Capitolo 32 - Lezione con un ospite speciale


I marmi del pavimento erano ben puliti e brillanti, e l'aria era rinfrescata dal vento di quel mattino soleggiato.

Le pareti erano pieno di arazzi e dipinti di famiglia, e dopo essersi spiegato dalla principessa il motivo vezzoso e superbo della loro presenza in quel posto, Jehn si mise a prendere in giro i protagonisti di quei dipinti, imitandone la posa altezzosa con il suo accento trollese.

Lort rideva a crepapelle e si univa alle imitazioni.

All'improvviso, da dietro l'ultima colonna del corridoio, uscì, anzi, si può dire proprio che scivolò coi suoi stivali ben lucidati, l'impettita e fiera figura di Sir Lort, con la chioma ben liscia che ondeggiava ad ogni sua mossa.

"HOHOHO! Allora è vero! Il re ti ha reso suo ospite! Beh, benvenuto a Katel'Seas, amico!" esclamò Sir Lou, stringendo calorosamente la mano del Gurubashi.

"Ah. Grazie." Rispose con voce piatta il troll, sorridendogli rabbioso.

Proprio non gli piaceva, né si sforzava di farselo piacere.

"Sir Lou! Che piacere rivedervi!- lo salutò lei con entusiasmo- pensavo di accompagnare il mio fratello d'armi a fare un giro per il regno".

"Allora sono giunto al momento giusto!- trillò il cavaliere- perché non vieni all'addestramento? I tuoi compagni avrebbero tanta voglia di salutarti e sapere delle tue avventure!".

Alla ragazza si illuminò il volto.

"E' una bella idea, maestro! Solo che... - diede un'occhiata preoccupata al Gurubashi - con me ci sta Jehn, come facciamo...".

"No no, nun farti troppi problemi. Vai pure co' maestro tuo, và và..." La interruppe Jehn, allontanandosi già dal duo comico.

"Sai come me scannano a me mo che mi vedono? Hehe. E io nun posso manco difendermi, ho giurato al re di non fare del male a nessuno finché sono qui!" aggiunse lui, alzando le mani disarmate.

"E sarebbe solo questo il problema? HOHOHOHO!" tuonò il Cavaliere, menandogli una sonora pacca sulla schiena.

Un'altra manata del genere e Jehn l'avrebbe trasformato in una lattina.

"Sarai il nostro ospite osservante! Non puoi combattere ma puoi restare comunque ad assistere. E chi lo sa? Magari ti sarà utile vedere la nostra principessa mentre si allena..." lo rassicurò Si Lou, ammiccando al troll.

Ricambiò l'approccio di intesa del capellone con uno sguardo scettico.

"Il re ti ha chiesto di tenere d'occhio me e lei, vero?" chiese Jehn, intuito il vero motivo di tanta cortesia.

"Non so di che parli, amico." Rispose il Cavaliere, continuando a tenere lo sguardo fisso su di lui tutto sorridente.

"Ah, nun'ò ssaje? Seh seh... E mica so' fesso io!" borbottò tra sé e sé Jehn.

"Dai Jehn, sir Lou cerca solo di essere gentile!" disse Lort.

"Esatto. Devo ancora farmi perdonare per la prima volta che ci siamo conosciuti e per il modo con cui abbiamo relazionato!" spiegò il maestro.

"Vuoi dire quando t'ho ridotto a 'na mappina?" ridacchiò Jehn.

"Jehn! - lo rimproverò Lort- dai andiamoci. In fondo che hai da fare?".

Il trollone la guardò chiedendosi se per caso fosse cieca.

"Ehm, Lort? Mi hai visto bene?- si indicò nella sua interezza- nun m'avesse manco ascì ora che ci penso!".

"Dai, ci sono io a garantire per te! E se qualcosa va male o non gradiscono la tua compagnia, allora ci allontaniamo. Fidati!" rassicurò lei, tendendogli la mano.

