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Wooyoung
7 ottobre 2020
Ero seduto sulla sedia girevole della mia stanza e tenevo il joystick in mano mentre continuavo la mia partita a fifa. Anche io come Mingi amavo i videogiochi perciò mi ero portato la mia play alla confraternita per passare il tempo che non avrei speso a studiare.
Studiare, cazzo. Dovevo studiare.
Mi alzai dalla sedia e andai verso il mio letto a una piazza e mezza dove avevo lasciato appoggiati i libri. In quella stanza c'erano due letti della stessa grandezza ed eravamo riusciti a farceli stare dato che avevamo spaccato il muro della stanza accanto. Io e Seonghwa non avevamo problemi di soldi e potevamo avere una camera ognuno per sè ma il fatto era che Mingi aveva un coinquilino in quella confraternita e gli stavamo facendo solo solidarietà dato che lui non poteva permettersi di pagare una stanza da solo. Non volevamo sentirlo lamentarsi dell'avere un coinquilino e non capire la situazione, perciò avevamo deciso che cosí era meglio. Perció io e Seonghwa condividevamo due camere che eravamo riusciti ad unire con l'autorizzazione del proprietario della confraternita. La nostra stanza era di fronte a quella di Mingi e a quella di un altro ragazzo, dato che su ogni piano c'erano quattro camere e due bagni.
Mi guardai allo specchio e rimasi a fissare il mio riflesso per un po'. Era un po' di tempo che non ero attivo sul mio instagram perciò decisi di scattare una foto che poi avrei postato.

Quando mi rialzai dalla posizione che avevo per scattare la foto mi sgranchii la schiena e presi una sigaretta dal pacchetto che avevo accanto ai libri. Afferrai uno del libri e lo poggiai sulla scrivania per poi aprire la finestra e accendermi la sigaretta con l'accendino. Appoggiai i gomiti sul davanzale e feci un tiro guardando fuori il cielo e la distesa di strade e abitazioni accanto all'università. La mia camera infatti era posta verso il lato della strada e nessuno mi vedeva mai fumare: per questo Mingi fumava dentro la camera o altrimenti gli studenti avrebbero potuto vederlo.
Feci un secondo tiro e buttai fuori il fumo dando poi una leggera schicchera alla parte arancione della carta per far cadere la cenere.
Rimasi incantato nel vedere il cielo fatto sai colori del tramonto. Mi rilassava stare cosí, a guardare l'infinito e con una sigaretta tra le labbra.
Quel momento terminò quando vidi due ragazzi camminare sul marciapiede. Si stavano tenendo per mano. Non avevo mai avuto una ragazza, ma sapevo cosa era l'amore. E di certo non era amore quello tra due ragazzi maschi. Come poteva esserlo? Non me ne riuscivo a capacitare. E il sesso? Come si può...
Non sono omofobo, semplicemente sono etero e non capisco come funziona questo mondo, figuriamoci se capisco quello omosessuale.
Devo ammettere però che c'è stato un periodo della mia vita in cui non capivo se avrei potuto esserlo o no. Il fatto è che non ho mai avuto una ragazza e non ho mai sentito il bisogno di averla. Modestamente parlando, non sono brutto, perciò qualche voce di ragazze interessate a me erano arrivate, ma non ho mai avuto la voglia di intraprendere qualcosa di serio come una relazione. Avevo pensato di essere gay infatti, ma nessun ragazzo mi attraeva in quel senso. E per nessun ragazzo intendo Seonghwa e Mingi: loro due sono belli sì, ma non riuscivo ad immaginarli come qualcosa di più, perciò era ovvio che non fossi gay.
Non essendo mai stato attratto da qualcuno non avevo nemmeno mai avuto una prima volta. Ero vergine a venti anni e la cosa non mi aveva mai creato nessun imbarazzo se non quando i miei amici parlavano di sesso e spesso non riuscivo a stargli dietro quando parlavano di sensazioni private. Loro non sapevano che ero vergine e non dovevano nemmeno saperlo: non ce ne era bisogno.
Feci un altro tiro e questo fu più profondo dei precedenti quando vidi che i due ragazzi di sotto si stavano baciando. Mi prese una morsa allo stomaco e distolsi lo sguardo, gettando la sigaretta non ancora finita e richiudendo la finestra alle mie spalle.
Mi diressi nuovamente verso la scrivania e mi sedetti sulla sedia aprendo poi il libro e iniziando a leggere alcune delle pagine che mi erano state assegnate. Non ci misi molto tempo a rendermi conto di quanto tempo ci avevo messo a leggere un solo paragrafo: la concentrazione che avevo mentre giocavo alla play ormai non c'era più.

Seonghwa
7 ottobre 2020
Quando rientrai in dormitorio dopo aver cenato con Mingi trovai Wooyoung che già dormiva nel suo letto. Cercai di fare il meno rumore possibile ma fu abbastanza difficile. Accesi la luce solo dalla mia parte di stanza e, per la prima volta da quando era iniziato l'anno, tirai la tenda per dividere le nostre due camere, messa esattamente dove prima c'era il muro che avevamo buttato giù.
Mentre mi toglievo le scarpe sentii il trillo del mio cellulare che mi avvertí dell'arrivo del messaggio. Mi stesi sul letto a pancia in sotto e presi il telefono ritrovandomi dei messaggi da due diverse chat.

