34. Trasparenza e purezza (epilogo) REV2022

Aprì gli occhi e respirò il profumo di Crystal, illuminato dal sole che brillava alto nel cielo, quasi a picco sul mar; entrava nella spaziosa stanza dalla vetrata magicamente oscurata dello scrigno che per oltre due mesi aveva protetto il suo più prezioso tesoro, l'unico, da Voldemort, sottraendolo però inesorabile anche ai suoi desideri.

Ora la sua donna era lì, alfine tra le sue braccia, abbandonata tranquilla nel sonno ristoratore dopo aver trascorso buona parte della notte a dilettarsi con i magici riflessi della luna e delle stelle, creando deliziosi giochi di luce nelle sorridenti tenebre dei suoi occhi, velluto trapunto da neri cristalli di ardente desiderio.

Severus emise un lieve sospiro mentre percorreva con gli occhi il bel corpo nudo di Crystal, poi allungò la mano e, sfiorandola appena, delicato la coprì meglio con il lenzuolo attirandola un poco di più a sé: era la quarta, felice mattina di risveglio nella splendida e luminosa pace, sereno e riposato per quanto a lungo la sera prima si fossero appassionatamente amati, eppure ancora e sempre desiderandola, inebriato dall'intima vicinanza.

Aprire appena gli occhi nella luce e ispirare la fragranza del profumo della sua pelle, percepirne il tenue calore a contatto con la sua, sentire il respiro tranquillo che le sollevava il petto spingendo i seni contro il suo braccio...

Con amore, con vita, con canto, con profumo,

con tremito, un torrente di pura luce

si è riversato in cielo e in terra.

A poco a poco si spezzano tutti i legami

e prende forma la felicità:

la vita s'è risvegliata piena d'ambrosia.

Anch'io mi son destato in dolce pace,

in puro piacere come il fior di loto,

per portare ai tuoi piedi tutta la mia felicità.

In una luce diffusa dentro il cuore

bella, rosea, splendente si alzò l'aurora.

Un velo è caduto dalle mie pupille affaticate.[1]

Severus chiuse gli occhi e ispirò a fondo. Il ripetersi di quelle semplici sensazioni era la realizzazione del suo sogno più meraviglioso: una serena felicità con la sua Crystal, dopo tanta sofferenza e solitudine!

Sorrise riaprendo le palpebre nel riverbero dorato della luce e la strinse di più a sé: quanto dolorosamente e a lungo gli era mancato quell'abbraccio mattutino!

Svegliarsi ogni mattina con Crystal tra le braccia era ciò che con maggiore intensità aveva desiderato, indice di sicura tranquillità, fin da quando la maga era tornata da lui, nella tetra fortezza dell'Oscuro Signore. Quel gesto semplice e puro era simbolo di una felicità negata dal destino, solo in rare occasioni concesso, ambito premio a fronte del quale doveva pagare il tremendo prezzo di ritornare ogni volta nell'incubo infernale in cui regnava Voldemort, demone incontrastato.

Ma ora Crystal era lì, tra le sue braccia, per sempre![2]

Lascia, mio dolce amore,

che il silenzio ci avvolga.

Lascia, mio dolce angelo,

che la fine della sofferenza

segni un nuovo inizio per noi.

Fa che la passione

incida pagine di vita,

laddove prima splendeva morte. [3]

Nulla più avrebbe potuto farle del male o sottrarla al suo amore: né Voldemort, ormai distrutto, né il suo Passato, con il quale aveva infine saldato ogni doloroso conto sacrificando la propria vita.

Trasse ancora un lungo sospiro e vagò lontano con lo sguardo: da qualche parte, tra il turchino del cielo e il verde del mare, il vermiglio piumaggio di Fanny scintillava sotto i caldi raggi del sole, e nell'azzurra distesa infinita Severus ritrovava il sereno sorriso di Albus.

In un certo senso, era come se il vecchio preside gli avesse donato la sua vita, proprio a lui che, invece, era stato perfino disposto a fare uno scambio infernale pur di non doverlo uccidere.

