Capitolo 33 - Un Colpo al Petto
"Vai, Lort!" incominciarono ad incoraggiarla i giovani cadetti, fan della nostra eroina.
"Spaccagli il culo!".
"Spezzagli le zanne!".
"No! Le zanne no!- sbottò il Gurubashi, rivolto al ragazzino che aveva appena fatto quella brutta proposta- ma nun si era parlato di un' amichevole?".
Si misero in posizione, con il maestro al centro che aveva la sua spada abbassata.
"Pronti? Via!"annunciò lui, alzando la spada, coi baffoni che si arricciavano da soli per l'euforia.
Dalle panchine calò il silenzio, tutti concentrati come non mai.
I due sfidanti cominciarono a lanciarsi occhiate di sfida.
Per lo meno, era Lort quella che faceva lo sguardo, Jehn si limitava soltanto a fissarla ad occhi socchiusi con aria scocciata.
Lei cominciò a muoversi circoscritta in cerchio.
"E' inutile che fai.- la raccomandò il Gurubashi, sospirando - Meglio che t'arritiri, 'nzallanuta. Fai cchiù bella figura." .
"Paura, Troll-Bello?- disse lei, facendo un vocione spavaldo – temi che ti spezzi pure l'altra zanna?".
Il troll la guardò tradito, mentre gli altri cadetti ulularono stupiti.
Giunse alle sue orecchie lunghe questo discorso dalle panchine.
"Allora è stata lei a spezzargliela!" disse un ragazzino sottovoce al suo compagno.
" Forse non è così aggressivo... non la ucciderà.".
"Sì. Non ne ha il coraggio.".
Oh, ma il troll aveva un modo migliore per recuperare la sua dignità.
" Ma nun eri tu chella che si era pisciata sotto, la prima volta che mi sono trasformato in berserker?" esclamò Jehn , in modo tale che tutti sentissero.
I ragazzi rimasero di stucco, e Lort si bloccò al suo posto.
"NON E' VERO!" urlò Lort, arrossendo come un peperone.
"Sì che è vero! Hai pianto pure. Comme 'na donnetta!" insistette il Gurubashi.
"Lort è vero?" chiese uno dei compagni più grandi, rivolgendosi a lei.
La paladina era troppo irrigidita dall'imbarazzo per rispondere.
Così Jehn si mise ad imitarla.
"Ciao, mi chiamo Loretta, ma ho scelto di chiamarmi Lort perché al contrario significa Troll!" disse, con una voce sgraziata.
"Sono troll nello spirito, non nel corpo, gnegne! Sono 'a solita principessa senza amici che vuole combattere ma tiene paura del suo cumpà Gurubashi quanno s'incazza!" continuò lui, facendo le moine e ancheggiando come fa lei.
L'imitazione fece scoppiare dal ridere alcuni di loro.
"No! No! Ti prego Jehn! NO! Buhuhuhu!" strillò lui, sempre con quella vocetta da donna, fingendo di piangere.
Il modo drammatico con cui imitò la scena fu così esilarante che tutti scoppiarono a ridere.
A malincuore, anche il maestro non poté trattenere qualche risolino.
"TU... avevi promesso...- sibilò lei in preda alla rabbia- AVEVI PROMESSO DI NON DIRLO A NESSUNO!" .
La cavaliere impugnò il martello e lo attaccò.
Come aveva previsto. Era troppo permalosa.
Il Gurubashi la bloccò con il semplice gesto: stese la mano e bloccò la sua corsa tenendola ferma per la testa.
"IO TI AMMAZZO! TI AMMAZZO!" strillava Lort, che accecata dal palmo della manona di Jehn, dimenava il martello di qua e di là.
Jehn'naroh ridacchiava, contento di bullizzare una donna più piccola di lui.
Alla fine però, Lort riuscì a colpirlo schiacciandogli l'alluce nudo.
Il Gurubashi ululò per il dolore, saltellando sul suo piede.
