Capitolo dieci
Socchiuse gli occhi, godendosi il sole caldo sulla pelle e poi riaprendo le palpebre e osservando la fila di lastre che si allungava davanti a lei: il Greenwood Cementery era veramente spoglio e misero come cimitero, ma era anche il luogo in cui lui era stato seppellito.
Inspirò, marciando e osservando i pezzi di pietra scura costellati di fiori: erano tutte uguali, tranne che per i nomi che erano stati riportati sopra.
Tante persone che non esistevano più, che erano solo nella mente e nel cuore di chi li aveva conosciuti.
Continuò finché non riconobbe il nome che cercava e si fermò, scostandosi una ciocca dal volto e guardando le poche lettere e le date che erano state incise sulla lastra di pietra nera: Mark era lì, forse proprio sotto i suoi piedi.
Si chinò, posando il mazzo di fiori bianchi che aveva portato e, in cui aveva infilato lo spartito della melodia che aveva suonato al contest della scuola, carezzando poi la lapide: si era preparata un discorso nella sua mente, una lunga sequela di quello che era successo nella sua vita dal loro ultimo saluto, ma adesso non riusciva a dire niente.
In verità, c'era una sola cosa che voleva fargli sapere, una sola parola che voleva dirgli.
Grazie.
Grazie per essere rimasto con lei, grazie per averla scossa e fatto muovere il primo passo, che ne avevano seguiti altri e che l'avevano portata a dove era adesso.
Se non ci fosse stato Mark, lei sarebbe rimasta nella sua inerzia e forse, avrebbe accolto quel buio ancora una volta ma lui l'aveva presa per mano, le aveva mostrato la vita e poi l'aveva lasciata andare.
Dopo di lui, era andata in terapia e c'era ancora.
Stava affrontando la vita, esattamente come Mark le aveva detto: in modo da non avere rimpianti, quando avrebbe di nuovo visto quell'oscurità senza fine e, forse, questa volta avrebbe aperto gli occhi e guardato oltre.
Si tirò su, passandosi una mano sulla guancia e portando via una piccola lacrima, prima di sorridere al nome dell'uomo e voltandosi quando sentì il rumore di passi sul selciato della strada che costituiva una delle costole principali del cimitero.
Una signora in là con gli anni stava avanzando con il fiato leggermente corto e un mazzo di fiori stretto al petto, fermandosi a pochi passi da lei e guardandola, spostando poi l'attenzione sulla tomba davanti Harper e sui fiori che lei aveva lasciato: "Salve" la salutò la signora e Harper sorrise, facendo un passo indietro e permettendo alla donna di salutare il marito.
Sì, quella doveva essere la moglie di Mark.
"Conosceva mio marito?" le chiese la donna, mentre si chinava e posava i fiori accanto a quelli di Harper: la sentì mormorare qualche parola, prima di tirarsi su e guardarla in volto, in attesa della sua risposta.
"Sì, possiamo dire che eravamo amici" Harper si fermò, passandosi la lingua sulle labbra e guardando quella donna che aveva lo stesso sguardo sereno di Mark: "Posso raccontarle una storia?"
"Certamente" Harper vide la donna annuire, aggrottando leggermente lo sguardo ma rimanendo lì in attesa di ciò che lei voleva dirle.
L'avrebbe presa per pazza? Non lo sapeva.
Le avrebbe veramente raccontato di come aveva conosciuto Mark? Ancora non lo sapeva. Voleva ma, allo stesso tempo, non voleva.
Inspirò, socchiudendo gli occhi e sentendo le parole scivolare sulla sua lingua: "Vede, più di un anno fa ho avuto un incidente stradale e..." si fermò, lasciando andare con lentezza l'aria che aveva trattenuto per un momento: "Io sono morta per tre minuti e quattordici secondi..."
a/n: ed eccoci giunti all'ultimo capitolo di questa breve storia. Scriverla è stato interessante, devo dire, perché mi ha messo molto in gioco: è stata la prima volta che scrivevo con un POV solo, che scrivevo qualcosa di così breve ma che a cui ho dato molto.
Harper è stata una protagonista complicata eppure mi sono divertita tantissimo a scrivere di lei, a insinuarmi nella sua testa mentre Mark...
Mark resta ancora un'incognita, per me.
Mi sono poi allontana dalla mia comfort zone, allontanandomi dai lidi francesi di cui sono solita scrivere...
Vorrei ringraziare tutti voi che avete dato un'opportunità a questa breve storia: grazie davvero, con tutto il mio cuore. Vi ringrazio per ogni stellina e lettura, vi ringrazio per i commenti che ho letto (e a cui, piano piano, risponderò). Grazie tantissimo!
Spero che questa storia vi sia piaciuta esattamente come a me e spero di vedervi nelle mie altre storie.
Grazie tantissimo ancora e, mai come negli altri capitoli, mi sento di condividere il banner finale di ogni capitolo...
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