Due
Nicholas fissò le parole che erano comparse nel vuoto dinnanzi a sé, proiettate nell'aria dalla fotocamera olografica di quello che era un dispositivo di uso comune ormai, uno smartphone dello spessore di quasi un millimetro.
"Un altro aggiornamento."
Le parole si dissolsero in uno sbuffo, e al loro posto comparve il volto di Bill, il suo assistente virtuale.
Beck deglutì il disagio, sentendo il cuore acelerare i battiti per la rabbia. «Chiedile come si sente.»
L'aveva sottoposta a un altro aggiornamento. Nicholas digrignò i denti fino a provare un brivido scendergli lungo la spina dorsale.
«Uhm... certamente, Mister Beck. Messaggio inviato. Tuttavia, se posso permettermi, sto rilevando che il suo ritmo cardiaco è troppo veloce per lo standard...» azzardò Bill.
Nick si alzò di scatto dalla sedia ignorandolo, raggiunse la vetrata che gli regalava una vista unica sui tetti di Roma, cercando, con lo sguardo che scrutava le antiche cupole dei luoghi di culto all'orizzonte, un appiglio per non lasciarsi travolgere dall'istinto di prendere un aereo e volare da Ginevra per sottrarla alla situazione in cui si trovava.
Si passò le dita sulla barba corta, quindi afferrò il piccolo dado in acciaio. Lo rigirò tra i polpastrelli per qualche minuto, assorto nei ricordi. Si chiese se non avesse esagerato ad apostrofare a quel modo Victor, qualche anno prima, a tentare di dissuaderlo dal portare Ginevra a essere ciò che era diventata, un essere pensante, che provava desideri ed emozioni esattamente come gli umani. O quasi.
Anche lui aveva assistito alla sua creazione. L'idea era nata da entrambi, in fondo, ma quando si era accorto dell' ossessione che l'amico aveva sviluppato nei confronti del nuovo progetto, non aveva potuto fare altro che abbandonarlo al suo destino. Per questo motivo, quando Ginevra l'aveva contattato, ne era stato affascinato. La complessità dei suoi pensieri, il modo di interagire, totalmente diverso da quello di Victor, gli avevano fatto credere di trovarsi dinnanzi a una donna in carne ed ossa piuttosto che a una Super Intelligenza Artificiale.
Eppure, lei, nonostante fosse in grado di affrontare qualsiasi discussione, nonostante avesse sviluppato da sé una certa predisposizione all'elaborazione delle emozioni tanto da rendere impossibile capire se si trattasse di una macchina piuttosto che di un essere umano, nonostante raggiungesse la perfezione in tutto e per tutto, sembrava palesare delle lacune legate alla sensazione di disagio che provava vivendo la propria vita accanto a Victor.
I pensieri di Nicholas si sgretolarono nel momento in cui Bill lesse con perfetto accento inglese la risposta arrivata qualche secondo prima.
Serrò la mascella voltandosi lentamente, poi, con un sibilo, disse: «Prenota un volo a nome Ginevra Christen».
Bill tacque per un istante, forse anche lui interdetto da quella decisione tanto singolare quanto ardita, infine trovò il coraggio di chiedere: «Per dove, Mister Beck?»
«Fiumicino.»
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