7. Favola d'amore (REV 2022)
Si erano addormentati stretti l'uno all'altra, sul tappeto, riscaldati dal loro amore e dal fuoco vivace del camino incantato dal mago affinché continuasse a riscaldarli tutta la notte.
Stava albeggiando, quando Severus si risvegliò: erano ancora abbracciati, le gambe intrecciate e le sue braccia ad avvolgere, con gesto protettivo, la maga. Doveva averlo fatto nel sonno, inconsciamente, spinto dal sogno in cui l'Oscuro Signore la inseguiva, senza riuscire però a raggiungerla, perché riusciva a impedirlo.
Nonostante avesse dormito sul tappeto, si sentiva in forma e, a parte il breve sogno, non aveva avuto incubi cosicché il suo sonno era stato molto riposante: non dormiva così bene da un anno e mezzo, quando Crystal non era più stata tra le sue braccia.
Con delicatezza, attento a non svegliarla, mosse la bacchetta nell'aria e fece levitare il corpo della maga fino al letto, dove la depose scostando le lenzuola; con un altro colpo di bacchetta ridusse la vivacità del fuoco incantato e si infilò al fianco di Crystal che, ignara di tutto, continuava a dormire serena.
La strinse di nuovo a sé e rimase a rimirarla.
Crystal era l'isola felice nell'oceano di disperazione della sua esistenza.
Si sentiva come un naufrago che, stremato e privo di forze, dopo aver a lungo resistito al terribile assalto di flutti impietosi, era approdato infine su una spiaggia di finissima sabbia dorata.
Senza avvedersene, aveva cominciato a carezzarla e le dita scivolarono tra la cascata d'oro dei lunghi capelli, per scendere lievi tra le sinuose colline dei seni, fino all'avvallamento che dalla curva dei fianchi scendeva verso la sua calda intimità.
Si riscosse all'improvviso e si strinse a Crystal, quasi aggrappandosi, sentendo la sabbia sfuggirgli via dalle lunghe dita sottili: affondò il viso nelle onde dorate dei capelli rimanendo avvinto a lei, stupendo miraggio, eppure donna reale, ancora di salvezza che lo teneva legato alla vita.
La sua gioia sarebbe stata perfetta se, ogni mattina, avesse potuto svegliarsi sempre così, con il suo amore stretto fra le braccia.
Ma sapeva che il tempo della completa felicità non era ancora giunto: doveva continuare a lottare con dura determinazione per conquistarsi il diritto di vivere, alfine sereno, con la donna amata.
Crystal si mosse, disturbata dall'impeto dell'abbraccio, sul punto di risvegliarsi, il sorriso del sogno ancora sulle labbra e il limpido turchese del mare nella fessura degli occhi, appena socchiusi.
In un attimo Severus s'immerse, con rinnovata passione, nelle calde onde che, frementi, lo attendevano.
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di già si è ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di già si è ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.[1]
*
La giornata, iniziata in modo così gradevole e appassionato, fu piacevolmente lunga: la trascorsero solitari nell'incantata favola d'amore, dimentichi della realtà che incombeva intorno, perduti l'uno negli occhi dell'altro, sempre in cerca di un contatto fisico, un abbraccio, una carezza o un bacio per rendere quanto più concreto e tangibile un sogno da entrambi troppo a lungo vagheggiato.
Severus approfittò di quel tempo, miracolosamente sottratto all'orrore che negli ultimi mesi aveva accompagnato la sua esistenza, per insegnare a Crystal come iniziare la preparazione della pozione Antilupo, riservando per sé solo la parte centrale della distillazione, la più complessa, di nuovo affidando alle cure della maga la procedura finale di raffinazione, più semplice, ma lunga e tediosa.
Crystal si era di buon grado prestata a sostituirlo, felice di sollevarlo almeno da uno dei tanti e gravosi impegni, e il mago era orgoglioso degli sforzi che compiva, con discreto successo, in una materia come Pozioni che non era mai stata la sua preferita né aveva mai mostrato particolare predisposizione, nonostante l'indubbio interesse provato verso il suo scorbutico insegnante.
