🔞 Capitolo 17🔞
Quando la mattina mi sveglio sono molto confusa, la testa è dolorante e sento il cervello spaccato in due. Non ricordo un granché della serata trascorsa e tantomeno rimembro come ho fatto a tornare a casa.
Mi sforzo, ma niente ho solo un lontano ricordo del piacere infinito che ho provato con lui.
Allontano quel pensiero perché non posso iniziare la giornata già eccitata e decido di vestirmi. Mi preparo psicologicamente per affrontare un nuovo giorno di scuola: oggi c'è il compito di filosofia e di Marx non so un granché. Di fretta faccio colazione e do un'occhiata superficiale ai miei appunti: abolizione della proprietà privata, capitalismo, mezzi di produzione... mah!
Intanto, esco di casa con la testa fra le nuvole, fantasticando sul nostro prossimo incontro, sui nostri baci e capisco di aver oltrepassato il limite della zona confort: sono fo**uta!
Mi sono innamorata!
Il suo pensiero mi tormenta, sento il mio sangue scorrere per lui, il mio cuore battere per lui, la mia anima anelare per lui.
La tensione è tanta e non so fino a quanto potrei reggere questa situazione, io ne sono innamorata, ma lui? Lui cosa prova? Lui fa di me ciò che desidera, senza preoccuparsi di quel che provo.
"Dolly..." è la voce di Elena che mi sbuca dalle spalle.
In un primo momento balzo in avanti per la sorpresa poi però cerco di apparire il meno agitata possibile.
"Buongiorno Elena!" la sua presenza mi infastidisce perché il ricordo di ciò che ho visto la sera prima mi ferisce, ma non posso assolutamente arrabbiarmi con la mia migliore amica.
Era ubriaca marcia ed è totalmente all'oscuro di tutto!
Sfaccio il sentimento di gelosia che ho nel corpo e ci avviamo verso scuola. Lei non ricorda nulla, nemmeno dell'episodio con Ulisse e menomale! In primis perché mi vergogno della situazione in sé per sè e poi perché mi avrebbe raccontato i dettagli e avrei faticato a mantenere per me il mio fastidio.
Arriviamo a scuola e devo dire che le sei ore scorrono con una certa rapidità, vuoi per l'agitazione del compito, vuoi per la leggerezza che sento nelle membra... finalmente mi trovo fuori dall'edificio scolastico.
Mi avvio a piedi verso casa, sono sola in quanto oggi Elena andrà a pranzo a casa di suo padre e invece, Giovanni sta studiando, ho le cuffie nelle orecchie e il mio passo è lento.
Lui dove sarà? Cosa farà? Starà lavorando?
Guardo il mio cellulare e i suoi messaggi non ci sono più.
Peccato, non capisco il perché la nostra corrispondenza virtuale si sia interrotta, mi piacerebbe sentirlo anche durante la giornata.
Amareggiata e con gli occhi fissi verso il paesaggio cittadino ripenso a cosa sto facendo, al mio corpo, alla mia mente.
Sto buttando via tutto per un uomo che non mi amerà mai!
Con le mani tremanti stringo il cellulare, la mia mente sembra urlare senza sosta di mettere un punto a questa storia.
Prima che me ne renda conto ho già inviato un messaggio a Ulisse.
"Vorrei vederti..."
D'un tratto sento il clacson di un automobile più volte suonare, mi volto curiosa e...
"Ma che ci fai da queste parti? È pericoloso!" grido sgranando gli occhi sorpresa ma in realtà vederlo mi fa esplodere di euforia. Mi infilo immediatamente nella sua auto e lancio il mio zaino sui sedili posteriori come fosse incandescente, nonostante sia io quella che scotta.
"È pericoloso, hai ragione... ma avevo voglia di vederti."
Perché la sua voce deve essere una tentazione?
Ridacchio nel vedere che nel frattempo ha aperto i bottoni della camicia, sexy è davvero troppo sexy oggi, ha una giacca nera, camicia bianca e non riesco ad intravedere i suoi pantaloni in quanto indossa ancora il camice.
