Capitolo 53 - Lizzie Alvilda Sharpfinger Goldhand
La goblin si dimostrò subito un tipo socievole ed energico: per un buon quarto d'ora, si mise a passare in mezzo a loro col suo sorriso smagliante, stringendo mani e ringraziando calorosamente i suoi salvatori:
"Grazie! Bel colpo! " si complimentó col nano cacciatore.
"Grazie anche a te, Cuore di Panna Acida! Non hai fatto niente, ma ti perdono perchè sei sexy. Mannaggia a voi elfi, siete tutti scopabili!".
Questa espressione provocò in Nylos una gelida smorfia disgustata.
"Grazie tesorino! Uh, hai una pelle così liscia e morbida! Cosa usi, cara?" disse ammirata, massaggiando la morbida mano della draenei.
" We! Cumpà! Hahaha! Grazie anche a te... Am'ron o' Fuoriclasse!". Esclamò lei in perfetto trollese, alzò la mano per battere il pugno con lo sciamano.
Il quale rispose con aria compiaciuta.
"Uuuuuuh... mi sono tenuta il meglio per ultimo..." ululò sorniona la goblin.
Praticamente aveva fatto l'analisi a raggi X su Jehn.
"Tu... - tubò lei, avvicinandosi e ondeggiando le sue curve, sedotta dalla stazza dell'affascinante Gurubashi - ...tu. Non sei. Affatto Male.".
Le mostrò il dorso della mano per farsi fare un baciamano da lui.
Ma ricevette soltanto un cipiglio imbronciato.
Era un troll tutt'altro che gentile.
Il sorrisetto seducente della goblin mutò in smorfia indispettita.
Alla fine, si presentò:
"Mi chiamo Elizabeth Alvilda Sharpfinger Goldhand.".
Tutti la guardarono confusi.
Lort era strasicura che tutti quei nomi e cognomi se li fosse inventati.
" Ma potete chiamarmi Lizzie." li rassicurò, socchiudendo gli occhi.
"Gli amici maschi... possono chiamarmi come più gli piace." disse con voce seducente, lanciando un ultimo sguardo magnetico al Gurubashi.
Gli fece l'occhiolino e quello rabbrividì.
Pur avendo una parlata spigliata e muovendosi in maniera disinvolta, non faceva che squadrarli tutti da capo a piedi coi suoi occhi magnetici.
Soffermandosi in special modo su Lort, per qualche oscuro motivo.
La fanciulla lo detestava questo.
"Hai davvero un sacco di nomi, vedo. Dev'essere una connotazione di voi goblin, eh?" disse Lort, sospettosa.
"Beh sì. Tra di noi ci diamo molti soprannomi... per sicurezza!" rispose lei, facendo pausa per un attimo al controllo qualità dei manzi del gruppo per rispondere a lei.
Gli occhi di Lort si fecero sottili.
No, decisamente non le piaceva.
"Mh. E dimmi... Lizzie... - iniziò Lort, incrociando le braccia al petto - ...come mai ti sei ritrovata nelle mani di quegli At'alai?".
"Ah, beh... stavo facendo ricerche per i fatti miei, sapete, sono una maga, e devo sempre mettermi a fare le mie ricerche e i miei studi... comunque, vi dicevo, stavo facendo delle ricerche per i fatti miei...e di colpo mi hanno accerchiato e catturato." spiegò la goblin.
La paladina inarcò un sopracciglio, squadrandola da capo a piedi.
"Non hai l'aspetto di una maga..." mormorò, scettica.
La goblin sbatté le ciglia con aria innocente.
"Che aspetto dovrebbero avere i maghi, scusa?".
"Non vedo la tua sacca con il tuo libro degli incantesimi, il tuo medaglione protettivo... né il tuo bastone." insistette Lort.
"Oh, ma non posso viaggiare sempre con tutta quella roba appresso! - rispose lei, massaggiandosi le spalle - specie se mi allontano giusto a pochi passi da casa mia. Soffro molto di mal di schiena. Ho il certificato medico per questo, sai?".
Senza che glielo chiedesse, tirò fuori un foglietto bianco.
Glielo rigirò davanti alla faccia per un secondo, e poi se lo rimise in tasca.
"Visto? Visto?" insistette lei, mostrando le mani con quell'aria innocente.
