Capitolo 7 - I dolori del giovane Am'Ron
La corsa di Jehn per raggiungere e ammazzare il suo aggressore dalla lingua lunga finì presto.
Ritrovò il suo corpicino a sei file di alberi di distanza, accasciato a terra, che aveva perso i sensi per via del cazzotto ricevuto.
"SCETATE,SCEMO!!!" urlò Jehn, menandogli un bel ceffone in faccia.
Il Lanciascura si riprese, rantolando, e si sentì invadere dall'ombra della sua enorme stazza.
Rendendosi conto di essere disarmato, indietreggiò strisciando per terra terrorizzato.
Lort li raggiunse, frapponendosi tra i due prima che il poverino vedesse gli alberi dalla parte delle radici.
"Fammi parlare con lui, Jehn!" si impose lei, con sicurezza.
"Si, certo, prima però adda pagà!!! - sbraitò Jehn, scroccandosi le dita, visto che non aveva bisogno di usare l'arma con un troll mingherlino come quello- mi ha leccato in faccia!".
"Sono sicura che non l'ha fatto apposta, vero?"si girò verso il troll.
Il Lanciascura restava lì a fissarli, raggomitolato e tremante come una foglia.
Sembrava trattenersi dal piangere in preda al terrore.
Lort era confusa . Non aveva mica ... Paura?
"I Troll possono provare un sentimento come la paura?" pensò la giovane.
Credeva che i Troll non conoscessero una cosa come la paura.
"Senti, ricominciamo daccapo! - era rivolta più a Jehn che allo straniero-prima di tutto, puoi dirci chi sei? " chiese lei, e pose la domanda con un tono rassicurante.
Deglutendo, il troll rispose, cercando di sembrare sicuro :"Io ... Io... Nun parlo!"
Si rialzò in piedi, rassicurato dalla presenza della ragazza che lo difendeva.
Almeno così il troll omicida colpiva lei e non lui!
Cercando di bloccare il tremolio che aveva alle gambe, incrociò le braccia in segno di protesta.
"Senti, ij aggià fà solo a' missione. Nun sono tenuto a dirvi i fatti miei, anzi. Prima aggià parlat già troppo! Dovevo seguirvi in incognito e non farmi scoprire, ma a qualcuno ... - sottolineò il qualcuno fulminando con lo sguardo il Gurubashi - ... song'girat nu poc e' zanne e stava per uccidervi, principessa.".
"SONO IO LA VERA VITTIMA QUI!!! TU BRUTTO PERVERTITO DI ..."sbraitò Jehn, rosso in faccia, mentre l'umana teneva le mani addosso ai suoi addominali per bloccarlo come meglio poteva.
"BASTA COSI'!!!" lo rimproverò lei.
Al Gurubashi tremava il labbro inferiore dalla rabbia.
" Ormai ti sei fatto scoprire! – esclamò Lort ,rivolta al troll verdognolo- Tanto vale dirci nel dettaglio la tua missione e chi sei!".
Ma lui era deciso." No. Nun riuscirete a farmi parlare!".
Poiché Lort portava ancora il suo bastone, Jehn glielo strappò di mano.
" Hey !!! Ma che intenzioni hai? " chiese lei allarmata.
" Se proprio nun me lo vuoi far accirere ... te lo farò parlare." sibilò lui inquietante.
Tenne il bastone davanti a sé con ambo le mani.
Cominciò a fare forza sui due lati.
"NO!!! CHE FAI??? LO ROMPI !!!" urlò il Lanciascura , scattando in avanti per salvare il suo prezioso sostegno, ma Jehn lo allontanò da lui alzando le braccia.
"Dicci chi sei! O lo spezzo in due!" lo minacciò il Gurubashi, facendo ancora più forza sul bastone.
"Tsk!Non lo farai ..." insinuò il Lanciascura.
In realtà, sperava davvero che il suo fosse solo un bluff.
Ma quando vide il corpo della sua preziosa arma piegarsi in maniera brutta sotto la forza di quel mostro blu, scattò in avanti disperato : "VA BENE VA BENE VI DICO TUTTO!!!" .
E cominciò a raccontare, fissando la sua povera arma tra le mani di quel pazzo , sudando freddo...
