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Hongjoong
4 marzo 2021
Quel giorno quando terminai l'ultima ora della giornata, uscii dall'aula e non mi diressi come mio solito da ormai molto verso la confraternita ma andai verso la caffetteria, dove molti dei miei amici avevano preso l'abitudine ad andare. Dall'ultima festa alcuni di noi si erano uniti: Mingi aveva iniziato a stare tranquillamente col mio gruppo, spesso trovavo San a giocare nella sua stanza mentre io ero con Seonghwa che, anche lui, aveva legato anche con i miei amici oltre che con me.
Il nostro legame non era ben definito, nessuno dei due aveva mai chiamato l'altro "amico" o "fidanzato" e per il momento quella cosa non dava fastidio a nessuno dei due, nonostante le cose fossero ben avanzate. Anche noi avevamo preso a passare quasi tutti i pomeriggi insieme e, ora che eravamo fuori dal mese di esami, avremmo potuto stare anche più tempo l'uno con l'altro.
Quel giorno però fu differente: suo padre era tornato in città. Non aveva alcun rapporto con lui da anni ed era ripiombato a casa sua per sistemare le cose, o almeno così mi aveva detto. Non avevo voluto fargli domande per non apparire invadente ma sapevo bene che quella situazione lo turbava. Come dargli torto? Suo ladre aveva abbandonato lui e la moglie dopo averle messo le corna con un'altra. Anche se legalmente i due erano ancora sposati, lui non c'era quasi mai da quel che ricordava Seonghwa, dato che ormai non viveva più con loro. Mi aveva detto che aveva una casa in affitto e che un suo amico lo aiutava dall'esterno con i soldi e il resto delle trattative del piccolo appartamento. Avevo visto delle foto e non era nulla di che, ma per un ragazzo solo era più che sufficiente.
Una parte di me stesso non potè evitare di immaginare me e lui a viverci insieme.
«Hongjoong!»fu la voce del mio migliore amico ad attirare la mia attenzione. Alzai la testa quando lo vidi uscire dalla caffetteria accompagnato da Mingi. Mi avvicinai ai due e, per quanto odiassi ammetterlo, mi sentivo in imbarazzo nel stare accanto a quei due: erano più di 10 centimetri più alti di me.
«Che ci fai qui?»mi chiese poi Yunho probabilmente sorpreso dal fatto che non fossi con il mio quasi-ragazzo.
«Seonghwa ha delle cose da fare, suo padre è in città.»spiegai soltanto per non entrare nel dettaglio; probabilmente non gli avrebbe fatto piacere saperlo.
Mingi, al contrario di quello che credevo, sembrò sorpreso nel sentire quelle parole.
«Davvero? Quando?»mi chiese infatti subito dopo e io aggrottai le sopracciglia. Come mai non lo sapeva?
«Non so di preciso, è partito ieri sera sul tardi ed è tornato a casa della mamma. Non so che succede di preciso.»risposi titubante non sapendo cosa potergli dire, ma in realtà nemmeno io sapevo molto di più di lui.
«Non lo sapevo.»mi fece notare lui e io aprii semplicemente la bocca formando un cerchio per poi stringere le labbra in una linea sottile.
«Beh, dentro ci sono San e Jongho. Noi andiamo. Ci vediamo dopo!»mi informò Yunho e io li salutai per poi varcare la soglia del piccolo locale, andando immediatamente a sedermi al tavolo dei miei due amici.
«Hey, sei qui!»mi salutò Jongho vedendomi e io gli sorrisi, rivolgendo poi lo stesso sorriso al moro.
«Già, che avete preso da mangiare?»gli domandai poi subito dopo. Entrambi mi guardavano con uno sguardo confuso, come a pensare "se è qui deve essere sicuramente successo qualcosa" e non volevo. che pensassero che io e Seonghwa avessimo litigato.
«Veramente dobbiamo ancora ordinare, sei arrivato giusto in tempo.»annunciò San e io gli risposi con un "ok" semplice.
«Di che parlavate?»domandai poi dopo un attimo di silenzio in cui era evidente che quei due stessero nascondendo qualcosa.
«Nulla di che.»rispose Jongho, lanciando poi un'occhiata al suo compagno che però sembrò non coglierla.
«Del fatto che non so come dire a Yeosang che ho scopato con Wooyoung.»
Se avessi avuto qualcosa da bere lo avrei sicuramente sputato del tutto.
«Tu hai fatto cosa?!»esclamai io confuso. Quindi Wooyoung era gay! E tutta quella sceneggiata il giorno della festa...
«Già, è per questo che poi abbiamo litigato. Il bimbo vuole tenere alta la sua immagine etera e misogina.»aggiunse poi e vidi subito dopo Jongho portarsi la mano sulla fronte, un gesto pieno di esasperazione.
«Cosa è successo?!»chiesi ancora con la voce stridula a causa dello shock.
Inutile dire che passammo almeno due ore a parlare di tutto ciò che era successo e mi venne detto di non dire nulla: ormai tutti noi lo sapevamo tranne Yeosang stesso.
Yunho
4 marzo 2021
Subito dopo aver salutato Hongjoong, io e Mingi continuammo a camminare per un bel pezzo di strada fino a quando non ci trovammo davanti all'angolo che ci avrebbe portato alla confraternita o al mio dormitorio. Fu un tragitto piuttosto silenzioso, notavo come Mingi scuoteva la testa ogni tanto senza motivo, quasi come se stesse parlando da solo. Avevo notato che nel parlare col mio migliore amico era successo qualcosa che lo aveva turbato, che delle parole del blu lo avevano colpito, ma non ne capii il motivo.