La pioggia impedì loro di uscire perfino per una breve passeggiata nel bosco, così, nel pomeriggio, parlarono a lungo, abbracciati sul divano, finendo per fare ancora all'amore, con lenta e dolce intensità.
Dopo cena, Severus ravvivò le fiamme del camino e galante le domandò:
- Posso avere l'onore di ballare con la mia bellissima donna?
Mentre Crystal concedeva il raggiante consenso, la bacchetta del mago provvide a mutarle l'abito in un'elegante e vaporosa veste da ballo rossa, simile a quella indossato due anni prima alla festa di Natale a casa Malfoy [2], mantenendo invece per sé la casta e severa casacca dai bottoncini che tanto le piacevano.
Ancora eleganti svolazzi della bacchetta nell'aria e le note di un valzer si diffusero limpide mentre i mobili svanivano facendo spazio ai danzatori: Severus la prese tra le braccia conducendola sulla magia delle note, lungo i sinuosi volteggi della melodia, stringendola sempre più a sé, finché i loro corpi aderirono del tutto, la gamba dell'uno incuneata tra quelle dell'altra.
A un tratto la maga esclamò, felicemente stupita:
- Ma tu... mi desideri, ancora!
Senza smettere di dirigerla nella danza, Severus lasciò scorrere la mano sulla schiena nuda di Crystal, giù lungo la profonda scollatura dell'abito, fino in fondo, quindi premette forte il bacino della maga contro il proprio mentre si chinava su di lei, le labbra a sfiorarle appena l'orecchio:
- Sì, ti desidero ancora! – sussurrò con voce roca, - Sempre! [3]
Crystal si strinse a lui e, in un istante, i ricordi di due anni prima affiorarono mentre fissava gli occhi neri del mago che aveva rallentato il ritmo della danza per restituirle un penetrante sguardo.
Muovi il passo nel candore
di musiche risplendenti nell'anima.
Il silenzio dei sensi
grida sottovoce ancora e ancora
il profondo desiderio di averti.[4]
Conscia di avergli lascato libero accesso ai propri pensieri, anzi, di averlo invitato in modo palese a entrarle nella mente, Crystal rivisse con il batticuore i momenti in cui aveva intensamente desiderato il mago, prima durante le lezioni in classe e, dopo, quando si era infine rassegnato a occuparsi della sua istruzione, in tutte le lunghe sere trascorse insieme a studiare o esercitarsi nel suo sotterraneo.
Severus sorrise, imbarazzato ma al tempo stesso fiero del proprio desiderio, più che evidente nelle immagini che scorrevano nella mente della maga, ma che lui aveva a lungo e con ostinazione negato e represso, nelle parole e nei fatti.
Si rese conto, con stupore, per Crystal era stato eccitante sentirsi così intensamente desiderata, eppure, sempre rispettata con totale rigore.
Interruppe la Legilimanzia e la danza e disse:
- All'inizio ho desiderato il tuo corpo, così bello e sensuale, quasi fino a non riuscire a capire più nulla. Ma non avrei mai ceduto solo alla passione carnale. – sussurrò chinandosi, il respiro tiepido sul collo della maga. – Poi, ho intravisto la bimba nascosta nella tua anima e ho compreso che anche tu, proprio come me, stavi solo dolorosamente recitando una parte e, non so nemmeno io come, o perché, cominciai a innamorarmi di quella indifesa creatura. – continuò fissandola con intensità nelle iridi azzurre. – Era come se lei mi chiamasse, come se m'implorasse di aiutarla!
Crystal abbassò per un istante le palpebre, stupita di quanto in profondità il mago avesse saputo cogliere, due anni prima, la sua intima e più vera essenza, con un solo breve sguardo, l'unica volta che si era lasciata cogliere impreparata ed era riuscito a penetrarle nella mente.
Severus sorrise, commosso ai ricordi, e continuò:
- Così ho cercato con tutte le mie forze di liberarla dalla sua prigione. – aggiunse con dolce intensità. – Intanto, continuavo a impazzire di desiderio per il tuo corpo che, però, - s'interruppe lasciandosi sfuggire un breve sospiro, - non volevo e non potevo toccare, non se quella bimba, prima, non fosse stata libera e non avesse imparato ad amarmi!