Il Gurubashi la guardò negli occhi.

Quella volta in cui stavano solo loro lui, Amron e Vecchietto, mentre cercavano di salvarla da Zannuncino, il Lanciascura gli disse questo: "... a' guagliona mi ispira fiducia. Nun te lo so dire pecchè ma... è accussì! Ecco pecchè voglio seguirla. Oltre al fatto che... voglio cambiare vita.".

E ora che lei lo guardava, si accorse di quanto il suo cumpà Lanciascura avesse ragione.

I suoi occhi marroni avevano un modo di fare così rassicurante e ottimista che davvero ispirava fiducia.

Se fosse riuscita a far vedere i troll a qualche altro umano come li vedeva lei, per lei sarebbe stata una grande vittoria.

Ecco cosa vedeva in quello sguardo.

Fiducia, o forse addirittura... la Speranza che sarebbe andato tutto bene.

Sospirò, consapevole di quello che stava per accadere.


"Bene! La guardia del corpo umana, che sarei io, e quella troll! In comune hanno... Proteggere la vita di una principessa! Hahahahahaha!" tuonò fiero sir Lou, scompigliando i capelli a Lort.

Si stavano incamminando per strada, occhieggiati ogni tanto dalla gente che si girava a fissare il Gurubashi.

Sir Lou lo faceva apposta a dire quelle parole ad alta voce, per rassicurare le persone, con occhiolini e sguardi di intesa.

"Un duo inaspettato, signore e signori, con un obiettivo comune!" esclamò gioviale il cavaliere, alzando il braccio al Gurubashi, il quale si liberò dalla sua presa con uno scatto scontroso.

"Penso che sarà l'inizio di una grande amicizia tra me e te, amico, o forse dovrei dire... Collega?"

" Eh prima era la mia guardia del corpo, sir Lou- lo corresse Lort - adesso è il mio fratello d'armi!".

" Amico? Collega? MA QUALE GUARDIA? QUALE FRATELLÓ D'ARMI!!! - sbraitò il Gurubashi, che si levò da mezzo il dinamico duo di pagliacci - né uno né l'altro, per cortesia!".

" E allora perché mi hai seguito? Quando non eri obbligato? " chiese Lort, suadente, spalleggiata dal maestro.

Jehn si vide addosso le facce sornione dei due, che sorridevano malignamente alla mancata risposta dell'interrogato.

" Bah. Idioti." grugnì, e aumentò il passo all'uscita.

Finalmente arrivarono alla caserma reale, dove giovani aspiranti guerrieri si allenavano.

La paladina si avviò a salutare i suoi compagni coetanei.

"Come va, merdacce?" sbraitò Lort, ricevendo come risposta urla sguaiate dagli uomini, i suoi ex compagni cavalieri che la riconobbero.

Il Gurubashi rimase di stucco dal cambiamento di umore di Lort da fanciulla a ragazzaccio, che dava il cinque, rumoreggiava e salutava i suoi amici con il "paga la mossa".

Rimase per un po' in disparte, diciamo pure distanziandosi a cinque metri da loro, un po' spaesato e intimorito di stare in mezzo a degli umani.

"Quindi sei viva! Pensavamo che fossi stata mangiata da qualche troll!".

"Meglio! Mi sono fatto un amico troll!" esclamò Lort, tutta contenta.

Rendendosi conto che stava proprio per fare quello che più temeva, lui scosse la testa freneticamente.

"Nononono. No! no!no!" mormorò lui, mentre lei le si avvicinava, offrendogli una mano.

"Dai, Jehn. Siamo in pace tranquillo! Andrà tutto bene." lo incoraggiò lei, prendendogli la mano e iniziando a trascinarselo.

"Loooooorrrrrrrrrrrt!" disse lui a denti stretti, opponendosi.

Lei allora si mise dietro di lui e lo spinse in avanti, e il Gurubashi creò due strisciate di terra con i piedi.

