5. Nere perle di desiderio (REV 2022)
Il tempo era trascorso con lentezza estenuante, giorni come mesi e ore come giorni, minuti interminabili composti da secondi infiniti.
Cinque notti eterne seguite da quattro giorni senza fine.
Il sole era sorto di nuovo e Severus le mancava da impazzire.
Nelle poche ore in cui l'aveva avuto vicino, aveva solo potuto anelare a lui, senza avere altro che i suoi meravigliosi baci pieni di ardente passione e abbracci che la facevano sentire immensamente desiderata, il corpo teso fino allo spasimo di virile eccitazione a premere bruciante contro il suo, altrettanto pulsante di desiderio.
Poi, solo l'oscurità fredda e silenziosa della lontananza, senza la luce dei profondi occhi neri e il calore dei teneri sussurri d'amore.
Quante volte la sua mano era corsa al collo, dove pendeva il prezioso monile con l'incisione dell'iniziale del suo nome!
Severus.
Quale soavità sussurrante d'amore nel nome, il suo nome, così rigido nel significato, proprio come lui si presentava all'apparenza, ma poi così dolce, delicato fruscio d'amore sulla sua bocca.
Quante volte aveva ripetuto il nome nella notte, per riscaldare le labbra, orfane di baci e carezze. Quanto aveva bramato che fosse lì con lei, ora che tutto era chiarito e nessun fantasma offuscava più il loro amore.
Quanti aneliti nella luce fredda e distante delle stelle, quante implorazioni di averlo di nuovo vicino a sé, quante lacrime d'amore, aggrappata alla speranza della promessa del suo ritorno!
Il mio sguardo si china piangendo
e un pensiero soave di te mi percorre
il fondo dell'anima, come in silenzio
una preghiera di notte.[3]
Aveva seguito le istruzioni di Severus convincendo l'Ordine che i Mangiamorte stavano valutando se ammetterla fra loro, cosa che le avrebbe permesso di ottenere importanti informazioni. E ne aveva già fornite alcune, passatele dal mago.
Aveva aggiunto anche buone parole a favore di Severus, come sempre cadute in un gelido silenzio, pieno di disprezzo e occhiatacce, che le feriva ancor di più il cuore ora che sapeva tutta la verità, carica di così tanta sofferenza per l'amato mago.
Li aveva ignorati, forte del suo amore e dell'assoluta fiducia in Severus.
Proprio come Silente.
Aveva cominciato a preparare lo schema necessario al mago per racchiudere e verificare tutti gli elementi in suo possesso riguardanti gli Horcrux. Le aveva raccontato tutto, dalle informazioni raccolte in anni di paziente ricerca da parte del Preside, fino alle più recenti da lui stesso scoperte da poco. Tre parti di anima di Voldemort erano state distrutte e ne rimanevano solo tre: una era in Nagini, il terribile serpente che stava sempre con lui, un'altra era celata nella Coppa di Tosca Tassorosso, nelle segrete della fortezza dei Lestrange e la terza, forse, in un antico libro vergato dalla saggia Priscilla Corvonero, di cui Severus stava ancora cercando le tracce.
Crystal sapeva che il suo compito era scoprire quali altre informazioni e dati rilevanti fossero in possesso di Harry Potter: Severus aveva autorizzato qualsiasi mezzo pur di raggiungere lo scopo, sapendo che lei non si sarebbe fatta alcuno scrupolo a usarlo, se necessario.
Infine, aveva procurato tutti gli ingredienti per pozioni richiesti, compiendo anche due lunghe perlustrazioni a Notturn Alley, nei negozi indicati, trovando anche gli altri strani manufatti, Oscuri senza alcun dubbio.
Era nella casetta nel bosco, in quel momento, dopo aver raccontato a Remus che tornava dai Mangiamorte e, per l'ennesima volta, dopo aver riallineato le già ben allineate ampolle, stava rileggendo lo schema delle informazioni sugli Horcrux che ormai conosceva a memoria.
All'improvviso sentì il petto bruciare, là dove la "S" decorata di smeraldi si appoggiava tra i seni: era come se le labbra di Severus, ardenti, vi avessero deposto un bacio.
Sollevò il petto mentre la vampata di calore si propagava al viso, raggiante di felicità.
Prima ancora di stringerlo nella mano, il piccolo medaglione era tornato freddo, solo per riprendere a scottare tra le sue dita pochi istanti dopo, nuova rovente carezza di Severus. Con un colpo secco tirò il filo magico al quale era appeso il piccolo gioiello, che si allungò a comando permettendole di estrarlo e portarlo davanti agli occhi, già rivolto dalla parte del cristallo nero.
