Cap. 23
Era tutto buio e non si vedeva niente. Solo c'era un tanfo di chiuso irrespirabile e la strana e fastidiosa sensazione di non essere da soli. Lara teneva stretta la mano di Luca, quasi a paura di perdersi. Lui la guidava abilmente, e l'avvertiva di fare attenzione quando notava oggetti per terra. Sembrava che lui vedesse perfettamente ciò che li circondava, ma andasse comunque piano per aiutarla a mantenere il passo. Nonostante fosse già passato qualche minuto, gli occhi di Lara non si abituavano a quel buio così profondo, e non percepivano nulla, neanche le ombre. Aveva freddo, la temperatura lì dentro era terribilmente ghiacciata e continuava a sentire sussurrare. Si disse che era solo la sua immaginazione, solo suggestione, o magari solo il vento tra le rovine di quell'abitazione, che era molto più grande di quel che sembrava da fuori. In effetti camminavano da un bel po' e la cosa non le era d'aiuto.
"Luca?" disse lei fermandosi di colpo.
"Si?" chiese lui sorpreso da quell'interruzione.
"Dove stiamo andando? Da fuori la casa sembrava così piccola..."
"No.. sarà stato il buio a darti quest'impressione. Questa è una delle rovine più grandi che ci siano su questo territorio." disse lui, e lei potè percepire il suo ghigno, che non le piacque.
"Perchè mi hai tirato fuori dal palazzo?" insistette lei, agitandosi sempre di più.
"Me l'hai chiesto tu." non smetteva di sorridere in quel modo inquietante. Ora lo poteva vedere, lentamente tutto si stava schiarendo, ma lei non ebbe il tempo di voltarsi e guardarsi intorno. In quel momento voleva solo concentrarsi su Luca, era strano.
"Non è vero. Io ti ho chiesto di dirmi come mai mi conoscevi. E' diverso. Non ti ho detto di andare di notte in esplorazione di un posto sperduto."
"Ma hai acconsentito." il ghigno si fece sempre più evidente, mentre dalla voce traspariva una nota di divertimento. "Che c'è Lara? Sento che ti stai agitando..." in quel momento si sentiva come in un film horror esattamente bloccata nel posto sbagliato al momento sbagliato... e forse anche con la persona sbagliata.
"Si. Mi inquieta non sapere dove sono e cosa sto facendo con una persona che a malapena conosco." disse cercando di ostentare un tono di calma apparente. E di questo ne era certa, che era solo apparente.
"Non capisco cosa ti ho fatto per ricevere ora tutta questa ostilità. Fino a poco fa mi sorridevi, ora... hai paura?" la nota di divertimento non passava e ora si era aggiunto anche qualcos'altro, che però Lara non riusciva ad identificare.
"Non mi hai fatto nulla, solo non so dove vado, mi sembra di girare a vuoto e questo mi agita. Non ho paura."
"La tua voce non sembra dire lo stesso." la cosa più inquietante di tutto questo è che continuava a sorridere. E lei non poteva togliersi dalla mente l'idea che stesse per accadere qualcosa di pericoloso. Poi si ricordò della rosa. Velocemente, ma senza farsi notare, la prese dalla sacca e la guardò. Era diventata blu.
Non poteva sapere se il blu indicasse uno stato di pericolo, ma lo tenne a mente. Nel frattempo, cercava di allontanarsi e, pur avendo paura di inciampare, inizió a indietreggiare verso la poca luce che entrava dalla porta ormai lontana. Luca alzó una mano e la porta si chiuse sbattendo. Tutto ció non era normale, e Lara capí che c'era qualcosa di sbagliato. Qualcosa di tremendamente sbagliato.
"Stai cercando di scappare, Lara?" Il sorriso che gli piegava le labbra ora iniziava a terrorizzarla e improvvisamente si rese conto di cosa ci fosse oltre al divertimento: gli occhi gli brillavano di pura follia.
Si sentiva in trappola, i sussurri aumentavano sempre di più e Luca in un baleno le fu accanto prendendola per il polso. Le stava facendo male e un po' per dolore, un po' per paura emise un urlo potentissimo, strizzando forte gli occhi. I vecchi vetri di quella casa si frantumarono sotto la pressione di quell'onda d'urto creando veri e propri proiettili. Quando il silenzio tornó in quel freddo abitacolo Lara aprí gli occhi e notó che Luca era ferito: gli colava un rivolo di sangue dal naso e dalla tempia sinistra e il braccio con il quale prima la afferrava saldamente era ora ricoperto di schegge di vetro e liquido rosso. Nello stesso istante in cui riaprì la bocca per urlare, stavolta per il disgusto, un forte rumore distrasse entrambi: la porta si era letteralmente spalancata! Solo un calcio avrebbe potuto scardinarla in quel modo e ciò che si mostró loro li lasciò senza parole. Lí, all'impiedi sull'orlo della porta, con un ghigno inferocito e gli occhi ridotti a fessure c'era... Luca!
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