Dopo aver richiuso le porte dietro di sé, congedato i suoi due ospiti lontano da lui, il re prese un profondo respiro.
Quante cose erano successe davanti ai suoi occhi da quella mattina!
Gli si avvicinò accanto un suo consigliere .
"Maestà, scusate se mi permetto ... ma quel Jehn'Naroh non potrebbe pensà di scappare dalla guagliona, una volta fuori dalle mura?"
"Infatti. – confermò il re, abbassando lo sguardo- bisogna spedire in missione un troll per controllarlo. Per controllare entrambi, veramente. A' principessa sembra tranquilla, è sincera quando dice di voler la pace e di unirsi al nostro popolo ma ... mejo stare accuort'."
Così sintetizzò la sua motivazione a tenere d'occhio pure lei, omettendo il fatto che pensasse,per la verità, all'incolumità di quell' umana: un corpo come il suo può contenere il potere di un loa così forte come Shirvallah?
"Posso suggerire o' figlio mij, signò? – propose il consigliere- è un giovane guerriero assaj valente, e sarebbe onorato di compiere una missione per il sovrano di Zandalar ... ".
Il sovrano non vide motivo per non accogliere quella sua proposta.
"Va bene . Considero la missione accettata da parte sua. Vai ad avvertirlo ...".
Mezz'ora dopo, il vecchio consigliere era già tornato nella sua lussuosa magione, ad avvisare il figlio.
" AM'RON!!!" sbraitò lui. Il giovane Lanciascura saltò in aria.
Era nel giardino interno alla loro casa , un piccolo spazio verde che chi era benestante come loro poteva permettersi di avere insieme ad altre sfarzosità.
il figlio del consigliere era disteso pigramente sulla sua amaca, e stava per leccare la schiena di una povera ranocchia, nello stesso modo in cui uno lecca un ghiacciolo alla menta in un pigro pomeriggio d'estate.
Riconosciuta la voce autoritaria del padre, gettò la rana nello stagno artificiale che tenevano in casa.
"Ti stavi di nuovo facendo di rane, nun è vero?" il padre entrò nel giardino irritato.
"Ma no, padre!- mentì lui, sorridendo nervosamente- stavo solo facendo una pausa dai miei esercizi pomeridiani ...".
"Seh, comme no! – partì la predica del padre – oggi i tuoi esercizi sono stati camminar in città appresso 'e femmine!".
Alterò la voce, facendo un' imitazione gigionesca del suo unigenito : "uh, comme so' brav'! we, bambola, te faccio verè o'fuoco! E subito a tirare fuori e' fiamme e i fulmini per farti bello annanz'a loro!".
"Beh ... però funziona! – rispose lui compiaciuto, grattandosi la pancia – C'è la bella Anji, quella che abita nel quartiere Sud della città, che mi vuò vedè stasera, hehe ... è da 'na settimana che la corteggio e ...".
Cadde a terra con un tonfo.
Il padre gli aveva tirato l'amaca da sotto .
"Ma nun te pigli scuorn'? Usare i tuoi poteri per 'ste fesserie quando ne hai bisogno per combattere?".
Il giovane sbuffò, e si rialzò ripulendosi la tunica raffinata che si era appena comprato.
"Avrete capito, a questo punto, padre, che il mio stare qui a contare i girini nel laghetto è un mio atto di ribellione alla vostra volontà" commentò Am'ron.
"La mia volontà? T'aggia semp fatt fa chell che vuliv tu! Tu da che ti so' cresciute le zanne, ta sij ribellat contro ogni proposta c'aggia pensat' pe tté per il tuo futuro! Haaa ..." fece una pausa per massaggiarsi la fronte.
Gli stavano venendo i segni delle dita sulle tempie a forza di fare quel gesto.
"Io non so più che fare con te, Am'ron! E ti ho proposto di fare il sacerdote per Bwomsandi, come me, e tu hai detto di no ...".
"Te l'ho già detto! Me fanno impressione 'e muorte!" disse scocciato Am'ron.
" ... ti ho fatto allenare p'addeventà guerriero, ma m'ha ditt l'allenatore c'ha nun sij portat ...".