Chiuse gli occhi per una frazione di secondo, attendendo fremente che le labbra di Severus tornassero a lambire le sue dita con il loro fuoco d'amore.
Attendendo di poter rivedere l'uomo che amava e ascoltare la sua voce.
Sperando che le annunciasse la sua visita, presto, prestissimo.
Anelando di rivedere gli adorati bottoncini.
La tua figura è un dolce miraggio
che poi si concreta nel sogno.
Non lasciarmi
quando il cuore volge a tempesta,
non lasciarmi in attesa
di un mondo cui so di appartenere.
Non lasciarmi
e l'amore sarà l'oblio del male.[2]
Il calore la pervase di nuovo e deglutì riaprendo gli occhi per immergerli nelle fiamme nere di Severus che sussurrava:
- Crystal, amore!
Gli sorrise, scioccamente, senza riuscire a parlare, la bocca secca e il respiro corto, le mani che tremavano impedendole di vedere bene l'immagine nel cristallo. Lo avvicinò di più al viso e il mago sussurrò, con voce soffocata dall'emozione:
- Ti amo. Tra poco sarò da te.
Le sorrideva, le labbra sottili morbidamente dischiuse e gli occhi scintillanti d'amore.
- Severus! –gemette.
Il mago si era avvicinato e, nel primo piano del cristallo nero, il raso dei piccoli bottoni neri brillava quanto gli occhi di Severus, mentre il mago, languidamente, ne sfiorava la lunga fila con la punta delle dita, sussurrando ancora, prima di svanire nelle profondità nere del cristallo:
- Ti amo, Crystal, aspettami!
La maga scoprì quanto potevano essere terribilmente lunghi pochi minuti, mentre cercava di riprendere il controllo di se stessa, riuscendo infine a ricordarsi almeno di respirare. Pretendere che il cuore rallentasse il ritmo martellante era impresa impossibile.
Uscì dalla casa, arrivando di corsa fino al piccolo pontile, dove rimase aggrappata alla sponda, il sole a illuminare la silenziosa radura, chiedendosi dove Severus sarebbe apparso.
Aveva di nuovo il respiro corto e, incredibilmente, le guance erano bagnate di lacrime.
Di felicità.
Di emozione.
Di amore.
Di desiderio.
Severus era lì, materializzato a pochi passi da lei, all'altro lato del ponticello, la lunga casacca nera chiusa dai severi bottoni, ormai divenuti simbolo del suo desiderio, e l'ampio mantello nero che ondeggiava elegante nell'aria del mattino.
Sorrideva, gli occhi scintillanti, luce nera nel sole.
Avrebbe voluto buttarsi tra le sue braccia, ma per un istante non riuscì neppure a muoversi e fu il mago a volare da lei e stringerla forte a sé, cercando le sue labbra per un bacio pieno di travolgente passione.
Un istante dopo, sentendola tremare tra le sue braccia, e comprendendo che non era solo per il desiderio, si tolse il mantello e la avvolse con gesto delicato e protettivo, sgridandola con tenerezza, mentre le ricopriva il volto di baci:
- Tesoro mio, ti prego, sei troppo importante per me: devi avere la massima cura di te!
Crystal chiuse gli occhi e inspirò a fondo: era di nuovo fra le sue braccia, avvolta nel morbido manto, a respirare il fragrante e leggero profumo di pulito.
- Non sai quanto mi piace la calda protezione del tuo mantello! – mormorò languida, abbandonandosi all'abbraccio.
- Lo sai quanto mi piace proteggerti! – le sussurrò Severus appena dietro l'orecchio, sollevandola tra le braccia e dirigendosi verso la casetta.
L'aveva deposta a terra, delicato, vicino al letto, e l'aveva liberata dal mantello, adagiandolo sul muretto divisorio con un discreto gesto elegante.
Poi si era ritratto da lei, appena un passo, rimanendo a fissarla ansante, gli occhi neri luccicanti di desiderio, il labbro inferiore appena premuto fra i denti, finché gli era sfuggito un roco sussurro:
- Come sei bella!
Anche lei respirava a fatica ed era rossa in viso, eccitata e imbarazzata al tempo stesso.
La voleva da impazzire ed era evidente che anche per lei era lo stesso: entrambi sapevano che stavano per fare l'amore, alfine, dopo un'interminabile attesa, eppure si sentiva quasi a disagio, incapace di prendere l'iniziativa, la gola secca, già pericolosamente eccitato oltre ogni limite.