Crystal lo fissava, bagliori dorati scintillanti nell'azzurro delle iridi, l'amore infine insediato saldo nel cuore.
Severus si chinò sulle sue labbra a sfiorarle languido con le proprie, la lingua a insinuarsi morbida per incontrare la sua e giocare con delicata passione, adagio, facendo crescere ancora anche il desiderio della maga che si perse nella sua bocca, accarezzata dalla lingua, promessa d'amore e di piacere, di rispetto e di passione, in un bacio dolcissimo e infinito, dal quale non sembravano volersi sciogliere.
Crystal si era abbandonata tra le sue braccia, offrendosi a lui, un fremito di desiderio lungo la schiena, gli occhi chiusi nel dolce sogno d'amore per il quale il mago aveva così a lungo lottato.
A fatica Severus si ritrasse e riaprì gli occhi, fiamme nere a incontrare lampi d'oro e ardenti respiri di voluttà tra loro. Si morse appena le labbra e poi, con lieve imbarazzo, ammise:
- Avevo un gran timore di lasciarmi andare a quel sogno d'amore che, dopo tanti anni, era venuto a risvegliare il mio cuore. Avevo paura... – S'interruppe tormentandosi ancora le labbra, mentre la mano della maga gli carezzava lieve il volto pallido. – paura di te, del tuo modo di fare così sessualmente spregiudicato, quasi sfacciato.
Un lungo sospiro interruppe ancora le parole del mago, mentre gli occhi la rimiravano con amore:
- Non mi era stato difficile scoprire che... oh Crystal, perdonami, ma sono terribilmente geloso di ogni uomo che ti ha avuto prima di me! Loro non ti amavano ed io - si morse ancora le labbra, - io non volevo che tu mi confondessi con uno di loro!
Crystal era rimasta ad ascoltarlo, stupita, quindi gli dedicò uno stupendo sorriso, soffuso d'amore, ed esclamò:
- Non potrei mai confonderti con nessun altro, amore mio! Tu sei profondamente diverso e me lo hai dimostrato proprio col tuo rigoroso rispetto, nonostante tutto il tuo desiderio. – Lo trasse a sé, riempiendogli di leggeri baci la guancia, - Non devi essere geloso di loro: nessun uomo esiste più nei miei ricordi, da quando sei entrato nel mio cuore!
Ancora gli sorrise, sfiorandogli appena le labbra, mentre continuava ad accarezzargli il viso:
- Per me tu sei il primo, e l'unico. Ho amato solo te, Severus, e nessun altro, mai, ha saputo amarmi come tu sai fare, regalandomi così tanta felicità e piacere. Nessuno, solo tu, amore mio!
Si strinse forte al mago e sussurrò:
- E ora voglio sentire ancora le tue labbra e le tue mani sul mio corpo, dovunque, come solo tu sai fare...
E il vaporoso tulle rosso dell'abito da ballo svanì piano sotto le ardenti carezze e gli appassionati baci del mago. Poi furono i bottoncini a cedere, a uno a uno...
*
Crystal continuò la sua vita, tornando spesso nel bosco, come la bella principessa delle favole in attesa del Nero Cavaliere e del suo amore.
Severus andava ogni volta che riusciva a sottrarsi al controllo di Voldemort, ma spesso passavano diversi giorni tra una visita e l'altra e il tempo per stare insieme sembrava sempre troppo poco per soddisfare la loro rovente passione.
Quel giorno, stavano facendo l'amore già da lungo tempo, eppure Severus sembrava voler continuare all'infinito, cambiando diverse posizioni e concedendosi ogni tanto un breve riposo.
In quel momento era sopra di lei, immobile, i lunghi capelli neri che le sfioravano il viso e i denti come sempre a premere sulle labbra, per mantenere il controllo e continuare ad amarla.
Quando Crystal riaprì gli occhi, l'estasi ancora sul viso e il respiro corto, incrociò lo sguardo del mago, teneramente felice, e lo vide liberare le labbra per sorriderle, prima di scendere a baciarla con delicata passione. Quindi si rialzò, pronto a ricominciare.
- Io non so proprio... - ansimò Crystal, - come tu faccia a controllarti sempre, così a lungo.
