🔞 Capitolo 19🔞
Siamo tutti a tavola per la cena e la situazione è così imbarazzante da farmi arrossire ogni cinque secondi circa.
Giovanni è al mio fianco mentre Ulisse mi siede di fronte ed alla sua destra naturalmente c'è Ester che di tanto in tanto gli accarezza il petto.
Mio Dio, come vorrei trovarmi al posto di lei.
Non avrei mai dovuto legarmi a un uomo che non mi amava, che non parlava di sé, che non era in grado di darmi nulla di più del suo corpo.
Eppure è successo.
Ed è come se attraverso tutto questo male che sto provando stessi ripagando tutto il male che sto facendo a Giovanni.
"Che piacere conoscerla dopo tutti questi anni, Signor Visconti." asserisce mio padre in un falso sorriso, lo conosco bene, penserà sicuramente che Ulisse è un filantropo narciso e non ha tutti i torti.
"Il piacere è mio..." risponde senza staccare i suoi occhi dai miei. La sfacciataggine di quest'uomo non ha confini.
"Sa, Signor Muñoz sono molto contento che mio figlio abbia trovato una ragazza come Dolores." Giovanni allunga la mano e prende la mia, la stringe forte.
Mi sale un nodo alla gola solo a sentire nominare il mio nome abbinato a quello di Giovanni, proprio da lui.
"Sei molto fortunato, Giovanni." Le sue parole mi colpiscono dritta la cuore.
"È vero." cinguetta Ester ignava di tutto mentre il cuore mi si stringe di pena.
Ma che colpa ho io se mi sono innamorata di suo marito?
"Per noi Dolores è come una figlia." continua Ester mentre il suo viso si piega in una smorfia di piacere.
"Vi ringraziamo di vero cuore." rispondono in coro mia madre e mio padre in maniera così meccanica da sembrare coordinati.
Peccato che la cosa sia più complicata del previsto.
"Bene, adesso è giunto il momento del regalo..." spiega Giovanni mentre balza in piedi dalla sedia. Dalla tasca del suo pantalone sbuca una piccola scatolina, me la porge e io la apro entusiasta.
È una chiave.
"Dolly, amore mio, so che questo è un passo molto importante ma stasera, qui davanti ai nostri genitori sono pronto ad aprire il mio cuore." il mio sguardo cammina verso di lui, si irrigidisce tanto da rimanere a bocca aperta.
"Adesso che hai finito il liceo e ti affaccerai al mondo universitario, avevo pensato beh, che potremmo iniziare una nuova vita, insieme."
Respiro un paio di volte per non svenire, non può essere quello che penso io.
Oh no!
"Dolly vuoi venire a vivere con me? Io e te, il nostro sogno, in un appartamento vicino l'università."
Questa storia ha dell'assurdo.
È del tutto inaudita.
È folle, patologicamente sporca, marcia, turbata da deliri di mostruosità e pazzia.
Dovrei essere felice, schizzare di gioia eppure mi sento uno schifo.
Lo sguardo di Ulisse passa da Giovanni a me più volte.
"Ma tu lo sapevi?" sento Ulisse sussurrare a sua moglie, questo sussurro nell'aria che arriva come un grido nelle mie orecchie.
Rabbrividisco all'istante e rimango in silenzio. Ulisse intanto è posseduto totalmente da chissà quale demone dell'inferno.
Giovanni ha appena disegnato un sorriso ampio sulle sue labbra.
Perché sono così str***** ? Mi odio da sola.
Non avrei mai voluto arrivare a questo.
"Chi tace acconsente, no?"
Mi sento persa, finita, disarmata.
Lo guardo sorpresa, confusa e un po' corrucciata.
"Ah... sì" annuisco mentre mi flagello al pensiero che ho fatto la più grande stupidaggine della mia vita.
"Un applauso a questi ragazzi!" grida Ester battendo le mani e incitando gli altri a fare lo stesso. Mio padre e mia madre sembrano frastornati.
E invece lui...beh,lui no.
I miei occhi incontrano i suoi e mi imbarazza l'intensità del suo sguardo, lui non applaude.
Accetto il bacio di Giovanni che però si protrae più del previsto, sconfinando in un vero e proprio limone.