"Ragazzi, vorrei presentarvi il mio nuovo amico: Jehn'Naroh!".

Immediatamente si creò questo silenzio strano.

I giovani uomini guardavano il Gurubashi con sguardi tesi dal terrore.

Il troll voleva sembrare più tranquillo possibile, ma quel broncio perennemente fisso sulla sua faccia non lo aiutava.

"Salve!" provò a salutare, cacciando fuori i denti in un inquietante sorriso.

Gli altri arretrarono.

"Ragazzi, non abbiate paura!- intervenne sir Lou, scaldando l'atmosfera gelida con la sua aurea positiva- il signor Jehn'naroh sarà nostro ospite per quest'oggi. Ha giurato al nostro re di venire qui in pace, solo per fare il suo dovere di protettore della principessa.".

Indicò la panchina all'angolo.

"Lui siederà lì. Fate come se fosse una giornata di allenamento come tutte le altre. Solo con un ospite speciale che vi osserva e giudicherà da lontano ogni vostra mossa.".

L'atmosfera tornò a farsi congelata ancor più di prima, molto al di sotto dello zero!

Il cavaliere solitamente era così affabile e misurato con le parole, ma in quel momento proprio non avrebbe potuto sceglierne di meno azzeccate: a nessuno piace essere osservato e giudicato da lontano da una creatura energumena, zannuta e famosa per fare stregonerie vudù.

In un primo momento tutti fecero come aveva ordinato il maestro: i giovani uomini soldati si misero ad allenarsi tra di loro con gli scudi e le spade, osservati da sir Lou.

Jehn'naroh si sedette sulla panchina e già pensava che avrebbe passato l'intera giornata a girarsi i pollici e ad annoiarsi.

Visto che erano in dispari, in attesa del suo turno, a fianco a sé sedette pure la paladina a fargli compagnia.

Era l'unica che sembrasse contenta di quella situazione, assieme al sir Capocchiò.

"Un buon inizio, non trovi?" gli mormorò, tutta sorridente.

"Calorosissimo." Rispose Jehn, sarcastico.

Non poteva negarlo nemmeno lei.

"Ok, non è stato dei migliori- ammise- ma poteva andare peggio. Almeno non ti stanno attaccando!".

"Sì, ma ho già scovato almeno un'occhiataccia da parte di tutti loro." Commentò il troll, che se avesse potuto denunciare tutte le persone che lo guardavano in malo modo, a quest'ora sarebbe un troll milionario.

"Beh, se continui a guardarli con quell'aria minacciosa... ignorali e sorridi, alla faccia loro!" suggerì Lort, tirandogli i lati della bocca all'insù.

Ma ci rinunciò dopo un po': era anche più inquietante di prima.

"Vabbè, tu rilassati e pensa positivo. Non te li avrei presentati se fossero delle pessime persone!- lo rassicurò Lort, facendogli l'occhiolino- fidati.".

Sir Lou, che era girato di spalle rispetto a loro, riusciva a tenere d'occhio i suoi allievi e anche a tendere l'orecchio su quello che si dicevano.

Sorrise tra sé e sé, poi si girò verso la sua prediletta.

"Lort! È il tuo turno! Stendi quell'arrogante di John e mostragli come si fa una miglior difesa!" le ordinò.

"Con vero piacere!" rispose sorridendo beffarda.

"Guarda come li stendo, Jehnny!" sussurrò all'amico, prima di alzarsi accolta dai suoi compagni che l'ammiravano.

Il Gurubashi rispose facendo spallucce.

"Sì, maestro, certo! Perché sono troppo facile per lei non è vero?- esclamò John in mezzo al campo, sentendosi chiamare- perché non provi a batterti con tutti noi insieme... Principessina Loretta!".

"Ehy!- l'allenatore alzò una mano in alto per prendere parola- tutti insieme no! Tre alla volta contro di lei va bene!".