"Haha! Così impari!" lo canzonò lei, tirando fuori la lingua.
"Sei proprio... PERMALOSA!" rispose Jehn dandole una bella mazzata in testa.
Ma si attivò lo Scudo Divino.
I ragazzi si diedero ad esclamazioni di stupore.
"Ah, nun vale però!" si lamentò il Gurubashi.
SBAM!
La paladina gli diede una bella martellata in faccia, facendolo capitombolare a terra.
A quel punto, decise di infierire su di lui: prese la rincorsa e saltò.
"GYAAAAAAAAAH!" urlò lei mentre stava in aria sopra di lui, pronto a tramortirlo con un altro colpo.
Jehn rimase sgomento per qualche secondo.
Ma poi si risvegliò e la schivò.
Meno male che aveva scelto di spostarsi, perché con quel colpo, la paladina aveva creato un piccolo tondo cratere a terra.
A tutti si raggellò il sangue nelle vene.
"O...key.... – gracchiò Lort, sorprendendosi persino lei di quello che aveva fatto – ...forse ho esagerato. Mi dispiace.".
Si girò in direzione del suo compare con un sorriso nervoso.
"Facciamo che...".
CLANG!
Giusto in tempo! La mazza di Jehn stava per colpirla in testa,ma lei l'aveva bloccata all'ultimo alzando davanti a sé il martello.
"Tempo." Urlò sir Lou, alzandosi in piedi.
"Facciamo che ora mi spieghi, Lort."rispose Jehn, calmo, con le braccia muscolose strette attorno alla pesante mazza.
Aveva il volto a pochi centimetri dal suo viso.
"Come mi devo comportare, Lort? Pecchè io nun dovrei colpirti. Ci sta quel rompicoglioni 'ro maestro tuo che controlla ogni minima mossa che faccio. Un solo sbaglio e mi condannano a morte...".
Sir Lou, infatti, benché sembrasse calmo, teneva ossessivamente gli occhi fissi sulla sua mole, con una mano stretta attorno all'elsa della spada appesa al fianco.
"Tempo..." ripeté lui, nervoso.
Nessuno dei due lo ascoltò.
"...Ma tu... provochi. – ringhiò Jehn, digrignando i denti – non hai idea di quanto mi provochi. E nun in senso buono. Forse nun te ne rendi neanche conto. ".
La fanciulla fissava intensamente gli occhi blu del Gurubashi, respirando affannosamente.
"Dimmi allora... Che devo fare, 'nzallanuta?".
Sul volto di Lort, lentamente, comparve un sorriso di sfida.
Mai si era divertita così tanto durante gli allenamenti.
"TEM-PO!" sbraitò il Cavaliere, spingendo i due in parti opposte.
Tutti e due abbassarono le armi, pur continuando a guardarsi.
" Dovresti fare il troll, Jehn'naroh, invece di preoccuparti. – disse la paladina, volgendogli le spalle- E dovresti smetterla anche di pensare alla mia culatta.".
Gli scoppiò a ridere in faccia, sculettando.
Il Gurubashi grugnì: Non riusciva proprio a restare seria.
Le diede un pizzicotto sulla spalla.
"Ahi!" la ragazza arretrò.
"Va bene va bene, adesso tornate in posizione. Su!" ordinò Sir Lou, con un tono più tranquillo.
"Scema. – la insultò Jehn - vabbuò. Allora al prossimo turno sarò cchiù serio..." esclamò il Gurubashi, lanciando un'occhiataccia al maestro.
Il maestro tirò la spada di un centimetro fuori dal fodero, per ricordare al troll che non era nelle condizioni per poter fare quello che voleva.
Il troll gli fece spallucce, come per dire "lo vuole lei non io!".
"Via! "urlò Sir Lou.
Brusii e sguardi eccitati risalirono dalle panchine.
"Va bene, cumpà. – mormorò Lort- Allora permettimi di mostrare una cosa agli allievi...".