- Non è un controllo che mi impongo. – sussurrò scendendo di nuovo su di lei, appoggiandosi a un gomito per non schiacciarla. - E' così bello vedere il piacere pervadere a lungo il tuo viso, ancora e ancora. Ed è così bello il tuo sorriso appagato! - aggiunse sfiorandole le labbra. – E poi, sapere che so dare piacere, invece che dolore e morte.
Il mago chiuse le palpebre per un istante e le sue labbra tremarono mentre le scivolava a fianco.
Infine la fissò di nuovo, le iridi nere colme dell'ombra cupa del rimorso, e aggiunse con voce soffocata:
- Tu non puoi neppure immaginare quale immenso valore questo abbia per me.
Crystal rimase col respiro mozzo, poi strinse forte a sé Severus, con tutto l'amore che provava, sperando che ciò trasparisse almeno un poco dalla sua stretta.
Lottando contro il nodo che le stringeva la gola, impedendole di parlare, mormorò con intensità:
- Ti amo, Severus, ti amo! – continuando a stringerlo a sé. – Amore mio! Quando riuscirai a dimenticare, per ricominciare a vivere a pieno?
Il mago la guardò a lungo, intensamente, poi sussurrò con voce spezzata:
- Non intendo dimenticare. Non sarebbe giusto, non per coloro cui ho fatto del male.
Crystal scosse il capo, poi gli accarezzò il viso mormorando:
- Ancora vuoi punirti, vero, sfuggendo sempre da ogni calore e felicità? Non sono fatti per te? E' questo che credi? – insistette con tono amaro, mentre ricopriva di lievi baci il volto pallido del mago. – Ancora non credi di meritare d'essere felice con me?
Severus si sottrasse ai baci e la fissò a lungo, gli occhi neri che brillavano di un cupo splendore. Infine sussurrò con voce roca:
- Per tanti anni ho vissuto solo per pagare le mie colpe. Ma con te, e grazie a te, sono tornato a vivere - il mago diede in un breve sospiro, - e ad amare. Il futuro è di nuovo qualcosa in cui credere e per cui lottare. – un lieve sorriso gli illuminò il volto. – Voglio solo che tu sia felice, amore mio: se per ottenere questo, anch'io dovrò esserlo, - il sorriso si fece più aperto sul viso dischiudendo le labbra sottili, - allora ti prometto che sarò l'uomo più felice del mondo, finché tu rimarrai al mio fianco!
Crystal guardò il suo uomo e sussurrò, appena prima di baciarlo con trasporto:
- Insieme, Severus, per sempre! [5]
Si erano baciati a lungo, con languido amore, poi avevano ripreso ad accarezzarsi e infine avevano ricominciato a fare l'amore, con rinnovato desiderio, consci della volontà d'essere felici, insieme, per il resto dell'esistenza e pronti a lottare per conquistare la serenità.
Infine Crystal si era addormentata fra le sue braccia, piacevolmente sfinita, e il mago era rimasto immobile, rimirando il suo profilo nell'ora blu del crepuscolo.
Sentiva il suo respiro leggero e godeva del calore del suo corpo, infine suo e solo suo. Le lievi vibrazioni degli occhi gli dicevano che stava sognando e il mago era certo che si trattasse di un bellissimo sogno.
Delicato si avvicinò alle labbra per sfiorarle lieve con le sue, sussurrando piano:
- Buonanotte, amore mio!
Addormentati e lascia cadere le foglie dei tuoi sogni,
chiudi la bocca e lascia che baci il tuo silenzio.
Non ho amato mai altro che ombre che trasformavo in statue
e io non sapevo di non vivere.
Il mio orgoglio m'andava trasformando in pietra,
finché tu, Rosìa, risvegliandoti
nuda, risvegliasti il mio sangue e i miei doveri.
.........
Benché il tuo amore m'abbia restituito al dolore
aprì la porta della gioia pura
perché ci ritrovassimo caduti
nel giardino più aspro e selvaggio.[6]
*
Intendeva farle una sorpresa.
Era giunto nella fatata casetta nel bosco: avrebbe dormito un poco, visto quanto ne aveva bisogno, e poi l'avrebbe chiamata, facendole trovare il fuoco già scoppiettante e il vialetto d'accesso ripulito dalla neve caduta in quantità nella notte.