"E anche tu da come vedo... ho appena ricevuto un tuo messaggio..."
Al solo sentire questo tono così roco mi costringo a stringere le gambe. Appena mi volto lo trovo ad un millimetro dalle mie labbra. Sussulto non appena la sua lingua si trova a incatena selvaggiamente alla mia. Geme nella mia bocca, le sue mani scorrono sulla mia pelle come fosse oro prezioso e io sento il cuore esplodere nel petto dopo aver sentito questa sua rivelazione.
Voleva vedermi.
"E se fosse venuto Giovanni a prendermi?"
Chiedo tra le sue labbra.
"Mi sono accertato che fossi sola."
Morde le mie labbra facendomi gemere e alza una mia gamba, insinuandosi tra le mie mutandine. "Mmmh, sei sempre pronta per me, curiosona." butto la testa all'indietro non riuscendo più a controllare i miei gemiti quando lui infila l'indice nella mia intimità grondante.
Avevo appena diciott'anni anni, tanti sogni e fin troppa ingenuità per capire che quel fremito nel basso ventre sarebbe stato l'inizio della mia fine e anche della sua.
"E t-ti piace?"mugolo sentendo la gola in fiamme e la voce roca.
"Mi fa impazzire, ragazzina..."
All' improvviso, si stacca dalla mia intimità e mette in moto l'automobile.
"Adesso basta perché così mi fai venire un infarto mentre guido." i suoi occhi nocciola mi osservano attentamente, riesco a vedere le striature chiare che percorrono le sue iridi, o forse è la luce del primo pomeriggio a darmi questa impressione.
"Dunque, tornando a noi, valutando ciò che mi hai detto ieri notte...." si blocca per un attimo, sembra proprio che stia pensando. "Dolores, forse hai ragione... in fondo sei la fidanzata di mio figlio e ..."
Tamburella le dita sul volante mentre il calore delle sue dita riesce a passare attraverso il tessuto dei miei pantaloni.
"E...?"
"Ti piacerebbe pranzare con me?"
"Oh sì, ma dove? È pericoloso."
"Basta dire questa parola,l'hai già detta troppe volte per oggi." volta il capo verso di me e mi regala uno di quegli occhiolini capaci di farti svenire.
Io che sognavo l'amore, il romanticismo, un uomo da favola... proprio io ho scelto il peccato e me ne sono innamorata, ho fatto un patto con il diavolo, ed ora la mia anima e il mio corpo gli appartengono.
Dopo qualche minuto, ci troviamo a fare un pranzo nella camera n.115 dell'hotel Maya, luogo del nostro primo incontro di perdizione, al buio senza sapere chi fossimo rispettivamente.
"Da quanto tempo sei fidanzata con mio figlio?" mi chiede e stranamente questa volta la sua voce non è né piatta nè bassa, semplicemente intensa.
La domanda è davvero molto molto imbarazzante.
"Uhm, circa cinque anni, o poco più."mormoro sentendo il freddo di questo momento avvolgere delicatamente il mio corpo.
"Ah... pronti per convolare a nozze." dinanzi a quella freddura il cuore batte ad un ritmo indomabile e le gambe mi tremano per la vergogna.
"E tu da quanto tempo sei sposato?"
"Indovina."ha le maniche della camicia arrotolate fino ai polsi e mi guarda malizioso mentre mi versa del vino.
"15 anni?"
"Ci sei quasi..."
"20?"
"Brava."
"E quali problemi hai con Ester? È un angelo, quella donna."
Silenzio.
"Ester non ha nulla che non va..." Questa intuizione dovrebbe ancora una volta frenarmi.
"Il problema sono io..."
"Vorrei che fossi più chiaro."
"Dolores, sei troppo giovane per capire certi meccanismi. E Giovanni invece, cos'ha che non va?" continua.
"Sei troppo vecchio per capire certi meccanismi." sono saccente e a quanto pare a lui piace perché accenna un sorriso.