"Quando uso i coltelli sì, so' portat! È a mani nude che c'ho difficoltà ... - si difese lui- e guarda!".
Afferrò il coltello da formaggio poggiato su un tavolo vicino all'amaca e lo scagliò contro un uccello che nuotava tranquillo nel laghetto artificiale.
Ma lo mancò, e il coltello finì per conficcarsi su un albero.
L'uccello lo fissò con aria interrogativa. Non si era neanche spaventato.
"Dannazione!" si stizzò Am'ron, stringendo i pugni.
Il padre volse uno sguardo pieno di pietà verso il figlio confuso.
" Che vuò fà, figlio mio?".
"O'sciamano." Rispose lui.
"Eh, lo sciamano! Seh seh ...!" mormorò il padre, non guardandolo nemmeno.
La scelta del figlio in merito al suo futuro gli sembrava davvero una sciocchezza.
Il figlio si irritò "Pà, c'ho i poteri! Posso evocare il fuoco ! Posso lanciare fulmini!".
"Vabbuò ,lascia stà , e veniamo a noi ..." tagliò corto il padre, cambiando subito argomento.
Am'Ron tentò di ripigliare l'argomento, ma il padre si voltò verso di lui con un cipiglio.
Un misto di paura, dovuta alla sua autorità, e di rabbia repressa gli saliva ogni volta che il padre faceva quella faccia.
Doveva trattenere controvoglia l'istinto di tirargli un pugno in faccia e di dirgli quello che veramente pensava.
Sbuffando ancora, si lasciò cadere sull'amaca, restando seduto .
Il padre gli raccontò cosa era accaduto fino a quel momento, fino all'ordine del re di andare in missione di spionaggio verso la principessa e la sua guardia del corpo.
" Nun vedo come mi possa essere utile un compito del genere ..." commentò annoiato Am'Ron.
"Sono esperienze che accumuli, figlio mio! – lo spronò il padre – Ed è pure l'occasione per fare una buona impressione verso Rastakhan, accussì magari un giorno potresti lavorare per lui, magari come suo ... futuro consigliere! Eh? Che ne dici?" .
Ammiccò, sperando davvero che valutasse bene la proposta di diventare erede legittimo del suo ruolo.
Am'ron volse le pupille al cielo, con aria pensierosa.
" Mmm ... passare tutta la vita a dedicarmi alla politica, seguendo il re, seduto tutto il giorno a discutere su scartoffie a registrare e documentare senza l'ombra di vita al di fuori del mio banco da lavoro?"
"E' un lavoro molto prestigioso!" lo incitò il padre.
"Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm ..." mugugnò così per almeno tre minuti, facendo venire un tic nervoso all'occhio del padre.
Finché, allungando le labbra fino a fare una boccuccia a cuore disse ..."NO!"
Si distese di nuovo sull'amaca, dandogli le spalle.
"E comunque t'aggia dit già che non posso. Stasera aggià vedè Anji ...".
Due secondi dopo, si ritrovò catapultato fuori dalla sua amaca a sbattere il deretano sulla soglia di casa.
"Puozz'essere scorticato, we scurnacchiat!!!- imprecò il padre, sporgendosi alla porta furioso – il problema è che ti abbiamo viziato, e non mi sono imposto abbastanza cu tte! Ma ora basta! Per cominciare ...".
Tirò fuori dalla tasca un paio di biglietti.
Erano quelli per la Battaglia dei Loa, quelli per cui Am'ron aveva piazzato una tenda davanti al botteghino un mese prima della prevendita per comprarli.
"... dì addio alla Battaglia dei Loa!" strappò i biglietti davanti a lui.
La faccia del troll diventò una O di orrore.
"CI DOVEVO PORTARE ANJI A QUELLA SFIDA!!!STASERA GLIEL' AVREI DATI!!!" urlò lui isterico, cercando di recuperare i pezzi e di riappiccicarli .
Ma il vento con un soffio se li era già portati via.
"Nun me ne frega 'na zanna di te e di 'sta Anji!!!"sbraitò il padre, spingendo a terra suo figlio col suo bastone.
Puntò un dito oltre e gli ordinò "Và a fare subito stà missione, disgraziato, o ti giuro che ti tolgo dallo stato di famiglia!!! Ti faccio morì di fame e di stenti, schiattat ammiez'a strada!!!".