Prese la rincorsa e gli saltò addosso.
Ruotò attorno alla sua testa e gli tirò i capelli all'indietro, esponendo così il suo collo.
Puntò le punte del martello su di lui.
"Ha! Te l'aspettavi questo?" sibilò lei, soddisfatta che la mossa le fosse venuta bene.
Jehn in tutta risposta le diede una testata all'indietro, stordendola.
E con un abile mossa, le afferrò le braccia e si piegò in avanti, facendola sbattere con la schiena a terra come uno straccio.
"Hehe! E chesto tu te l'aspettavi?" chiese Jehn, ridendo vittorioso.
Si stava davvero divertendo.
"E adesso... il colpo di grazia!" Sibilò Jehn, alzando la mazza.
Ma, come se avesse avuto un attimo di ripensamento, posò lentamente la mazza a terra e gli venne un sorriso ancora più inquietante.
"No... idea migliore." Sibilò.
Si girò, e Lort intuì cosa volesse fare: buttarsi di sedere. In faccia a lei.
Allarmata, la paladina scivolò via, giusto in tempo prima che cadesse su di lei.
Al posto della sua testa, vi mise una grossa pietra.
E CRAC!
I lettori dal viril sesso potranno immaginare l'effetto "schiaccianoci" su... le povere noci di Jehn.
L'urlo acuto del Gurubashi fu accompagno dai rantoli di compatimento degli spettatori maschi alla scena.
"Jehn! Volevi davvero mettermi il sedere in faccia?- lo rimproverò lei, con aria allibita- lo sai che questo non vale?".
"All'anema di chi..." biascicò lui, mentre si teneva le mani tra le cosce, steso in posizione fetale.
"Ma neanche frantumargli i gioielli di famiglia così vale!" urlò uno dei ragazzi.
"Ma se è lui che si è buttato !" si giustificò Lort, indicando il povero troll a cui stava venendo la vocetta bianca.
"Preferisci fare una pausa, amico?" chiese comprensivo il maestro, accostandosi al corpo del povero menomato con un pacco di ghiaccio.
Non l'aveva manco sfiorato che Jehn si alzò di scatto spaventandolo.
"LEVATI DAI COGLIONI, FRAT' RO CAZZ'!" bestemmiò Jehn'naroh.
Annaspava, nero, infuriato ma ancora in piedi, come un toro a cui il matador aveva appena tolto i cosiddetti ma che voleva continuare a combattere.
Inspirando profondamente, si girò verso la sua avversaria.
"Ok. Vabbuò. Lort? L'hai voluto tu.".
Scattò in avanti abbassando la mazza.
Ma Lort posò a terra il martello, decisa a fargli una proiezione, la stessa tecnica che aveva usato a Zannuncino.
Afferrò il braccio, si girò e fece per portarselo sulla schiena.
Ma si ritrovò a spingerlo inutilmente in avanti, in una posizione davvero ridicola.
Provò a fare leva pure con la gamba, ma era davvero molto più pesante di quanto avesse previsto .
Dapprima Jehn la lasciò fare, confuso.
"Ehm... Lort? Che stai facendo?" chiese, persa la grinta.
"Ti sto cercando di proiettare in avanti! GRRRR!" rispose lei, mentre si sforzava per sollevarlo.
La cosa stava diventando imbarazzante.
Al Gurubashi venne sinceramente da ridere ai suoi ridicoli e inutili sforzi.
"Dehehehe! Lort? Lort, dai è inutile! Sei umana e sij femmina. È fisicamente impossi... Wo! Wo! WOOO! ".
Ululò infine, quando i suoi piedi persero il contatto con la terra.
Ce l'aveva fatta!
Di fronte allo sguardo sbalordito di tutti, persino dell'omone zannuto, se l'era portato sulla schiena.
Gli allievi applaudirono, mentre a Lort tremavano le ginocchia dallo sforzo.
"Di... Dicevi?" mugugnò lei beffarda, cercando di andare alla fase successiva, cioè far sbattere violentemente le sue costole a terra.
