10. Candele
Già gli antichi romani usavano delle candele rudimentali, costruite inizialmente da cordoni di canapa immersi nella pece o nella cera animale.
Fino al 1850 per la realizzazione delle candele si utilizzavano la cera d'api o grasso animale (sego). Successivamente vengono utilizzati anche il bianco di balena, la paraffina e la stearina.
Oltre alla funzione di illuminazione, le candele venivano usate nei riti religiosi o nelle cerimonie magiche, poiché, secondo Gaston Bachelard, la fiamma è simbolo della verticalità ascendente dello spirito, che consuma la materia come il fuoco si alimenta della cera.
Le candele si prestavano anche a rappresentare una sintesi dei quattro elementi della natura: il fuoco per la fiamma, la terra per lo stoppino, l'aria per il fumo, e l'acqua per la cera disciolta.
Secondo un'antica tradizione occidentale, alla nascita di un bambino veniva acceso un cero per proteggerlo dagli spiriti maligni, generalmente associati all'oscurità. Quest'usanza si sarebbe perpetuata nello spegnimento delle candele che vengono incrementate ad ogni compleanno in occasione della torta da consumare nel festeggiamento.
Le candele sono tra le maggiori fonti di rischio incendio in ambiente domestico, quindi state attenti a metterle vicino ad elementi combustibili.
La candela viene comunemente usata nei rituali religiosi dal momento che è un potente simbolo di luce quindi di potere divino, la saggezza e la cononscenza.
Quella con le candele è la pratica magica tra le più semplici e tuttavia molto potente, se compiuta con la dovuta convinzione e concentrazione.
La magia con le candele si basa su due principi: la concentrazione del pensiero su un fine e l'uso di un oggetto simbolico. Il requisito fondamentale però resta la forza di volontà di chi officia il rituale.
La lunghezza dello stoppino deve superare di almeno 5 cm la lunghezza della candela, uno stoppino lungo si potrà sempre tagliare a misura ovvero a 1 cm dalla candela.
Una caratteristica degli stoppini comprati è che, una volta accesi e poi spenti, fumano e puzzano. Per evitare questo inconveniente si può mettere a bagno lo stoppino in una soluzione di acqua distillata e acido borico al 2%.
Se le candele sono particolarmente grosse o hanno una forma complicata, è opportuno rinforzare lo stoppino con un filo di rame. Alla base dello stoppino è necessario fissare nella cera, alla base della candela, appositi dischetti di metallo che servono da supporto. Prima di cominciare a realizzare le candele, è bene incerare lo stoppino, in questo modo si accenderà più velocemente.
Il materiale che costituisce la candela è una miscela solida contenente un materiale di base e additivi. I materiali di base includono: paraffina, cera d'api (un sottoprodotto della raccolta del miele), stearina, gel (una miscela di resina e oli minerali), alcune cere vegetali (in genere di palma, di soia o cera carnauba) oppure, più raramente, di sego (un sottoprodotto della lavorazione dei grassi animali). Gli additivi comprendono: cera microcristallina, cere dure, opacizzanti, coloranti, polietilene, resine e profumi).
La paraffina raffinata (un sottoprodotto della raffinazione del petrolio, costituita da una miscela di normal-paraffine, isoparaffine e cicloparaffine) è il materiale di base più utilizzato. La presenza di stearina, di origine animale o vegetale, aumenta il punto di fusione ma soprattutto rende più rigido il materiale. La stearina inoltre viene utilizzata come additivo opacizzante in modo da rendere la candela più bianca e opaca.
Lo stoppino delle candele è invece costituito da cotone intrecciato al quale vengono aggiunti sali di ammonio, cloruro di potassio, nitruro di potassio, borace e acido borico. Tali sostanze vengono aggiunte per ottimizzare la combustione della candela favorendo il trasporto di ossigeno.
Il metodo di produzione più semplice richiede la liquefazione della cera tramite l'applicazione controllata di calore: il liquido viene poi versato in stampi di forma opportuna oppure si fa solidificare attorno allo stoppino per immersione ripetuta. Alla cera possono essere aggiunte essenze per rendere profumata la candela. Le candele si possono anche colorare tramite l'aggiunta di coloranti o pigmenti.
Nel caso vi trovaste a doverle costruire da soli è bene che sappiate che: la paraffina fonde tra i 45-63°, la stearina ha delle pagliuzze madreperlacee che non si fondono con la candela perché necessitano di una temperatura più elevata (per questo costa di più), le miscele fondono intorno agli 80°, la cera d'api viene commercializzata in pani o fogli e non è solubile in acqua ma negli oli e fonde fra i 61-65°, la cera di recupero si può tingere di un colore più scuro di quello ottenuto dalla fusione e se sono bianche bisogna usare un colorante molto brillante perché si mischierà col bianco. Per fondere al meglio le vostre candele di recupero fatelo a bagnomaria, ⚠️se la cera dovesse prendere fuoco buttate subito della sabbia sulla fiamma e coprite il pentolino con un coperchio, non cercate mai di spegnere la cera in fiamme con dell'acqua.⚠️
Un altro metodo sono le candele a immersione, quindi userete lo stoppino immergendolo nella cera facendo più strati fino a 30-40 immersioni.