Infine cedette ed esclamò, mentre si slanciava a stringerla tra le braccia e cercava avido le sue labbra:
- Ti voglio, Crystal, ti voglio!
La strinse a sé con passione e la sua magia, indipendente dalla sua volontà, fece svanire gli abiti sotto le sue mani che, vogliose e incontrollabili, cercavano la carne morbida e calda della maga.
In pochi stanti Crystal fu nuda tra le sue braccia, sinuosa pelle dorata contro il suo severo e casto abito nero, morbidi e lunghi riccioli dorati sotto le sue labbra e fra le dita.
La sospinse piano indietro, contro il letto, respirando la sua pelle e assaporandone il profumo.
- Voglio farti godere come nessun altro uomo, prima, è mai stato capace di fare.
Gli occhi della maga lo fissavano, cielo malizioso pieno di sfida e desiderio.
- Non guardarmi così, – sussurrò piano, quasi minaccioso – anche se sono anni che non lo faccio, ti assicuro che non ho dimenticato nulla, e te l'ho già dimostrato. – le soffiò rovente sul collo, le mani a percorrerle il corpo con carezze ardenti di passione. - Anzi, il desiderio si è sommato al desiderio, la voluttà alla bramosia, e l'immaginazione al sogno... e nessun uomo ti ha mai amato come ti amerò io!
Le labbra catturarono quelle della maga in una dolce prigione di lenta bramosia d'amore, mentre la lingua solo le sfiorava appena, timida nella delicata ritrosia, a negarle il piacere che lei pretendeva, a farla impazzire nell'attesa prolungata, nel sussurro che le mise i brividi:
- E dopo... dopo brucerai di desiderio al ricordo!
La pelle della maga, scura ambra scintillante, risaltava contro il nero cupo del suo impeccabile abito, mentre il corpo nudo e sinuoso si arcuava sotto le sue carezze appassionate, le dita che s'intrufolavano ardite in un già umido regno, la bocca a rendere omaggio, golosa, ai seni floridi e sodi.
S'interruppe solo un istante, per liberarsi dagli abiti con la magia, ma lei lo fermò con rapido gesto, agitata e ansante:
- No, lasciami slacciare i bottoncini, - implorò con un filo di voce, cercando di riprendere fiato e lucidità, - ti prego, uno a uno, piano piano. E' da così tanto tempo che voglio farlo! – sussurrò mordendosi piano il labbro inferiore e strusciandosi languida contro il corpo eccitato del mago che gemette piano. – Tu respiri e le piccole perle nere di desiderio tirano sul tuo petto, creando mille piegoline che mi fanno impazzire. - mormorò in un lento sospiro, mentre le dita s'intrufolavano tra le asole, giocando lievi con i bottoni di raso, percorrendo lenta il torace del mago e lisciando le morbide pieghe dell'abito.
Il primo bottone si aprì, e il secondo rivelò la strada al terzo, in una progressione inarrestabile, seppure lenta in modo estenuante. La piccola mano sciolse lieve le preziose gemme nere lungo il petto ansante del mago, rubandogli ripetuti gemiti, mentre scendeva verso il ventre.
La notte profondamente nera degli occhi di Severus era incatenata al fulgore azzurro delle iridi di Crystal, le braccia abbandonate inerti lungo i fianchi, i pugni chiusi stretti a impedirsi di toccare la sua donna che, nuda, scivolava con il bel corpo sul suo petto e poi giù, verso il bacino sempre più teso, i seni turgidi a marcare la scia infiammata del desiderio.
Quando il fuoco prende a soffiare
nel sangue che si accende,
vedo sogni e speranze realizzarsi,
ed il tuo pallido volto di tenebra
incendiarsi al desiderio che ci lega.
Viaggio dentro noi stessi
l'amarti col tenero abbandono
di chi lancia l'anima al proprio amore.[3]
Le mani della maga terminarono di carezzare, aprendola con tormentosa lentezza, la fila infinita, eppure troppo corta, di sensuali bottoni. S'insinuarono quindi sotto la casacca, frementi d'incontrollato desiderio, a fargliela scivolare giù dalle spalle, e corsero quindi in soccorso della bocca che, golosa e impotente, aveva incontrato l'interminabile fila dei minuti bottoni della candida camicia di seta.
