07:55

"Io non ci perdo proprio un cazzo, Corvari."

Il suono della voce, secco e sprezzante, sporge da quella stanza polverosa in cui i ricordi non appassiscono mai. Fino a quando lo ossessioneranno, quelle parole? Per quante volte ancora, la tranquilla quotidianità e l'eccezionalità degli eventi andranno a infrangersi contro quel momento sempre più perduto nel passato?

La frase sembra risuonare prepotente nell'abitacolo, quasi come se a pronunciarla fosse stato il Re. Ma Terenzi, seduto accanto a lui, non ha detto nulla, mentre l'auto risale quasi da sola i tornanti che li stanno riportando a Cervitore. E come il Ludo, anche il Sindaco pare inghiottito dai vortici del Grecale e sbattuto come un tronco da una roccia all'altra.

"Io non ci perdo un cazzo..."

Il richiamo inconscio forse non è vuoto di significato. Tutto lascia presupporre che, dietro alla sequenza degli avvenimenti di questo giorno, si nasconda qualcuno che non abbia più nulla da salvare. Troppo alto l'azzardo, troppo elevato il rischio di fallire e troppo bassa la casualità nel teatrino al quale ha assistito finora da spettatore. Il punto che ora lo preoccupa maggiormente è la totale assenza di persone dall'altra parte del ponte, giù all'orrido. Su quella sponda dovevano esserci la civiltà, i soccorsi, la cavalleria, l'esercito.

Per questo motivo il suo istinto suggerisce un panorama ancora più complesso, che potrebbe fare da preludio a qualcosa di imprevisto e imprevedibile.

- E' silenzioso, commissario... -

Questa volta la voce del Sindaco è reale e riesce a scuoterlo dalle macchinazioni con cui sta giocando la sua mente. Ludo si volta a guardarlo. La giacca che indossa è troppo gonfia sul lato sinistro, cosa che aveva notato fin da quando era giunto nella piazza del paese.

- Neanche lei mi sembra molto loquace, Terenzi.

Lo sguardo del Re si perde a inseguire un punto lontano verso la valle.

- Fuori di qui ho un hotel, commissario. Io ho in ballo un'infinità di interessi che lei...

Il Re interrompe il suo discorso un attimo prima di pentirsi delle sue parole. Mai! Mai dire una parola in più, davanti a uno sbirro. Mai!

- Signor Sindaco, all'hotel ci sono i suoi dipendenti fidati. Credo che siano ormai in grado di cavarsela da soli. E se è così preoccupato, per quale motivo osteggia i miei tentativi di comunicare in modo rapido con l'esterno?

- Non voglio creare scompiglio nella mia gente, commissario. Mentre il suo comportamento, invece, provoca la reazione opposta nella popolazione.

"La mia gente...". Ludo non riesce proprio a trattenere un sorriso sghembo alla frase palesemente fasulla del Re. Quest'ultimo se ne accorge e scuote la testa.

- Voi poliziotti... Non vi rendete conto dell'impegno dei poveri cristi che lavorano e di quanto ci teniamo al prossimo...

- Si risparmi la recita, Sindaco esclama scocciato il Ludo, che stavolta parla più da poliziotto che da cittadino - Le assicuro che di questo argomento ne riparleremo a tempo debito.

Terenzi ridacchia per scacciare la rabbia, proprio mentre l'auto valica l'ingresso al paese.

- Siamo all'impianto di risalita e voglio scendere a controllare un paio di cose. – annuncia Ludo Corvari.

Il fuoristrada si ferma accanto alla vettura parcheggiata di fronte alle cabine di controllo. Non c'è nessuno nei dintorni. Il bar è sempre chiuso e non si sente alcun rumore nei dintorni. Ludo immagina che tutta la popolazione sia radunata in piazza.

- Lei la conosce quest'auto, Terenzi?

- E' una Ford Kuga, Corvari. C'è di meglio in commercio.

- L'ha mai vista qui in giro?

Il Re riflette, e infine comprende dove vuole arrivare il commissario.

- Mai!

Gli impianti di risalita ora sono fermi. Dai vetri della cabina non si scorge il profilo di Gustavo e neanche quello di Michele. Ludo si avvicina all'auto bianca per osservare l'interno. Non si nota nulla, l'abitacolo pare vuoto e intonso. Prende un fazzoletto dalla tasca dei jeans e controlla la maniglia della porta. Chiusa, ovviamente. Supera la vettura e si avvicina alla vetrata della cabina dell'impianto. 

La scrivania della piccola stanza è vuota, giusto un paio di fogli sulla destra. Un sandalo in un angolo finito lì chissà come, attira la sua attenzione. La porta che da verso l'impianto, dall'altra parte rispetto al suo punto di osservazione, è aperta. I comandi sono nascosti alla vista di Ludo, che si sposta allora verso sinistra nei pressi della biglietteria. 

Fa caldo, per essere giugno, ma l'aria è umida e nasconde l'avviso di un possibile temporale, così come sembrano preannunciare le piccole nuvole che si stanno formando in cielo. O almeno così pensa Ludo, che sta avvertendo un odore strano, nell'aria, qualcosa che riconosce immediatamente. Si ferma e si guarda intorno. Ecco ciò che cerca, proprio all'ingresso della biglietteria, al lato destro del gabbiotto. Respira per dissipare la tensione creata dalla scoperta che ha appena fatto, e che alza di parecchi livelli oltre l'ordinario tutta la situazione.

- Ora, signor Sindaco, faccia esattamente ciò che le dico. Io mi avvicino e lei mi passa la pistola che nasconde sotto la giacca.

- Cosa dice, Corvari. Quale pistola?

- Faccia come le ho detto!

Questa volta il tono non ammette repliche. Ludo cammina verso Terenzi senza staccare gli occhi dal punto che ha focalizzato. Una volta raggiunto, allunga la mano verso il Sindaco. Questi scuote la testa e fruga sotto la giacca, estraendo infine un'Erma EP 552 che porge a Ludo. Non molla però l'arma che rimane nelle mani del Re, che in questo modo vuole mantenere il controllo e la predominanza.

- Che succede, commissario? -

Ludo afferra saldamente la pistola e alza la mano sinistra, che va a indicare un punto verso la biglietteria. Nei pressi della porta d'ingresso, un piede nudo è poggiato come carne morta sull'asfalto.

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Ecco, finalmente, un nuovo capitolo per TRE ORE. Come sapete questo romanzo lo scrivo con la massima calma e aggiorno a intervalli rigorosamente irregolari. Non stupitevi di ritardi anche lunghi nella pubblicazione. Che, come sto dicendo su Instagram, è tutto A GRATIS.

Dove eravamo rimasti? Beh, se non ricordate qualcosa date uno sguardo indietro. Per il futuro: vi anticipo che a partire da questo momento preciso, le vicende subiranno un deciso aumento di ritmo. Per cui, ancora una volta, stay tuned.

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