Ma la paladina aveva una vista eccezionalmente acuta quando si trattava di riconoscere dei documenti falsi. E quello lo era eccome.
"Certo, mi sarei protetta meglio, se avessi saputo che sarei stata attaccata!- ammise lei, con le mani sui fianchi - ma la fortuna ancora una volta ha manifestato il suo grande amore per me, e mi ha portato degli splendidi cavalieri senza macchia e senza paura a salvarmi! Più... una principessa. Anzi. LA principessa, Loretta Vuich.".
Aggiunse alla fine, guardando dritta negli occhi Lort.
"Come hai fatto a capire che Sir Lort è una principessa?" chiese Nime, meravigliata.
"Abilità da goblin ladro impostore, presumo..." pensò Lort, per nulla sorpresa della cosa.
" MA E' OVVIO! - squillò lei, girando attorno alla fanciulla come se stesse descrivendo un'opera d'arte - Guardate la postura, il portamento regale, la bellezza acqua e sapone ! Tutto fa pensare che scorre sangue blu nelle sue vene... anche se lo nasconde sotto quella deliziosa armatura d'oro!".
Fece una delicata passata col dito indice sull'orlo della corazza, e istintivamente Lort si ritrasse.
Non si sarebbe fatta rapinare una seconda volta, e che cavolo!
"Lo nasconde fin troppo bene, pecchè io nun vec' niente di chill'cazzate c'hai detto. Soprattutto a' bellezza." disse Jehn ridacchiando.
Proprio non riusciva a non dire la sua.
Ma la paladina non se la prese, né si lasciò incantare dalle lusinghe della riccioluta.
Questo lei lo capì, perché smise subito di fare la lecchina e concluse dicendo: "E poi la tua fama ti precede. Tutti sanno di quello che è successo all'Arena.".
"Ah. Ecco." disse la fanciulla.
Quella risposta le sembrava molto più concreta e logica.
"Ma io non mi unisco agli sciocchi ignoranti che spettegolano su di voi, anzi. Ho sempre ammirato le persone che osano andare oltre i propri limiti. E adesso, oh, adesso che ho avuto la fortuna addirittura di essere salvata da voi...".
La goblin si inchinò, mostrando ancor di più il décolleté.
" ...vi offro la mia stima e totale devozione. Permettetemi dunque di ricambiare il favore. Lasciate che vi accompagni, vostra altezza, verso la vostra meta. Sarò vostra umile servitrice. Farò qualsiasi cosa per voi. Vi accompagnerò per mari e monti, oltre l'orizzonte, prima dell'alba e dopo il tramonto...".
"Sì sì, ho capito. - la bloccò Lort, non potendone più di tutte quegli elogi da leccaculo - Non c'è bisogno di seguirci fino a questo punto. Abbiamo fatto solo il nostro dovere. Se vuoi, puoi accompagnarci fino a Baia del Bottino e poi proseguire per la tua strada. Dobbiamo prendere una nave.".
Lizzie si bloccò.
"Ah.- Mormorò la goblin - questo non posso farlo.".
"Cosa? Perchè? " chiese la paladina, delusa.
"Ehm... Non potete prendere nessuna nave. - aggiunse Lizzie, con un pò di imbarazzo nella voce. - Per via dei rapimenti. Hanno chiuso tutte le frontiere per questo. Non... lo sapevate?".
Tutti rimasero allibiti dalla pessima notizia.
"MI PRENDI PER IL CULO?" sbraitò Lort, esausta.
Quando sarebbero arrivati a Zandalar?
ATTENZIONE!
I TRAGHETTI PER TUTTE LE ISOLE (KALIMDOR, ZANDALAR, ISOLE DISPERSE, NORDANIA E REGNI ORIENTALI) SONO MOMENTANEAMENTE SOPPRESSI.
CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO!
IN CASO DI EMERGENZA, POTETE RIVOLGERVI AL MOZZO CHE VENDE I CANOTTI GIU' ALLA SPIAGGIA.
(SEMPRE MEGLIO DI NIENTE.)
CORDIALI SALUTI
LA DIREZIONE ADDETTA AI TRASPORTI DI BAIA DEL BOTTINO.
"Maddai...Perché?" biascicò la paladina, davanti al cartello che troneggiava all'inizio del porticciolo.