«Beh, io credo che andò in camera.»annunciai quando ci fermammo entrambi, probabilmente non sapendo da qualche parte andare. Lui annuì soltanto però non muovendosi di un centimetro.
«Non so, ehm. Vuoi venire?»gli domandai subito dopo e notai come le spalle del ragazzo davanti a me si tesero nel sentire quelle parole. Avevo sbagliato, cazzo!
«Oh, va bene. Se non disturbo, ovviamente.»disse portandosi una mano dietro la testa quasi in imbarazzo.
«No ma quale disturbo! Hongjoong probabilmente tornerà dopo pranzo e possiamo stare un po' insieme.»gli spiegai non volendo far notare che saremmo rimasti solo noi due. Non sapevo perchè mi sentivo così con lui, non mi era mai capitato prima di sentirmi così dubbioso con un ragazzo. Sono sempre stato uno abbastanza deciso, che sa cosa vuole e non si fa problemi nel render noto il proprio interesse nei confronti di qualcuno.
«Ah certo, con Hongjoong. Va bene.»mormorò poi abbassando le spalle e sorridendomi subito dopo. Ecco, avevo probabilmente detto l'ennesima stronzata. Che volesse stare con me? O semplicemente Hongjoong gli stava antipatico?
«Dai, andiamo.»aggiunse poi iniziando ad incamminarsi sul marciapiede che ci avrebbe condotti alla mia camera. Parlammo un po' mentre passeggiavamo e io cercavo sempre di controllare le mie parole prima che uscissero dalla mia bocca, per timore che mi mettessi in imbarazzo da solo.
Quando giungemmo davanti alla mia porta, l'aprii e subito dopo gli chiesi di lasciarmi il giacchetto, così da poggiarlo sulla sedia girevole.
«Sto avendo un dejavù.»disse lui e poi ghignò. Lo guardai inizialmente non capendo bene, ma poi mi ricordai della volta in cui avevamo dormito insieme. Arrossii nel sentire quelle parole e lui probabilmente lo notò, perchè il suo ghigno si allargò.
Mi sentii totalmente in imbarazzo e iniziai a sentire della pressione su di me. Decisi che non sarei rimasto in silenzio anche quella volta, apprendo ai suoi occhi uno di quei ragazzi alle prime armi.
«Potremmo rifarlo, sai.»scherzai io e notai subito il suo sorrisetto sparire completamente per lasciare spazio ad un espressione indecifrabile. Si avvicinò a me pericolosamente e io mi sentii piccolo piccolo accanto a lui, nonostante fossi almeno uno o due centimetri più alto di lui.
«A te va?»mi domandò soltanto e, insieme a quelle parole, sentii anche il suo fiato arrivarmi dritto sul viso.
«E a te?»risposi con un'altra domanda e notai subito una scintilla passare nei suoi occhi. Lo guardai con sfida, aspettando che rispondesse o facesse qualcosa ma lui rimase semplicemente fermo.
Rimanemmo per minuti a fissarci e ad entrambi parvero passare ore. Guardarlo negli occhi mi incuteva quasi timore, li trovavo così profondi e scuri come se fossero il fondo di un oceano, nonostante fossero marroni o quasi neri.
Quel momento fu interrotto dallo squillo del suo cellulare. Sbattemmo tutti e due le palpebre numerose volte e poi lui si allontanò da me, prendendo poi il cellulare dalla tasca senza guardarmi in faccia. Al mio contrario, che lo stavo fissando con occhi sgranati e che volevo tornare a dieci secondi fa.
Si voltò e rispose al telefono, e capii quasi da subito con chi stesse parlando.
«Che succede?»disse un po' nervoso senza nemmeno salutare, il che mi fece pensare: era nervoso perchè eravamo stati interrotti?
«Cosa? Adesso?»chiese poi dopo un attimo di attesa e mettendosi di profilo. Notai come il suo piede si stesse muovendo in maniera nevrotica e non potei fare a meno di gioire un po' dentro di me.
«Aspetta, stai calma. Ricomincia da capo.»disse poi e capii che era una ragazza, molto probabilmente era Frannie. Non riuscivo a capire che relazione avessero quei due e dovevo ammettere che per un momento avevo sperato di essere lei.
«Ho capito, vengo subito. Mandami la posizione di casa tua.»concluse la chiamata e ripose il telefono nella tasca, per poi andare a prendere la giacca sulla sedia; tutto questo senza nemmeno rivolgermi uno sguardo.
«Devi andare via?»gli domandai io per parlargli, volendo sapere cosa fosse successo di così importante da renderlo così agitato.
«Frannie ha un'emergenza. Non so cosa è successo ma erano giorni che non mi scriveva e sono abbastanza preoccupato.»mi spiegò subito dopo andando alla porta. Si voltò per un attimo verso di me e i nostri occhi si incontrarono di nuovo, ma non successe nulla di quello che era accaduto prima.
«Ci vediamo in giro.»mi salutò soltanto prima di abbassare la maniglia ed uscire dalla mia stanza, senza aspettare che io rispondessi al saluto.
«Si.»mormorai soltanto dopo che la porta fu chiusa, per poi buttarmi di peso morto sul letto, stremato da tutte le emozioni che stavano iniziando a nascere dentro di me.
👇🏻Spazio autrice!👇🏻
NON MI ODIATE PER GLI YUNGI PLS ABBIATE ANCORA UN PO' DI PAZIENZAAAA
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