Barolo?

Vi ricordate il mefistofelico corso per barman? Sì? Bene, anzi, male!

Sicuramente vi ricorderete l'infausto trio di casi umani che sparava boiate stratosferiche che potevano competere col ponte sullo Stretto.

Una di queste "eminenze grigie" era una super autorità dell'enogastronomia, talmente brava che doveva sostenere il corso di base per preparare espressi, cocktails, ecc.

Una sera, dopo aver decantato le sue prodi gesta come cameriera di sala (senza di lei il ristorante era perduto, poveri noi!), cominciò a parlare di un fantomatico "Barolo siciliano"...

Piccola parentesi: di vini non me ne intendo, ma una cosa così non sta né in cielo, né in terra, nemmeno per uno come me.

Dato che eravamo tutti lì per imparare, era lecito domandare a chi poteva saperne più di noi.

Io: «Sei sicura? Non ho mai sentito parlare di un vino del genere.»

Lei: «Sicurissima! Per chi mi hai preso?»

Faccio una breve ricerca su internet e cerco: "vino barolo". Oltre al fatto che è un vino esclusivamente piemontese, era escluso ogni possibile incrocio con altri vitigni.

Lei s'infuria e comincia una ricerca frenetica su internet; tutta tronfia mi mostra un'immagine di un presunto vino "barolo siciliano": «Hai visto‽ Sei contento‽ Io non mi sbaglio mai su queste cose!»

Guardo l'immagine, la guardo negli occhi e le dico a mia volta (esprimendo il mio nobile pensiero con pacatezza e in dialetto romagnolo): «U j è scrét "Baroj!"» (traduzione: "È scritto "Baroj!")

Avrei voluto aggiungere: "Sumaràza!" (Traduzione: "Somaraccia!")

Non l'avessi mai detto, cominciò a urlare e a piangere come una bambina di cinque anni (ne aveva più di cinquanta), nascose la testa tra le braccia e singhiozzò la sua frustrazione.

Mamma mia, quanta ignoranza...



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