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Hongjoong
24 gennaio 2021
Spensi il telefono e mi guardai attorno. Quando sia Mingi che Chris con Wooyoung sparirono dalla nostra vista io mi abbassai per prendere le pizze che erano state lasciate per terra. Le misi sopra le altre che avevo tra le braccia e guardai la porta della confraternita aspettando. In realtà non sapevo bene di chi volessi l'uscita, se di Mingi o di qualcun'altro. Ovviamente quel qualcun'altro era Seonghwa.
«Aspetti il tuo ragazzo?»mi chiese Frannie accanto a me come se mi lesse nel pensiero. Mi voltai verso di lei e arrossii sotto al suo sguardo. Mi sorrise gentile e io ricambiai senza dire nulla.
«Alla fine come è andata? Mi dispiace se te lo sto chiedendo solo ora ma non avevo il tuo numero e...»continuò poi sistemando poi al meglio le pizze tra le sue braccia ma io la interruppi.
«No è ok, tranquilla. Comunque è andata per il meglio, o almeno credo. Mi ha raccontato la sua storia, sai.»le confessai e lei sgranò gli occhi probabilmente non aspettandoselo.
«Davvero? Allora l'avete presa seriamente eh?»mi disse lei dandomi una leggera spallata e io feci una piccola risata, vergognandomi un po' a parlarne ad alta voce. In realtà non avevo detto nulla nemmeno ai miei amici, non sapendo da dove cominciare e come spiegargli tutto quello che stavo cercando di fare per cambiarmi.
«Già, credo di si.»dissi soltanto facendo una piccola alzata di spalle. Non mi piaceva parlare molto di me e delle cose che facevo, ma con Frannie era diverso. Era come se soltanto guardandola riuscivo a fidarmi di lei. Come se la conoscessi da una vita.
Avrei potuto quasi dire che poteva essere la mia migliore amica, ma lo era giá di Mingi a quanto avevo capito. O probabilmente scopavano e basta quei due. In ogni caso non erano affari miei.
«E tu gliel'hai raccontata?»mi domandò poi curiosa. Ma guardai non capendo e poi lei continuò:
«La tua storia, dico. Lui ti ha raccontato la sua, mentre tu...»ma lasciò la frase in sospeso come se da un momento all'altro sarei dovuto essere io a completare la frase.
«No, in realtà. Non ci ho nemmeno pensato. Probabilmente si sarebbe soltanto annoiato, non c'è molto da sapere su di me.»le spiegai per poi mettere su un sorriso che di felicità aveva ben poco. Quello era un problema per me, pensandoci meglio: se parlare di me non mi piaceva, come potevo conoscere una persona.
«Sicuramente non lo avresti annoiato. Se lui è interessato a te la ascolterà.»insistette lei e per un attimo pensai di raccontarla proprio a Frannie. Oltre i miei amici nessuno mi conosceva cosí a fondo e aprirmi con degli sconosciuti, come degli psicologi, non era mai stata la mia passione.
«Tu lo faresti?»le chiesi poi cercando di capire se ne sarebbe valsa la pena o meno.
Rimase in silenzio soltanto a guardarmi per qualche secondo prima di annuire. All'inizio pensai che lo fece solo per essere cortese ma poi capii che in realtà lo faceva per non costringermi a parlare.
Tirai un sospiro, prima di capire da dove cominciare a parlare, anche se in realtà non c'era seriamente molto da dire.
«Quando ero molto piccolo mia mamma si è ammalata di tumore al cervello. Inizialmente avevano detto che era operabile, che avremmo dovuto aspettare e farle prendere delle cure per prepararla all'intervento. Ma più passavano i giorni e più il tumore si espandeva. Ha iniziato con il tremolio alle mani, poi con i mal di testa fino ad arrivare a non riconoscere nessuno della sua famiglia.»iniziai a dire cercando di trattenere le lacrime. Erano anni che ormai non ne parlavo con nessuno, infatti probabilmente Jongho nemmeno ne era a conoscenza di quella storia dato che da poco avevo stretto amicizia con lui, ma ero sicuro che o San o Yunho gliene avessero parlato.