Erano entrati alla Baia un quarto d'ora dopo il bizzarro incontro con la maghetta goblin.
Il porto, ricco di alte e pericolanti palafitte con case in legno che si sovrappongono su tre ampi piani di costruzione, era famoso per essere un posto vivo, ricco di voci e di gente proveniente da tutto il mondo, sia dell'Alleanza che dall'Orda.
Ma, soprattutto, era pieno di goblin.
Erano loro che avevano fondato quel posto, dichiarandosi neutrali da entrambe le fazioni.
Ma adesso, Baia del Bottino sembrava un posto spoglio e silenzioso, dove ogni tanto passavano dei marinai, qualche orco e tauren qua e là.
Per Lort e la sua compagnia la notizia fu una vera seccatura.
"Perchè? - si lagnò Lort, cadendo sulle ginocchia.- che cacchio... non arriveremo mai in tempo a Zandalar...".
"Puoi sempre comprare un canotto per te e i tuoi amici!" disse il mozzo umano, appoggiato alla balaustra di legno costruita proprio vicina al cartello.
Masticando la sua vecchia pipa tra i denti ingialliti, si mise ad osservare i disperati clienti che aveva di fronte.
"Te ne posso dare due. Ti faccio uno sconto. Ma non posso garantirti la coppia di remi per entrambi, non ne ho abbastanza per tutti i canotti." propose lui.
"No, lasci stare. " negò la fanciulla rialzandosi con la faccia contratta dalla disperazione.
"Come ti dicevo, è per via dei rapimenti - tentò di spiegare Lizzie - nelle ultime settimane sono scomparsi diversi goblin dalla Baia. Sembra che non facciano distinzioni di ruolo: ingegneri, meccanici, ladri e pirati. Tutti spariti.".
Le pupille viola della maga vagarono di qua e di là con circospezione.
" Si dice, mia signora...- sussurrò - ...che i ladri in questione siano degli stregoni vudù troll. Proprio come gli Atal'ai che mi hanno rapito. ".
"Proprio così." dichiarò una voce dietro di loro.
Due guardie di orchi si erano avvicinate a loro, e adesso guardavano con gran sospetto gli unici due umanoidi muniti di zanne lunghe della compagnia.
"Recenti indagini hanno confermato la presenza di stregoni voodoo troll da queste parti. Stiamo facendo i controlli su tutti i viaggiatori che arrivano qui." spiegò la prima guardia, un giovane orco con la crestina.
"Dobbiamo tenere d'occhio soprattutto i troll. Troll... Gurubashi."precisò la seconda guardia, un orco pelatone, guardando il troll cobalto con aria minacciosa.
Jehn, abituato ad essere considerato una minaccia da tutti, praticamente da sempre, ancor prima che arrivassero degli Atal'ai a rompere le palle, non si sentì per nulla minacciato dalla sua occhiataccia.
"Embè, agente? Che vulisse dicere? Che song' stat' ij?".
"Sei tu a dirlo, Gurubashi. A noi hanno solo detto di tenere d'occhio voi e i macabri giochini che fate con quelle inquietanti bambole che portate sempre con voi, "cumpà" .".
"Beh, vi posso garantire signori che loro due sono più che innocenti! - si intromise immediatamente Lort, con aria professionale da agente di polizia qual' era - siamo appena entrati alla Baia e abbiamo appena saputo di questa notizia.".
"Mostrateci i documenti. Tutti voi." ordinò il primo, ignorando le parole dell'umana.
Lort, alzando per un attimo gli occhi al cielo, mostrò il sigillo da paladina, quello che Torgados le aveva gettato qualche giorno prima nel fango.
"Principessa von Vuich? - si schiarì la voce Nylos - Ha dimenticato il sigillo reale.".
Avvicinò la sottile mano all' orecchio della fanciulla, facendola girare di scatto.
Lort sbuffò.
L'indice e il pollice dell'elfo del sangue stringevano l'anello d'oro col sigillo reale di suo padre.
"Da queste parti, non conosciamo nessun von Vuich. Avanti coi documenti.".
"Lo sapevo." pensò Lort, prendendo l'inutile monile e infilandoselo al medio, con aria contrariata.