"N-non esistono... Limiti di razza, o di genere! - disse lei, mentre sentiva le sue gambe urlare disperate- Ricordate, ragazzi! Niente è impossi..."
SBAM!
Alla fine, le gambe cedettero.
Più di cento chili di muscoli di Gurubashi la schiacciarono.
Scroscii di risate ci furono da parte dei giovani cavalieri.
"Ouch..." sibilò sir Lou, coprendosi gli occhi imbarazzato.
La sua allieva si era esaltata troppo.
"Ragazzi, se richiede molto tempo una mossa, non fatela. - spiegò lui, usandola come esempio negativo- per questo è importante conoscere bene l'avversario.".
"Giusto! - esclamò Lort, tentando di recuperare un po' di reputazione persa- ma a volte... bisogna fare esperimenti...".
Fece per levarsi via di dosso il suo avversario.
" Jehn! Fammi rialzare! Muoviti!" disse a denti stretti, spingendolo via da sé.
Ma Jehn, a peso morto su di lei, non la smetteva di sghignazzare come un deficiente.
"Tranquilli!- aggiunse poi, con aria seria al suo pubblico-Riprendiamo subito la lezio...".
"Ma quale lezione, scema! Tu sij un'incapace!".
Il Gurubashi si rialzò, continuando a ridere sommessamente.
"Nun datele retta! Seguite i consigli di un esperto, piuttosto! Tipo me: fuori da lì tutti seguiranno solo il dieci per cento delle regole che imparate...".
Il maestro lo guardò con aria di rimprovero.
"... il restante novanta vi serve per voi. Per avere una vostra disciplina, autocontrollo sul vostro corpo e le vostre azioni. Imparatele bene, e vivrete più a lungo!"
A quella ripresa, ritornò il sorriso sul viso rasserenato di sir Lou.
Gli adolescenti sono facilmente influenzabili.
Anche se non era d'accordo con tutta quella disciplina, Jehn non voleva essere così sleale e svalutare il lavoro di Sir Lou.
Jehn tese la mano per aiutare Lort a rialzarsi.
"Ah sì? Sono un'incapace?- la ragazza si rialzò da sola, facendo la permalosa- se io sono un'incapace... tu sei vecchio!".
"Song' cchiù giovane del maestro tuo, se è per questo!" commentò Jehn, non reagendo a quel suo banale tentativo di offenderlo.
"E allora dimmi quanti anni hai!" lo spronò lei, puntando i piedi e mettendo le mani ai fianchi, in maniera infantile.
La scena di per sé era così comica che gli altri assistettero ridendo.
" Quanno gelerà tutta Azeroth allora tanto ti dirò quanti anni ho... bimba." Lo stuzzicò lui tirando fuori la lingua.
"Bimba a me? – si immusonì, indispettita- dimmelo!".
Gli diede un pugno sul braccio per dispetto, ma il Gurubashi non lo sentì proprio, anzi, sghignazzò.
"Dimmelo! Dimmelo! Dimmelo! "si mise a colpirlo più volte sulla spalla, sul petto, sulla pancia.
Erano colpi leggeri, fatti solo perché lei a ventuno anni non sapeva stare agli insulti e doveva reagire come una bambina permalosa.
Infatti, dopo l'ennesimo pugno, Jehn si infastidì e le diede un colpo sul petto.
"E BASTA! "sbraitò lui.
Era solo una pacca leggera, data con il dorso della mano, per farla smettere.
Non si aspettava certo la reazione che fece.
Lort lanciò un guaito di dolore, si coprì immediatamente il ventre e si scostò da lui, di almeno tre passi.
"Lort! Che c'è?" disse Jehn, rimando esterrefatto.
La fanciulla lo fissava riluttante da lontano, respirando affannosamente, con occhi pieni di terrore.
Il Gurubashi confuso fece per avvicinarsi, ma sir Lou si mise tra loro.