"Touchè. Anche se sei a tutti gli effetti una bambina in confronto a me, non credi?"
"Quanti anni hai?"
"Io 48. E tu 18 e non di certo 20." prende di nuovo parola e sottolinea la mia piccola bugia virtuale mentre afferra con la forchetta un raviolo.
"Beh, sai nemmeno tu sia biondo e con gli occhi verdi..." controbatto io.
Si schiarisce la voce.
"No, ma sono molto meglio... non trovi?" il suo sguardo si solleva verso di me e mi congela, uno sguardo che grida solo se**o ed erotismo, uno sguardo che mi fa capire che vuole assaggiare di nuovo la mia pelle.
"E perché sei entrato in quella chat, esattamente?" chiedo domando mordendomi il labbro inferiore sul quale c'è solo l'ombra del rossetto che portavo fino a poco fa.
"Per gli stessi motivi tuoi..." deglutisco.
"Era la prima volta?"
Lui si blocca, mi guarda dritto negli occhi per poi scuotere la testa.
"Ah no?"
"No."
"E perché ?"
Lui non risponde e il respiro mi si blocca in gola quando la sua mano ondeggia lentamente sulle mie gambe.
Continua a fissarmi dritto negli occhi mentre le sue dita si posizionano nella mia bocca, questa volta stringo le labbra intorno ad esse con la voglia di farlo impazzire.
"Mi vuoi?" mi chiede non rispondendo alla mia domanda e cambiando discorso.
Quando si alza in piedi e si posiziona alle mie spalle ho un sussulto nel sentire la sua erezione premere contro la mia schiena.
"Sì, ma prima vorrei conoscere i motivi che ti spingono ad essere qui..."
Lui sospira.
"Oltre il se**o, naturalmente..." a quella mia affermazione segue un sospiro più intenso.
"Allora..." si blocca mentre si siede nuovamente di fronte a me.
"Ester ed io ci siamo sposati a 20 anni quando io ero ancora un giovane studente di medicina, perché aspettavamo Giovanni."
Ascolto attentamente le sue parole.
"Beh, non ti nego che... a quei tempi sposare una donna incinta era un format da seguire quasi per forza. E sono stato costretto sia dai miei genitori che dai suoi... pensa che agonia farsi comandare per un tipo come me."
Sento che questo racconto non mi piacerà nemmeno un po'.
"Gli anni passavano, Giovanni cresceva nonostante la frustrazione del matrimonio cominciava a farsi sentire. Combattevo la mia esistenza ordinaria con la mia carriera... e quando sono diventato primario, wow, mi sentivo invincibile..."
Ingoio il nodo in gola e cerco il suo sguardo perso nel vuoto.
"Ma non era così... tutto è precipitato: Ester si è ammalata di tumore, ha rischiato la vita però almeno è riuscita a combattere ed è ancora qui con noi. Ma sai, questo ha decretato la fine della nostra intimità, penso davvero che l'ultima volta che ho fatto l'amore con mia moglie sia stata quando abbiamo concepito Giovanni, a momenti..."
Sento le gambe pesanti e il corpo cosparso di brividi.
Lui si blocca perché nota la mia espressione contradetta: aveva ragione, sono decisamente troppo piccola per capire certi meccanismi.
"Con questo non mi sto giustificando."
"Ti sei mai innamorato" chiedo di getto.
Silenzio.
"Dolores, scusami... ti sento vicina e solidale con me ma... non mi sento ancora pronto per parlare di questo..."
Lui si blocca per un istante.
"Spero tu capisca."
Annuisco.
"Comunque, come penso tu sappia Ester, attualmente ha avuto una recidiva e io... voglio starle vicino."
"E quindi mi stai dicendo che non la lasceresti?"
"Esattamente, per nessun motivo al mondo!"
Tremo come una foglia al gelo, il freddo di quella affermaIone penetra nelle mie ossa.
Ma cosa accidenti mi aspettavo da un uomo sposato? Che scapasse via con me?
Scema!