Quel monile l'avrebbe fatta riconoscere tra i nobili umani a Roccavento, e forse tra qualche nobile nano.
Ma, come è stato appena dimostrato, non tra i worgen, gli alti elfi (o beh, quelli non si riconoscono manco tra di loro), gli elfi dei boschi, orchi, goblin e soprattutto troll.
Non nel resto del mondo.
Probabilmente suo padre gliel'aveva fatta mandare con la speranza di ricevere con quello delle raccomandazioni, o per sigillare le lettere future che avrebbe tanto voluto ricevere da lei.
Ma l'ultima cosa che Loretta voleva è di essere considerata una raccomandata di merda.
Le raccomandazioni sono per chi ne aveva più bisogno, non per lei.
Uno alla volta, tutti mostrarono i loro documenti.
Torgados mostrò i suoi e quelli di Nime.
"Ti sei scordata di metterli in borsa, quando volevi fuggire da me. Ah, ma se non ci fossi io..." mormorò il nano, scuotendo la testa di fronte all'ennesima prova dell'imbranataggine della sorella, che afferrò il foglio arrossendo imbarazzata.
"I... il vecchietto gnomo sta con noi, non credo abbia bisogno di questo, no?".
Anche Am'ron mostrò il suo.
"Ma come Am? Tu e' tenevi 'e carte?" sussurrò Jehn al suo cumpà, leggermente allarmato dal tono di voce.
"Certo! Pecchè tu nun ce l'hai?".
Il Lanciascura vide il Gurubashi impallidire.
"Potevi farmi compagnia in chesto, no? Checca traditrice infame..." lo insultò il Gurubashi.
"Non li hanno ancora visti, aspè! Forse...".
Ma non fece in tempo a nasconderlo che la guardia glielo strappó dalle mani.
"Documenti... cumpà?" mormorò l'orco, alzando gli occhi socchiusi al Gurubashi.
"Jehn? Non hai i documenti?" intuì Lort, notando quanto stesse sudando il suo fratello d'armi.
Che, in tutta risposta, incrociò le braccia al petto e con aria strafottente rispose:
"Nun vedo pecchè ve li dovrei mostrare, quando ci sono tanti altri Gurubashi accà che nun avete manco controllato...!".
"Jehn, non è il momento! Sei davanti a delle guardie. Obbedisci!" la avvisò la paladina.
"Eh no, nun vale! Chesta è pigrizia professionale da parte vostra, eh, scusate! C'è n'ato Gurubashi che sta passando e voi nun l'avete manco cecato! Eccolo, è lì! Proprio lì!"
Gli orchi d'istinto si girarono dove stava indicando.
E Il Gurubashi fece dietro front di scatto, dandosela a gambe levate sotto lo sguardo sgomento di tutti i suoi compagni.
Uno degli orchi si accorse in tempo della sua fuga e gli saltò addosso.
"Bel tentativo!" sbraitò l'orco, schiacciandolo con tutto il suo peso.
"SIII! ALTRE BOTTE!!!" squittì Vecchietto.
Sarebbe partita una scazzottata tra i tre energumeni, di quelle così tremende che avrebbe creato il classico effetto domino che avrebbe coinvolto tutti e portato al crollo dell'intero porto.
Ma un acutissimo fischio improvviso li fece bloccare.
I tre si girarono in direzione dell'assordante suono.
Era stata la goblin a fischiare.
"Signori, signori! - esclamò Lizzie, con aria di rimprovero - la tracotanza di codesta guardia del corpo della principessa vogliate perdonare, oh signori!".
Gli orchi, che erano umanoidi semplici, non ci avevano capito niente di quello che aveva appena detto.
"Voglio dire guardatelo... è un berserker. Ne ha passate tante, e troppi anni in guerra lo hanno reso incapace di rispondere in maniera educata. E la vostra gentile e più che legittima richiesta gli era sembrata un atto di sfida nei suoi confronti.".
Parlava in modo così garbato e servile, che i due orchi lentamente abbassarono i pugni, troppo concentrati ad ascoltarla per punire il fuggitivo.
"Se fosse davvero stata una sfida per lui, perché sarebbe fuggito?" chiese uno degli orchi, scettico.
"Oh beh, un piccolo trauma da stress post traumatico. Voi dovreste capirlo, no? Anche voi sapete quanto è dura la guerra...". si affrettò a dire lei, con aria addolorata.