«Mil padre non faceva altro che lavorare e io ero sempre solo a casa. Quando poi è arrivata al punto che non riusciva quasi a fare più nulla allora ci hanno detto che era inoperabile e che ci sarebbe voluto un cervello nuovo per guarirla. Abbiamo passato un anno e mezzo a fare avanti e indietro per mezzo mondo cercando una cura che almeno le avrebbe alleviato il dolore fino a quando non ci siamo trovati in Svizzera. All'epoca non capivo il motivo di quell'ultimo viaggio. Mi avevano detto che sarebbe stato meglio, che lei non avrebbe sofferto. Infatti è stato cosí, ma nessuno mi ha mai detto che io avrei patito le pene dell'inferno nel vederla senza vita.»finii di parlare e feci uscire un singhiozzo dalle mie labbra. Le guardai il viso e vidi anche le sue guance cosparse dalle lacrime.
Aspettai che dicesse qualcosa, non volendo andare ancora più nel personale, ma quando parlò rimasi anche io in silenzio.
«Mia madre aveva un tumore ai polmoni.»disse soltanto. Ci fu un attimo in cui entrambi rimanemmo a fissarci negli occhi, senza dire nemmeno una parola, poi riprese a parlare.
«Non c'è bisogno da dire altro, saprai bene come è la vita di un adolescente con una madre malata di cancro. A differenza della tua lei è morta nel letto dell'ospedale, due anni fa, dopo tre anni di inferno, con me che le stringevo la mano e mia zia che le teneva l'altra. Ricordo ancora l'ultima visita: la chiamava "visita a led" perchè io non ne capivo molto all'epoca e ricordo come lo schermo che raffigurava il suo corpo si era illuminato tutto; è in quel momento che ho capito che stava morendo. Per quanto riguarda mio padre non l'ho mai conosciuto, non so nemmeno se sia ancora vivo.»mi confessò guardando poi in basso. Non potei nemmeno per un momento immaginare il suo dolore. Io almeno avevo mio padre, lei aveva vissuto da sola e avrebbe continuato a farlo.
In quel momento posai le pizze per terra e le presi le sue dalle braccia mettendole sopra le altre per poi stringerla in un abbraccio. Le circondai le spalle e lei si agganciò alla mia schiena lasciandosi andare in un pianto silenzioso, proprio come feci io. Il fatto di aver condiviso il mio dolore con quella ragazza che mi capiva cosí bene mi avvicinava a lei ancora di più e non potevo negare la voglia che avevo di rimanere tra le sue braccia per sempre.
Yunho
24 gennaio 2021
Avevo passato quasi tutto l'intero pomeriggio davanti la porta di Yeosang affiancato da un Jongho spazientito perchè il biondo non ci faceva entrare.
Quando poi, finalmente, ci aveva aperto la porta, non mi sorpresi di trovarlo il più trasandato possibile e con una canna tra le labbra. Mi guardò e aspirò per poi buttarmi il fumo in faccia che mi fece salire una gran voglia di vomitare.
«Ho già detto che a quella festa di merda non ci vengo. Non sono stato abbastanza chiaro?»disse senza nemmeno farci entrare. Allora Jongho, che ne aveva abbastanza di quelle "bambinate", si fece avanti e gli diede una spallata per permettere sia a me che a lui stesso di entrare dentro la camera.
«Smettila di comportarti da ragazzino. Wooyoung è alla festa solo per risolvere con te.»cercai di dire per incoraggiarlo ma niente, era più forte di lui.
«Non c'è un bel niente da risolvere. Mi ha dato il palo, fine. Non voglio parlare con nessuno.»continuò e io andai a sedermi sul letto di Mingi mettendomi poi le mani tra i capelli. Non sapevo davvero cosa fare.