Sono davvero patetica e mi sento in colpa per quello che sto facendo alla povera Ester.
"Quindi sarà solo se**o fra noi?" chiedo tremendamente e triste.
"Beh..." tentenna lui e un forte rumore squarcia l'aria, il mio cuore sembra essersi fermato.
"Cerca di essere obiettiva, Dolores. Io con molta probabilità ho la stessa età di tuo padre. Voglio dire, non può esserci un fut-" i suoi occhi vacillano per qualche istante sul mio corpo e blocca la frase perché si rende conto che la mia malinconia è tatuata nel mio sguardo.
Si alza in piedi e procede verso di me.
"Ma nulla ci vieta di vivere il presente..." con il leggero accenno di barba mi solletica l'orecchio.
E mi sto lasciando spogliare senza opporre resistenza.
Ero gelatina nelle sue mani, argilla per i suoi desideri, marmo per la sua se**ualità ma... plastilina per il suo cuore.
Si ferma per un attimo prima di liberarsi della camicia che lascia cadere sulla moquette. Si slaccia i pantaloni e, piuttosto velocemente, se ne libera, fa così anche per le mutande.
Il mio sguardo ricade, inevitabilmente, sulla sua erezione.
È eccitato, proprio come lo sono io.
Nonostante mi abbia detto che per lui io sono solo se**o, io comunque lo desidero.
"Sei sempre più curiosa, non è vero?"
Nei suoi occhi una scandalosa depravazione che mi inghiotte e mi consuma.
Si spinge contro di me e sento la sua eccitazione premere contro la mia coscia.
"Mi fa impazzire, ragazzina..."
Sento la sua erezione premermi contro e l'eccitazione non fa che aumentare.
"Apri le gambe, dai." ordina e io eseguo.
Scende con la bocca fra le cosce fino ad arrivare all'ingresso della vagina e poi risale.
"Oh, Dottore, mi stai facendo impazzire."
Mi dimeno mentre la sua lingua è su di me. Lecca minuziosamente tutto il mio corpo facendomi scoprire il paradiso.
"Oh, Dottore." ansimo, gemo e urlo.
Quando con la lingua inizia ad accarezzare la mia vagina, esalo il mio ultimo sospiro.
Mi lecca lentamente, lussuriosamente, in maniera perfetta.
È la prima volta che qualcuno mi lecca, proprio lì... afferro i suoi capelli e sento la sua fronte sudata, bollente, ardente.
Sto impazzendo.
Sto per venire quando d'improvviso lui entra dentro di me con una forza inaudita, facendomi ansimare come non mai. Il dolore che sento a causa della penetrazione mi soddisfa e mi appaga.
"Mi sento assetato da te e voglio fo**erti in tutti i modi possibili."
Mi morde il collo e spinge sempre più forte. Mi possiede con violenza e sferra i suoi colpi senza risparmiarsi stringendomi con le sue grandi mani il cu** talmente forte da lasciarmi dei lividi.
"Oddio, Dottore! Più veloce!"
"Lo vuoi forte? Vuoi che ti sfondi? Ora ti faccio vedere io, puttan****."
Inizia a ondulare il sedere toccandomi punti sconosciuti e io esplodo in un orgasmo così intenso che mi annienta. Lui però, continua a possedermi e poco dopo sento montare un nuovo orgasmo.
"Porca, sei una grandissima porca quando vieni. Dimmi che sei la mia putt****. Dimmelo!"
Sono talmente eccitata che questo suo modo di parlare sporco mi induce a farmi muovere il mio fondoschiena contro il suo pene.
"Sì, sono la tua put*****a dottore, e ora spingi ancor più forte. Ti prego."
Godo, godo come non ho mai goduto prima d'ora e lui mi segue, gemendo e godendo dentro di me. Si ferma, mi stringo al suo corpo.
Respiro la sua essenza, respiro il profumo di se**o e perversione della sua pelle e della mia.
"Oh, io ti amo, Ulisse..." sussurro aprendo il mio cuore e maledicendomi il secondo dopo.
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