Si morse piano un labbro in un lento sospiro, il nome del caro amico ad aleggiare dolce nel suo respiro:

- Albus... grazie!

Con il suo sacrificio, Albus gli aveva regalato la felicità e l'amore, rinnovando una speranza di Futuro per il quale aveva duramente combattuto e sofferto.

Ma alla fine aveva vinto, e il premio era Crystal, la sua appassionata e coraggiosa compagna, la stupenda donna che stringeva tra le braccia, principessa addormentata in attesa delle sue labbra con il bacio del risveglio.

Delicato si chinò sulla maga, mentre la stringeva di più contro il proprio corpo, ne sfiorò piano il viso con le labbra, il respiro ardente di desiderio, e giunse infine alla bocca, appena dischiusa nel sorriso del sogno, per depositarvi con casta passione un dolce bacio.

Sapeva che Crystal avrebbe prima ricambiato il bacio e poi aperto gli occhi.

E in quel momento, affacciandosi nel cielo sconfinato delle sue iridi solcate da raggi d'oro, Severus avrebbe di nuovo stretto la felicità tra le dita, senza più lasciarsela scappare.

Crystal si stiracchiò nell'abbraccio cercando una posizione più comoda, più intimamente a contatto con il corpo nudo del mago che subito si adeguò al suo, e si abbandonò al bacio che dal sogno del sonno la portava, senza soluzione di continuità, al sogno della realtà: le labbra di Severus sapevano essere dolcissime, deliziosamente morbide, eppure piene d'infuocata passione, allo stesso tempo caste e pure e, tuttavia, sensuali ed eccitanti.

Aveva bisogno di quei baci come dell'aria che respirava e il mago certo non glieli lesinava. Le loro labbra si lasciarono, a malincuore, solo quando i polmoni cominciarono a protestare e il cuore a battere forte. Si sciolsero dal bacio e si guardarono; Crystal sprofondò nelle scintillanti tenebre delle iridi di Severus, meravigliosamente avvolta dalle impetuose fiamme nere che sempre vi avvampavano, solo per lei.

- Amore...

La voce di Severus era un sussurro che le carezzava il viso con la soave delicatezza della seta.

Crystal sorrise e si sgranchì ancora mentre il mago si scostava un poco lasciandole spazio per muoversi, sul volto un lieve velo di tenera preoccupazione:

- Sempre indolenzita? – Chiese con timorosa premura, sfiorandole piano il volto con la punta delle dita. – Anche stanotte ti ho stretto troppo nel mio protettivo abbraccio? – aggiunse contrito.

La risata della maga sgorgò cristallina mentre gli prendeva il viso tra le mani e lo ricopriva di piccoli e teneri baci:

- Stai migliorando! – lo rassicurò, gli occhi ancora ridenti e pieni di luce. – E poi, lo ammetto, ormai mi piace troppo la sensazione di sicurezza trasmessa, da non poterne più fare a meno!

Il sospiro del mago fu lieve ed accompagnò il suo delicato e appassionato sussurro:

- Ti amo!

Crystal sorrise ancora, orgogliosa e appagata da quell'amore sconfinato:

- Lo so, Severus: lo sa anche tutto il mondo magico, ormai! – esclamò cercando di trattenere le risa, mentre il mago s'irrigidiva appena. – E ritengo che tu sia assolutamente adorabile nelle vesti del focoso amante!

- Quella perfida vipera intrigante! – sibilò, l'espressione del viso di colpo indurita e lo sguardo fisso sui tre numeri della Gazzetta del Profeta accartocciati vicino al camino spento.

Crystal ridacchiò al ricordo dello scontro con Rita Skeeter.

Appena finito il processo e comunicata la sentenza di piena assoluzione, nell'aula del Wizengamot era scoppiato un fragoroso applauso e un boato d'acclamazione per il vero eroe, alfine riconosciuto, che aveva salvato il mondo magico: l'ambiziosa giornalista era riuscita a precedere tutti: si era infilata nella gabbia dove il mago stringeva felice la sua donna e aveva cominciato a subissarlo di domande, sempre più pressanti e invadenti, riguardanti anche la vita privata e sua moglie. Altri giornalisti, poi, li avevano attorniati, chiudendo loro ogni via di fuga.

