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Frannie
18 gennaio 2021
Quella lunedí mattina, stranamente, riuscii ad arrivare in anticipo in classe. Nei miei ormai 17 anni di vita da studentessa non mi era mai capitato di riuscire ad entrare in classe in orario, figuriamoci in anticipo. Ma quel giorno a quanto pare era diverso.
Entrai in classe e, essendo la prima, dovetti aprire le luci. Non mi sarei mai aspettata di trovare un piccolo pacchetto regalo però, sulla cattedra. Corrugai le sopracciglia ma ignorai il pacco, andando poi a posare la cartella e il giacchetto e subito dopo ad alzare le serrande.
Mi sedetti poi al mio posto e tirai fuori il telefono non trovando notifiche. Guardai l'orario e notai che non sarebbe arrivato nessuno per almeno i prossimi cinque minuti.
Fissai il pacco regalo sulla cattedra e mi mandai al diavolo. Non volevo curiosare, dato che non sapevo nemmeno per chi fosse, ma stavo morendo per la noia. Mi alzai quindi e andai a leggere il bigliettino che c'era sulla carta da regalo.
«Ma che cazz?»dissi ad alta voce leggendolo e prendendo poi la scatola in mano.
"Dobbiamo parlare, Frannie".
Queste erano le parole che c'erano scritte in una calligrafia che non conoscevo.
Chi diavolo mi aveva fatto quel regalo? E soprattuto, come diavolo faceva a sapere che quella mattina sarei arrivata in anticipo. Iniziai a sentire l'ansia scorrermi per tutto il corpo e sentii un peso sullo stomaco. Che qualcuno mi stesse spiando?
La campanella di inizio lezioni mi risvegliò da quella trance e io sbattei gli occhi più volte per ricompormi. I primi compagni di classe iniziarono a varcare la soglia dell'aula e nessuno disse niente, troppo presi negli affari loro.
Afferrai il pacchetto e andai a sedermi al mio posto per poi aprirlo. Al suo interno ci trovai un braccialetto in gomma rosata, troppo piccolo per una ragazza di 17 anni. Anzi, troppo piccolo per qualsiasi persona: era infatti uno di quei braccialetti che danno all'ospedale ai neonati. Che cazzo significava?
«Hey Fra!»la voce di Christina mi fece distogliere lo sguardo dal pacchetto che alzai subito dopo sul suo viso. La vidi sorridermi e poi anche lei mise su un'espressione corrucciata nel vedere quello che stavo tenendo in mano.
Non feci in tempo a risponderle che la nostra temuta insegnante di tecnologia entrò nell'aula azzittendo tutti.
Passai le ore che dividevano le classi dall'intervallo non ascoltando nemmeno una parola di quello che i professori dicevano. Ero fin troppo presa dal regalo e da chi sarebbe potuto essere il donatore.
Quando suonò la campanella scattai in piedi e uscii dalla stanza, appoggiandomi subito dopo alla parete del corridoio. Christina ci mise qualche secondo a raggiungermi, si mise si fronte a me e aspettò che parlassi.
«C'era questo sulla cattedra stamattina. Non so chi me l'ha spedito ma chiunque sia, come faceva a sapere esattamente la mia scuola, la mia classe e persino che stamattina sarei arrivata in anticipo?»iniziai a dire senza nemmeno prendere fiato. Passai il pacco alla mia migliore amica che lesse le tre parole sul biglietto e subito dopo lo aprí, per tirarne fuori il braccialetto come avevo fatto io qualche ora prima.
«È uno di quelli che mettono alle bambine. È il tuo?»mi chiese per poi passarmelo. Il lato dove teoricamente doveva esserci scritto il nome era intatto e senza nessuna incisione, solo un po' sbiadito dal tempo: ciò stava a significare che a chiunque appartenesse questa persona era già grande.
«Io non lo so. Non so nemmeno se mia madre l'ha tenuto. In casa non l'ho mai visto.»le risposi per poi riporlo nella scatolina.
«Dobbiamo scoprirlo, forse se...»ma la sua voce si interruppe allo squillare dei nostri telefoni. Entrambi avevano suonato nello stesso momento e perciò ci guardammo confuse per poi prenderli dalle nostre tasche.
Accesi il mio e trovai un messaggio.

Quando spensi il telefono per riporlo nella tasca del jeans guardai subito dopo Christina davanti a me la quale stava facendo il mio stesso gesto.
«Vogliamo davvero andarci? Non preferisci, non so, rimanere a casa?»mi chiese poi lei dopo che la campanella di fine ricreazione suonó. Rientrammo nell'aula e tornammo a sederci ai nostri banchi, prendendo poi a sgranocchiare una delle sue merendine. Ormai ne portava sempre una in più per me e io avevo preso l'abitudine di dargliene metà, proprio come avevo fatto in quel momento.
«Perchè dovrei? Insomma, sarà divertente! E poi voglio aiutare Yeosang, tu no?»le spiegai mettendo la carta della merendina nel sottobanco di quello dietro dato che non mi andava proprio di alzarmi.
«Non so Fra, voglio dire questo regalo è un po' sospetto. Io fossi in te mi chiuderei in casa e non uscirei nemmeno per sogno.»mi rispose e per un momento dovetti darle ragione.
Non le risposi peró e semplicemente mi voltai verso la cattedra dove la professoressa della quarta ora si era appena messa a sedere per iniziare la lezione