I due orchi si guardarono l'un l'altro, comprensivi.
"Vedete? E' talmente scosso che si è dimenticato di aver lasciato i documenti nelle tasche delle brache. Controllate voi stessi!".
Subito uno di loro infilò la mano nella tasca, e ne tirò fuori il documento.
Si rialzarono entrambi, esaminando il suo contenuto.
Rivolsero un ultimo sguardo al Gurubashi che si rialzò a fatica, rancoroso per il suo piano di fuga fallito.
Tra di loro, sembravano tre cani rognosi pronti a ghermirsi.
"La prossima volta, vedi di ricordarti di averlo il documento invece di farci perdere tempo, Gurubashi." lo sgridò l'orco pelatone, dandogli infine un pugno in faccia che lo fece ricascare a terra.
Con un grugnito, il Gurubashi fece per scattare e rispondergli con un altro bel pugno, ma Lort si mise in mezzo.
Puntò un dito davanti a lui, urlando un chiaro e autoritario: "NO!".
Il Gurubashi si fermò, ringhiando davanti al viso della paladina contratto dalla rabbia.
"NO! JEHN! NO! STAVOLTA HAI SBAGLIATO TU!" lo rimproverò, imponendosi come ci si impone ad un segugio disobbediente.
Le due guardie così, conclusa la regolare perquisizione, se ne andarono.
"SI PUO' SAPERE QUAL'E' IL TUO PROBLEMA? HO SOPPORTATO TUTTO DA TE, MA QUESTO ATTO DI RIBELLIONE VERSO LE AUTORITA' E' VERAMENTE TROPPO! VEDI DI PLACARTI! O TI LASCIO QUI, IN LORO COMPAGNIA, CHIARO? TI LASCIO QUI!".
Stavolta era davvero infuriata con lui.
"Shhh! Non urlare, Lort!" cercò di zittirla Jehn, ponendo le mani davanti.
"NO! TU NON MI DICI DI CALMARTI! DEVO FARTI LA CAZZIATA ADESSO!"
Ma al nostro troll, più che della sgridata in sè, importava più che la smettesse di urlare quando ancora stavano le due guardie ad origliare la conversazione.
Che come infatti, non poterono fare a meno di girarsi per dare un'ultima rapida occhiata al troll: vederlo che veniva rimproverato da una piccola donnetta umana gli fece uscire un sorrisetto beffardo tra le labbra.
Dio, che umiliazione!
" LA SITUAZIONE E' GIA' COMPLICATA DI SUO, JEHN! BISOGNA CHE MANTENIAMO TUTTI IL CONTROLLO E CHE NON CI FACCIAMO ALTRI NEMICI! NON CI SERVE UN ALTRO MMM! MMM!...".
Ancora una volta, il Gurubashi le tappò la bocca con la sua manaccia.
"Lort! Nun ce li avevo i documenti! - replicò Jehn - non so come sono comparsi a bell'e buon arin't e tasche mie!".
" C'ho pensato io, caro..." rispose la goblin, attirando così la loro attenzione.
Jehn'naroh la fissò incredulo.
"Come?".
" Mentre stavi tentando di gabbare quelle due guardie, io ho avuto il tempo di creare un documento provvisorio per te!".
Il troll controllò il suo foglio: c'erano tutte le sue generalità, inclusa una foto sua attaccata vicino.
"Ma...ma come...? Quando? - balbettò Jehn, esterrefatto - i-io... nun m'aggia accort'e niente! Quando mi hai messo le mani addosso? Qua-quando m'hai fatto chesta foto???".
Era talmente incredulo che non si accorse nemmeno che Lort gli aveva preso il foglio per controllarlo pure lei.
"Te l'ho detto. Io sono una maga. Hai presente la... Magiiiiaaaaaaa!" annunciò la goblin, in posa come una prestigiatrice.
"E... creare documenti falsi, di preciso, in quale libro lo imparate voi maghi?" chiese sospettosa la paladina, mettendo controluce il documento.
"Nel capitolo Come ottenere il pass per la sezione privata della biblioteca magica gratis, ciccia!" ridacchiò la maga.
"Ti credi spiritosa, eh? Credi di ingannarmi...? "pensò la paladina, fissandola con una smorfia.