Gli tirò violentemente addosso la sua borsa per il viaggio e il suo bastone "Vedi di non deludermi!" sibilò infine, sbattendo la porta di casa.
Calò il silenzio attorno al giovane troll,disturbato ogni tanto solo dal verso di qualche uccello esotico in lontananza.
Dopo un po' si rialzò,mugugnando qualche insulto pesante verso il padre, e recuperò tutta la sua roba da terra.
Prima cosa che prese fu il suo prezioso bastone, che lisciò tra le sue mani, controllando che non si fosse rotto.
Moggio moggio, voltò le spalle a casa sua e si avviò verso le mura, sbuffando.
"Ed ecco tutta la storia ..." concluse Am'Ron, con aria infastidita.
"Non è andata come doveva andare, vero?" gli disse Lort, sorridendogli imbarazzata.
"Già.".
"Senti, comunque ci devi sorvegliare,no? Tanto vale che ci segui!Un aiuto in più serve sempre ..." propose Lort.
Jehn le lanciò uno sguardo allibito.
"A te che ti costa, Jehnnà?" rispose lei al suo sguardo.
"Eccerto che vi seguo! Non vi lascio certo nelle mani di 'sto fetente qua?- disse lui, facendo a Jehn un' occhiataccia.- E adesso dammi il bastone!"
"Su, daglielo, Jehn, per favore." Si unì alla richiesta Lort.
Ma Jehn lo continuava a guardare con aria sospettosa, inarcando un sopracciglio.
No. Non aveva detto tutto.
Abbassò le braccia e fece come per ridarglielo, ma all'ultimo ... lo spezzò in due, davanti ai suoi occhi.
Dall'arma uscì una scintilla che bruciò le estremità, e nell'aria si levò un odore acre di legno bruciato.
Il povero Am'Ron rimase lì pietrificato, a bocca spalancata.
"AAAAAAAAAH!!!! NOOOOO!!!!" Urlò isterico.
"JEHN!!!" strillò Lort, incredula.
"IL MIO BASTONE!!! GUARDA COSA HAI FATTO AL MIO BASTONE!!!" afferrò i due pezzi di legno e cercò di combaciarli inutilmente, come se si illudesse così di recuperarlo .
Ma ormai quei due pezzi erano buoni solo per farci un fuocherello ,e rimase lì a fissarli, impotente e con le lacrime agli occhi.
"Jehn, come hai potuto ? Ci ha detto tutto quello che sapeva!" lo rimproverò Lort.
"Sei sicura? Per me nasconde ancora qualcosa ..." rispose il Gurubashi, incrociando le braccia in attesa di una sua reazione.
Al sentire quelle parole,l'espressione di dolore del Lanciascura si contrasse in profonda ira. "MALEDETTO!!!"urlò Am'ron , e dalle sue braccia partirono delle scariche elettriche che colpirono il Gurubashi al petto.
La scarica spinse Jehn oltre una fila di alberi.
Lort sbarrò gli occhi.
Guardò prima Am'ron, che aveva uno sguardo da psicopatico, e poi la figura del Gurubashi che con gran fatica si rialzava dietro i cespugli, e non sapeva cosa fare.
Jehn scostò i rami che gli bloccavano il passaggio e ritornò tra loro.
Pezzi di legno e foglie erano impigliati nei suoi capelli, e la bile riempiva il suo volto di una miriade di pieghe.
La bruciatura sul petto , come per quella precedente, ad ogni suo passo si rimarginava,ma questo non tranquillizzò la ragazza.
Non era abituata a vedere un essere reagire con tanta noncuranza ad una ferita così mortale, anche se si trattava di un troll.
Dopo un attimo di esitazione, il Lanciascura congiunse le mani per evocare un altro fulmine.
Tra le due mani cominciò a risplendere una piccola sfera piena di saette.
Allargò le mani per renderla più grossa, e la sfera divenne grande come una palla da basket, crepitando forte.
La lanciò verso Jehn, ma con uno scoppio, la sfera cadde a terra, dissolvendosi, come una stella filante.
Lort perse di colpo tutta l'ansia accumulata. "Ma che ...?" borbottò.