Abbracciò la ragazza, proteggendola da lui.
Solo per un attimo, il sorriso di sir Lou scomparve, divenendo un ghigno pieno di odio e di rabbia rivolto verso il mostro che l'aveva colpita.
Ma tornò subito a sorridere, come sempre, quando si rivolse alla sua classe: "Chi è che ha fame? Stasera offro io!".
Tutti, non accorgendosi per niente di quello che era successo, esultarono sentendo le loro pance brontolare e si alzarono rumorosamente per avviarsi agli spogliatoi e prepararsi ad andare alla taverna.
Il maestro, tenendo stretta a sé la principessa, esultava insieme a loro e si avviava.
Jehn'naroh venne lasciato dietro, con l'aria ancora sbigottita per quel che era appena accaduto.
"A- aspettate!- disse lui, alzando la voce per farsi sentire- ma che...".
"Oh, ovviamente sei invitato anche tu! Puoi ordinare tutto quello che vuoi, mio caro troll!" si girò il Cavaliere, guardandolo tutto sorridente.
Il troll non aveva bisogno di un altro paio di occhi per capire che quello che stava facendo lui era un sorriso forzato, forse il più falso che avesse mai fatto.
Infatti, gli occhi erano in un profondo stato di panico.
E non smetteva un solo attimo di stringere a sé la fanciulla, nonostante lei chiedesse più spazio nell'abbraccio.
"Beh, ti ringrazio! Ma che è successo?- chiese il troll, preoccupato di essere condannato per una sciocchezza- ho fatto qualcosa che...?".
"Niente, non hai fatto niente..." mormorò Lort, tranquillizzatasi.
"Assolutamente niente! HAHA!- rispose al posto suo il Cavaliere, con voce che si era fatta stridula- tranquillo! Tranquillo... solo... ti dispiacerebbe lasciarci soli? Devo parlare con la principessa nel mio ufficio... di una cosa.".
"Cosa?" insistette Jehn, scettico.
I baffoni di Sir Lou vibrarono nervosi, borbottando come un vecchio bollitore.
"M-m-m-ma niente! Solo consigli... sulla tecnica, tutto qui!- rispose, e se ne andò, spingendosi via la ragazza- ma tu resta qui, a fare pure le tue... cose da troll!".
"Aspettaci fuori, Jehn! Non ci vorrà molto!" fu tutto quello che riuscì a dire lei, prima che il maestro sbatté violentemente la porta.
Jehn'naroh rimase per un attimo lì a fissare la porta stordito, con il vento che soffiava dietro le sue orecchie, in quel pezzo di bosco riscaldato dalla luce rossastra del crepuscolo.
Poi scosse la testa, e grugnì infastidito.
Non aveva nessuna intenzione di mettersi fare le sue cose da troll, qualunque cosa avesse voluto dire quel cavaliere psicopatico.
Si avvicinò alla porta, deciso a risolvere tutta la questione.
Sarebbe arrivato pure a chiedere scusa, se era necessario, pur di fare ammenda e non creare ulteriori casini.
Ma bloccò il pugno rialzato per bussare quando le sue orecchie captarono la voce di sir Lou.
Sembrava molto arrabbiato.
"...non posso continuare a tenerlo nascosto , anzi, non dobbiamo assolutamente nasconderglielo! È o non è il tuo protettore?".
"Non voglio che ci rimetta la sua vita!".
La voce di Lort era nervosa.
"Ti ha colpito, Lort! Poteva ucciderti!"
"Ma non l'ha fatto! Sto bene!".
"No, tu non stai bene.- disse il Cavaliere, rimproverandola, serio- non stai affatto bene.".
Jehn si lasciò pigliare dalla collera: si era forse ferita gravemente durante la lotta con quel Campione, magari proprio sul punto che inavvertitamente aveva toccato con la mano? Perché quella scema non glielo aveva detto?
Riprese a sentire con molta attenzione.
