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Hongjoong
23 marzo 2021
«TANTI AUGURI!»
Furono queste le prime parole che si udirono nella mia stanza quella mattina. Infatti, su mia decisioni, tutti noi c'eravamo riuniti in camera mia e di Yunho per augurargli buon compleanno. Nessuno di noi si era curato dei problemi che c'erano al momento: la situazione ancora non risolta tra Wooyoung e Yeosang, quella tra San e Wooyoung e quella tra Seonghwa e Frannie passarono in secondo piano. Mi ero accurato che nessuno rovinasse la mattinata al mio migliore amico e loro avevano promesso che non avrebbero causato problemi.
Yunho saltò sul letto, non aspettandosi quelle urla, e si svegliò di soprassalto guardandoci uno ad uno. Nonostante tutto lui era gentile con tutti, perciò non c'era motivo che qualcuno di noi non si presentasse.
«Mi avete fatto prendere un colpo!»disse portandosi una mano sul petto e sorridendo. San fu il primo a farsi avanti ed andargli incontro seguito poi da Yeosang, il quale si mise sulle sue gambe e lo abbracciò amichevolmente. Yunho alzò lo sguardo, sicuramente in imbarazzo, e fece scorrere gli occhi su ognuno di noi. Fu poi la mia volta ad avvicinarmi a lui insieme a Jongho ed entrambi gli cingemmo le spalle con le braccia, sedendoci poi sul suo letto mentre il biondo si alzava per lasciare spazio a noi altri.
«Buon compleanno.»mormorò il mio ragazzo chinandosi poi per baciargli le guance; nonostante quei due avessero avuto un momento piuttosto intimo non mi creavano problemi quei generi di interazione, ciò significava che non ero affatto geloso. Poi si fecero avanti Christina e Wooyoung per augurargli buon compleanno, seguiti poi da Frannie che gli strizzó le guance già rosse per la dormita. L'ultimo che gli fece gli auguri fu Mingi, il quale si avvicinò e gli prese la testa tra le sue mani per poi avvicinarselo per stampargli un bacio sulla guancia e dirgli qualcosa all'orecchio facendolo arrossire. Mi domandai da quanto tempo quei due fossero cosí intimi ma non potei fare a meno di sorridere per il mio migliore amico.
«Grazie ragazzi, siete stati davvero gentili.»disse poi lui alzandosi in piedi.
Purtroppo quel giorno cadeva di martedí e non potevamo fare assenza per tutte le lezioni (eccetto che per le ragazze che ormai era ovvio avessero saltato scuola). Perciò dopo alcuni minuti tutti uscirono dalla stanza lasciando me e Yunho da soli. Sapevo che Christina sarebbe rimasta al campus e sarebbe andata in camera di Wooyoung, perciò Frannie sarebbe rimasta da sola. E potevo scommettere tutto quello che avevo che Seonghwa avrebbe voluto parlarle facendola innervosire.
Non persi tempo perciò a vestirmi in fretta per uscire dalla camera e correre dietro al gruppo che stava lasciando l'edificio.
«Frannie!»urlai, facendo girare tutti quanti. Seonghwa mi guardò con un'aria totalmente confusa ma io non ricambiai l'occhiata andando poi incontro al piccolo gruppo. La ragazza in questione si voltò e aggrottò le sopracciglia quando capì chi fosse stato a chiamarla. Abbassò la testa, probabilmente per non incontrare lo sguardo del mio ragazzo, e poi ripercorse i suoi stessi passi venendo da me.
«Che succede?»mi chiese lei una volta che fummo uno di fronte all'altra. Mi guardò negli occhi per cercare una risposta a quella sua domanda e io non potei evitare di avvertire una strana sensazione nel mio stomaco. Sbattei gli occhi più volte e poi li distolsi per evitare di risentire quel "dolore".
«Vorrei parlarti. In privato.»le risposi guardando dietro le sue spalle per vedere se qualcuno ci stesse ascoltando ma ormai gli altri erano troppo lontani anche per sentire le nostre voci.
«Se vuoi parlarmi di Seonghwa...»ma non lasciai che terminasse la frase perché le afferrai le spalle e gliele strinsi, tenendo però gli occhi bassi.
«Voglio solo farti capire che le sue intenzioni sono serie. Vuole parlarti e vuole farti capire che lui a te ci tiene veramente.»le spiegai facendo vagare gli occhi per la stanza.