Am'Ron cercò di crearne subito un'altra, ma questa si generò appena tra le mani per poi sgonfiarsi.
"Forza ... forza!" biascicò Am'ron , ricongiungendo ancora le mani per rifarla.
Cominciò a sudare , il respiro accelerava ,e gli tremavano violentemente le braccia per la fatica di evocare quel maledetto fulmine.
Dio, com' era nervoso!
E più si agitava,più non riusciva a rifare il suo attacco.
Era così concentrato che non si accorse nemmeno che Jehn gli si era avvicinato.
Però non lo attaccava. Non ancora.
Confuso quanto Lort , si mise ad osservarlo mentre si sfiancava per creare un semplice fulmine.
Dopo l'ennesimo tentativo fallito , Am'ron abbassò le braccia ai fianchi, stremato.
Respirava affannosamente con gli occhi fuori dalle orbite, vittima dell'imbarazzo e dello sconforto .
Lentamente, sul viso del Gurubashi apparve un ghigno malefico, contemplando ad occhi socchiusi la pateticità di quell'essere.
"Heh, allora avevo capit buon. - mormorò Jehn, con voce gutturale- Senza il bastone ... sei impotente, non è vero?".
In tutta risposta, Am'ron, infuriato, gli tirò un pugno in faccia.
Non l'avesse mai fatto: si udì un bruttissimo CRAC.
Ritrasse subito la mano , ululando dal dolore.
Tenendosi il polso, saltellò lontano da lui, imprecando frasi intraducibili.
Jehn invece scoppiò a ridere. Quel debole pugnetto non l'aveva manco sentito.
"Hahahahaha! Oddio! che chiavica!!! Manco nu' cazzotto sai menà!"lo derise.
Si presero tutti e tre una giustificata mezz'oretta di pausa per curare il povero infortunato.
Fortuna che Lort, soldato diligente qual'era, portava sempre un kit d'emergenza.
"Fatto. - Esclamò Lort, dopo aver bendato il polso di Am'ron- non so quanto tempo ci mette a voi una frattura del genere a guarire, ma per un po' io eviterei le risse, heh!".
Gli sorrise, cercando di consolarlo.
"Dagli 'na notte e guarisce... per quanto riguarda la sua autostima invece ..." sghignazzò Jehn'Naroh, mentre finiva di togliersi le foglie dai capelli.
Il povero Lanciascura non rispose neanche, e guardava a terra, sconfortato.
Vedendolo così, il tono del Gurubashi si fece più confidenziale.
Forse si era reso conto di aver esagerato, e che stava infierendo troppo su di lui.
"Senti, c'hai provato e non ci sei riuscito. Meglio se lasci perdere 'sta missione e te ne torni a casa, guagliù ... - disse lui, con un tono basso- nun è accussì grave, sai? Il re capirà se nun ci sei riuscito ...".
"Perché all'improvviso ti permetti di essere così rassicurante nei suoi confronti ... - sibilò Lort, visivamente irritata verso il troll - ... quando qualche secondo prima gli hai rotto il bastone e ridevi di lui?".
"Oh , ma che vuoi? Io rido piuttosto del fatto che non ci sono più i controlli di una volta: ad ogni capacità gli si dava un tipo di missione. E a lui hanno dato una missione troppo grande per le sue capacità!".
" Smettila di mettere ancora più il dito nella piaga!" si stizzò Lort, alzandosi in piedi per squadrarlo.
"Dì la verità, cumpà : hai imbrogliato all'esame?" chiese Jehn, senza neanche tanta cattiveria, rivolto ancora verso il suo cumpà.
Lort stava per menargli un pugno nello stomaco perché il trollone non le stava prestando attenzione, quando Am'Ron gridò stizzito: "SI' , VA BENE? HO IMBROGLIATO!".
Lort si girò verso di lui.
Rimase di sasso quando vide le sue guance bagnarsi di lacrime.
I troll ... piangono?!
"Io non sono un guerriero. nun sono mai stato bravo a combattere. Non so usare una spada ... coi coltelli e le frecce c'ho una pessima mira ... e non so manco tenere in mano un'ascia!- si sfogò lui, con la voce rotta dal pianto – l'unica cosa che so fare è questo. Evocare i fulmini e ... ogni tanto il fuoco.".
