IV


"But if you like causing troubles up in hotel rooms
And if you like having secret little rendezvous,
If you like to do all the things you know we shouldn't do
Baby, I'm perfect
Baby, I'm perfect for you" questo era l'unico pezzo che sapevano della canzone e che cantavano da circa mezz'ora a squarciagola Emilie e due sue amiche. Se prima i One Direction non mi facevano ne caldo ne freddo, ora li odiavo con tutta me stessa, dire che mi avevano rotto i timpani era un eufemismo. Sbuffai per la trentaquattresima volta e Demon fece una leggera risata, anche se nemmeno lui le reggeva più. Stavamo andando verso il centro, dove i One Direction alloggiavano, e di sicuro non eravamo gli unici ad andarci, avevamo incontrato già un centinaio di auto che facevano la stessa nostra strada con tutte ragazzine entusiaste e in trance. Emilie mi aveva costretto a prendere la Ferrari GTO, con i finestrini oscurati per "poter superare tutti e arrivare per prima" testuali parole sue. Avevo dovuto sorpassare tutte le macchine che avevamo incontrato, anche quelle che non avevano la nostra stessa destinazione, tutti mi guardavano male anche se non potevano vedermi e cominciavo a rimpiangere di averle accompagnate. Quando arrivammo, parcheggiai in un parcheggio sotterraneo in un centro commerciale lì vicino. Da quello che avevo capito, la band doveva ancora arrivare e sarebbe arrivata a momenti. Nemmeno il tempo di spegnere la macchina che le ragazzine si precipitarono fuori dalla macchina e di corsa verso l'albergo, scossi la testa divertita. Io e Demon le aspettavamo in macchina, parlando del più e del meno. Ad un certo punto, arrivò nel parcheggio un furgoncino con i finestrini oscurati, si fermò qualche macchina più in là della mia. All'inizio scesero solo due bestioni, in smoking. Una di loro equivaleva a tre me. Poi il portello si aprì e cominciò a scendere un ragazzo biondo, alto forse un pó meno di me, il posto era troppo buio per capire di che colore erano gli occhi, ma dovrebbero essere stati azzurri, il secondo ragazzo che scese aveva i capelli castani chiari, e gli occhi dello stesso colore, era un pò più alto del biondino. Il terzo aveva i capelli anche lui castani chiari, ma gli occhi erano azzurri. Poi scese una ragazza, mora, occhi dello stesso colore, alta più di tutti e tre i ragazzi, mentre si guardava le unghie. Scese un'altra ragazza, alta come il biondino, bionda cenere, gli occhi dovevano essere azzurri. Per ultimo scese un ragazzo, con capelli castani chiaro, legati in un...codino? Chignon disordinato? Resta il fatto che aveva due occhi verdi smeraldo da far paura. Per ultimi uscirono fuori altri due energumeni. Si incamminarono verso l'uscita. Le ragazze parlavano tra di loro e anche i ragazzi, tranne quello dagli occhi versi smeraldo che stava per cavoli suoi al telefono, insomma, molto socievole, pensai sarcastica.
-Piccola? Ti sei fissata?- chiese Demon sventolandomi la mano davanti la faccia. Sbattei le palpebre, e feci un mezzo sorriso.
-Chissà perché, ma quei ragazzi mi sanno di One Direction- dissi facendo cenno con la testa verso i ragazzi, che ormai erano davanti alla mia macchina. Il biondo fece un fischio di apprezzamento alla mia Ferrari, con l'approvazione degli altri due.
-Ci vedranno?- chiese divertito Demon.
-No, ho preso apposta questo tipo, io ti posso vedere, ma tu non puoi vedere me- dissi sorridendo.
-Comunque si, sono i One Direction.- disse alzando le spalle.
-E tu come lo sai?- chiesi sorpresa, non sapevo io chi erano che ero una ragazza, perché lui si?
-Devo iniziare a preoccuparmi?- dissi facendo una finta faccia spaventata.
Lui all'inizio non capì, poi esclamò strozzandosi con la sua saliva.
-Mi stai dando del gay?!-
-Perché hai qualcosa contro di loro?- chiesi divertendomi un mondo.
-No, assolutamente! Ma tu non mi puoi dare del gay quando sai benissimo che non è così!- disse e io risi.
-Ti faccio vedere io questa notte, quanto sono gay- disse malizioso, facendomi diventare un pomodoro.
-Come facevi a sapere che erano loro?- chiesi cambiando argomento.
-Tua sorella mi ha tartassato il cervello di foto, voleva le mie impressioni- disse ridendo al ricordo. Mi tolse un ciuffo di capelli dal viso e lo infilò dietro l'orecchio, per poi accarezzarmi la guancia. Gli baciai la mano e chiusi gli occhi, confortata dalle sue carezze.
Dopo non so quanto tempo, finalmente scorgemmo mia sorella e le sue amiche che tornavano saltellando dall'entusiasmo. Entrarono in macchina e io misi in moto.
-Com'è andata?- chiesi e loro mi misero davanti gli occhi i poster con gli autografi.
-C'erano anche Kendall Jenner e Cara Delavingne- disse Beatrice scocciata, come se non le piacessero. Le altre annuirono e facendo un piccolo broncio. Io e Demon ridacchiammo.

Per le 20:00 eravamo di nuovo a casa e la babysitter se ne era andata, le amiche di Emilie si erano fermate a cena e così avevamo ordinato delle pizze, avevano deciso di dormire tutte qui.

Demon si stese sul mio letto, solo con dei pantaloni di tuta, mettendo in mostra la sua tartaruga, le mani dietro la testa e le gambe incrociate, l'immagine del relax.
-Non è giusto!- dissi come una bambina.
-Cosa?- chiese guardandomi interrogativo.
-Tu hai la tartaruga!- dissi usando un tono infantile.
Fece un sorrisetto strafottente.
-Tu no- disse allargando ancora di più il suo sorriso.
-Oh si, ce l'ho anche io, però all'incontrario.- dissi seria. Lui scoppiò a ridere. Poi si alzò di scatto e mi buttò sul letto, guardandomi malizioso.
-Vediamo un pò questa tartaruga!- disse, per poi tirare su la mia maglietta e iniziare a dare morsetti e baci sul mio stomaco. Cercai di scacciarlo mentre ridevo per il solletico, mi dimenavo, ma lui mi teneva ferma. Alla fine mi arresi e iniziai a ridere come una matta.
-Soffoco!- dissi tra una risata e l'altra. Finalmente smise ridendo anche lui, il mio respiro faceva nuvolette per quanto stavo respirando forte. Mi girai verso di lui che stava su un fianco mentre mi guardava sorridendo e gli tirai un pungno, più forte che potevo. Per la sorpresa, cadde dal letto mentre si teneva il petto, anche se non dovevo avergli fatto molto male.
Lo guardai da sopra il letto e dissi:- Così la prossima volta impari!-

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