Ovviamente ogni forma ha un significato: La candela a forma di stella indica la chiaroveggenza astrale; La candela a cono è ottima per i rituali di guarigione;
Molti rituali prevedono anche l'utilizzo di simboli, sigilli o pentacoli, questi sono presi dal libro che ho io:
Uno ei momenti più importanti di ogni rituale è la vestizione della candela che consiste nell'ungerla con olio essenziale per creare un collegamento tra noi e la candela. Spalmandola di olio si trasferiscono sulla candela le nostre vibrazioni e le intenzioni per le quali officiamo il rituale, facendone un potente strumento della nostra volontà. Mentre la si unge è necessario pensare intensamente allo scopo da ottenere, cercando di visualizzare la realizzazione del desiderio espresso nel rituale.
Gli oli essenziali sono l'essenza delle singole piante che si presentano in forma oleosa già allo stato naturale, per esempio nei petali di gelsomino, nelle foglie di salvia, nei semi di aneto e di finocchio, nel legno di sandalo, nella corteccia di cannella, nella radice di angelica, ecc.
Quelli acquistati in erboristeria sono più naturali ma anche più costosi, poiché per ottenere pochi grammi di essenza occorre una grande quantità vegetale. Ricordate che ogni olio essenziale ha un potere e una vibrazione particolare perciò va scelto per uno scopo ben preciso in base alle caratteristiche della pianta da cui è stato estratto. Quasi tutti gli oli essenziali, una volta uniti alla cera, conservano intatte le loro proprietà e sono in grado di portare benefici notevoli.
Possiamo ottenere un olio essenziale per:
-Spremitura: la più antica, impiegata soprattutto negli agrumi, spremendo la scorza esterna fresca del frutto;
-Macerazione: la più usata da chi vuole fabbricarsi autonomamente un olio essenziale, i tempi di preparazione sono di circa un anno per 100 gr di erbe o petali;
-Distillazione: non penso possiate usare questo metodo a meno che non abbiate un alambicco, questo è il metodo usato dalle industrie;
-Estrazione con solventi: non lo consiglio perché l'olio esce impuro;
Si possono aggiungere anche delle erbe e fiori secchi. Anche da un punto di vista ornamentale, le candele con inserti di fiori e foglie sono bellissime e molto semplici da realizzare. Disponete sulle pareti interne dello stampo fiori secchi, foglie o pezzetti di erbe selezionate e, tenendoli fermi con le dite o con una pinzetta, iniziate a versare lentamente la cera. Lasciate raffreddare e estraete dallo stampo la candela. Se aggiungete i fiori dopo aver creato la candela basterà colarci della cera da un'altra candela dello stesso tipo.
Le candele da usare nei rituali possono e devono essere di colori differenti a seconda del fine che vogliamo raggiungere; ogni colore infatti provoca un diverso effetto. L'esperienza del colore è soggettiva e può rimandare alla cultura di appartenenza che suggerisce le personali percezioni su un determinato colore. Per esempio il giallo suscita qualcosa che irradia, come la luce del sole, mentre il blu qualcosa che racchiude, come l'universo. Il rosso sembra invece in movimento ma su se stesso, come il fuoco o il sangue. Nella cromoterapia i colori sono associati alla persona per innalzare o modificare una sua caratteristica o una personale vibrazione del suo essere.
Nei differenti contesti socio-culturali i colori afferiscono a diversi significati ed occasioni in cui vengono utilizzati. Il bianco ad esempio può essere associato alla purezza, ma anche alla morte; il rosa che in origine in molte culture era legato alla sfera maschile poiché derivato dal rosso, colore che rimanda alla forza, è stato successivamente associato alla femminilità, come lo è stato il celeste per gli uomini, per motivi commerciali di marketing e vendita di prodotti.
Nel corso della storia i sette colori sono stati messi in relazione con i sette giorni della settimana, i sette cieli, le sette note musicali, i sette pianeti.
Sono anche state create concordanze con gli elementi: per esempio il marrone e il nero simboleggiano la terra, il giallo e il bianco l'aria, il rosso e l'arancione il fuoco, il verde l'acqua. Gli antichi credevano fermamente nella dualità bianco/nero, buono/cattivo.
Per spegnere la fiamma della candela, useremo le dita oppure un pratico spegni candela o smoccolatoio. Non si soffia sulla candela.
Spegnere il fuoco con il nostro soffio è solo in alcuni casi specifici, ritualmente corretto. Soffiare sulla candela significa allontanare, annullare il potere del fuoco/luce della fiamma. Quindi nel migliore dei casi rischieremmo di inquinare il rituale.
Anche in altri casi rituali molto specifici si soffia sulla candela, che rappresenta la morte o la malattia, per allontanare la negatività.Anche spegnere le candele inumidendo le dita con la saliva non è molto corretto, la saliva è un componente magico rituale importante e questo potrebbe inficiare o dirottare l' energia che abbiamo messo in moto.
È comunque preferibile lasciare che la o le candele impiegate si consumino totalmente.
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