare per la camera, prese qualche volume, ma della lingua non capiva nulla. C'era solo qualche illustrazione e una di queste la colpì particolarmente: un bellissimo branco di lupi che ululava alla luna piena. Rimase ancora un po' lì ad osservare le scene di storia, poi però si fece tardi, e per paura di farsi trovare dalla madre se ne andò nella sua stanza, si mise sotto le calde coperte del suo morbido letto e si addormentò.
"Guardava quel lupo negli occhi. Aveva dei bellissimi occhi azzurri, doveva ammetterlo. La fissava, e lei fissava lui. Sapere che quella splendida creatura le era fedele la riempiva di soddisfazione. C'era così tanta quiete, in quel mondo di ghiaccio. Insieme poi, se ne andarono verso una direzione a loro chiarissima, ma per chiunque altro banale. Quel luogo era formato da foreste, montagne e qualche piccolo laghetto ghiacciato, ma tutto era così monotono e all'apparenza uguale per via della neve che cadeva sempre che per dei viaggiatori inesperti una direzione valeva l'altra. Ma in realtà, coloro che abitavano in quel posto stregato sapevano bene che una sola scelta sbagliata lì poteva costarti la vita. Arrivarono fino ad una radura dove una sorgente creava un fiumiciattolo, uno dei pochi non ancora congelati, e il lupo si fermò a bere. Lei colse l'occasione per osservarlo meglio: aveva un pelo grigio che luccicava alla luce del sole, un muso bianco e un andamento molto elegante e rilassante. Una volta finito seguirono per la loro strada, non prima di sentire in lontananza urla sommesse che imploravano pietà: qualche altro viaggiatore poco cauto, aveva raggiunto la fine della sua vita."
Lara tornò lentamente alla realtà e prima di aprire gli occhi, pensò che questa volta l'incubo non era stato particolarmente tremendo. Cercò il cuscino ma non lo trovò. Aveva tanto freddo, eppure ricordava di essersi infilata sotto le coperte. Così aprì lentamente gli occhi e non poté credere a ciò che vedeva: non era più nel suo letto, ed ebbe paura. Si alzò e si girò intorno. E non le sembrava possibile, ma era nel suo sogno: si era svegliata nell'altro mondo.
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