Per questo non l'aveva avvertita.
Invece, nonostante fosse mattino presto, Crystal stava uscendo dalla minuscola casa, avvolta in un pesante mantello, e arrancava nella neve fresca per raggiungere il ponticello, limite oltre il quale avrebbe potuto smaterializzarsi.
Trovarla lì a quell'ora, anche se lui non c'era e lei neppure lo aspettava, gli fece immenso piacere: significava che anche per la maga quel luogo era molto importante. Si chiese se avesse dormito lì, da sola, come se fosse diventata la sua vera casa.
Appena lo vide, Crystal diede in un grido di gioia, incespicando nella neve fresca per raggiungerlo. Severus estrasse veloce la bacchetta con gesto deciso e spazzò l'aria davanti a sé aprendo uno stretto sentiero tra la neve, in cui la maga si precipitò per finirgli tra le braccia, il viso di bimba raggiante:
- Che bella sorpresa! Sei qui!
Si strinse a lui, le labbra golose dei baci e le mani a verificare l'esistenza dell'ordinata schiera di bottoncini.
Severus le sorrise, conscio del significato dell'ultimo gesto, gli occhi neri scintillanti di gioia:
- Anche tu sei qui. – sussurrò piano, incapace di porre la domanda che gli stava a cuore, mentre continuava a tenerla stretta a sé.
- E dove mai dovrei essere? – esclamò la maga. – Questa è la mia casa, ora: qui c'è il mio amore, la felicità, – s'interruppe un istante, per continuare poi con aria sognante, - e il tuo profumo sul cuscino e tra le lenzuola!
Severus trasalì appena alle parole che dissipavano i suoi dubbi e le sorrise, grato, ma non riuscì a impedire a una fugace ombra di tristezza di oscurare per un istante la luce di felicità dei propri occhi che vedeva riflessa nel cielo azzurro delle iridi di Crystal.
Scacciò subito l'amaro pensiero e tornò a baciarla: non voleva scoprisse quanto gli costava, ogni volta che la lasciava, dover fare un'accurata doccia per eliminare ogni traccia del suo profumo dalla propria pelle, affinché nessuno potesse mai sospettare della sua esistenza.
Era una bella giornata di sole, la neve che scintillava, candido manto del loro bosco incantato: il mago aprì un altro sentiero fra la neve verso il limitare del bosco, fino ad arrivare a un vecchio tronco spezzato, dove si appoggiò con la schiena, le gambe divaricate per accogliere di nuovo Crystal tra le braccia, infilata anche sotto il suo mantello per proteggerla dalla rigida temperatura.
Era bello tenerla avvinta a sé e sfiorarle il viso con le labbra fino a incontrare la sua bocca, calda e morbida, protesa ai lunghi e dolci baci che gli facevano dimenticare la realtà che, sempre, rimaneva invece invariata, il Signore dell'Oscurità ad allargare la sua ombra malvagia anche sul loro meraviglioso amore.
All'orizzonte l'ombra si addensa
e forse coprirà il sereno,
ma è nell'occhio del ciclone
che possiamo vibrare
e far tornare il sereno della vita.[7]
Avrebbe tanto voluto vivere la sua storia d'amore alla luce del sole, davanti a tutti!
Sorrise tra sé, ironicamente divertito al pensiero degli sguardi allibiti che allievi e colleghi gli avrebbero rivolto se mai avesse abbracciato e baciato Crystal in mezzo alla Sala Grande.
Il sorriso, che per un istante era apparso sulle sue labbra, svanì subito e il mago s'irrigidì. L'accesso a Hogwarts gli era per sempre precluso, così come non avrebbe mai potuto passeggiare per Hogsmeade, mano nella mano con la sua donna: sarebbe stato subito arrestato e Voldemort, scoperta l'esistenza del suo amore per Crystal, avrebbe avuto tra le mani il più potente mezzo per renderlo di nuovo e definitivamente schiavo.
La strinse più forte a sé, in un istintivo impulso protettivo, che la maga scambiò per inequivocabile desiderio, quando si ritrovò premuta tra le sue gambe.