La lunga piuma verde acido sfrecciava frenetica sul lungo rotolo di pergamena, scrivendo risposte mai pronunciate e tracciandone un ritratto oltremodo entusiasta e tronfio, aggiungendo pettegolezzi eccitanti disseminati di particolari piccanti.

Incalzato dal fervore delle domande, un occhio alla piuma che scivolava veloce sulla pergamena scrivendo bugie, Severus aveva cominciato a innervosirsi e il sarcasmo delle risposte era diventato urticante. Ma Rita Skeeter aveva mantenuto inalterato lo smagliante sorriso, continuando a perseguitarlo con sempre nuove e più imbarazzanti e personali domande.

Alla fine il mago aveva sbottato intimandole minaccioso di lasciarlo in pace, ammettendo che amava profondamente sua moglie e lasciandosi sfuggire che da oltre due mesi non era potuto stare con lei e ora non desiderava altro che...

Rendendosi conto dell'errore, non aveva completato la frase, ma la voce acuta e trionfante della Skeeter l'aveva fatto al posto suo perforando l'aria e comunicando a tutti che l'eroico Severus Piton, noto amante focoso, moriva dalla voglia di fare l'amore con l'attraente e sensuale moglie!

Crystal scoppiò a ridere, certa, dal pericoloso scintillio che ardeva negli occhi del mago, che anche lui stesse ripercorrendo gli stessi imbarazzanti eventi che avevano dato la stura a una serie di piccanti articoli, inventati da cima a fondo, sulle sue appassionate e ardenti capacità amatorie, rafforzate da segretissime pozioni distillate dal mago stesso, che, proprio avvalendosi di tali erotiche arti, era riuscito a sedurre la bellissima moglie.

- Ma tu sei "focoso"! - scherzò la maga, maliziosa. - Le hai bruciato la piuma con lo sguardo! – esclamò ridendo al ricordo dell'attonito viso bruciacchiato della Skeeter, che aveva cacciato un urlo di paura mentre la piuma prendeva fuoco e, sotto i suoi occhi stupefatti, svaniva in una lunga fiammata verde insieme all'intero rotolo di pergamena.

- Avrei dovuto bruciare lei! – sibilò Severus a denti stretti. - Così non avrebbe scritto quelle porcherie!

Crystal rise ancora poi aggiunse, provocante, appoggiandosi sul petto del mago e sussurrandogli sulle labbra, con passione:

- Ad ogni modo, quella viperella non ha la più pallida idea di quanto tu sia davvero ardente e appassionato... e senza bisogno dell'ausilio di alcun filtro!

Con un deciso colpo di reni, Severus invertì le posizioni e, mentre le lambiva sensuale le labbra, sussurrò languido:

- Per quanto mi riguarda, la vipera, e anche tutto il resto del mondo, possono tranquillamente continuare a ignorarlo...

*

Il gufo attendeva impaziente da un pezzo e, quando Crystal lo liberò dal rotolo infilando le monete nel borsellino appeso alla zampa, spiccò subito il volo con un rauco fischio.

La maga aprì la Gazzetta del Profeta, trattenne per un attimo lo sguardo sulla prima pagina mentre un orgoglioso sorriso le illuminava il viso, quindi sfogliò veloce il resto.

- Non capisco perché ti ostini a leggere quello stupido giornale! – borbottò Severus stizzito.

- Niente Skeeter! – annunciò Crystal raggiante. – La Granger ha mantenuto la promessa.

Il mago sollevò interrogativo un sopracciglio.

- Quella ragazza sa il fatto suo e, a quanto pare, possiede davvero informazioni che le permettono di "controllarla". - rispose vaga Crystal.

Severus annuì: sì, Hermione era una ragazza in gamba.

- Questa volta la notizia è vera. – riprese la maga porgendogli la prima pagina dove campeggiava il viso di Minerva McGranitt e un titolo che lo riguardava.