Oh, no questo bacio è stato decisamente fuori luogo.
"Resta per sempre fra le mie braccia, Dolores." mormora fra i miei capelli.
Ulisse mi guarda e fa un lungo sospiro, stringendo ancora di più la presa sulla tovaglia, sembra proprio che voglia strapparla.
"Papà... aiuterai Dolores a studiare per il test d'ingresso di medicina, vero?"
Giovanni è su di giri. Il nodo che si è formato in gola esplode come una bomba quando i suoi occhi non si staccano dai miei.
Alzo lo sguardo e risollevo il viso e incontro di nuovo le sue pupille nocciola... mi sento morire.
"Oh, Certamente..." biascica Ulisse con voce strozzata. Il suo sguardo si piega in un'espressione così dura da farmi tendere tutti i muscoli del corpo. Mi si gela il sangue nel guardare i suoi occhi, la sua espressione severa.
Intanto Giovanni, accarezza la mia guancia con una mano.
"Tesoro, stanotte vieni a dormire da me? Ho voglia di stare con te."
Chiudo gli occhi per non incrociare quelli di Ulisse.
Non sopporto il suo sguardo, mi vergogno troppo.
Giovanni, con un dito, mi accarezza il labbro inferiore, sento il suo respiro vicinissimo. Cerco di non pensare che quel respiro non ha il profumo della colonia del mio uomo e sorvolo anche sul fatto che non sento svolazzare le farfalle nello stomaco e che non ho neppure i brividi lungo il corpo.
Oddio... ma quell'uomo è suo padre.
Apro gli occhi e noto che lui mi fulmina con lo sguardo. La mascella è contratta e i suoi occhi mi sfidano ripetutamente guardandomi in cagnesco. Lui mi fredda con lo sguardo prima di alzarsi dalla sedia.
"Signori, buonanotte. Chiedo scusa ma domani mattina ho un intervento alle 7 precise, sostituzione della valvola aortica, roba seria. Buon proseguo."
Mi sento così in colpa...
Giovanni mi prende per mano ed è la cosa peggiore che potesse fare.
"Buonanotte Signor Visconti."
Ovviamente le mie parole si disperdono nel vento. Lo sguardo di Ulisse si incupisce ulteriormente mentre con passo veloce, si incammina in direzione dell'uscita.
La sua immagine si fa sempre più distante, più piccola fino a sparire.
Poi...
Le 3.00 di notte.
Ho lo sguardo fisso contro il soffitto, non riesco a dormire perché il mio cuore fa un casino tremendo. Mi volto sul fianco destro e scruto Giovanni dormire, niente non riesco proprio a prendere sonno.
Mi alzo dal materasso e copro il mio corpo nudo con un lenzuolo, tanto sono tutti avvolti tra le braccia di Morfeo.
Così, decido di andare a fumare una sigaretta per annebbiare i pensieri e finalmente, per distendere i nervi. Lo sguardo feroce di Ulisse non mi abbandona e non so come gestirò tutta questa storia.
Quando esco dalla camera, intravedo una luce accesa provenire da una stanza, mi muovo dentro di essa per spegnerla ed evitare bollette salate, anche se la famiglia Visconti non ha di certo questi problemi. Ma seduto dinanzi una scrivania di mogano c'è lui, affascinante e snob, avvolto dal fumo di una sigaretta mentre una vestaglia di seta nera lo circonda.
"Ah, ma sei tu..." sussurro sorpresa.
Lui si stacca da un enorme manuale da dove riesco a leggere solo "Questioni di cuore" e poi alza lo sguardo verso di me.
"Ti dispiace che sia io?"
Chiude gli occhi, è agitato, molto agitato.
"Oh no, assolutamente no."
Inspira forte. Si alza in piedi e procede verso di me chiudendo a chiave la porta. È così vicino da riuscire a sentire il calore del suo respiro. Mi accarezza la pelle mentre pian piano mi sfila il lenzuolo di dosso.
"Sei... nuda. Cristo, oh! Non puoi farmi questo."
Senza che io possa più pensare a nulla mi si avventa contro, schiacciandomi contro la porta.