«Ci tiene talmente tanto che quando lo ha scoperto è scappato dalla gioia, non è così?»mu chiese ironicamente cercando di scostarsi da me ma la mia presa si fece piú ferrea, stando però attento a non farle male.
«Senti, non puoi pretendere che ti sarebbe saltato addosso e ti avrebbe abbracciato dicendoti cose bellissime, no? Ha reagito, in maniera sbagliata, ma ormai quello che è fatto è fatto. Vuoi evitarlo per tutta la vita?»le dissi iniziando a perdere la pazienza. Non avevamo parlato per molto ma il suo comportamento aveva iniziato ad infastidirmi.
«Si se sarà necessario.»rispose soltanto dandomi uno strattone e facendomi cadere le braccia per il corpo. Quando iniziò a camminare verso la direzione dove stava andando prima capii che avrei lasciato perdere. Più che parlarle io non potevo fare nulla.
Yunho
23 marzo 2021
Quando finii di prepararmi quella sera mi guardai allo specchio e sorrisi. Da tanto non mi sentivo in quel modo: felice. Era da molto tempo che non avevo questo genere di rapporto con una persona e averlo di nuovo mi rendeva...strano. Non sapevo se mi andasse bene o meno, se ne fossi contento o no. Il fatto era che Mingi era diverso dai ragazzi con cui mi ero relazionato fino a quel momento: ero stato solo con persone troppo prese da sè stessi da dimenticarsi di me e purtroppo io sono sempre stato il genere di ragazzo troppo premuroso e gentile. E permissivo. Strano che nessuno mi avesse mai tradito.
Ebbi a malapena il tempo di postare la foto che sentii bussare alla mia porta. Mi diedi un'ultima occhiata per poi andare ad aprire al ragazzo che mi aveva chiesto di uscire proprio quella sera e...wow. Ero senza parole. Non capivo come avessi potuto essere in grado di andare diretto a letto con Seonghwa, a quella famosa festa, senza nemmeno degnare di un'occhiata Mingi.
«Hey.»lo salutai io e lui si sporse verso di me per lasciarmi un bacio sulla guancia come aveva fatto quella mattina davanti ai nostri amici. Io arrossii non sapendo come ricambiare quel gesto di affetto e poi uscii dalla camera chiudendo a chiave la porta dietro di me: Hongjoong probabilmente avrebbe dormito da Seonghwa perciò non c'era pericolo.
Andammo diretti verso l'uscita del dormitorio e poi verso i parcheggi, dove entrammo subito nella mia auto.
«Facciamo così: io ti dico dove andare e tu obbedisci e basta, ok?»mi disse lui dopo che io gli ebbi chiesto dove voleva andare. Probabilmente sarebbe stato meglio se avesse guidato lui ma non sapevo se avesse fumato qualcosa prima di vederci, perciò preferivo che guidassi io.
Il tragittò durò comunque meno di cinque minuti: mi portò di fronte ad una discoteca.
«Davvero? È qui che vuoi festeggiare il mio compleanno?»gli domandai io sorridendo per poi scendere dall'auto. Lui fece lo stesso e con un'alzata di spalle mi raggiunse, avviandosi poi verso l'entrata.
«Non c'è luogo migliore dove festeggiare, no? E poi, non so, è che le discoteche significano molto per me: è in una discoteca che i miei genitori si sono conosciuti.»mi spiegò lui. Arrivammo davanti ai buttafuori i quali, dopo che Mingi gli mostrò dei biglietti, probabilmente delle prevendite, ci lasciarono passare e saltare l'intera fila dietro di noi.
«Davvero? Erano venuti a ballare?»gli chiesi una volta dentro l'edificio. Il solito odore di alcol misto al fumo mi entrò nelle narici lasciando che arrivasse dritto al cervello: erano mesi ormai che non andavo a ballare e tornarci con lui non so, mi metteva ansia ma allo stesso tempo eccitazione.
«No, mia madre era una ballerina qui e mio padre lavorava dietro al banco dei drink.»aggiunse lui una volta giunti davanti alla pista. C'era un tavolino con un divanetto proprio di fronte e, quando lui andò a sedercisi, capii che aveva prenotato tutto per noi due. Ovviamente non mancava una bottiglia di spumante ancora fresca sopra il legno del tavolo.
«Hai fatto tutto tu?»gli chiesi poi sedendomi al suo fianco mentre lui prendeva due bicchierini e iniziava a versarsi da bere. Fece lo stesso per entrambi e poi me ne passò uno facendoli scontrare con un sonoro clink.
