•7•
Hongjoong
19 settembre 2020
Non avevo mai saltato una lezione. Seriamente, non ne avevo mai saltata nemmeno una. E quella mattina, mentre correvo, mi resi conto che probabilmente quella sarebbe stata la prima volta che ne saltavo una da quando avevo iniziato l'università a quella parte.
«Inizia a correre, altrimenti non arriverai a lezione.»mormorò Yunho dall'alto del letto a castello. La nostra stanza aveva due letti a castello a due piazze ognuno dato che quell'anno, prima di iscriverci, sia noi due che San e Jongho avevamo segnato tutti e quattro i nostri nomi per le nostre camere così che ognuno di noi avrebbe avuto più spazio e pagando comunque ugualmente, dato che le camere erano tutte le stesse. Nessuno se ne era nemmeno reso conto dato che Appartenevamo a due stabilimenti diversi. Yeosang quell'anno era capitato in una confraternita dove anche lì aveva comunque un coinquilino dato che non voleva spendere troppo (e a quanto pare nemmeno il suo coinquilino).
«Porca puttana!»iniziai a gridare cercando la mia borsa in uno degli armadietti posto sotto al mio letto a castello. Infatti entrambi avevamo tolto il letto di sotto e avevamo messo degli armadietti e magari un comodino così da poter occupare più spazio.
«Questo è perchè non hai ancora messo in ordine la tua roba dopo quasi venti giorni qui! Dovremmo chiamare Yeosang per riordinare tutto...»iniziò a dire lui e io mi guardai l'orologio svelto.
Avevo perso la lezione ormai. Era iniziata da troppo. Fare un ritardo di dieci minuti era ok, ma di mezz'ora era fin troppo.
«Mi farò passare gli appunti da qualcuno.»sussurrai buttando la borsa che ero appena riuscito a trovare per terra per poi tirarmi i capelli biondi con le mani.
«Dove stai andando?»mi domandò Yunho mentre i miei piedi agivano di loro spontanea volontà e si incamminavano verso l'uscita della stanza.
«Non lo so, non voglio stare qui. Ho bisogno di un cambiamento.»spiegai prendendo la mia chiave e uscendo per poi chiudermi la porta dietro le spalle. Non sapevo se Yunho avrebbe avuto qualche lezione, perciò non chiusi a chiave e iniziai a dirigermi verso l'uscita dello stabilimento. Scesi i gradini e mi ritrovai davanti alla caffetteria dell'università dove molti ragazzi stavano facendo colazione insieme ai propri amici ma solo uno attirò la mia attenzione.
«Scusa!»richiamai la sua attenzione avvicinandomi a lui, che nel frattempo teneva in mano la mappa del campus. Probabilmente era del primo anno
«Posso dargli un'occhiata?»chiesi indicando la mappa e lui annuì passandomela. Si grattò la nuca imbarazzato mentre io cercavo il posto che mi serviva su quel pezzo di carta. Quando lo trovai lo ringraziai e me ne tornai sui miei passi, diretto stavolta in una meta precisa.
Camminai un po' fuori dal campus universitario prima di arrivare davanti alla vetrina del parrucchiere. Avevo bisogno di un cambiamento, quell'anno più che mai. Non so perché ma sentivo che qualcosa sarebbe andato storto, non so bene cosa ma avevo questa sensazione e il fatto che avevo saltato per la prima volta una lezione mi ci faceva pensare molto di più.
Entrai e all'interno c'era un barbiere indaffarato su un altro ragazzo probabilmente della mia età e una ragazza dietro al bancone. Appena mi vide mi si avvicinò con la sua chioma rosa e il suo sguardo cadde inevitabilmente sui miei capelli ormai orribili: quel bianco che mi ero fatto era ormai sparito e ne era rimasto un biondo con almeno 10 cm di ricrescita.
«Ciao! Cosa posso fare per te?»mi domandò gentile lei e io le sorrisi imbarazzato. Non avevo mai cambiato colore di capelli all'università e temevo non sarebbe venuto nulla di buono.
«Ciao, vorrei cambiare colore di capelli. Ormai quello vecchio non c'è più.»le dissi indicando la mia testa.
«Hai idea di che colore farti?»mi chiese e io decisi praticamente sul momento. Avevo già portato un colore simile e mi era stato davvero bene. Potevo rifarlo, magari renderlo un po' più acceso. Qualcosa che rispecchi cosa vorrei quest'anno. Il cambiamento che volevo doveva cambiare me stesso. Volevo cambiare, volevo aprirmi un po'. Non potevo essere il cucciolo solitario di turno per sempre.
«Si. Lo so già.»dissi sicuro di me stesso e lei mi sorrise mostrandomi tutti i denti.
«Bene, allora accomodati accanto all'altro ragazzo. Arrivo subito!»mi disse sparendo con quei colori simili ad una gomma da masticare mentre io mi sedevo accanto a quel ragazzo. Potevo vedere benissimo i capelli rossi sul pavimento, mentre la sua testa veniva ricoperta da una tinta chiara, probabilmente di un biondo.