Severus Piton: il nuovo Preside di Hogwarts?

Il viso del mago si rabbuiò mentre allungava la mano verso il foglio.

- Allora era questa la notizia che attendevi, - dedusse, - a causa della quale ho dovuto sorbirmi le porcherie della Skeeter!

- Sì, – ammise Crystal, - Minerva mi aveva anticipato la proposta chiedendomi di insistere perché tu l'accettassi.

Severus sollevò lo sguardo dal giornale e di nuovo la maga lesse la pena del ricordo nelle iridi profondamente nere, ora volte verso l'azzurro del cielo che adagio si mutava nell'indaco della sera.

Si era avvicinato alla vetrata affacciata sul mare e aveva appoggiato le mani chiare sulla balaustra, stringendola, gli occhi persi in un sorriso azzurro che aleggiava sereno nella sua memoria.

Crystal lo raggiunse e lo abbracciò delicata da dietro, allacciandogli le braccia intorno alla vita e posando il viso sulla sua schiena: sapeva che il ricordo di Albus Silente portava con sé emozioni intense, sofferenza e rimpianto, ma anche la dolcezza di un affetto paterno.

- Puoi farcela, - sussurrò stringendosi a lui, - e nessuno meglio di te può ricoprire quella carica, lo sai.

Il mago trasse un lungo sospiro, quindi fece scivolare il braccio attorno alle spalle di Crystal e l'attirò a sé:

- Entrare nel suo studio, - mormorò con voce roca, - sedermi sulla sua poltrona...

Si morse piano il labbro stringendo più forte la maga:

- Vedere il suo ritratto che mi sorride...

Severus chiuse gli occhi, sopraffatto dalla commozione:

- Sentire ancora la sua voce... come se fosse vivo...

Fu la volta di Crystal di stringerlo a sé, forte, un brivido a scenderle lungo la schiena:

- Sarò al tuo fianco, amore mio!

Severus si riscosse e le prese il viso tra le mani, delicato, contemplandone gli occhi innamorati, lucidi di lacrime di comprensione: rimase muto davanti all'amore della sua donna, il respiro trattenuto e sospeso.

Infine scese piano sulle sue labbra, a sfiorarle appena sussurrando con dolce passione:

- Ti amo, Crystal, ti amo!

Respirarti,

viverti e amarti,

quali parole di poeta per cantarti?

I versi non potrebbero effigiarti

così splendida come sei in realtà.

Ciò che posso cantare

è solo un tenero anelito di amore,

un sussurro innanzi alla potenza

della passione che ci sconvolge.

Vieni

e veleggiamo verso le spiagge

di un nuovo futuro insieme. [4]

La strinse a sé, le labbra a suggellare tenere il suo amore e il desiderio di nuovo nel cuore.

- Accetterai? – mormorò la maga, gli occhi chiusi nell'estasi del bacio.

- Sai che non so negarti nulla... - sussurrò tornando a baciarla con passione.

Annaspando alla ricerca di aria e cercando di mantenere la necessaria lucidità, Crystal tornò all'attacco:

- Quindi accontenterai anche Malocchio?

- Che diavolo c'entra Moody, adesso? – brontolò il mago socchiudendo sospettoso gli occhi.

Crystal sorrise civettuola accarezzandogli le labbra con un dito per impedirgli di parlare:

- Uhm... Malocchio ci terrebbe molto che un esperto di Difesa contro le Arti Oscure come te tenesse un corso di specializzazione agli aspiranti Auror! – disse tutto in un fiato.

Severus scrollò la testa cercando di trattenere il sorriso:

- Prima i corsi di M.A.G.O di Pozioni e Difesa, poi la Presidenza e ora anche i corsi per gli Auror! - esclamò con aria di finta disperazione sul volto. – Quando troverò il tempo per amarti? – aggiunse sensuale, tornando a lambirle le labbra con la punta della lingua.

- Tutte le notti? – mormorò languida schiudendo la bocca.