"Pensavo che il problema fosse lui, ma sei tu che lo provochi, Lort. Ti comporti come se nulla fosse."
"Ma-".
"Ora tu vai là fuori, ti chiami sir Jehn e gli dici tutto.".
La voce di Sir Lou era autoritaria, come mai l'aveva sentita fino ad ora.
"Non voglio sentire scuse, Lort. O dirò a tuo padre che non sei disposta a partire."
"Ottima soluzione, sir Capocchiò. Io stesso non avrei saputo dirlo meglio." Pensò il Gurubashi, perfettamente d'accordo con lui.
Si allontanò quando sentì Lort camminare verso la porta.
Frettolosamente, si sedette a gambe incrociate a terra, fingendo di guardare il sole che tramontava.
"Hey! Troll-bello! Ti godi il sole?".
"Lort ja, che hai? Sei ferita gravemente?" chiese bruscamente lui, non permettendo a lei neanche di fare i suoi soliti giri di parole.
Silenziata da quella sua improvvisa richiesta, sospirò.
Si sedette accanto a lui, a gambe incrociate, e si misero a parlare.
"Ha usato la Nebbia Furtiva. Non vedevo niente. – spiegò Lort con voce atona- è per questo che cercavo di esercitarmi in quel modo.".
Si lasciò scaldare dagli ultimi raggi di sole.
"Ho pensato che non sono allenata a quel tipo di attacchi. Forse se iniziassi già da ora..." .
"Stronzate.- commentò Jehn- te lo dicevo apprimma, Lort. Usa la tecnica con cui ti sei trovata fino ad ora. Può essere già troppo tardi per imparare cose nuove.".
"Ma chi te lo dice? Posso ancora migliorarmi. Devo pur fare qualcosa per migliorarmi.".
"Sei in ansia per quello che ti aspetta, Lort?".
La fanciulla ci mise qualche secondo a rispondere.
"Un po'.- Ammise.- e non so nemmeno cosa di preciso mi aspetti!".
Rimasero per un po' in silenzio, a fissare il tramonto.
"Ti sei ferita, Lort. È allo stomaco che ti ha ferita? "chiese Jehn.
Lei si massaggiò distrattamente il plesso solare.
"Mi ha colpito con uno dei suoi uncini. Un bel taglio sulla pancia." Rispose lei, curvando l'indice come un artiglio affilato e facendo un segno da una parte all'altra del ventre.
"Perché non ce l'hai detto subito?" chiese il Gurubashi.
"Beh, nel suo equipaggio c'era anche un medico che... mi ha guarito la ferita. Infatti adesso, sotto la maglia c'ho una fascia. Heh. Me la sono fatta cambiare prima, a palazzo." Rispose lei, cercando di dare una risposta più credibile possibile.
Stava raccontando un mare di bugie, senza pentirsene.
Non gli avrebbe mai detto la verità. Aveva già coinvolto Am'ron, non avrebbe coinvolto anche lui.
" Sì ma dovevi dircelo comunque! Perché non l'hai fatto?" insistette lui, irritandosi.
"Prima pensavo che non ci fosse stato bisogno di dirvelo!- rispose lei, guardandolo negli occhi- ovviamente adesso è diverso, ora che siamo fratelli d'armi. Non ci devono essere più segreti tra di noi.".
Fratello d'armi.
Al Gurubashi suonava ancora così strano quel termine.
Gli vennero in mente le parole di Sir Lou.
"Sì ma hai aspettato tutto 'sto tempo per dirmelo?".
"Eh vabbè! C'è stato prima mio padre, poi sir Lou, i ragazzi... Pensa che fino ad ora mi ero dimenticata della fasciatura, heh! Non mi faceva più così male!".
Ridacchiò lei, massaggiandosi il ventre.
"Ma stai bene, adesso? Nun è grave?" chiese Jehn.
Sulla sua voce c'era una certa vena di preoccupazione che fece alzare lo sguardo confuso della ragazza su di lui.
