VII


Arrivai prima io a casa in moto, Demon arrivò dopo con la macchina. Mi piaceva troppo andare in moto, sentire il vento sbatterti sulla faccia, vedere tutto intorno a te sfrecciare via, e ti sembra di poter scappare da tutto, di poter superare tutto, perché nessuno riesce a prenderti o a raggiungerti.

Demon mi prese per un braccio e mi portò in camera, chiudendo la porta. Divenne subito serio e il gioco di prima finì.
-Che è successo mentre eri a cavallo?-
-Niente- mentii. Lui sapeva quello che ero capace di fare, ma non che ero riuscita ad entrare nei servizi segreti e tutto il resto.
-Pensavo che dopo tutto questo tempo, tu avessi imparato a fidarti di me- disse sospirando, quasi offeso.
-Ho ackerato i sistemi dei servizi segreti- dissi appoggiandomi al muro.
Lui mi guardò alzando le sopracciglia, sorpreso, ma non commentò e aspettò che io continuassi.
-Il problema è che mi ero scordata di togliere il mio segnale, così quando me ne sono accorta, loro lo avevano intercettato.- dissi alzando le spalle. Lui sgranò gli occhi, poi urlò.
-Ma sei pazza?! Te ne devi andare, prima che vengano Sky!! Sei in pericolo!- disse scuotendomi.
-Ehi, ehi, calma, ho tolto il segnale prima dell'identificazione completa, sanno solo che abito o a New York o nei suoi dintorni.-
Lui chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
-Ok, questa è una buona cosa, ma non spiega la tua reazione di oggi, che per la cronaca, mi ha tolto tre anni di vita, sai che vederti sopra un cavallo che dà di matto, mi spaventa-
-Si lo so- dissi sorridendo.
-Ma ritornando alla spiegazione, ho avuto quella reazione perché un pò di giorni fa, è stata indetta una riunione per riuscire a trovarmi, non so chi sono gli incaricati, perché quei simpaticoni del dipartimento hanno spento la telecamera e l'audio, ed io non ho potuto né vedere né sentire nada de nada.- dissi sospirando -ho solo intravisto una mano con un tatuaggio a croce, lo stesso tatuaggio che oggi ho visto sulla mano di quel ragazzo, Harry mi sembra- conclusi.
-Pensi che ti abbiano trovato così presto?-
-All'inizio sì, l'ho pensato, ma avevano già avuto occasione di arrestarmi, quando c'erano solo loro ed io al maneggio e non l'hanno fatto, probabilmente è una coincidenza- dissi ridendo nervosa -insomma, quante persone possono avere quel tatuaggio esattamente nello stesso punto?-
-Credo poche- rispose con cautela lui. Feci un bel respiro.
-Posso entrare nel loro archivio e vedere quali sono gli agenti che lavorano per loro- dissi dirigendomi verso i computer. Demon prese la sedia e si mise accanto a me. Iniziai subito la ricerca dopi essere entrata.
-Styles, Styles, Styles- mormorai sulla lettera s.
-Bingo- dissi indicandolo. Aprii la cartella e mi ritrovai tutti i suoi dati sotto gli occhi, tutta la sua vita, in queste pagine, le avrei lette più tardi.
Andai anche a cercare tutti gli altri che aveva nominato Emilie, ed erano qui, erano tutti sotto copertura, comprese le due ragazze. Questo è il karma che vuole punirmi per aver hackerato tutto o quasi, pensai sarcastica.
-Karma?- chiese ironico Demon sogghignando.
-Credo proprio di sì- risposi sorridendo amaramente.
-Se vuoi rimediamo subito, scommetto che so come farti stare bene.- disse malizioso.
-Sei sempre un'irrimediabile pervertito!- dissi scuotendo la testa.
-Ma mi ami lo stesso- disse incominciando a lanciare una scia di baci sul collo, facendomi rabbrividire fino alla punta dei piedi.
-Si, ti amo- dissi sollevandogli la testa e appogiando le labbra sulle sue.

Più tardi, dopo che Demon se ne era andato, andai da Emilie.
-Io vado a trovare papà, vuoi venire?- le domandai.
-No, non mi va, starò qui con Lucy- rispose dopo un pò.
-Ok, io vado- le andai vicino e le baciai la guancia, lo stesso con Lucy. Presi la moto e mi diressi verso l'ospedale.
Per me ormai, era quasi abituale venire qui, il posto in cui tante vite si salvano, ma molte altre si perdono. L'odore di disinfettante era ovunque, e mi piaceva. Mi piaceva stare qui, mi piaceva vedere i sorrisi di gioia delle persone quando davi una bella notizia, vedevi i loro occhi che si accendevano, ti ringraziavano solo guardandoti, ecco è questo che poi ti dà la forza di guardare negli occhi mentre dai una brutta notizia, la consapevolezza che per questa volta hai fallito, ma che magari la prossima volta, ti impegnerai ancora di più e forse non fallirai.
Salii al quinto piano, ed andai alla stanza 153 b.
Entrai con cautela, gli unici rumori che si sentivano erano il bip del monitor, il cuore di mio padre produceva quel suono, sconfortandomi, mai un miglioramento, e si sentiva anche il suo respiro nella mascherina.
Lui era lì, disteso su quel letto, bianco ed immobile, si poteva scambiare per un morto se non ci fossero stati quei suoni. Il suo corpo era pieno di fili ed aghi, se lo avesse saputo, probabilmente, sarebbe morto di infarto, lui odiava gli aghi. Mi venne in mente quella volta in cui, mi aveva accompagnato a fare il vaccino, mi diceva di essere forte, che non avrebbe fatto niente, ma io ero tranquilla, lui stava cercando di autoconvincersi, infatti mentre l'infermiera inseriva l'ago, lui si è dovuto voltare mentre mi teneva la mano, facendomi ridere.
Ritornai alla realtà, mentre il dolore e la nostalgia mi avvolgevano, mi mancava così stramaledettamente tanto.
Mi avvicinai alla sedia di fianco al letto e mi ci accomodai, per quanto possibile.
-Ehi, papà!- dissi prendendogli una mano tra le mie, era molto più grande della mia, e adoravo quando mi abbracciava, mi faceva sentire protetta da tutto e tutti.
-Mi manchi sai? Tutti dicono che piano piano il dolore svanisce, ma ormai sono tre anni che non cambia di una virgola anzi, sta solo aumentando, perché più vado avanti, più sento la tua nostalgia, rivorrei i tuoi abbracci, le tue carezze, vorrei che mi asciughi le lacrime, come facevi quand'ero piccola e mi facevo male, vorrei risuonare con te a quattro mani il piano, le canzoni stupide dei tuoi anni, per poi ridere di una tua battuta squallida. Rivorrei tutto di te papi, mi manchi così tanto.- dissi stringendo forte la sua mano.
-Sai, Emilie ha iniziato il liceo, è molto brava, studia quel che serve e ha ottimi risultati, le ho chiesto se voleva venire a vederti, ma ha rifiutato, penso che non volesse venire qui, perché ha paura di scoppiare, ci somigliamo molto, non di aspetto perché lei è mora, e ha gli occhi marroni, ci somigliamo perché tutte e due, mostriamo agli altri che va tutto bene, mentre non va per niente bene. Vorrei farti conoscere il mio ragazzo, Demon, è fantastico, mi ha aiutata molto, non so dove sarei senza di lui, lo amo sai?- e continuai a parlare, sperando che potesse sentirmi, che potesse svegliarsi e fare con me tutto quello che avevo detto, ma non fu così, non si svegliò.

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