- Che adorabile ingorda. - sussurrò Severus facendole sospirare il bacio, mentre lasciava scivolare le mani lungo la schiena della maga e la premeva contro di sé.

- Ormai hai una fama da difendere. - ridacchiò catturandogli le labbra e riducendolo al silenzio.

Severus la sollevò tra le braccia, le labbra ancora congiunte alle sue, e la depose sul letto adagiandosi molle al suo fianco, sostenendosi sul gomito, la candida camicia con i legacci giù allentati sul petto.

- Sai qual è l'unico difetto di questa splendida casa? – chiese Crystal civettuola.

Il mago la contemplò incuriosito, sollevando appena un sopracciglio, ma non pose domande.

- Fa un così bel caldo, - sospirò teatrale facendo scorrere leggero un dito sul petto del mago, - ma tu non indossi più la seducente casacca dai mille bottoncini...

Severus non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto:

- Posso sempre sacrificarmi...

La mano di Crystal s'insinuò tra i sottili lacci di seta ad allentarli del tutto e il mago trattenne il respiro mentre le dita gli sfioravano leggere il petto in un carezzevole solletico.

- Se vuoi, ci sono sempre i bottoncini della manica. - sussurrò languido porgendole il braccio sinistro, mentre le fermava la mano che, impaziente, scendeva sul ventre.

La maga si lasciò distrarre di buon grado e si dedicò con totale devozione al nuovo compito, le dita ad accarezzare con passione le cinque piccole perle bianche, scherzando con loro, cercando di convincerle, con teneri baci e dolci moine, a liberargli il polso.

Progressivamente districò le sferette di madreperla dalle asole e la pelle candida di Severus emerse dalla stoffa, fremente sotto la tenue pressione dei polpastrelli che risalivano con lentezza estenuante verso l'avambraccio.

All'improvviso Crystal si bloccò e il mago trattenne il respiro: dal lembo sollevato della camicia s'intravvedeva il Marchio.

La maga sollevò lo sguardo a incontrare quello di Severus, nera trasparenza cristallina che svelava ogni intima, contrastante emozione.

Il Marchio era quasi svanito.

L'orrida immagine nera del teschio non deturpava più la candida pelle, né il viscido serpente si sarebbe più mosso, strisciante e bruciante, nella pallida carne all'imperioso richiamo di Voldemort: vi era solo l'ombra chiara di una normale cicatrice che col tempo sarebbe sparita del tutto.

Ma così non sarebbe stato delle cicatrici dell'anima di Severus: non sarebbe mai svanite del tutto, anche se, forse, col tempo, le ferite sarebbero state meno dolorose.

- E' solo una cicatrice, - mormorò Crystal con voce soffocata, sfiorandola appena con le dita, - una normale cicatrice.

Lo sguardo inflessibile del mago rimase fisso sull'avambraccio per un lungo momento, poi disse, in un sofferto sussurro:

- Una cicatrice in cui è rinchiuso il mio passato, le mie colpe, la mia schiavitù...

- Ora sei libero! – esclamò Crystal con accorata enfasi, sollevandogli il mento con una mano.

Severus alzò adagio il viso, pallido come sempre, i lunghi capelli corvini a incorniciarlo, e guardò lontano, verso l'ultimo spicchio di sole che s'inabissava nel mare insanguinato dai raggi vermigli: c'era un'ombra scura, ancora, negli occhi immensamente neri, e per Crystal fu fin troppo facile comprendere che il passato era ancora lì, dentro di lui, a tormentarlo.

- Potrai mai perdonarti? – esclamò sconfortata, sfiorandogli piano la guancia in una tenera carezza.

- No. – rispose roco tornando a rimirala.

Ma vi era un dolce sorriso, quasi sereno, adagiato sulle labbra sottili:

- Ma tu lo hai già fatto al posto mio. – aggiunse languido ricambiando la carezza.

Crystal sussurrò appena, trattenendogli la mano sulla guancia:

- Io credo che il peccato, alla fine, una volta dolorosamente espiata la colpa, possa anche rendere migliore un uomo - sospirò lieve, - e la purezza del tuo sorriso, così come la nera trasparenza del tuo sguardo, per me ne sono la prova.