Fece per allungare una mano sotto al suo petto.
"A saperlo, nun ti colpivo accussì... OH!".
La paladina le aveva appena dato un buffetto sulla mano per non farsi toccare.
"EHI!- esclamò lei, con non poco stupore nella voce- ti dico che sto bene. Sto. Bene. Benissimo, dico sul serio! La tua manata non mi ha fatto niente! Puoi stare tranquillo! Mio padre non ti condannerà a morte per questo...".
"Tu credi davvero che io te lo stia chiedendo solo pecchè tuo padre m'ha fatto 'a sgridata?- si alterò Jehn, offeso- Nun me ne fotte 'na beneamata zanna di patet' !".
Lort rimase a fissarlo, sbalordita dalla sua reazione.
"Scusa, fino ad ora hai sempre detto che non ti importava di me! E adesso mi rimproveri per un taglietto?".
Le venne da ridere per i modi apprensivi che aveva assunto improvvisamente il suo amico.
Cos'era tutta quell' apprensione?
Il Gurubashi fece un attimo di pausa, non sapendo se essere più infuriato per il suo sconsiderato comportamento o per il fatto che avesse definito una cosa che le faceva così male un taglietto.
È vero, era sempre stato menefreghista fino a quel momento, e aveva sempre dimostrato di prendere il suo compito di protettore fin troppo alla leggera.
E adesso, si sentiva profondamente offeso per il fatto che la ragazza non gli avesse parlato.
Magari non l'aveva fatto perché guidata da puro orgoglio, ma in fondo, come biasimarla?
"Mi dispiace di non avertelo detto prima- si scusò Lort- però, fammi capire! Come mi devo comportare con te? Vuoi che te le dica da ora in poi le cose oppure no?"
"Me le devi dire sì! Da adesso in poi!" dichiarò prontamente il Gurubashi.
Lort sbarrò gli occhi, senza parole.
" Ecchecazz, song' o nun song' o' tuo protettore, Lort?- si impose lui, con tono deciso, guardandola dritto negli occhi- e come tale, ho il dovere di sapere per primo le cose che ti succedono. E proprio pecchè nun sacc e cose che nun faccio bene o' dovere mio! Perciò da adesso in poi voglio che tu mi dica tutto. Senza troppe interruzioni esterne tipo rompicoglioni, impegni o cazzate varie. M'ha dicere tutto! Chiaro?".
Sulla faccia di Lort si stese un largo sorriso.
Un sorriso volpino, compiaciuto, pienamente soddisfatto di sé.
Allora ci teneva a lei!
"Come dovrebbero fare due veri fratelli d'armi, nelle difficoltà della vita. Giusto?" aggiunse lei, piano.
"Già." Affermò il Gurubashi, ad occhi socchiusi.
"Dillo, Jehn. – lo sfidò lei, mostrando i denti in quel suo sorriso- noi due, da ora in poi, siamo...? Siamo...?".
Aspettò che il suo interlocutore completasse la frase al posto suo, con quel sorriso sornione che a Jehn faceva venire i brividi.
"...Fratelli d'armi. Contenta?" Concluse lui, sbuffando.
Il risultato fu che lei si lanciò su di lui per abbracciarlo.
"CUMPAGNO 'RO MEGL' CUMPAGNO MIO!!!".
"E tu lo sai che cosa sei, Lort?" propose, Jehn, facendo la vocetta carina- ripetilo dopo di me: sei una gran...".
"sono una gran...".
"Grande rom...".
Lei sospirò.
"Sono una gran rompiballe.".
"Esatto! Io intendevo dire rompicoglioni, ma fa lo stesso!".
Lei lo spinse, infastidita.
"Oh, siete adorabili!". Esclamò intenerito Sir Lou dietro di loro.
Quella constatazione fece girare entrambi con due facce imbronciate.
"Spero ti piacciano i pasticci di carne, amico, perché la taverna in cui vi porterò tutti ne fa certe che sono favolose!".
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