"Eh insomma, neanche quello cumpà ... non dovresti già sapere come domare i tuoi poteri?"chiese Jehn scettico.
"Ancora?" gli urlò Lort.
"No no , ha ragione. Dovrei. – la bloccò Am'Ron – Io volevo diventare sciamano. Ho sempre sognato esserlo, ma mio padre non è mai stato d'accordo . Mi ha sempre portato per altre vie: il sacerdote, il guerriero, la politica. E così ho provato ad imparare da solo,in segreto...".
Schioccò le dita e una piccola fiamma apparve.
La tenne davanti a sé, fissandola intensamente. Sulle sue labbra comparve un lieve sorriso.
" Quando ho imparato a fare questo, wa com'ero contento!" commentò lui, allargando il suo sorriso.
Lort non poté fare a meno di rimanere incantata da quel suo sguardo.
C'era fierezza, sicurezza di sé.
Am'ron alzò la mano libera sopra la fiamma e si concentrò.
Ma non successe niente, la fiamma ebbe solo un leggero tremolio.
Fu così che il troll la spense ,sospirando mesto.
" Ma più di così non riesco. Non lo so perché ,io mi esercito tutti i giorni ma non riesco ad ottenere altri risultati. Solo col mio bastone riesco a far uscire i fulmini e il fuoco senza sforzi. Ho speso un sacco di risorse per ottenerne uno così potente !"
"Ah! Allora è a questo che serve! – esclamò Lort - allora gli sciamani usano i bastoni per amplificare i propri poteri?".
"Beh ... non tutti si affidano totalmente ad essi perché sanno chiamare da soli i loro poteri. Io sì, invece! - le spiegò il troll - E adesso non posso fare la missione. Non posso tornare indietro, perché scopriranno che sono un impostore ..." un'altra ondata di lacrime gli fermò la voce.
"Cavolo! Peggio di così per te non poteva andare ..." mormorò Lort.
"In realtà sì ..." corresse Am'Ron, asciugandosi le lacrime.
"Perchè?" chiese lei.
"Ehm ... - Am'Ron arrossì – è probabile che quando ho iniziato ad usare il bastone,i miei poteri si siano intensificati, ed io mi sia sentito un po' ... esaltato! E abbia mentito, vantandomi con tutti delle mie gesta ...".
"Ma quali gesta, che nun sei capace manco di picchiarmi?" esclamò Jehn .
"Accidenti, ma perché mentire, Am'Ron?" esclamò Lort, incredula.
Lui si grattò la nuca, nervoso: " Beh... Mio padre non mi vedeva più come una delusione e ... sapessi quanto piace alle femmine o' troll elettrizzante... ".
Ridacchiò lui, ripensando alla bella Anji , la quale stranamente aveva cominciato a provare interesse per lui solo dopo che lui aveva mostrato i suoi poteri (e i biglietti per il torneo) .
Cercava di non pensare al fatto che, dopo tanti mesi a corteggiarla, era stato costretto a darle buca al loro primo appuntamento.
Jehn fece una faccia disgustata.
"Ja, comprendimi, cumpà! - esclamò Am'Ron , cercando un pò di solidarietà maschile- Non lo faresti anche tu pe' na femmena?".
Sogghignò, in cerca di intesa da parte dei presenti. Cosa che ovviamente, non trovò.
"Sei proprio inguagliato, cumpà ..." concluse Lort, scuotendo la testa di fronte all'ennesima prova della deficienza di certi individui dotati di sesso maschile.
"Io nun ho bisogno di dì 'e palle, a differenza tua. Sij nu' Pallista. Pallista, e Lecca-rane" lo insultò Jehn, che non si era dimenticato della molestia che stava per subire fino a qualche minuto fa.
"Non giudicarmi! Piuttosto, inizia a sgancià . Hai idea di quanto costava quel bastone?" disse rialzandosi Am'Ron, puntando il dito fasciato contro Jehn.
Prima che ripartisse la rissa, Lort si frappose fra di loro.