«Ai tuoi 22 anni!»mi disse ignorando la domanda e portandosi il vetro alle labbra. Io feci lo stesso sentendomi poi in imbarazzo quando lui finì il liquido in un attimo mentre io ci misi nettamente più tempo. Non potei fare a meno di chiedermi come facesse ad essere così svelto ad ingoiare un qualcosa di così...caldo.
«Sembri a tuo agio in quest'ambiente.»gli feci notare io indicando prima lui e poi intorno a noi. Fu una domanda innocente, non volevo di certo dargli dell'ubriacone, e fui felice che non fraintese.
«Beh, diciamo che sono abituato. Nella mia città faccio serata praticamente tutti i giorni in estate.»mi rispose e io ne fui sorpreso: sapevo che era un ragazzo molto libertino, ma non sapevo fino a che punto.
«E i tuoi genitori che ne pensano?»gli domandai alzando un po' la voce per farmi sentire ricordandomi quello che mi aveva detto poco prima: di certo non erano infastiditi da ciò, dato che anche loro avevano lavorato in un luogo del genere.
«Beh, mia madre non credo sappia della mia vita, dato che è troppo impegnata nel lavoro. Mentre mio padre...beh, non lo vedo da un po', in realtà.»confessò con un'alzata di spalle e versandosi un altro bicchiere di quella bottiglia che, onestamente, era deliziosa.
«Ah si? Che lavoro fa?»gli chiesi curioso. Sapevo di poter sembrare un po' troppo invadente ma mi attirava e volevo sapere tutto di lui.
«È in prigione.»confessò soltanto e io rimasi di stucco. Pensavo facesse uno di quei lavori internazionali, non che fosse in carcere, dannazione!
«Oh. Mi dispiace...»dissi e lasciai la frase in sospeso sapendo perfettamente che non l'avrei mai terminata.
«Non esserlo. È meglio così, fidati. Certe volte mi convinco che vivere con i miei nonni sia meglio di due genitori. Perciò sta tranquillo.»cercò di rassicurarmi lui sporgendosi verso di me per farsi sentire da sopra la musica. Allora io non potei fare altro che aspettare finisse di bere la sua bevanda e poi gli presi le mani con le mie, alzandomi ed invitando lui a fare lo stesso.
Non dissi nulla, solo lo trascinai verso la sala da ballo dove la musica era concentrata e dove ragazzi si strusciavano gli uni con gli altri. Notai sin da subito le occhiate di alcune ragazze e ragazzi posarsi su Mingi ma cercai di reprimere il più possibile il leggero fastidio che si veniva a creare dentro di me: dopotutto cosa potevo dirgli? Non era di certo colpa sua essere bello.
Perciò, l'unica cosa che potei fare, fu circondargli timidamente il collo con le braccia e spingendolo più vicino al mio corpo. Lui si irrigidì inizialmente, probabilmente non aspettandosi nessuno di quei gesti, ma poi mi posò le mani sui miei fianchi da cui partirono dei brividi che si cosparsero su tutto il mio corpo.
«Balliamo, ok?»gli dissi poi avvicinando la bocca al duo orecchio r sfiorandolo con le labbra per sbaglio, per fare in modo che mi sentisse. Lui annuì soltanto, stringendo la presa sui miei fianchi quando poggiai il mento sulla sua spalla. Non mi sembrava vero: tutto quello stava davvero succedendo a me.
Ci muovevamo lentamente, lasciando che i nostri corpi di toccassero per sbaglio e irrigidendoci ogni volta che accadeva, come se fosse la prima volta.
Passammo il resto del mio compleanno in quel modo e, una volta scattata la mezzanotte, tornammo al nostro tavolino a parlare del più e del meno.
Non potei evitare però che le nostre mani si separassero dalla pelle dell'altro, perciò lui mi prese una delle mie tra le sue portandosela su una gamba mentre eravamo assorti in un discorso su qualche stupidaggine che ovviamente non stavo ascoltando dato che avevo appena iniziato a far caso alle sensazioni e alle emozioni che quel ragazzo mi faceva sentire.
👇🏻Spazio autrice!👇🏻
Per questo capitolo ho da dire soltanto YUNGI YUNGI YUNGI YUNGI YUNGI AAAAAAA li amo ok ciao scusate, spero piacciano anche a voi🥺
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