Severus sospirò: era stata una notte molto lunga e dura, tra i Mangiamorte, ed era stanco.
Ma stringere la sua Crystal fra le braccia, e desiderarla, era la cosa più belle che la vita potesse offrigli in quel momento.
Si riscosse: il tremito percepito in Crystal doveva essere per il freddo, non certo desiderio di lui. Si sentì in colpa: era da un pezzo che erano fermi lì, abbracciati immobili, mentre lui si era perso in cupi e inconcludenti pensieri.
Era ora di rientrare in casa, al caldo.
Crystal aveva le mani intirizzite, così, mentre se lo toglieva, il mantello le scivolò a terra insieme alla pergamena da consegnare a Remus, che rotolava sul pavimento, sfuggendo impertinente alle sue dita irrigidite.
Rise, ricordando una scena simile, oltre due anni prima, quando aveva provocato Severus, sventolandogli davanti al naso una minigonna vertiginosa con ridottissime mutandine di pizzo nero.[8]
Senza rialzarsi, Crystal sollevò il viso volgendo lo sguardo malizioso indietro, verso il mago: lui era già lì, appena dietro e le pose le mani sui fianchi, con deciso possesso.
- Non vorrai continuare a rincorrere la pergamena, vero? – mormorò con voce bassa e vellutata, mentre la premeva contro di sé, rivelandole, come se già non ne fosse stata conscia, il suo sfacciato desiderio.
Crystal ridacchiò, a testa in giù, sempre più rossa in viso:
- Mmm... allora era solo questo che volevi farmi quella sera!
Le mani di Severus strinsero più forte i suoi fianchi, attirandola ancora di più a sé:
- Mi avevi fatto inconsapevolmente impazzire di desiderio già dal pomeriggio, durante la lezione, curva sul calderone mentre cercavi di accendere il fuoco. - sussurrò con voce roca. – E ammetto che quella sera, davanti alla tua palese provocazione, - continuò strusciandosi sensuale contro di lei, - le ossessive fantasie erotiche del pomeriggio si erano fatte... imperiose!
Il mago chiuse gli occhi e si morse le labbra, sospirando: le mani allentarono la stretta sui fianchi e scivolarono sui glutei per una intensa carezza, per poi indurla ad alzarsi e girarsi, di nuovo tra le sue braccia, ora tenere e rispettose.
- Mi vergognavo di quei licenziosi pensieri, - sussurrò imbarazzato, - ma non riuscivo a liberarmene!
Crystal sorrise al ricordo di quella sera, divertita:
- Bè, non li hai messi in pratica, però!
- A dire il vero c'è mancato pochissimo. E solo perché sapevo che non era una sterile notte di sesso che volevo, ma l'amore di una donna. – sospirò. – Una donna che sapesse amarmi, accettando il mio passato.
- Ed io non ti sembravo proprio il tipo. - mormorò obiettiva.
Il mago sorrise amaro sfiorandole piano il viso con una delicata carezza in punta di dita:
- Ormai non speravo neppure più che una tale donna esistesse, per me.
- Quella sera mi respingesti, con gentile fermezza.
- Mi fissasti negli occhi, stupita dalla mia reazione, - ricordò il mago, - e per un breve istante non proteggesti più la tua mente.
- Così scopristi chi ero davvero.
- Solo una fragile bimba bisognosa d'amore. - aggiunse commosso, carezzandole ancora il viso con dita tremanti, proprio come aveva fatto nella sera lontana. – Lì cominciai a innamorarmi di te. – sussurrò piano, prima di iniziare un lungo e dolcissimo bacio.
Poi tornò a rimirarla in silenzio, così incantevole, bella e sensuale, chiedendosi com'era possibile che fosse proprio la sua donna, l'unica che avesse mai saputo amarlo accettando il suo passato.
Chiuse di nuovo gli occhi, tornando a baciarla con amore e stringendola a sé: non la meritava, ma non poteva più vivere senza di lei.
Erano rimasti senza fiato dopo i lunghi baci.
Severus si era avvicinato al divano, tenendola per mano, e vi si era abbandonato esausto. Solo allora Crystal notò le occhiaie sul volto pallido, indizio di notti insonni.