"Va bene ragazzi, facciamo così. Tu non torni indietro e ci segui .- disse, puntando il dito verso Am'ron – E tu ... ripagherai il suo bastone, in un modo o nell'altro, mentre faremo la nostra missione ...".
"Nostra?" la interruppe Jehn, irritato.
"Sì. Nostra missione. E abbiamo già perso abbastanza tempo,quindi vediamo di muo ...".
Il Gurubashi esplose "Allora nun l'hai capito ancora? IO NON MI MUOVO! NUN PARTO CU TTE! COMME TE L'AGGIA DI'?".
Girò i tacchi e si avviò.
Am'ron tentò di sorpassarlo per bloccargli il passaggio, ma Jehn lo spinse via facendolo cadere in un cespuglio .
"E lievt nu' poc annanz pure tu!" esclamò Jehn infastidito.
Lort lo seguì , richiamando il suo nome più volte.
"Jehn. Jehn. JEHNNA', TE VULISS GIRA' N'ATTIM?" urlò lei infine, parlando di proposito in trollese.
Il troll cobalto ci cascò al suo trucchetto, e si girò per dirle " e un'altra cosa ...".
Ma non la potè dire "quell'altra cosa" perché la ragazza lo afferrò improvvisamente per le zanne.
Il troll, sentitosi presi improvvisamente i molari, attaccati saldamente alla mandibola, si trovò tirato a forza verso il basso.
Per un secondo rimase senza parole davanti al volto divenuto serio e autoritario della paladina .
"Senti,alito da troll- sibilò lei- non so ancora perché ti senti in obbligo di essere così stronzo ... Ma hai scassato la minchia!".
Am'ron , colpito dalle sue parole, si lasciò sfuggire un "Azz! Chest foss 'na principessa ...".
"Zitto tu!" ordinò seccamente lei.
"Ok." obbedì il troll verde impaurito, e si mise zitto zitto in disparte ad ascoltare.
"Dicevo ... scassi la minchia, Jehnà!- continuò lei - Ho una missione da compiere, un'occasione per ottenere quello che ho sempre desiderato: la pace tra i nostri due regni. E niente e nessuno mi impedirà di ottenerla.".
Si avvicinò col volto ancora di più a lui, minacciosa.
"Nessuno. Nemmeno tu. Perciò è meglio se segui gli ordini del tuo re e mi accompagni in questa missione senza fare troppe storie.".
Lort finora era sempre stata amichevole e gentile.
Ma anni di milizia le avevano fatto maturare un gran rispetto verso le regole, la disciplina e gli ordini.
Non poteva proprio sopportare gli insubordinati prepotenti, come lui, che sfuggono alle proprie responsabilità.
"Altrimenti ...?"la provocò il troll,sogghignando.
Era sinceramente divertito dall'inutile presa di posizione che tentava di fare quella mocciosa.
La mocciosa in questione ,però, sapeva come farsi rispettare.
Lort fece scivolare la mano sinistra sulla punta della sua zanna.
Strinse ancor di più la presa intorno ad essa ... fino a spezzargliela!
Lo schiocco secco riecheggiò nelle orecchie del Gurubashi.
Seguito da un urlo disumano che si espanse in tutta la foresta.
Jehn' Naroh si tratteneva le zanne, curvo e ululante dal dolore.
La ragazzina le aveva appena rotto una zanna!
"LA MIA ZANNA!!! LA MIA PREZIOSISSIMA ZANNA!!! AAAAAAHHH!!!!"urlava lui, fissando disperato la zanna sinistra.
Monca, con un cratere al posto della bella punta che aveva prima, utile per pugnalare i nemici in battaglia se avesse voluto.
Chissà quanto doveva essere stato difficile vivere con delle zanne così lunghe, senza scheggiarle nemmeno una volta!
Am'Ron fissava la scena incredulo, compatendo il dolore del cumpà.
"Ora sai di che cosa sono capace." disse Lort, alzando la voce abbastanza da superare le urla del troll, rigirando la punta della zanna tra le dita.
"MA LO SAI CHE A NOI TROLL I DENTI NON RICRESCONO?! LO SAI QUANTO SONO PREZIOSE PER NOI LE ZANNE?!" urlò Jehn, isterico.