"Comunque adesso hai risolto il problema dei documenti, e nessuno sospetterà di te, Jehnnyjeh! Non c'è di che. - commentò Lizzie, facendogli l'occhiolino - Sei sexy e caro ma...".
Scoppiò a ridere, facendo ondeggiare quella sua chioma esagerata.
" Mi ha fatto morire quel tuo girare i tacchi e scappare via come un coniglio! hahaha! Oh, che tenerezza mi hai fatto, sul serio!".
Il Gurubashi rantolò, imbarazzato.
"Infatti, perchè non hai i documenti? Sai che ti servono per viaggiare!".
Il troll abbassò il capo.
"Pecchè so' stato privato di tutto, Lort. Hai presente quann' dico di nun avere nulla? Ij intendo dire proprio nulla. Manco un'identità, da quando song' stato cacciato dalla mia tribù." spiegò Jehn.
A quelle parole, Lort si ridimensionò.
" E' una regola dei troll: una volta che vieni allontanato, 'o nomme che t'hanno dato è dannato. Nisciuna riconoscenza. Nisciun documento.".
Calò il silenzio nel gruppo.
A Lort ripartì subito la voglia di piangere.
"Jehnny...".
"Ah Lort, 'nu minimo di dignità..." sbraitò Jehn disgustato.
La sua amica smise di piagnucolare e si mise in posizione per saltargli addosso come una tigre.
Una tigre pericolosamente coccolosa.
"NO! LORT, NO!" la avvertì lui terrorizzato, indietreggiando e ponendo le mani davanti a sé.
"LORT... SI'!" sbraitò lei, saltandogli addosso.
"RAAAH! NOOO! ECCHECA..." si lamentò il Gurubashi, finendo per cadere all'indietro per lo slancio.
"Hai bisogno di amore... quindi stacce! - dichiarò la fanciulla, strofinando la sua guancia contro quella del suo amico - e di un gruppo che ti accetti. Quello già ce l'hai, siamo noi! Tu recupererai anche la tua identità, te lo prometto!".
Il nano si mise a sghignazzare insieme a Vecchietto.
Nime sorrise, pensando che forse il Gurubashi non era poi così male, se si lasciava abbracciare senza uccidere sir Lort.
Nylos roteò gli occhi.
Quella Compagnia aveva diversi punti deboli.
Primo fra tutti, la sua leader vulnerabile e denunciabile per molestie, se alla prima occasione si mette ad abbracciare tutti!
"E quindi che si fa? - chiese Am'ron - a quanto pare i nostri nemici si fanno sentire già da adesso. Nun è un caso o' fatto che avimm' incontrato quegli Atal'ai e la scomparsa dei goblin.".
"Già. Possibile che Zan'zil si trovi qui, da qualche parte nascosto a Rovotorto? O addirittura alla Baia?" disse Lort, tornando seria.
Sciolse l'abbraccio e rimase per qualche minuto in silenzio a riflettere.
"Beh, ragazzi. Non è che possiamo fare molto, visto che l'unico mezzo di trasporto a nostra disposizione è stato soppresso! - rispose lei, seria - di certo quelli che abbiamo sconfitto non saranno stati gli unici Atal'ai qui a Rovotorto. Ce ne saranno altri. Dobbiamo scovarli e poi...".
"Piano, Lort! - la bloccò Jehn - comme al solito, viaggi troppo c'a fantasia! è comunque tardi per pensarci. Le soluzioni so' due: o ci pigliamm' uno di quei canotti e viaggiamm'e notte comme i profughi (ma dubito che tu vuliss'fa na scemità del genere)... o ce pigliamm' na pausa e cerchiamo un posto dove...".
"Pausa? Ancora!? Non ne posso più di queste pause!" sfogò Lort, separandosi dalla mano che il Gurubashi gli aveva appena messo sulla spalla.
La sua reazione sbalordì un pò tutti.
"Ne sto facendo fin troppe da quando sono partita da casa! Troverò Zandalar distrutta se continuerò così!"esclamò Lort ansiosa.
"Ma che ci puoi fare, girina? - intervenne Am'ron, con fare fraterno - nun è mica colpa tua!".
"Lo so. - affermò lei, sospirando - Ripensandoci...Forse l'idea dei canotti non mi sembra poi così male...".
