Settembre


Piccoli tremori sulla pelle brulicanti
scorrono dalla costa verso oriente
come onde plissettate dalla brezza.

Scorre così, da me a te,
il desiderio di venirti incontro
là, verso luci e rugiade fumanti.

La fragranza di osmanthus spande
liquida dolcezza
mentre piano si raffredda il mare.

Lungo spiagge quasi deserte,
agavi e ginestre. Soffice intoppo
un fiacco immusonito scirocco.

Ogni stagione
si arena in queste acque immemorate
estuario di torrenti disseccati.

L'impetuosa aspettativa dell'avvenire
ha durata incerta,
per noi il futuro è inoltrarsi
in una dimensione inesplorata,
cui attribuire un senso e una misura.

Il vento intanto passa sulle vigne
illuminando il frutto
dell'arsura estiva.

Ora scendendo al basso,
presa da improvvido atterraggio
plano sul tuo corpo
come pista naturale che sfuma trasparente
ottenebrata poi da vortici di polverosi dolori.

Scorrono i tempi futuri
a sollevare i solchi delle ruote,
delle orme interrotte sotto le dune
per giungere alla città scomparsa
che è in te.

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