"Sì. Lo so. E la stessa fine ti faccio fare pure al altro tuo dente se non mi segui ..." lo minacciò seccata, sventolando il pezzo del suo dente sopra di sé .
Il Gurubashi si scagliò su di lei con la mazza in mano, ma la clava incontrò la barriera di luce che apparve tra lui e la sua vittima.
In preda ad un incontrollabile follia omicida , mormorò: " Giusto. Lo Scudo Divino, certo ... non può proteggerti per sempre!!!".
Si mise a menare mazzate a raffica su di lei, ma lo Scudo Divino ogni volta ricompariva e proteggeva la sua eletta.
Dopo i primi attimi in cui Lort si piegava per riflesso incondizionato, alla fine si limitò a fissare quell'energumeno sfogarsi con la sua barriera, a braccia incrociate sul petto, con aria infastidita.
Am'Ron se ne stava lì a bocca aperta a contemplare la scena "Fantastico ... questa è la forza del potente Shirvallah? " mormorò tra sé e sé.
Venti minuti dopo, il Gurubashi diede un ultimo colpo e crollò sui suoi ginocchi ,stremato.
" Puozze ... sculà ... maledetta ..."- biascicò infine , fissandola un ultima volta con sguardo assassino, prima di chinare la testa e riprendere fiato -"Puozze morì accis..." .
Lort chiuse gli occhi inspirando profondamente.
" Hai finito di sprecare le tue energie sulla mia protetta, Gurubashi ?".
Am'Ron sbarrò gli occhi, e così pure Jehn quando rialzò il capo.
D' improvviso, come se nulla fosse, Lort aveva parlato con una voce non sua, cupa ma potente.
Quando riaprì gli occhi illuminati di una luce ultraterrena, i troll capirono di essere in presenza della tigre Shirvallah, manifestatasi dentro di lei.
" Segui il suo tentativo di coinvolgerti. - gli ordinò Lort, anzi, Shirvallah, attraverso lei - La sua testardaggine è quello che serve per compiere le sfide impossibili che le si presenteranno davanti. Primo fra tutti ... la tua mancanza di volontà".
Di fronte a eventi così straordinari, la mente non si mette ad analizzare; puoi soltanto assecondare.
"Volontà ... di seguirla, dici?" ipotizzò Jehn .
" No. la tua volontà di cambiare – precisò Shirvallah - E'ora che anche il tuo destino, come il suo, si compia. Non è previsto tu ti lasci sopraffare dal dolore e dall'autocommiserazione.".
L'indice di Lort si rivolse a lui , mentre un bagliore misterioso illuminava il suo corpo.
Si librò nell'aria, facendo impallidire il giovane Lanciascura che assisteva alla scena.
"Uh mamma mia bella!" si lasciò sfuggire Am'Ron, facendo un gesto che nella cultura troll era considerato scaramantico.
Era la potente energia del suo Loa a sollevarla, mentre continuava a parlare con lui.
"Seguila, e aiutami a proteggerla . Se avrai fede nelle mie parole, Lort non sarà l'unica a vedere realizzarsi tutte le sue massime aspirazioni. Altrimenti errerai nel buio della più oscura delle solitudini. Non sarai più in compagnia nemmeno di te stesso ...COME UN CORPO MORTO CHE CAMMINA." Ordinò il Loa.
La sua voce era tuonante, eppure, alle parole Lort non sarà l'unica a vedere realizzarsi tutte le sue massime aspirazioni , il tono autoritario del Loa sembrò addolcirsi.
Lort, ancora in trance, prese il Martello di Shirvallah da dietro la schiena lo impugnò.
Il martello brillava di luce propria, come una meteora infuocata.
Il bagliore che avvolgeva Lort divenne più forte, i capelli della paladina si agitava, come presi da un improvviso vento impetuoso.
" ... E QUESTO E' INACCETTABILE!!! SEI O NON SEI UN GUERRIERO???- ruggì la voce della Tigre – ALLORA ... COMBATTI!!!".
Colpì col martello la faccia del troll, che si trovò scaraventato via .
L'energia sprigionata dal martello fu così forte che spazzò via le fronde degli alberi, come un monsone.
Anche Am'Ron fu vittima di quell'onda energetica, ritrovandosi spazzato via, lontano .
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