Quest' idea ottenne come reazione i commenti contrastanti del gruppo, tra chi voleva riposare, chi la riteneva una follia, e chi si lasciava prendere dall'ansia.
L'unico che sembrava contento di quell'alternativa era il mozzo umano, che li ascoltava da lontano e sorrideva, pronto ad accoglierli a braccia aperte.
Ma Lort parlava sul serio.
Le erano successe di ogni da quando aveva fatto il patto con Shirvallah, contrattempi, rapimenti, attacchi improvvisi.
Tutte cose che la stavano facendo tardare.
E adesso, l'ansia di non arrivare in tempo e di non farcela la stava assalendo.
Per fortuna c'era un saggio e metodico elfo del sangue a farla tornare in sè.
Immediatamente calò il silenzio ad una sua alzata di mano.
Li aveva appena silenziati col suo incantesimo.
Si era avvicinato di più a lei, che vista la sua fastidiosa presenza, lo squadrò con insufficienza.
"Che c'è? Sarai lieto adesso. Resteremo qui e ci sarà meno lavoro per...".
"Parli come se fossi pronta e sapessi a cosa vai incontro. Lo sei?" chiese l'elfo, poggiando le mani sulle sue spalle.
La paladina, accecata ancora una volta dal bagliore delle cornee rossastre del sacerdote, tacque improvvisamente.
"Mi sembra che il leader della Compagnia della Zanna stia esaurendo la sua pazienza e si stia lasciando troppo sedurre da scelte improponibili.".
La leader non ebbe la forza di commentare, perchè il tono con cui le si era rivolta la sorprese.
Non era più la solita voce fredda e cinica di prima.
Avrebbe potuto definirla quasi... confortevole.
"Fai un bel respiro profondo, leader." le suggerì l'elfo.
Lort si mise ad inspirare ed espirare profondamente.
Forse aveva davvero bisogno di farlo.
"Sei sicura di sapere a cosa stai andando incontro? - chiese l'elfo in tono confidenziale - o credi di poter arrivare a saperlo una volta raggiunta Zandalar? Per questo hai tanta fretta di arrivare lì. Non è così?".
Alzò la mano rivolgendosi ai suoi compagni.
"Guarda loro. Nime è nuovissima del gruppo, ha bisogno di addestramento per affrontare tutti i nemici, gli altri hanno bisogno di istruzioni. Ma come pensi di darglieli se non ti dai il tempo a te, che sei il capo, di istruirti? Di darti consapevolezza?".
Tornò ad abbassare lo sguardo sulla piccola umana alta un metro e sessanta.
" Arriveremo in tempo a Zandalar. Al momento giusto. Se risolviamo prima questo mistero e scopriamo cosa vogliono esattamente gli Atal'ai dai goblin. Conoscere bene il nemico: Questo è il segreto.".
Lort era completamente concentrata sui suoi occhi.
Quella lava incandescente adesso si era ridimensionata nella calda luce accogliente di un focolare.
"Dio mio. Dove li ho già visti? Mi sembrano così familiari..." pensò, sforzandosi inutilmente di ricordare.
"Mi stai... aiutando adesso. - disse Lort - hai cambiato idea, a quanto pare...".
"Beh... diciamo solo di aver visto un... qualcosa in te, quando sei riuscita a recuperare la tua arma. Quello che qualcuno chiamerebbe... potenziale, ecco. - ammise l'elfo, ritornando a fare quel tono di insufficienza - E comunque, se proprio vuoi andare a morire... cerca di non prendere decisioni immature e affrettate, e di salvare la pelle a te e ai tuoi compagni, non solo agli Zandalari.".
La principessa Von Vuich, placata dalle parole del saggio sacerdote, alla fine sospirò amareggiata.
"Va bene. Cerchiamo un posto dove stare.".
La saggia decisione fece venire dei sospiri di sollievo a tutti e un rantolo di fastidio al mercante di canotti.
"Conosco un posto perfetto dove poter passare la notte ed essere lasciati in pace, vostra altezza! - si propose la goblin, alzando la mano - casa mia, hihi! Seguitemi, vi ospito volentieri...".
"Sì, ma non chiamarmi così per favore..." insistette Lort, con aria un pò mesta.
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