07:45
Carlo Geranio osserva le montagne di fronte a lui con il cellulare in mano, cercando in questo modo un barlume di serenità nascosto da qualche parte in quel paesaggio bucolico. Il cielo, in apparenza, è sgombro di nubi. Tuttavia un piccola macchia nera fa capolino dietro al Belliga, inquinando la certezza di una giornata assolata ed esente da fenomeni temporaleschi. Nonostante il sereno attuale, il suo umore è quindi inquinato da quella nube insignificante, oltre che dal colloquio telefonico in corso tra lui e il suo interlocutore.
- Un disastro, ti sto dicendo. Ho bisogno di un intervento al più presto! Come? Parla più forte, non si capisce niente...
Quando perde la pazienza, Carlo diventa indisponibile e irrequieto. Si dimentica, inoltre, la buona educazione e si concede l'uso del "tu" con tutti. E' da quindici minuti al telefono per contattare il centro emergenza per la manutenzione, ma, a quanto pare, la domenica ha fatto rincoglionire anche le zone limitrofe oltre che i carabinieri nella sua vallata. Ora che hanno risposto, infatti, il tizio dall'altra parte proprio non vuole capire cosa sia successo, e lui, di rimando, non capisce cosa stia chiedendo l'altro. Un dialogo tra rimbambiti, pensa Carlo sempre più frustrato.
- Cosa? Alza la voce, cazzo!
La linea è disturbata, oppure è lui che sta diventando sordo. La nube avanza e si mangia un altro pezzetto di azzurro.
- Va bene... Allora, te lo spiego per la sesta volta. Prendi appunti e stammi a sentire.
Questa mattina sono arrivato in azienda e faccio per aprire il cancello. Sì... Il cancello, porca puttana, quello all'ingresso della mia azienda! Sì. No, non abbiamo l'obbligo dell'apertura notturna perché siamo in estate e la Regione non ha la copertura economica per farci aprire ventiquattro sette.
No. Praticamente facciamo il continuato solo in inverno con la stagione sciistica. In estate ho la chiamata sul cellulare e poi io o uno dei miei dipendenti interveniamo. Solitamente di queste cose si occupa Venanzio, ma è in vacanza oggi. Lo conosce? Bene, mi fa piacere.
Sì, certo che sono assicurato anche per il notturno, sono mica scemo. La Regione, lei, ci paga solo per il diurno. Solo per il diurno e per il festivo, sì. Va bene. Chiaro, adesso? Posso continuare? Faccio per aprire il cancello e lo trovo aperto, dicevo...
Come "chi lo ha aperto"? Ma che cazzo ne so, chi l'ha aperto, per la miseria ladra? Ma vuoi ascoltare che ho un problema?
Dicevo, che trovo il cancello aperto e allora vado nel piazzale. Tutti e due gli elicotteri col rotore danneggiato. Sì. Danneggiato! Che non si può partire, porca vacca, cosa vuol dire danneggiato?
Vandali, delinquenti. Chi altro vuoi che sia?
Ma certo che si può riparare, sennò che vi avrei chiamato a fare? Solo che ci vogliono i pezzi di ricambio. Certo che ho chiamato i carabinieri e saranno qui tra poco. Mi han detto così quarantacinque minuti fa, capito che roba? Io ho gli elicotteri bloccati e loro dormono sonni tranquilli. Paese del cazzo che neanche riesce a fare il governo...
Le telecamere sono state manomesse. Manomesse, sì. Sono entrati ma prima han distrutto le telecamere e tutto l'impianto di sorveglianza, sennò non entravano. No, non c'è nulla sul disco e non hanno portato via nulla. Hanno rotto solo i rotori. Ma poi che cosa gliene importa di tutto questo, che io da lei ho bisogno dell'intervento tecnico sugli elicotteri...
Due AW 109 dell'ottanta. Li uso come elisoccorso, che ho l'appalto per la zona del Belliga e per la vallata. No, l'altra azienda è a cento chilometri da qui e per farla intervenire occorre il permesso di non so chi cazzo. Comunque qui in zona posso volare solo io nelle emergenze. Non so se ha capito che abbiamo bisogno di due rotori AW 109, o comunque di qualcuno che venga a riparare quelli che abbiamo qui che senza pezzi di ricambio io non riesco a fare un cazzo e non riesco ad assicurare l'intervento nel caso scattasse qualche emergenza.
Oh, ecco. Quando? Come tra un'ora? E quindi? Cristo santo, ma vuol dire riuscirò a volare solo tra minimo quattro ore. Oh, cazzo! No, la zona è tranquilla, per fortuna, anche troppo. Sulle montagne abbiamo Fioranti e Cervitore. Sì, un po' di movimento lì, perché oggi forse c'è festa , ma tutto limitato. Fioranti è un po' più grande e ci sono più rischi.
Cervitore... Mah, effettivamente a Cervitore non succede mai un cazzo di niente.
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Il fuoristrada parte dalla piazza e inizia a percorrere la strada verso il ponte, ma, nell'uscire dal paese, Ludo ferma l'auto perché c'è una questione da risolvere. Scende velocemente e percorre il breve tratto che lo separa dalla trattoria di Nina. Si sorprende nel vedere chiuso l'ingresso , normalmente aperto nelle belle giornate primaverili. Abbassa la maniglia della porta, ma si accorge che è chiusa a chiave.
Strano.
Manca il cartello TORNO SUBITO che Nina normalmente appende sull'esterno in questi frangenti. Evidentemente Nina sta camminando lungo l'altra via che porta verso il centro del paese e non ha pensato o fatto in tempo a lasciare un avviso.
Ludo si guarda intorno per cercarla. L'impianto di risalita fa muovere lentamente i sedili in metallo che percorrono la salita verso la cima, altrimenti percorribile solo con un ripido sentiero. Gustavo probabilmente sta provando la seggiovia in attesa di qualche turista che magari vuole salire fino al Passo Cervo e poi all'isola sul lago Paride. Nota un SUV nuovo di pacco parcheggiato lì fuori, proprio davanti all'impianto. Gustavo ha cambiato l'auto, pensa. Oppure che sia arrivato anche Michele, che normalmente gestisce sulla vetta l'arrivo della seggiovia. Entrambi, di solito, arrivano a piedi sul piazzale delle partenze.
- E allora... - gli urla il Re scuotendolo dai suoi pensieri.
Torna a guardare il bar, poi la seggiovia e l'auto parcheggiata. Con un accenno di inquietudine, il Ludo torna in auto e riparte verso il ponte.
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Tante cose piccole che non tornano. Tanti piccoli avvenimenti appena accennati. Tanti dubbi. Cosa sta succedendo davvero a Cervitore? Cosa c'è davvero in ballo? Non perdetevi i prossimi capitoli.
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