07:30

Tutto il suo Regno è genuflesso di fronte a Lui.

Se si sporge dal terrazzo e guarda verso destra, il Re riesce a scorgere le piste di Fioranti, che sul bianco accecante delle domeniche di inverno si riempiono di puntini neri. Se invece si volta verso sinistra, la parete verticale del Belliga interrompe come un velo nero il panorama, impedendo allo sguardo di scavalcare il confine e risalire verso la Svizzera. Di fronte, la vista vaga fino alla chiazza fumosa di smog della città, per racchiudere così in un semicerchio perfetto lo splendido verdeggiare d'inizio estate dei boschi, proprio oltre il muretto su cui ha appoggiato le mani.

Il Re ama il suo castello perché gli permette di dominare sulla fetta di mondo che si è ritagliato da parecchi anni. E la sua fetta di mondo si chiama Cervitore.

Il territorio del Re è racchiuso in una tazza i cui limiti sono rappresentati da quelle linee fisiche. Se solo fosse riuscito a entrare nel business delle piste da sci a Fioranti, pensa spesso con rammarico, il suo Regno sarebbe stato immenso, sebbene il vantaggio di possedere un hotel nella zona più turistica del territorio rappresenti per lui fonte di estrema soddisfazione, e non solo economica.

E proprio quell'hotel è, in quel preciso momento, il centro unico dei suoi pensieri.

Perché i costi di un Reame sono sempre alti e il Re di Cervitore non saprebbe dove andare a recuperare contante all'interno di quelle quattro casupole sparse sul suo territorio. Il suo Hotel Eden di Fioranti, al contrario, gli ha permesso di diventare in breve tempo il cittadino più facoltoso e potente del piccolo e insignificante borgo di Cervitore. La posizione privilegiata di ricco possidente, acquisita in oltre dieci anni di esercizio, gli concede il privilegio di poter dettare legge e di saper controllare appieno tutta la zona. Fino alle piste, ovviamente. Le piste e Fioranti sono il limite e il Regno di Cervitore è il suo premio di consolazione, il luogo in cui dimostrare di essere qualcuno, perché il suo unico vero interesse rimane l'applicazione del potere. D'altronde un buon Re deve saper scegliere anche il Regno. 

Il suo capolavoro, che ha sancito la sua predominanza, si è compiuto l'anno prima quando è riuscito a farsi eleggere sindaco di Cervitore. All'apparenza essere a capo di un manipolo di abitanti ostinati, potrebbe apparire una scocciatura superflua. A meno che proprio quella posizione, considerata insignificante dai più, non gli comporti in primo luogo un potere su un territorio impervio, ma vasto, e in secondo luogo non gli garantisca la necessaria visibilità su una serie di documenti e affari a cui è molto interessato. E che riguardavano proprio le piste di Fioranti.

I tempi, anni prima, non erano maturi, no. Se allora si fosse spinto troppo in là, il Re avrebbe finito per disturbare i commerci di altri Re uguali e potenti come lui. Limitando i propri interessi sulla zona di Cervitore, pur con i guadagni maturati con l'albergo a Fioranti, il suo piccolo potere è rimasto indisturbato e lui, nel suo Regno considerato minuscolo, non ha disturbato nessun altro. Ma il tempo è generoso se ci si sa muovere. E proprio in questi giorni si stavano materializzando alcuni avvenimenti che avrebbero cambiato la situazione a proprio favore.

Tutto stava procedendo per il meglio, insomma.

Fino a oggi. 

Mentre sente ancora l'eco delle esplosioni nella sua testa e osserva le nuvole di polvere abbassarsi e svelare il ponte che non c'è più, i suoi pensieri sono dunque solo per l'hotel che è impossibilitato a raggiungere. Non ha modo di contattare il Direttore e ciò che vede non promette nulla di buono.

Fanculo quelle poche famiglie del Regno, il problema è l'albergo e cosa cazzo sta succedendo a Fioranti, impreca silenziosamente.

- Che ne pensi, Ettore? - chiede con voce roca e bassa.

Un uomo gigantesco è in piedi accanto a lui e scruta l'orizzonte con il binocolo. Lentamente abbassa l'oggetto per appoggiarlo sul petto e si porta le mani dietro la schiena. I capelli radi, la barba totalmente assente, il portamento e l'abito elegante ma non appariscente tradiscono l'impostazione militare, chiaramente visibile in ogni suo dettaglio.

- Quasi sicuramente dell'esplosivo, signore. Direi al plastico ad alto potenziale. C4, molto più semplice da reperire sul mercato nero visto l'utilizzo per le demolizioni industriali. 

La sicurezza e la saccenteria dell'ex militare lo indispettiscono sempre, proprio perché non viene quasi mai smentito dai fatti.

- E da cosa lo avresti capito? - domanda il Re.

- Guardi ciò che è rimasto del ponte, signore. 

Il Re afferra il binocolo di Ettore e osserva la macchia dell'Orrido che via via diventa sempre più nitida. Lì dove c'era un ponte, ora c'è semplicemente una gola rocciosa nella quale, da qualche parte nelle sue profondità, scorre il Grecale. Da quel punto di vista privilegiato, duecento metri in linea d'aria sopra il paesino, si vede benissimo ciò che è successo.

- Non vedo nulla, Ettore. Non c'è più niente laggiù. - esclama con un certo fastidio.

- Appunto, signore. L'esplosivo plastico viene fissato in ogni fessura e collegato tramite cavi. Non ci vuole molto se fissato nei punti giusti e con la corretta attivazione. Basta un detonatore, un firestarter adeguato e un cellulare. Se fosse stato materiale artigianale il risultato non sarebbe stato lo stesso. Sarebbe rimasto qualcosa in mezzo o sui due lati del ponte. Invece così non c'è più nulla e tutta l'arcata è crollata insieme. Come vengono demoliti gli edifici che si vedono in televisione. Cadono come castelli di carte. 

Il Re annuisce piano. Ha capito tutto.

- Sono loro, Ettore? 

Il gigante sospira e poi appoggia anche lui le mani sul muretto. E' un gesto inusuale, uno strappo alle regole che lui stesso si è imposto.

- Mettiamola così, signore. Se non sono loro è comunque qualcuno di molto pericoloso. 

Ora il Re scuote la testa e batte un pugno sui mattoni ruvidi.

- Vai a prendere il Land Rover, scendiamo in piazza. - esclama al colmo della preoccupazione.

Il Re sa che non deve farsi prendere dallo sconforto. Tuttavia non può negare ciò che l'evidenza mostra ai suoi occhi in modo così sfacciato. 

Perché quel ponte disintegrato può significare una sola cosa. Il suo Regno è sotto attacco.

----------------------------------------------------------------

Facciamo così conoscenza con due nuovi simpatici personaggi: il Re e Ettore. Ma chi sono esattamente e cosa nascondono? La risposta nelle prossime puntate. Nel frattempo, pur commentando, non avete ancora risposto alla domanda del capitolo precedente. Qual è secondo voi la fonte di ispirazione di questo romanzuccolo?

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top