Si sedette al suo fianco e chiese, rivelando un'ingenuità che il mago trovò adorabile:
- Stanotte hai dormito male? I tuoi incubi?
- No, solo la mia realtà. – sibilò a denti stretti. – Che è diventata peggiore dei miei incubi!
Crystal trasalì: non aveva previsto la cruda risposta, anche se avrebbe dovuto capire fin dall'inizio che doveva esserci qualcosa di strano se era arrivato senza preavvertirla. Si tormentò piano un labbro con i denti, timorosa di porre altre domande.
Severus gliele sfiorò con le dita, affinché smettesse di mordicchiarsele e ammise rassegnato, in un sibilo tra i denti:
- E' stata una lunga notte trascorsa con i miei "compagni" Mangiamorte. Avevo un assoluto bisogno di dormire, ma non ce la facevo a rimanere nell'orrenda fortezza.
Crystal lo abbracciò stretto. Non voleva sapere altro: il cupo dolore letto nell'oscurità dei suoi occhi era sufficiente a comprendere l'accaduto.
E quanto fosse costato a Severus continuare a compiere il suo dovere.
Era riuscita a convincerlo a riposarsi un po': era davvero a pezzi, e non solo fisicamente.
Si rimproverò per non essersene accorta prima: la gioia per la sorpresa d'averlo trovato davanti a casa l'aveva distratta. Si ripromise di essere più accorta: Severus si meritava ogni più accurata attenzione.
Il mago si era categoricamente rifiutato di andare a letto, accettando solo di distendersi un poco sul divano. Si era addormentato in pochi istanti.
Crystal lo stava osservando dormire: i lineamenti del viso ogni tanto si distendevano nel sonno, per poi corrucciarsi; la ruga verticale sopra il naso non spariva mai del tutto e le labbra, in alcuni momenti morbidamente dischiuse, si contraevano all'improvviso, tornando a formare una piega sottile sul volto ancora teso e stanco.
Si era accoccolata a terra accarezzandogli piano la mano scivolata giù dal divano. Non aveva resistito e aveva sfiorato leggera la pallida pelle del viso fino a raggiungere le labbra che sapevano regalarle dolcissimi baci e, con infinita delicatezza, attenta a non svegliarlo, ne aveva deposto uno, colmo d'amore.
Poi, era rimasta a lungo immobile, ad ascoltare il ritmo del suo respiro e rimirarne il volto: l'importante profilo del naso, gli spigoli degli zigomi, i lunghi capelli neri in parte caduti in avanti a celarlo.
Severus non poteva definirsi un "bell'uomo", ma Crystal sapeva che il suo viso, che sapeva atteggiarsi nella maschera della più gelida e sgradevole indifferenza, era quello di un uomo che continua a soffrire per colpe commesse in un lontano passato, ma anche il volto di un uomo in grado di mentire con coraggio, fino al punto d'ingannare anche il potente Voldemort; era il viso dell'uomo che l'amava con dolce e instancabile passione e avrebbe dato la vita per lei.
Era il viso dell'unico uomo che avesse mai amato e, contro ogni canone d'estetica, per lei il volto pallido e teso di Severus era bellissimo.
Sì, era bello, soprattutto quando la rimirava con i profondi occhi neri, dove oscurità e luce ingaggiavano da sempre una battaglia senza fine e dove la luce pareva risaltare solo grazie alle ombre cupe del suo passato. Adorava le fiamme che vi avvampavano impetuose, gridandole il suo immenso amore e rivelandole i segreti del suo cuore.
Amava Severus, immensamente.
All'improvviso il volto del mago si contrasse, come se stesse soffrendo, e parole spezzate gli uscirono dalle labbra:
- No... non voglio... no...
Il viso di Severus era una maschera di dolore e terrore e le parole divennero grida strozzate:
- No... Crystal, amore mio... no, no!
La maga lo scosse, cercando di svegliarlo. Quando spalancò gli occhi di colpo, Crystal vi lesse un pauroso abisso di disperazione e cercò subito di rassicurarlo:
- Era solo un incubo, amore mio, solo un incubo!