Ridacchiò, incoraggiando la ragazza con delle pacche sulla schiena.

E così si misero ad allenarsi tre contro uno, facendo un gran casino.

Nel frattempo, sir Lou non la smetteva di girare uno sguardo sul troll a fianco a lui.

Lentamente, abbassò il capo su di lui e gli confidò: " Fossi in te mi preparerei.".

"Perché?" Chiese Jehn, leggermente inquietato dal sussurro partito da sotto quei baffoni da damerino umano.

"Perché la principessa ti ha visto triste e annoiato. E ha pensato bene di chiedermi di trovare una scusa per farti partecipare all'allenamento!" confidò il cavaliere, facendogli un occhiolino.

Jehn lo guardò esterrefatto.

Divertirsi? Lui? Con quelle carcasse umane?

"Tsè... Mi sa che io e te avimm due modi diversi di intendere cosa sia il divertimento..." commentò il Gurubashi.

"...tu nun mi farai sul serio fare allenare con dei ragazzini. Giusto?" chiese il Gurubashi, sperando in una affermazione alle sue parole.

"Vedremo vedremo... in fondo me l'ha ordinato la principessa!" rispose il Cavaliere, con un sorriso beffardo.

Il troll era allibito.

Si era unito ad un branco di idioti!

"Vedi, amico mio... - iniziò il maestro, comprendendo perfettamente il suo disappunto- La principessa sarà pure un po' maldestra e... Inzalata, come la chiami tu... ma vive di buone intenzioni.".

" Potrebbe pure fare a meno di disturbarsi ad aiutarmi a socializzare." disse Jehn, contrariato da tanta generosità immotivata.

"È più forte di lei. Non le piace stare lì a guardare il mondo crollare su se stesso. Ama rendersi utile, far star bene le persone, e si butta anima e corpo quando si tratta di diritti altrui.".

"Tutto pur di non guardare i suoi di problemi, eh?" rispose Jehn scettico.

Chi si occupa così tanto dei problemi degli altri ed è pure bravo a risolverli, almeno secondo il suo onesto e cinico parere, o lo fa per ricevere qualcosa in cambio, o per non occuparsi dei suoi problemi personali.

" Tu credi, mio miscredente amico! - replicò il Cavaliere- ma per il suo desiderio di giustizia, per tutti, anche per quelli come te, si intende, farebbe cose che agli occhi di molti sarebbero considerate ... Insensate, ecco.".

Jehn rifletté su quello che gli voleva dire l'uomo imbarattolato.

"Ma dovrebbe smetterla di complicarsi la vita e abbassarsi a fare cose che non le competono...".

" Vero. - dovette ammettere il suo maestro, dondolando la testa lievemente, guardando l'allieva da lontano - come per il fatto che vorrebbe diventare un troll. Forse perché, almeno così la penso io, non ha trovato qualcuno che la pensi come lei, qui. Forse non ha cercato abbastanza, chi lo sa. È sempre stata ambiziosa e insoddisfatta, nonostante sia molto precisa e attenta... beh, a tutto. Un po' questo l'ha preso dal padre.".

"Dubito che accetterebbe la somiglianza con lui, visto che vuò fà l'adolescente ribellina." Dubitò Jehn.

" Vero! "esclamò sir Lou, pensando a tutte le litigate a cui aveva assistito.

Per qualche secondo si misero in silenzio a guardare i ragazzi allenarsi.

Era finita così in fretta il turno che Lort aveva proposto anche ai più giovani di allenarsi coi professionisti.

Il brivido della competizione nei ragazzini, che volevano battersi con la famosa principessa Lort li aveva fatti partecipare tutti alla sfida.

Lei si era fatta bendare gli occhi e sotto lo sguardo incredulo dei giovani cadetti, riusciva a schivare ad attaccare anche con la benda sugli occhi.