Christina
24 gennaio 2021

Tweettai questa foto e subito dopo entrai nella macchinetta affiancata dalla mia migliore amica, dirette al campus.
Quando arrivammo all'università davanti al parcheggio c'erano Mingi ed Hongjoong ad aspettarci. Era la sera della festa e io e Frannie avevamo portato le pizze.
«Ce l'avete fatta ad arrivare!»esclamò Mingi, una volta che fummo giunte vicino a loro e gli passammo alcune pizze.
«Scusa se c'era traffico.»gli disse Frannie alzando gli occhi al cielo. A quel punto Mingi le sorrise premuroso e poi le mise un braccio intorno al collo per baciarle poi la testa. Non avrei mai capito il rapporto che quei due avevano: una sera avevano scopato, si erano sentiti per giorni, poi si sono visti e sono rimasti migliori amici. Mah, sarà.
Andarono avanti chiacchierando del più e del meno e io rimasi dietro con Hongjoong che fissava le schiene dei due davanti a noi come se avesse potuto bucarle con lo sguardo.
Ci avvicinammo sempre di più verso la confraternita dove, a quanto sapevo, stavano facendo in modo di convincere Yeosang a farlo scendere e a stare un po' con noi.
Quando però arrivammo davanti l'edificio c'erano due figure che stavano parlando tra loro, o meglio, discutendo. Non li riconobbi subito, dato che ero dietro Mingi, il quale con il suo più di un metro e ottanta mi oscurava la visuale, ma da quello che sentii era chiaro che stessero litigando.
«Che cazzo mi significa, mh?»urlò uno dei due all'altro. Quando arrivammo abbastanza vicini vidi i capelli neri di San e Wooyoung che si urlavano contro o meglio, il primo urlava mentre l'altro guardava per terra e barcollava come se fosse già ubriaco.
«A te va bene così quindi?»continuò poi San prendendogli il bavero della camicia che stava indossando per tirarlo a sè. Fu un attimo in cui vidi Mingi lasciare le pizze sul marciapiede e avvicinarsi a loro, ma quando giunse accanto ai due era ormai troppo tardi.
«Si che mi va bene, frocio di merda.»aveva detto Wooyoung avvicinando la testa all'altro. Se ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria, quello fu il momento in cui mi fu chiaro. Ci mise un attimo, infatti, il pugno di San a scontrarsi contro la mandibola dell'altro, che cadde subito dopo a terra.
«San!»urlò Hongjoong correndo poi in soccorso del biondo e, una volta arrivato, Mingi stava già strattonando via San dal corpo quasi svenuto dell'amico.
«Lasciami.»ringhiò tra i denti il moro divincolandosi e, quando riuscì a spostarsi dalla presa del più alto, si guardò intorno solo per incrociare lo sguardo prima con me e poi con Frannie. Subito dopo averci fissate echeggiò la risata di Wooyoung, perciò lui lo guardò ancora steso sul pavimento, ora con la testa poggiata sulle cosce di Mingi, e poi scappò via.
«Cazzo, San!»sbraitò Hongjoong correndogli poi dietro per qualche metro, ma invano.
«Lascia perdere.»dissi io avvicinandomi poi al corpo di Wooyoung. Gli poggiai una mano sul viso e lo vidi ritrarsi sotto al mio tocco, con un'espressione dolorante. Quando aprì gli occhi per vedere chi fossi, notai subito il suo sguardo insanguinato.
«È fatto.»affermò Mingi quasi leggendomi nel pensiero e cercando di alzarlo per farlo riprendere e non fargli andare il sangue al cervello ma lui continuava a tenere gli occhi puntati su di me.
«Fermo, smettila, cazzo!»disse poi il moro cercando di mettersi soltanto seduto da sè e io gli misi una mano dietro la schiena.
«È meglio portarlo in infermeria.»annunciò Hongjoong mettendosi le mani tra i capelli e guardandolo dall'alto mentre al suo fianco Frannie continuava a fissare la scena.
Chissà quanto tutto questo fosse ironico: mi stavo preoccupando per il ragazzo che aveva spezzato il cuore a mio fratello. Conoscendola, probabilmente ci avrebbe anche fatto una battuta ma se la stava tenendo per dopo, quando saremmo state da sole.
Tuttavia subito dopo cercammo di aiutare Wooyoung a mettersi in piedi ma anche questa volta si oppose.
«Allora, che cazzo vuoi fare, mh? Rimaniamo qui tutta la sera?»domandò ironicamente la mia migliore amica e a me venne spontaneo riprenderla ma non lo feci perchè interrotta dal ragazzo a terra.
«Aiutami tu.»disse e, quando lo guardai vidi che i suoi occhi si riferivano a me. Ci fu un momento di silenzio, nel quale nessuno di noi si mosse e fece nulla e in cui sembrò quasi che tutto sparisse, per eccezione fatta di me e Wooyoung. Incastrai lo sguardo nel suo e mi sentii sciogliere quando iniziò a mettersi in piedi. Io rimasi in ginocchio e solo quando mi porse la mano mi alzai e mi misi al suo fianco.
«Va bene allora, Io vado a chiamare gli altri. Voi due andate in infermeria mentre voi rimanete qui. Chiamate San, aspettatelo, non so. Ma non vi muovete. Lo stiamo facendo per Yeosang. Anche se Wooyoung non sarà lì e non avranno l'opportunità di risolvere dobbiamo cercare di farlo stare bene stasera, ok?»disse Mingi e tutti noi fummo d'accordo.
Allora lui sparì, entrando nell'edificio e io mi misi un braccio di Wooyoung intorno alle spalle mentre uno dei miei andò a girargli intorno alla vita, iniziando a camminare verso l'infermeria.

👇🏻Spazio autrice!👇🏻
Beh, i'm back! E con una nuova festa, tra l'altro, anche se questa volta per una buona causa. Anche se già vi avverto, ci saranno diversi plotwist nei prossimi capitoli, spero vi piacciano!

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