«Preferisci farti fino all'anno prossimo per un ragazzo di merda? Alza quel bel culetto e preparati, dannazione.»ribattè Jongho avvicinandosi all'altro pericolosamente. Anche se era il più piccolo tra di noi era una testa calda e ci metteva davvero pochissimo a perdere il controllo di sè stesso. Lo afferrai per la manica e lo tirai indietro per farlo sedere sull'altro letto dopo che anche io mi fui alzato per mettermi davanti a lui.
«Ti prego, Yeosang. Lo stiamo facendo per te. Se non vuoi farlo per te stesso allora fallo per noi. Wooyoung si è beccato un pugno soltanto perchè voleva parlarti. E poi, non puoi saperlo! Magari gli piaci anche tu.»cominciai a dirgli e lui sbuffò una risata.
«Si certo, e infatti gli piaccio cosí tanto che sbava dietro ad uno dei miei migliori amici. Che se lo prendesse San quello, io non voglio averci nulla a che fare ormai.»sapevo che quelle parole uscirono soltanto per pura rabbia perciò mi abbassai un po' per arrivare al suo livello di viso. Gli misi le mani sulle guance per fissarlo negli occhi ma in quello stesso momento la porta della camera si spalancò, bloccando qualsiasi cosa volessi dirgli.
Si mostrò Mingi, col fiatone come se avesse corso 20 km che fissò tutti e tre nella sua camera, soprattutto me e Yeosang. Infatti, quando mi accorsi della situazione in cui ci aveva trovati, arrossii e tolsi le mani dal mio amico, ricomponendomi.
«Che succede qui?»chiese poi il più alto passando gli occhi da me a Yeosang e poi a Jongho e io feci segno che non era successo nulla di che, improvvisamente trovandomi in un imbarazzo inspiegabile.
«Nulla, tu come mai sei qui? Non dovevi andare a prendere Frannie e Chris con Hongjoong?»disse Jongho attirando l'attenzione su di sè.
«Infatti, abbiamo preso le pizze e tutto. Ma quando siamo arrivati qui abbiamo trovato Wooyoung fatto e San che gli urlava contro. Stavano litigando e tipo Wooyoung gli ha dato del frocio perciò San gli ha tirato un pugno. Poi lui è scappato non so dove mentre Chris ha preso l'altro e in teoria lo sta portando in infermeria.»spiegò tutto d'un fiato e io corrugai la fronte.
«Perchè vogliono tutti picchiare Wooyoung?»mi dissi fra me e me e senti solo il sospiro di Mingi che mi rispose con un sorriso.
«Probabilmente se lo merita.»mugugnò Yeosang poi non guardando nessuno in particolare e io alzai gli occhi al cielo.
«San ora dov'è?»domandò poi Jongho alzandosi in piedi e capii dai suoi movimenti che era già pronto ad uscire fuori per cercarlo ma Mingi fu più veloce.
«Non lo sappiamo, Hongjoong gli sta mandato un messaggio proprio ora. Aspettiamo che torni da solo e a questo punto andiamo giù a mangiare con gli altri, che ne dite?»disse poi lanciando uno sguardo di intesa sia a me che al più piccolo. Jongho sembrò non capire dato che fece per parlare ma io intesi quello che voleva dire: probabilmente era meglio ignorare la situazione e far uscire semplicemente Yeosang dalla camera.
Apprezzavo come quel ragazzo, nonostante conoscesse da poco il biondo, stesse cercando in tutti i modi di risollevargli il morale. Yeosang aveva un carattere difficile e non immagino le brutte parole che gli avrà detto durante queste settimane. Si stava davvero facendo in quattro per lui e dovevo ammettere che provavo una certa stima nei suoi confronti.
«Va bene, andiamo.»dissi poi prendendo per un braccio il mio amico che intanto aveva sbuffato mentre lo trascinavamo praticamente fuori dalla confraternita. Non oppose alcuna resistenza ed io ne gliene fui grato.
👇🏻Spazio autrice!👇🏻
Stanno uscendo alcune storie passate dei personaggi, anche se tristi :( Beh, è tutto, voi come state? Spero vada tutto bene <3
SIAMO PRONTI PER IL COMEBACK DEGLI ATEEZ? NO PERCHÈ IO PER NIENTE IDBAKDBA
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