Il primo era di Mingi. Per quanto idiota e menefreghista potesse apparire agli occhi della gente, dentro di lui era un tipo generoso e sempre in cerca di affetto. Rimaneva sempre nei suoi spazi ma contemporaneamente ti stava vicino quando ne avevi bisogno. Era un grande amico per me e gli volevo bene proprio per questo.
Uscii dalla chat e sulla schermata lessi un messaggio da un numero sconosciuto.

Mi alzai di fretta dal letto e rimisi le scarpe. Per fortuna non mi ero preparato a dormire o altrimenti a quest'ora sarei già in pigiama a stalkerare ragazzi su instagram.
Tirai via la tenda e spensi la mia luce, poi uscii dalla camera e chiusi la porta a chiave: di certo non volevo che Wooyoung ricevette visite inappropriate nel bel mezzo della notte e non a causa mia soprattutto.
Scesi i piani dell'abitazione e poi uscii, lasciando che la tiepida aria autunnale mi colpisse direttamente sul viso. Mi incamminai per uscire dal campus e poi presi la via che avevamo percorso il, Wooyoung e Mingi per raggiungere quel gay club.
Non ci misi molto dato che le mie gambe aumentarono il passo mano a mano che mi avvicinavo al locale. Non so perchè mi sentissi così in agitazione per incontrarlo ma avevo un'ansia che mi giungeva fino alle orecchie. Quando arrivai lui ancora non c'era. Presi il telefono e decisi di avviare una partita a brawl stars nel frattempo.
«Non credevo saresti venuto davvero.»disse una voce davanti a me mentre riuscivo ad uccidere un nemico. Io alzai la testa di scatto e spensi il telefono riponendolo poi in tasca fregandomene totalmente della partita e dei punti.
«Perchè mai?»domandai dirigendomi verso il ragazzo che mi stava sorridendo. I capelli scuri gli ricadevano sugli occhi chiari tipici americani. Era poco più alto di me e più piazzato.
«Non so, uno sconosciuto ti scrive e ti chiede di incontrarlo.»fece alzando le spalle noncurante.
«Beh, in realtà non sei affatto uno sconosciuto. L'altra sera ci siamo conosciuti piuttosto bene credo.»ribattei facendo una risatina e lui ghignò per poi arrossire di botto.
Si avvicinò a me e poggiò le mani sui miei fianchi mentre io rimasi immobile incapace di compiere anche un solo movimento.
«Beh, non mi sembri molto convinto. Vuoi, non so, imparare a conoscermi meglio?»mi chiese abbassando il viso verso il mio ma io buttai la testa un po' all'indietro.
Lui allora non demorse e mise la testa nell'incavo del mio collo, lasciando poi un bacio in quel punto.
«Non so, magari potremmo parlarne...»cercai di dire ma lo sentii iniziare a mordicchiare la pelle sensibile del mio collo.
«Magari un'altra volta.»mi sussurrò all'orecchio e io mi sentii sciogliere a quelle parole. Quindi voleva vedermi di nuovo?
A quel punto gli cinsi il collo con le braccia e poi presi le guance con le mani costringendolo a guardarmi. Gli fissai le labbra e lui fece lo stesso prima di avvicinarsi ancora un po' di più e lasciarmici un bacio. Non fu molto, era solo un bacio a stampo abbastanza lungo. Subito dopo tornò sul mio collo e io gli infilai le dita tra i capelli bruni tirandoglieli un poco quando lo sentivo mordere la pelle.
«Magari potremmo spostarci...»dissi avvolto dal piacere di quelle carezze inaspettate.
«O magari no.»rispose lui arpionando le mani sul mio sedere e stringendomi a lui molto più forte di quanto pensassi potesse essere capace.
«Cosa intendi? Non vorrai mica...»ma lui mi interruppe con un dito sulle labbra. Voleva farlo davanti ad un gay club, al freddo e davanti gli occhi dei passanti?
«Shh, rilassati. Sarà eccitante.»disse poi prendendomi la testa e iniziando a spingerla verso il basso. Mi fece inginocchiare davanti a lui e mi prese le mani tra le sue. Me le portò al cavallo dei suoi pantaloni e capii perfettamente cosa voleva da me.
«Qui davanti a tutti?»cercai di dire ma ancora una volta mi azzittì tirandomi i capelli.
«Stai in silenzio. Godiamo un po'.»sussurrò mentre muoveva le mie mani su di lui.
Decisi che non potevo ubbidire a quelle richieste. Per quanto eccitanti fossero non potevo farlo lì in quel modo.
Tolsi subito le mani dai suoi pantaloni e mi rialzai. Mi girai per andarmene ma mi prese un polso.
«Dove credi di andare?»mi chiese tirandomi di nuovo a sè ma a quel punto gli sferrai un calcio sulle parti basse e poi me ne andai quando era in preda al dolore. Corsi per qualche secondo e poi rallentai quando sentii il mio respiro mancare.
Come facevo a finire sempre in situazioni così spiacevoli?

👇🏻Spazio autrice!👇🏻
Heyyy! Oggi ho aggiornato prima di pranzo perchè dopo sicuro mi sarei dimenticata dato che vado a Roma per incontrare delle personcine conosciute su twitter🥺🥺
Anyway questo è il capitolo, al prossimo!

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