"Hai fatto in modo di ficcare in testa a lei una tecnica composte più di difese che di attacco, eh?" chiese Jehn, ad un certo punto, studiando curioso la strana tecnica che voleva provare.

In effetti, era la prima volta che la vedeva combattere sul serio, e la cosa lo incuriosiva.

"Indovinato, amico .".

"Si vede. Fa pochi attacchi, ma li fa sui punti giusti." commentò il Gurubashi.

"Già... mmm... però c'è qualcosa di strano. Sei stato tu?" chiese sir Lou, con voce seria.

"A fare cosa?" girò il testone zannuto verso di lui, confuso.

"A cambiarla."- precisò il maestro-" Lort è una dei miei migliori allievi, se non la migliore... ma è molto riflessiva. Di solito studia bene l'avversario prima di lanciarsi. Adesso però è diverso. Non conosce i nuovi arrivati. Si sta buttando alla cieca, con quello che ha. Non l'avrebbe fatto prima.".

Si voltò a fissare il guerriero berserker negli occhi. "Cosa le hai fatto? ".

La domanda aveva in sé, almeno alle orecchie di Jehn, un non so che di minaccia.

Probabilmente non lo faceva apposta, era l'istinto protettivo di un maestro verso l'allieva prediletta che aveva fatto uscire quell'ultima frase così.

"Assolutamente niente." lo rassicurò Jehn, alzando le spalle.

"In questi giorni non ho potuto proteggerla da vicino, visto che uno - iniziò la conta alzando il pollicione – 'na troll pipistrello l'ha rapita. Due, 'na piratessa l'ha rapita. Io chillo ch'aggia fatto è solo correre per salvarla inutilmente, visto che la ritrovavo sempe fuori pericolo. ".

Il maestro inarcò gli spessi sopracciglioni, stupito dal suo racconto.

" Lo so, nun'a s'acc sta ampresso. – sbuffò Jehn, sentendosi giudicato come un incompetente- non ero preparato a tanta responsabilità, ok?".

" Non è questo. -Spiegò sir Lou, scuotendo forte la testa e con essa la sua fulva chioma- è solo che... Uau. In una settimana ha vissuto già due o tre esperienze... Piuttosto pesanti. Mi sorprende che se la sia cavata.".

"Magari ha veramente tanto culo." Propose Jehn.

"Nono... - mormorò il maestro, osservando coi suoi occhi scuri le mosse della sua principessa- magari davvero c'è una forza più grande di noi che la protegge. Ma di certo lei non se ne sta lì con le mani in mano. Le battaglie che ha cominciato a vivere sulla sua pelle la stanno portando già al cambiamento. Hehe. Impara in fretta non c'è che dire. ".

"Si vede che le mazzate le fanno bene.".

" Infatti... - tirò verso di sé il braccio il Gurubashi, indicando dinnanzi a sé - lo vedi? Anche la decisione di allenarsi con la benda sugli occhi. Sai questo cosa vuol dire?".

Jehn rifletté. "Sta cercando una nuova tecnica.".

"Esatto. Si vuole abituare ad un nuovo metodo. Ma si aggrappa ancora a quello che le ho insegnato.".

A quel punto, Jehna'roh la osservò meglio.

Si accorse che Lort, bendata com'era e in mezzo ai soldati che la accerchiavano circospetti.

Era parecchio concentrata, e sudava molto, nonostante quello fosse solo un momento di gioco.

Jehn ripensò alle macchie di sangue che aveva visto sulla sua maglia.

Chissà quali brutte cose le aveva fatto passare quella piratessa psicopatica sulla sua nave.

Di colpo si irritò.

"Ah, ma nun può pretendere di cambiare tecnica e di impararla subito! N'atu poc manco io ci riesco a farlo! - bloccò quella mezza introduzione di sé con un sospiro- Nun 'o dico ppe cattiveria. È per il suo bene... ".

" Bene, eh? - il Cavaliere si rivolse a lui rialzandosi un sopracciglione- allora lo ammetti. In fondo... Non è così male.".