Severus l'avvolse delicato nell'abbraccio cercandone le labbra morbide:

- Ti amo, vita mia!

Fu un bacio colmo di travolgente passione, in cui il passato si congiunse al presente, dissolvendosi ma allo stesso tempo diventando nuova realtà.

Le mani del mago sfiorarono il corpo di Crystal e gli abiti, come sempre, svanirono sotto l'impeto del desiderio, lasciando che le sue labbra carezzassero con ardenti respiri la pelle appena svelata ai primi argentati raggi della luna.

La desiderava, come sempre e più di sempre: la sua donna, sua moglie!

Severus sospirò appena affondando il viso sul ventre di Crystal: era infine giunto il tempo in cui i sogni diventavano realtà e dai pensieri più reconditi potevano nascere parole.

Adagio, con le labbra risalì sul petto, i seni e il collo, un'umida scia di baci infuocati, fino ad arrivare vicino al lobo dell'orecchio, mentre la mano si apriva larga sul ventre della maga, premendo leggero e vagheggiando una diversa, casta e paterna carezza:

- Ti voglio, Crystal, mia per sempre, mia fino in fondo, madre dei miei figli. - sussurrò con intensità.

La maga sorrise stringendolo forte a sé: infine glielo aveva detto, le aveva rivelato il segreto prezioso che fino a quel momento aveva conservato geloso nascosto nel profondo del cuore, troppo incerto e timoroso del domani per poter credere fino in fondo nei sogni.

Ma Crystal già lo sapeva: l'aveva letto nella nera, trasparente purezza dei suoi occhi, nei palpiti di felicità della sua anima, nel sereno calore del suo sorriso.

Del resto, il desiderio era scritto a chiare lettere anche nella piccola boccetta di cristallo posata sul ripiano del caminetto: vuota, perché Severus in quattro giorni non aveva mai distillato nulla, nessun filtro, nessuna pozione, neppure una goccia.

E la maga sapeva da un pezzo che quattro giorni erano un tempo troppo lungo perché l'effetto della pozione anticoncezionale potesse con efficacia retroagire.

- Niente più "pozione blu", allora! - mormorò felice.

Nuove vite segneranno il passo

e la rovina mai più ci coglierà.

Il sole è tornato a sorgere

splendido e trasparente

come puro cristallo. [5]

Severus la rimirava, il volto pallido illuminato dalla luna e da un dolce sorriso immerso nel sogno del futuro, gli occhi come lucenti stelle nere che ardevano vivide nel velluto della notte più oscura e un innamorato sussurro sulle labbra:

- ... con te, Crystal, per sempre!

Felicità e amore sfolgoravano infine negli splendidi occhi di puro e trasparente Cristallo Nero.

L'inverno è finito: la luce è tiepida

e danza, dal suolo al firmamento chiaro.

Bisogna che il più triste dei cuori ceda

all'immensa gioia sparsa nell'aria.

Da un anno ho nell'anima la primavera

e il verde ritorno del dolce fiorile,

come una fiamma che avvolge una fiamma,

al mio ideale aggiunge ideale.

Il cielo blu prolunga, innalza e incorona

l'immutabile azzurro dove ride il mio amore.

La stagione è bella e la mia sorte è buona

e tutte le mie speranze finalmente si compiono.

Venga l'estate! Vengano ancora

l'autunno e l'inverno! E ogni stagione

sarà per me incantevole, o Tu che adorni

questa fantasia e questa ragione![6]


FINE



[1] Tagore: "con amore, con vita, con canto..." dalla raccolta Gitanjali.

[2] Mah... chissà quante volte avrò ormai scritto questo "per sempre" felice per esorcizzare il tragico e doloroso "Always" del Severus della Rowling. E quante volte, ancora, dovrò scriverlo per neutralizzarlo del tutto e rendere al "mio" Severus la più completa, e meritata, felicità!

[3] Earendil

[4] Earendil

[5] Earendil

[6] Paul Verlaine – Tratto da "La buona canzone"

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