Crystal per un attimo alzò il viso, una dolce e urgente malizia innamorata negli occhi, cielo azzurro in cui splendevano dorati i lampi di voluttà: la sciarpa nera, strettamente avvolta intorno al collo di Severus, le impediva di attaccare il nuovo baluardo che ancora separava la pelle del mago dalle sue labbra ardenti.
Cominciò ad armeggiare con le dita cercando di allentare e sciogliere il sottile nastro di seta, ma invano.
Il mago le sorrise piano, con tenero amore, inclinando appena il capo di lato, gli occhi come nere braci ardenti: le sue dita, calme e posate, carezzarono delicate quelle frettolose e impacciate di Crystal, poi si sostituirono loro e, con studiata sicurezza, allentarono senza fatica la lunga sciarpa, sfilandola adagio dal collo. Sollevò il braccio di lato, mentre la seta nera si svolgeva frusciate verso terra, ogni movimento seguito dagli occhi incantati della maga, quindi allargò le dita lasciando che il nastro scendesse sul pavimento in volute leggere.
Il collo di Severus era libero, l'alto colletto bianco senza alcuna difesa, le due punte appena allargate.
Le mani determinate di Crystal divaricarono bene il colletto, quindi, con un gesto colmo d'esuberante energia, diede uno strappo deciso aprendo d'un colpo la camicia, mentre i minuscoli bottoncini s'immolavano uno dopo l'altro, compiacenti vittime dell'assalto d'una rovente bramosia che non poteva più attendere.
Severus sussultò e spalancò gli occhi, la bocca semi aperta in una "O" di stupore, mentre la maga s'immergeva di nuovo in lui, la bocca avida infine a incontrare la pelle candida, che affiorava dal bianco tessuto strappato fremendo di piacere e brillava come neve sotto le mani abbronzate.
Appoggiò le labbra impazienti, assetate di quella inviolata neve, e Severus gemette piano, il capo reclinato all'indietro e gli occhi chiusi per meglio godere del sospirato sogno che infine diventava realtà, mentre lei assaporava la pelle, s'inebriava del profumo e godeva dei suoi fremiti, le dita a vagare sul petto tracciando con appassionato amore sensuali arabeschi, la lingua calda e morbida a lambirgli i capezzoli in una deliziosa e lenta tortura, le labbra voluttuose a carezzare la pelle con il loro rovente respiro.
Mentre con la bocca ancora percorreva il petto liscio del mago, la mano di Crystal scese lungo il ventre fino ad appoggiarsi, premendo, sulla sua virilità, per sentirla reagire subitanea e pulsare eccitata sotto le dita, proprio nel momento in cui baciava con delicata passione il piccolo capezzolo turgido.
La mano di Severus s'infilò tra i loro corpi, per intrecciarsi a quella della maga e allontanarla, mentre con l'altra le percorse la schiena nuda, fino in basso, insinuandosi con il dito medio nella piega dei glutei, le altre dita allargate a premere con forza il ventre nudo della sua donna contro la propria dura erezione.
Crystal gemette, dolore e piacere frammisti al deciso contatto, poi strisciò contro di lui, quasi sospinta dalla sua mano, alzandosi in punta di piedi, finché i loro desideri combaciarono, divisi solo dalla nera e sottile stoffa dei pantaloni.
Severus soffocò un gemito affondandole il viso nel collo e, sempre tenendola premuta forte contro di sé, con l'altra mano risalì lungo il fianco fino a incontrare il seno che strinse con delicata fermezza, le dita a solleticare il capezzolo e le labbra a cercare ancora quelle della maga per un altro interminabile bacio frammisto d'amore e incontrollabile passione, che li lasciò senza fiato, gli occhi appannati da una brama urgente e non più rinviabile.
Senza smettere di depositarle vellutati baci ovunque sul viso e sussurrandole il suo amore, il mago allentò l'abbraccio, lasciando che il bacino della maga si scostasse dal suo, quindi con la mano scese lento lungo il ventre piatto e teso di Crystal, superò il pube e si immerse in lei ad accarezzarne il punto più rovente, mentre di nuovo le lambiva con amore le labbra.
Era la maga, ora, che gemeva, il corpo nudo inarcato sotto le carezze di fuoco di Severus che la fece arretrare contro l'alto bordo del letto, per tornare subito ad accarezzarle con bramosia un seno, le labbra ardenti di passione a percorrerle il collo, a perdersi fra i seni e sui seni, la lingua instancabile a stimolarle i capezzoli, mentre le dita si intrufolavano sempre più a fondo in lei che, appoggiata al letto, aveva divaricato le gambe offrendosi totalmente al mago.