Sollevo le braccia e tuffo le mani nei suoi capelli.
"Tremavi così fra le braccia di quel ragazzino?" lui siriferisce all'episodio del bacio di questa sera e io mi sento morire. Sbatte, violentemente, un pugno sulla porta accanto al mio viso.
"Ulisse non parlare così: è tuo figlio."
"Non è mio figlio." il suo tono di voce è decisamente imbruttito.
Mi fissa, io resto in silenzio poi sbotto.
"Cosa?!"
"Rispondi alla mia domanda: tremavi così fra le braccia di quel ragazzino?" le sue mani sembrano sul punto di disintegrarsi tanto sono strette a pugno.
"No, Ulisse... Io n-non... Nessuno potrebbe farmi tremare così." sono ipnotizzata da lui e quel particolare appena passato mi sfugge.
"E allora perché gli hai detto di sì ?"
La sua mascella si contrae e i suoi occhi si incupiscono.
"Non lo so, Ulisse credimi, io non lo so."
"Sono furioso per quello che hai fatto..."
Mi fissa imbestialito.
"Sono inca**ato nero!"
Le sue parole mi infiammano.
"Cosa stai confabulando? Toglimi le mani di dosso e allontanati da me. Detesto quando mi tratti così!" lo rimprovero falsamente.
"È questo che vuoi, che mi allontano da te? Io credo di no. Mi vuoi fare impazzire? Io voglio sco****i, senti quanto c'è l'ho duro." mi sussurra lui costringendomi a parlare la sua erezione dura come una pietra centenaria. Poi con una mano si insinua fra le cosce.
"Ahhh, vedi che sei una bugiarda sei così eccitata... Oh, sì, non mi deludi mai..."
Inizia a muovere l'indice dentro di me e io sono quasi già sul punto di venire perché il suo tocco è meraviglioso. Si sfila i pantaloni e rimane nudo davanti a me con una erezione feroce che punta verso l'alto e muore dalla voglia di scoppiare. Esce con le dita e preme il suo se**o duro sulla mia intimità.
"Lo vuoi, eh?" stringe il se**o fra le mani e si insinua fra le mie gambe ma non entra.
"Ulisse, ti prego."
"Supplicami, voglio che mi preghi Dolores."
"Ti prego, Ulisse, ti scongiuro sco**mi."
Ogni volta entra un po' di più, per poi ritrarsi immediatamente, togliendomi almeno 10 anni di vita. Tra le sue braccia divento una bambina indifesa ma allo stesso tempo una porca spregiudicata.
"Sottomettiti a me, Dolores. Fallo e ti sco***ò."
"Oh, non ce la faccio più. Cosa devo fare per sottomettermi a te? Dimmelo..." miagolo disperata.
"Semplice: ci parlerai e gli dirai di no!" ordina.
"Ok lo farò...ma ora, entra dentro di me, ti prego."
La mia è una vera e propria supplica.
"Non mi basta, dimmi che non vivrai con lui!" mormora accarezzando la mia intimità con il membro pulsante.
"Vivrai con lui?"
"Sei crudele."
"Non sai quanto. Allora, vivrai con lui?" ripete, poi si fa strada nella mia carne, ma non del tutto.
"No, no e no! Adesso ti prego, entra dentro di me!" in un attimo affonda dentro di me, ormai sono completamente distesa contro la porta.
"Ahhhhh!" strillo quando mi tocca l'utero e inizia a muoversi duro. Il suo ritmo ad ogni spinta si fa sempre più intenso, fino a farmi piangere per la profondità con la quale scava in me.
"Oh ca**o, perché mi fai impazzire così?" lui spinge così in fondo che temo mi ucciderà.
È devastante.
"Vorresti invece vivere con me?" mormora al mio orecchio.
"Sì..."
Tremo. Sto per avere un orgasmo della cervice, il piacere si irradia in ogni parte del corpo come un'onda potente e avvolgente. Un orgasmo che regala un'estati mai provata prima.
Scettiche? Provatelo, e poi ne riparliamo.
Prima che io possa riprendermi dal tremore del mio corpo in fiamme esce da me, si butta contro la poltroncina del suo studio e mi attira su di sé.