Il Gurubashi si voltò verso di lui.

Sir Lou sorrideva con aria gongolante.

"Dico per il suo bene solo perché mi fa' na pena...- rispose Jehn, acido- è fuori dal mondo! Sta fuori c'a capa, insomma! Se nun si dà 'na controllata...".

"Certo... una calmata... - aggiunse Lou, lisciandosi gli amati baffoni, guardando di sbieco il troll-... Potresti aiutarla tu a capire, visto che mi pare che gli stai già insegnando come essere un troll.".

"Ah, nun dalle retta! È' 'na scemità!". Disse Jehn, scuotendo la testa.

"Ma lei ci tiene. - gli disse con tono serio il maestro- è proprio per questo che ti volevo tanto raccomandare ...".

Si girò a fissarlo, piegando le sopracciglia "...Di stare attento a quello che le dici. Lei si prende sul serio. Così come prende sul serio il tipo di rapporto che ha stabilito con te. Sei il primo a cui abbia dato il titolo di fratello d'armi. E tu lo pigli sottogamba.".

Il Gurubashi lo fissò con aria guardinga, percependo la minaccia nelle sue parole.

"L'ho allenata come se fosse mia figlia, trasmettendole il mio credo nella Giustizia e nel Bene. Se scopro che la porti sulla cattiva strada e perde la via... ".

Ora i suoi occhi si fecero minacciosi.

"... la prossima volta non sarò io quello steso a terra, a fare un bagno col suo sangue. Chiaro?".

Lo sapeva che dietro quel sorriso amichevole e i suoi modi accoglienti si nascondessero tutt'altre intenzioni pacifiche.

Ma una cosa è pensarlo, un'altra è vederlo! Doveva punirlo.

" BOMBA ASCELLAR!!! " urlò Jehn, menandogli a forza la testa sotto l'ascella.

Il cavaliere cominciò a dimenarsi, insultato da tanto tanfoso oltraggio.

"Sir Capocchiò? Ritirerei chello c'hai ditt, sennò faccio finta che c'è l'hai, ti tagl' sta cap!".

Liberò dalla presa mortale l'umano, che si mise a sputacchiare e a boccheggiare la fresca aria del mattino.

"Zolfo infernale! Come... gasp... Osi? Oddio che orrore! Si sono impregnati i baffi del tuo oleoso, orrido, disgustoso tanfo! Sono tutti unti dal tuo sudore- piagnucolò lui, sentendo ancora la puzza di ascelle sotto il naso .- ma da quanti anni non ti lavi? Avrete pure un limite, poi vi dovrete lavare prima o poi! ".

"Nun avete capito 'na cosa di lei...- continuò Jehn, ignorando i dettagli offensivi sulla sua igiene personale -che lei nun è tipo da farsi portare via dalla sua strada. Nun è accussì scema. Dopo tutto quello che le è successo, dopo chello che l'aggia dit ij, soprattutto... continua a desiderare l'impossibile. ".

Tutto è corruttibile a questo mondo, se non c'è un anima forte.

Lei, con la sua sensibilità, non è forte. Non ancora.

Dentro il Gurubashi stava forse nascendo una minima possibilità, che gli facevano pronunciare quelle parole in sua difesa.

Continuando a pulirsi il muso con una salviettina inumidita al profumo di rose selvatiche, sir Lou seguì prima il suo sguardo rivolto alla ragazza.

Poi tornò a guardare lui. Un sorriso orgoglioso comparve sotto la salvietta.

" Ah... Allora non mi sbagliavo. Ci tieni a lei.".

Stava per buttare di nuovo la sua faccia sotto le ascelle quando accadde un imprevisto.

D'un tratto, uno dei cadetti si decise di attaccarla da dietro con un fendente.

Lort lo percepì e si girò per bloccare il colpo.