Severus alzò per un attimo il volto e gli occhi neri, scintillanti d'appassionato amore, si persero sul viso della sua Crystal, soffuso d'un delicato rossore d'estasi: le labbra del mago si dischiusero in un delicato sorriso di felicità, mentre le sfiorava piano la bocca sussurrando:
- Ti amo... ti amo Crystal!
Quindi s'inginocchiò davanti alla sua donna, percorrendone con le labbra il ventre fremente, fino ad arrivare là dove le sue dita già le stavano donando piacere, per suggere il delizioso nettare.
Crystal sussultò al nuovo stimolo che intensificava e prolungava il piacere che già la pervadeva. Le mancava l'aria e le sembrava di non riuscire più a ispirarne altra, il cuore che batteva forte con il viso di Severus premuto tra le gambe, le dita impigliate nei lunghi capelli neri.
Nuovi, lunghi e intensi brividi si diffusero in ripetute ondate di piacere, sospinte dalla lingua del mago che, instancabile e devota, continuava a stimolarla, regalandole un lungo e appagante orgasmo che sembrava non aver mai fine, sempre rinnovato dall'intimo bacio e dalle due dita che spingeva in profondità dentro di lei.
- Severus!
Un gemito roco, un'implorazione a smettere, ma anche a continuare, la mente a cercare aria per recuperare lucidità e il corpo, tremante ma ingordo del piacere così a lungo anelato, che cercava invece un ancor più profondo contatto con il mago, la mano a premergli di più la testa contro di sé.
Infine, un ultimo intenso sussulto la scosse e ancora il nome del mago le uscì dalle labbra in un lungo gemito, rotto dal godimento:
- Se... verus...
Il mago terminò il bacio con languida dolcezza, godendo del piacere della sua donna che gli bagnava il viso, quindi ritrasse adagio le dita sollevando il volto, gli occhi appannati da un desiderio impossibile da trattenere oltre, dolorosamente compresso nei pantaloni.
Non più sostenuta da lui, Crystal scivolò piano lungo il bordo del letto, adagiandosi a terra, davanti al mago, il viso ancora soffuso del piacere che le aveva appena offerto.
Severus chiuse gli occhi per un istante: com'era bella! Sospirò felice: era sua, solo sua, la sua splendida e adorata Crystal!
Era già da un pezzo al limite della propria capacità di controllo, da troppo tempo la voleva, con tutte le forze: il suo corpo aveva urlato di desiderio fin dal primo istante in cui l'aveva avuta tra le braccia, quella sera nella fortezza di Voldemort, e poi quando l'aveva portata nel piccolo cottage, anche se si era sempre imposto di resistere e dominarsi.
Ma ora che niente più gli impediva di averla, ora che era venuto il momento, che sapeva che lo amava e quindi più nulla poteva aiutarlo a frenarsi ancora, ora la sua eccitazione era semplicemente incontrollabile e, se solo si fosse azzardato a entrare in lei, non sarebbe nemmeno riuscito a farla godere perché sarebbe subito esploso.
Ma non era certo così che voleva fare!
Del resto, sapeva anche di avere tutto il giorno, davanti a sé, e tutta la notte, per amarla a lungo e con passione, più volte.
Riaprì gli occhi nello stesso momento di Crystal, per immergersi nelle due stelle che illuminavano e riscaldavano l'oscura profondità della sua notte, regalandogli una felicità mai neppure immaginata.
Le sorrise accarezzandole piano la guancia e mormorò, beandosi del nome e dell'innamorato possesso:
- Crystal, amore mio!
Con la manica della camicia si asciugò un poco il viso, ancora bagnato del piacere di lei, quindi le sfiorò le labbra con le sue, a lungo, in un dolcissimo bacio, e sussurrò, sensuale:
- Quanto vorrei un tuo appassionato bacio...
Crystal ricambiò il sorriso e si sporse verso di lui, ma il mago si sollevò in piedi e arretrò di un passo, lasciandola a terra, stupita, pronta a dargli il bacio appena chiesto ma che ora sfuggiva.
- Non sulle labbra... - sussurrò roco, appagato dal guizzo di eccitazione riaccesosi negli occhi di Crystal.
Cominciò a slacciarsi lento i pantaloni, dondolandosi piano sulle gambe un poco divaricate, poi spinse appena più avanti la gamba destra, morbidamente sospinta dal bacino, arrivando proprio davanti al viso della maga che, di nuovo ansante, gli occhi spalancati, deglutì a fatica e rimase a osservare le sensuali movenze.