"Sai come? Venendo a studiare a Trento così potrai essermi vicina e compiacere tutte le mie voglie."
Mi siedo a cavalcioni su di lui,
accogliendo la sua erezione con un grido
"Ahhhhh!"
"Sei pazza? Devi tenere questa bocca chiusa!" abbaia lui mentre tappa la bocca con il palmo della sua mano. Questa posizione me lo fa sentire tutto dentro e mi fa gemere sbrizzarita senza pietà.
"Allora non hai capito! Non devi fare uscire nessun suono da questa bo**a."
"Non ci riesco!"
"Ah non ci riesci? Allora adesso ci penso io..." esce da me, lo guardo e gli occhi mi bruciano.
"In ginocchio!"
Eseguo mentre lui mi apre la bocca con una sola mano e in men che non si dica mi conficca la sua erezione fra le labbra.
"Siccome non riesci a tenere questa bocca chiusa, almeno te la faccio usare per bene. Ora succhiamelo!" inizio a muovermi lentamente raccogliendo quel poco di
forza che mi resta, mentre lui punzecchia i seni turgidi e doloranti.
"Oh ragazzina così, sì. Spingi questa testa. Succhiamelo così! Sì sì!"
Poi mi afferra la testa con entrambe le mani conduce abilmente gli affondi. Il suo respiro si fa sempre più affannoso. Chiude gli occhi e io poso le mani sul suo inguine contratto, muscoloso, atletico. Ci muoviamo all'unisono, mentre la mia bocca sbatte sulle pall*.
"Sono brava ad usare questa bocca?" chiedo e lui mi guarda dritto negli occhi e con un gesto profondo si spinge e si blocca dentro di me riversandovi il suo piacere.
"Sei mia, Lolita. Sei la mia bambola e farò di te ciò che voglio."
Un affondo profondo mi toglie il respiro.
"Mia..." Affonda ancora nella mia bocca, poi si blocca.
Mi accascio a terra e lui mi abbraccia stringendomi con dolcezza . Restiamo in silenzio per un lungo momento.
Quando mi accorgo che è ancora in erezione, lo guardo sorpresa. Lui si accorge del mio sguardo stupefatto e accenna un sorriso compiaciuto.
"La tua bellezza è il mio elisir di gioventù" si affretta a spiegare. Sorrido divertita, ma lui rimane serio.
"Mi è mancato tremendamente il mio posto segreto, Lo." la sua voce è bassa e arriva subito al mio cuore.
"Non sai che significato hanno per me le tue parole, dato che hai il grande potere di non far trasparire emozioni e sentimenti."
Il suo sguardo muta. Si acciglia per un istante e poi diventa incredibilmente serio.
"Beh, è una mia caratteristica." deglutisce.
"Una caratteristica capace di farmi molto male"
"Hai ragione Dolores e ti chiedo scusa ma non sai quanto è pesante vivere con la consapevolezza che io ti stia sporcando e... non riuscire a smettere. "ci guardiamo per un lungo momento, nessuno dei due abbassa lo sguardo. Mi stringo di più a lui, che mi accoglie, aprendo ancora di più le braccia e stringendomi forte.
"È per questo che sei sparito?"
"No."
Si blocca, deglutisce ancora, poi inizia a mordicchiarsi gli angoli delle labbra.
"E allora perché?"
Si alza in piedi e resta a fissarmi. Lui comincia a camminare avanti e dietro con il volto serio ma disteso.
"Sono sparito perché tu hai detto di amarmi..." lo guardo con gli occhi sbarrati. "È sbagliato..."
"Non sapevi che sarebbe successo prima o poi?"
"Lo sapevo, certo. Ho sempre visto come mi guardavi ma... ho sempre sperato che..."
Mi sfiora le labbra.
"Cosa? Cosa speravi?"
"Che non ci spingessimo così oltre. Speravo dentro di me che saremo riusciti a fermarci per tempo."
Butta fuori un generoso quantitativo di aria e allunga una mano sul mio viso, mi accarezza.
"E comunque se tu sapessi chi sono realmente , sono sicuro che non mi ameresti."
È come se avesse paura di farmi male.
"Allora raccontami chi sei."
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