Yunho
19 settembre 2020
Hongjoong poi non era più tornato e io ero andato a lezione come al solito. Il pomeriggio non avevo avuto molte cose da fare perciò avevo raggiunto Yeosang in biblioteca dove stava studiando, come al solito ovviamente. Non parlammo molto dato che, appunto, eravamo in biblioteca e non si poteva parlare lí. Ci scambiammo solo alcune parole riferendosi alle pagine che stavamo studiando ma niente di più.
Quando torno in camera vedo che Hongjoong sta dormendo nel suo letto. Mi da le spalle e come al solito non riesco a vederlo dato che si copre completamente lasciando dello spazio solo al suo naso per respirare. Decido quindi di andare a farmi una doccia nel piccolo bagno che abbiamo nella nostra stanza. Lascio che il calore del vapore invada l'abitacolo e mi immergo nella nuvola che si è venuta a creare. Anche se so che Hongjoong preferisce un ambiente caldo e che questo calore invaderà la nostra camera mantengo questa temperatura mentre mi infilo nella nostra doccia. Mi insapono il corpo e i capelli scuri e in poco tempo riesco ad uscire dalla doccia. Ci metto poco ad asciugarmi i capelli e ancora meno per il corpo. Mi guardo allo specchio per un po' e noto alcuni miei difetti. Non sono mai stato molto sicuro di me stesso nonostante abbia sempre avuto un carattere aperto e una famiglia affettuosa che ha sostenuto tutte le mie decisioni, compresa quella del mio orientamento sessuale. Già, sono gay.
In quell'esatto momento, mentre iniziavo a vestirmi, sentii una notifica al mio telefono e, nella stanza accanto, arrivo anche ad Hongjoong nello stesso momento.
«Hongjoong!»urlai mentre uscivo dal bagno con dei vestiti puliti a dosso e tornando in camera.
Lui non si era mosso dal letto se non per prendersi uno dei suoi cappelli e metterselo in testa, nascondendomi completamente i suoi capelli.
«Che c'è?»mi domandò poi scontroso lui non guardandomi nemmeno. Che diavolo aveva oggi?
«Perchè non vieni, cosa ti è successo?»gli chiesi utilizzando lo stesso tono.
«Nulla, solo che sono stanco e sto ancora rosicando per questa mattina. Tutto qui. Ora te ne vai?»disse lui sbuffando subito dopo.
Mi faceva saltare i nervi quando faceva cosí e purtroppo lo faceva molto spesso.
«Va bene, ho capito. Rimani solo, come sempre del resto.»dissi prendendo le chiavi della camera e uscendo mentre lo sentivo gridare il mio nome probabilmente per farmi tornare dentro.
Scesi le scale e arrivai davanti alla caffetteria dove già c'era Yeosang ad aspettarmi.
«Hey, cosa è successo al tuo compagno di stanza?»mi chiese appena mi vide dopo avermi salutato con un abbraccio, come era nostro solito fare.
«Gli rode il culo. Non mi sorprende del resto. Vorrei solo capire il motivo.»dissi passandomi una mano tra i capelli con fare nervoso.
«Non te lo dirà facilmente.»disse la voce di San dietro di me, mentre scendeva dalle scale del suo stabilimento con un borsone da calcio. Probabilmente Era di Jongho e doveva portarglielo.
«Poco ma sicuro.»rispose Yeosang al posto mio e io annuii, mentre vedevo il più piccolo arrivare verso di noi in pantaloncini e maglietta della sua divisa da calcio bagnata dal sudore dei suoi capelli e della sua pelle.
«Mi faccio la doccia e arrivo, ci metto un attimo.»disse senza nemmeno salutare e infilandosi nel bagno comune per fare prima.
«Non ci metterà un attimo, è davvero lento.»ribattè San passandosi una mano sul viso.
Ci mise mezz'ora prima di riapparire e a quel punto, dopo alcuni nostri commenti riguardo la durata di quella doccia, riuscimmo a dirigerci al ristorante più vicino al campus.
Serviva prevalentemente carne e infatti tutti e quattro quella sera prendemmo delle bistecche e delle costolette per rifarci il palato.
Yeosang accanto a me non mangiò moltissimo balbettando roba riguardo una dieta che stava intraprendendo per uno studio ma quello che lasciò finí diretto nella bocca di Jongho, affamato più che mai.
«Facciamo una foto!»dissi e San alzó lo sguardo verso di me come a dire "ma sei pazzo?". Probabilmente per la sua bocca sporca di salsa barbecue.
Anche Yeosang, timido come sempre, non volle fare una foto e alla fine rimanemmo io e il più piccolo a farci quella dannata foto.
«Che palle voi due, per una volta che volevo farmi una foto.»borbottò Jongho. Infatti lui la maggior parte delle foto erano quelle fatte sul campo da calcio.
«Questa la posto!»dissi dopo aver scattato una decina di foto, dato che nessuno riusciva a soddisfarci.
«No aspetta, questa no! Ti prego...»ma ormai era già su instagram.
👇🏻Spazio autrice👇🏻
Sono in un paesino sperduto nel nulla, ringrazio il cielo che io sia riuscita ad aggiornare🙄
Probabile che infatti abbia dovuto postare più volte la parte, se vi sono arrivate tante notifiche il motivo è quello.
Alla prossima!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top