cap. 41

Quando Claire tornó verso gli altri era pallida. Grossi cerchi scuri le segnavano gli occhi arrossati, sembrava provata. Luca corse subito con lo sguardo alla sorella, lanciandole un'espressione preoccupata. Lara e Roy stavano ancora parlando, non avevano fatto caso al ritorno della strega che, guardandoli, si lasció sfuggire un piccolo sorriso. Si sentiva distrutta. Quello che aveva fatto... andava letteralmente contro ogni suo principio. Eppure quello che aveva fatto Lara andava controllato, andava riparato e lei da sola non avrebbe potuto farcela. Aveva dovuto contattare il Consiglio. Hai fatto bene, tesoro le aveva ripetuto sua nonna. Ma allora perchè si sentiva quel buco che le attanagliava le viscere? Perchè aveva come la sensazione che la terra le tremasse sotto i piedi? Perchè le bruciava lo stomaco? Perchè si sentiva una traditrice? Come glielo avrebbe spiegato? Tutte quelle domande senza risposta sembravano vorticarle attorno, senza sosta, prosciugandole le energie. Si sentì mancare, quasi scivoló, quando due forti braccia familiari la sorressero. Era Luca.

"Ehy, stai bene?" Le disse con una palpabile preoccupazione negli occhi, le mani strette saldamente attorno ai suoi avambracci. Lei cercó di guardarlo negli occhi e annuire, ma non ci riuscì. Socchiuse gli occhi sentendo il groppo in gola salire velocemente, pronto ad esplodere. Cercó di contenersi, scuotendo lentamente la testa, mentre sentiva le forze mancarle. Luca la adagió per terra, accasciandosi con lei, accarezzandole la fronte, spaventato che le fosse successo qualcosa "che ti succede?"

"Ho fatto una cosa orribile, Luca" sospiró amaramente lei, singhiozzando piano. Ora i suoi occhi non reggevano piú il peso di quelle lacrime un po' troppo pesanti anche per un'anima forte come la sua. Fu un secondo. Luca sgranó gli occhi, con uno sguardo confuso, mentre un'idea atroce si faceva spazio dentro di lui.

"No... no Claire, dimmi che non lo hai fatto!" Disse piano alla sorella, con sguardo e tono supplichevole, sperando con tutto se stesso che si fosse sbagliato, che stava solo pensando al peggio.

"Io... ho dovuto Luca. Non avevo altra scelta" il suo fu poco piú di un sussurro stanco, eppure sembró che quelle parole scuotessero il fratello come il peggiore dei terremoti. Sbiancó in viso.

"No... Claire..." piagnucoló lui, incapace di crederle. Sapeva perchè l'aveva fatto. Lo sapeva perchè, se avesse portato la responsabilitá della sorella, l'avrebbe fatto anche lui, senza esitare. Spettava a lei il compito di comunicare con il consiglio. Lui era stato considerato un esiliato, un traditore. Non c'entrava più nulla con il Consiglio, ma per la sorella era diverso. Lei doveva farlo. Le sarebbero stati sottratti i poteri e sarebbe stata rinchiusa in una delle fredde celle del regno di Farii, lo "Stato delle Streghe", condannata per sommo tradimento, se si fosse rifiutata anche solo una volta di dire la veritá. Lei crolló tra le sue braccia, singhiozzando come quando erano bambini. Lui iniziò ad accarezzarle i capelli, cercando di consolarla, ripetendole che non era colpa sua, aveva fatto ciò che aveva dovuto. Lei non riusciva a smettere. Si sentiva vergognosamente corrotta, terribilmente sbagliata. Lara non l'avrebbe mai perdonata.
Un rumore di passi sordi li distrasse. Con orrore i due fratelli si misero all'impiedi, indietreggiando di pochi passi alla vista di quello. Avevano davanti l'intero esercito di Farii, guerrieri e stregoni che portavano "l'onore di combattere per la giustizia". In realtá, non erano ben visti da nessuno. Erano spesso chiamati Cavalieri della Morte, o Centurioni dell'Oblio. Chi veniva attirato nelle loro grinfie non tornava, costretto a passare la vita nell'oblio più totale, vittime di una cupa ed eterna prigionia.

"No, no! Non mi avevano detto questo! Non i Centurioni... mi avevano detto che sarebbero venute loro!" Claire andó nel panico, incredula. Le avevano mentito. Sapevano che avrebbe cercato di aiutare l'amica, che l'avrebbe protetta e nascosta. Restó immobile per un attimo, mentre vedeva quelle sagome scure avanzare veloci, diretti verso il centro della vallata, dove si trovavano. Speró che Roy li avesse percepiti e avesse allontanato Lara, il più lontano possibile. Si girò di scatto e le mancó il fiato: lei era lí. "No... "

"Lara! Scappa!" Le urló dietro Luca, catturando lo sguardo di Roy che in un secondo la prese per mano e cercó di portarla con sé, senza risultato. Lara non si mosse.

"Lara! Lara, dobbiamo andare!" Le disse impaziente lui, cercando di spingerla dolcemente. Ma lei era immobile, mentre il suo sguardo era colmo d'ansia.

"Roy... non posso muovermi" sussurró lei, sentendo il corpo come di ghiaccio, ancorato ad un terreno troppo freddo. Il lupo gettó uno sguardo terrorizzato ai gemelli, che capirono. Si guardarono negli occhi, sapendo perfettamente che non sarebbero stati in grado di fare nulla. Era magia, magia dei Grandi Stregoni.

"NO! Non posso sciogliere l'incantesimo, Lara non posso farlo!" Urlò Claire, avvicinandosi piano all'amica, con difficoltá, come se un campo magnetico la spingesse via con forza ad ogni passo nella sua direzione. Le lacrime iniziarono a scorrere sul suo viso, mentre i soldati si avvicinavano, implacabili, inarrestabili. Puntarono i loro occhi freddi sulla viaggiatrice, e scansarono Roy e Luca, che cercavano un qualsiasi modo per staccare Lara da terra, impotenti.
Due commilitoni afferrarono la ragazza per le braccia, violentemente, come se fosse una crudele criminale. Cosa che, forse, alla fine dei conti, era. L'incantesimo parve sciogliersi al loro tocco. La trascinarono con loro mentre lei cercava di divincolarsi e di urlare, con grosse lacrime che le attraversavano le gote.

"Claire Fitzermann" disse uno di questi, con una bassa voce graffiante "il regno di Farii vi ringrazia per il vostro contributo." Gli occhi della strega erano colmi di lacrime e si piazzarono sull'amica, che lentamente comprese.

"Sei stata tu?" Negli occhi le si leggeva la delusione, la frustrazione e la più totale confusione "Perchè Claire? Perchè l'hai..." la voce le si ruppe, mentre guardava con rabbia e dolore quella che era stata la sua amica. L'aveva consegnata dritta nelle mani del nemico. Un'amara tristezza prese possesso del suo corpo, che smise di combattere. Quando i soldati si mossero, si lasció trascinare come un peso morto, come se lei fosse davvero morta come si sentiva dentro. Un vuoto le picchiava forte nello stomaco e in testa. E la nausea le diede le vertigini. Tutto divenne nero, e finalmente un po' del suo dolore venne messo a tacere dal buio profondo che era diventata la sua anima.

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