Aprì progressivamente i pantaloni, sotto i quali non vi era altro che la sua prepotente erezione; la liberò sopra di lei, accarezzandosi con esasperante lentezza, mentre gli abiti svanivano. Si avvicinò ancora di più al viso della maga, la punta gonfia, pulsante, che stillava lacrime d'irrefrenabile desiderio, e prese a sfregarla piano contro la sua guancia, in una eccitante e rovente carezza, fino a raggiungere le labbra che, vogliose, si schiusero ad accoglierlo.
Crystal socchiuse le palpebre ponendosi in ginocchio e prese a succhiarlo piano, fino a introdurlo in buona parte in bocca, giù fino alla cavità della gola. Quindi si ritrasse lasciandolo scivolare fuori adagio e tornò a leccare la punta afferrando il resto con la mano, cominciando ad accarezzarlo con languida lentezza, dalla base verso l'estremità, stringendolo forte e sentendolo pulsare, mentre altre gocce di saporito desiderio erano offerte al suo palato, accompagnate da un gemito roco del mago.
Continuò ad accarezzarlo, alternando serie di movimenti rallentati ad altri più energici; giocò a lungo con la lingua sulla punta gonfia che ancora lacrimava voluttà, avvolgendola ma negandogli un più ampio contatto con la bocca, facendolo impazzire in una lenta e deliziosa tortura, per godere dei suoi gemiti e del piacere che sentiva montare in lui, mentre risaliva pulsante lungo la sua erezione, sempre più dura fra le dita.
Con l'altra mano Crystal risalì sulla gamba, sfiorando prima il retro della coscia e poi, con l'unghia, ne percorse l'interno fino in alto, alla sensibile pelle dell'inguine, dove la lingua umida si sostituì alle dita, per carpirgli ancora un lieve sussulto, il nuovo gemito soffocato dai denti che premevano forte sul labbro inferiore.
La maga tornò a succhiare con energica passione il membro turgido di Severus, che non aveva mai smesso di accarezzare, sentendolo incredibilmente ancora crescere nella propria bocca, sempre più gonfio e teso, al limite dell'esplosione, mentre con l'altra mano proseguì la stuzzicante esplorazione in mezzo alle gambe del mago, intraprendendo una lenta risalita attraverso i glutei.
Lo sentì tremare un poco e irrigidirsi appena, poi le mani di Severus le avvolsero la testa, spronandola ad accoglierlo completamente in bocca, più in fondo, più compresso, premuto tra lingua e palato, stretto nell'umida cavità, dentro e fuori, dentro e fuori, mentre la mano della maga accompagnava e completava il movimento, su e giù, su e giù.
Il respiro di Severus si era fatto sempre più rapido, in sincrono con quello della maga, di nuovo eccitata, e il tremore delle sue gambe era ancora più evidente, mentre gemiti soffocati sfuggivano di continuo dalle labbra premute tra i denti: all'improvviso il mago spinse indietro la testa di Crystal e si piegò deciso su di lei cingendole la vita per sollevarla da terra e adagiarla sul letto.
Si stese al suo fianco, il respiro corto e le labbra sottili dischiuse, il cristallo nero degli occhi specchio rovente della propria passione. Le passò il braccio sotto la testa stringendola a sé, appoggiato sul gomito, quindi riportò la mano della maga sulla propria pulsante eccitazione, per invitarla a un'ultima, lenta e intensa carezza, mentre le sue dita scivolavano ancora in lei, fuoco liquido, di nuovo ad accarezzarla per portarla con sé sulle ali dell'estasi.
Infine si chinò su di lei, il piacere che si dipingeva sui loro volti, a cercarne le labbra sussurrando con passione, tra i gemiti di entrambi:
- Crystal... ah... amore mio... ah...
Il fiotto del suo seme era abbondante e caldo e uscì con vigore in ripetuti spruzzi, risalendo come onda impetuosa e inarrestabile nel membro pulsante nella mano della maga, anch'essa preda di un nuovo orgasmo.
Le labbra di Severus avvolsero quelle di Crystal in un altro lungo e appassionato bacio, intriso del loro reciproco sapore e ricolmo di un'estasi lungamente agognata, mentre il suo corpo si abbandonava piano, con piccoli sussulti, in un languido ed estatico sollievo di piacere, un sorriso appagato sul volto.
[1] N. Lenau – Tratto da "Nello stagno che non si muove".
[2] Earendil
[3] Earendil
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