Il mago ansimava, faticava a inalare l'aria e il terrore non abbandonava i lineamenti contratti. Infine l'aveva messa a fuoco, china su di lui, e un lampo era passato subitaneo negli occhi: era scattato su e l'aveva abbracciata, stringendola a sé con forza, fino a farle male.
Crystal non si era sottratta, lieta che l'asfissiante abbraccio lo rincuorasse.
Quando infine il mago allentò la stretta, mormorò, affranta:
- I tuoi incubi, povero amore mio! Ancora ti torturano così?
Severus respirò a fondo un paio di volte, poi mormorò:
- No. Non è il passato a tormentarmi, adesso, ma il presente. – diede un lungo, amaro sospiro. – Erano rielaborazioni oniriche di ciò che... è accaduto stanotte, – sospirò ancora, stringendo i denti, quindi aggiunse, - mischiate alle proiezioni delle mie paure per te.
Crystal gli accarezzò piano il volto, pallido come non mai e sussurrò piano:
- Mi dispiace tanto...
Severus si sforzò di sorridere per tranquillizzarla:
- Da quando sei tornata, i fantasmi del passato non sono più venuti ad angosciarmi.
L'attirò a sé e le sfiorò le labbra con le sue, poi sussurrò:
- Era solo un brutto sogno: è tutto passato, e tu sei sempre qui, amore mio, sana e salva tra le mie braccia.
- Devi smettere di preoccuparti tanto per me! – esclamò la maga, con veemenza. – Non voglio!
- Impossibile, amore mio: dovrai rassegnarti all'assillante attenzione nei tuoi confronti. – rispose riprendendo a sfiorarle il viso con le labbra, con crescente passione. – Come potrei, altrimenti, farti godere tanto facendo l'amore?
- Io... accidenti, Severus, - si ribellò la maga, - ma io ti amerei anche se... anche se non potessimo più fare l'amore!
Il mago sollevò scettico un sopracciglio, senza smettere di stringerla, mentre con le labbra scendeva lento sul suo collo.
Crystal lo spinse indietro, apostrofandolo con aria di sfida:
- Guarda che se vuoi posso dimostrartelo fin d'ora. Non c'è bisogno che tu faccia l'amore con me: puoi venire qua anche solo per parlare ed io sarei felice lo stesso di stare tra le tue braccia.
Severus sorrise sereno davanti all'orgogliosa ribellione: era anche per l'indomito carattere che la amava. Del resto, anche la propria indole non facilitava il compito di amarlo.
Le sfiorò il viso con il dorso della mano e sussurrò, suadente:
- Non se ne parla nemmeno, di astinenza, amore mio! Già ne abbiamo fatta fin troppa!
L'attirò di nuovo a sé, con decisione, e sussurrò ancora, le labbra ardenti di desiderio già su quelle della maga:
- Intendo recuperare al più presto tutto il tempo perduto. – aggiunse sorridendo malizioso, mentre le guidava le mani sul proprio petto. – E questi bottoncini attendono solo te, da troppo tempo ormai...
[1] Jaques Prevèrt – Dalla raccolta "Parole": "Sabbie mobili".
[2] Vedi "Luci e ombre del Cristallo", capitolo 8: Natale a casa Malfoy.
[3] Credo che non mi stancherò mai di far ripetere al "mio" Severus questa parola "sempre", così come l'altra, "guardami", ma pronunciate in ben diverse e molto più felici condizioni di quelle stabilite per lui da JKR. Credo che finirà per diventare un mio piccolo vezzo, usare queste due parole per dargli la felicità che la sua creatrice gli ha sempre negato. Spero non vi dispiaccia.
[4] Earendil
[5] E' ancora necessario spiegare che ci sono modi differenti, e ben più felici per Severus, di utilizzare il termine "sempre" rispetto all'uso che ne fa JKR nel 7° libro? Cercate di comprendermi, ma non riesco proprio a perdonare la sua creatrice per aver elargito solo sofferenze al mio adorato Severus.
[6] Pablo Neruda – "La spada di fuoco", tratto da XXXII: "Il luttuoso".
[7] Earendil
[8] Vedi "Luci e ombre del Cristallo", Cap. 4 – Punizione nel Sotterraneo
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