Ma accade l'inaspettato: ci mise così tanta forza che spezzò la spada in due, facendo fare un rantolo isterico all'avversario.

Lanciando un urlo furioso, Lort scagliò contro il giovane un fendente.

Lui fortunatamente lo schivò, guidato dalla paura della sua improvvisa ira, e lasciò che la sua lama si conficcasse contro il tronco d'un albero.

Mentre Lort cercava tirare via l'arma, il giovane cadetto la guardò terrorizzato, non essendo abituato ancora a ricevere colpi del genere.

"Che succede? Chi ho colpito? Andrew? Turk?" chiese Lort, sentendo il sussulto partire dalla bocca di tutti e poi il silenzio attorno a sé .

Nessuno si aspettava tanta violenza dall'allegra compagna d'armi.

"Accussì nun va buono." commentò Jehn spazientito.

Si alzò dal suo posto e si avvicinò, chiedendo gentilmente agli altri di lasciarlo passare.

Lort si era liberata dalla presa del tronco, rimettendoci tesa in posizione di attacco.

Il Gurubashi le tolse la fascia dagli occhi.

"Jehn! Che fai? Mi stavo allena-".

"Lort? Nun so che è successo su quella nave, ma ora più che mai usa tutti i tuoi sensi, una volta che ce li hai- le spiegò il Gurubashi- usa la tecnica con cui ti sei sempre difesa fino ad ora. Se ti trovi con quella, scusa?".

La ragazza gettò una sguardo attorno a sé, incrociando i volti confusi dei suoi compagni, e poi tornò a guardare il suo fratello d'armi.

Prima che potesse rispondere, il maestro era già intervenuto:

"Molto bene, ragazzi! Molto bene. Avete visto che grinta la nostra eroina? Ma adesso facciamo pausa, e vediamo come se la cava con un avversario un po' più interessante... - diede una sonora pacca sulla schiena al Gurubashi- ...sir Jehn'naroh!".

La mossa funzionò, fu come se tutti si fossero dimenticati della reazione eccessiva di Lort: si alzarono brusii di assenso tra i giovani cadetti, eccitati di vedere da vicino un troll che combatte.

"Sir?- sibilò il troll, sentendosi nominare con quel suffisso da umani nobili.- veramente io le stavo...".

"Naturalmente sarà un' amichevole.- lo interruppe il maestro, fissandolo con occhi sommessi- controllerò io tutti i falli, darò io il Via e lo Stop, niente colpi alle mani, alla testa... e sotto al petto! Chiaro? Soprattutto sotto al petto!".

Disse quell'ultima frase con più enfasi, per essere sicuro che il cervello della creatura energumena avesse percepito che non doveva assolutamente toccarla lì.

Per Jehn già erano troppe tutte quelle regole, per i troll non ci sono limiti di colpi, insomma!

Ma, perché insisteva tanto su quel punto?

"Oh... beh, certo! A me farebbe piacere!- acconsentì lei, annuendo al suo maestro distrattamente- sì, un amichevole sarebbe interessante. Che ne dici, Jehn?".

"Ehm...- mugugnò il troll, sentendosi osservato da tutti quegli occhietti da poppanti brufolosi. -Beh...".

"Sentito? Ha detto di sì!" esclamò il maestro, spingendolo in mezzo al campo e dandogli una spada di legno.

Il Gurubashi si mise a guardare lo stuzzicadenti formato gigante che gli aveva appena rifilato tra le mani.

"Ma... aggià combattere... con chesta?- chiese - BLAH!".

Infilzò la spada di legno ai piedi del maestro, facendogli fare uno strilletto.

"O la mazza chiodata o niente. Chesto usalo come gratta-culo." grugnì il Gurubashi.

Insomma, dopo tante storie e l'insistenza degli allievi, alla fine fecero così: Jehn'naroh avrebbe potuto usare una mazza chiodata, se Lort usava il Martello di Shirvallah.

E così cominciò la sfida.

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