Capitolo XXX

Domani.

Domani è il giorno della riunione.

Kai l'ha scoperto sbirciando nell'ufficio di Kurokawa già il giorno dopo che avevo origliato.

Lo stronzo però stranamente non gli ha ancora dato nessun compito o commissione.

Chissà che ha in mente...

Il moro come sempre arriva a portarmi la colazione, ma vedo che c'è qualcosa che non va.

- Kai... tutto bene? -

- Mm... non lo so... -

- Non lo sai? -

- No... c'è qualcosa che sto perdendo di vista, ma non riesco a capire cosa... -

- Forse sei solo preoccupato per domani? -

- Può darsi... -

- Ti va di fare una nuotata per rilassarti? -

Mi afferra per la vita e mi alza il mento incastrando i nostri sguardi.

- Un bacio sarebbe più rilassante. - sorride sornione.

Arrossisco, ma alzandomi in punta di piedi gli do un bacio a stampo.

- Mm... tutto qui? - chiede sorridendo del mio avvampare.

Cerco di rispondere, ma balbetto cose senza senso a ruota libera.

Mi stringe a se e fa lui il passo successivo esplorando la mia bocca con desiderio e soprattutto amore.

Sciolto il bacio mi sento io sciolta.

Come burro al sole.

Mi mordo il labbro inferiore guardando di sottecchi il mio ragazzo che mi fissa con occhi luminosi.

C'è una speranza e una gioia che non gli avevo visto prima.

- Così va decisamente meglio. - sorride sardonico.

- Quindi... niente nuotata? - domando dopo aver ripreso le mie funzioni cerebrali.

- Purtroppo non ho tempo. Per affinare il piano ho lasciato indietro dei lavori perciò li devo far oggi. -

Annuisco dispiaciuta.

- A cena però sarò tutto per te. Dovrai mandarmi via a forza. -

- È più probabile che tu rimanga a dormire qui più che io ti mandi via. -

Sorride malizioso.

- Mm... e cosa vorresti fare con me avendomi per tutta la notte? -

Avvampo nuovamente.

- K-K-K-Kai!!!!! Sei un idiota!!!! - balbetto.

Il moro scoppia a ridere allontanandosi di un passo per evitare il mio schiaffo sulla spalla.

- Ci vediamo a pranzo, sirenetta. - ride ancora andandosene.

Mi accascio a terra ancora sentendomi in subbuglio.

Affondo la faccia nelle ginocchia prendendo un gran respiro.

Che idiota!

Un idiota sexy...

Dopo la colazione vengo portata alla vasca.

La mattinata procede bene, ma arrivato il pomeriggio mi trovo di fronte ad una persona che non mi va completamente a genio.

Ayumi o per me... colei che ci prova col mio ragazzo.

In questo momento non c'è nessuno perché è l'orario dello spettacolo coi delfini.

Il che vuol dire che per i prossimi venti minuti sarò sola con questa tizia.

La bionda si avvicina alla vasca.

Mi osserva curiosa e non volendo sembrare un fenomeno da baraccone la fisso diretta negli occhi.

Questa sgrana gli occhi.

- Ky... Kyoko? - sussurra.

- Mi chiamo Umi. - rispondo senza distogliere lo sguardo.

- Tu... tu sei la stessa ragazza che ho visto con Kai quel giorno, vero? - chiede a denti stretti.

Vorrei dire la verità, aggiungendo quanto io e Kai ci amiamo, ma non è ancora il momento.

Da domani.

- Non so di cosa tu stia parlando. -

- Non sono cieca! Tu sei Kyoko!! -

- Ti ho detto che il mio nome è Umi. Forse non capisci la mia lingua? Eppure io capisco te. -

- Come sei... - si morde l'interno guancia per non mandarmi a quel paese.

- Nemmeno tu mi stai simpatica visto che ti ostini a chiamarmi con un nome non mio. -

- Tu non sei una vera sirena!! - ringhia.

Decido di avvicinarmi e a fatica sporgo la coda.

- Tocca pure! Dimmi, è o non è vera? -

Mi guarda diffidente per poi esaminarmi la coda.

In un certo senso mi sento violata, ma non mi piace passare per bugiarda su questo.

La mia amata coda è più che vera.

Ayumi cerca invano e quando si arrende mi fissa sotto shock.

- È vera... - sussurra non credendoci ancora.

- Certo che lo è. -

Torna a fissarmi negli occhi.

- Sei uguale a Kyoko. -

- Mi. Chiamo. Umi. -

- Sei davvero antipatica. -

- Nemmeno tu mi stai così a genio. -

- Come fa Kai ad andare d'accordo con te?! -

- Perché in confronto a te è più cordiale. -

Quasi mi fa ridere questa mia affermazione visto che un tempo dissi proprio a Kai quanto fossero più cordiali gli squali di lui.

- Io sono cordiale. - scatta offesa.

- Per questo è da quando sei arrivata che mi attacchi verbalmente? Hai pure insinuato che la mia coda fosse finta. -

- Le sirene sono sempre state credute creature mitologiche. Molti credono che la tua coda sia finta. -

- Ma non lo è. -

- Se tu parlassi un po' di più e fossi collaborativa con il tuo lavoro qui, forse potrebbero ricredersi. -

- Perché dovrei collaborare?! - sbotto.

- Forse per ringraziare Kurokawa? Visto che ti ha salvata?! -

Devo usare un grande autocontrollo per non riderle in faccia.

Mi ero dimenticata la balla inventata dallo stronzo per spiegare la mia presenza.

- Chiamami pure ingrata. - rispondo in fine.

- Ma se non vuoi stare qui a lavorare potresti anche tornartene a casa tua. Kai non ha tempo per badare pure a te. Fa già fin troppi lavori. -

- A Kai non pesa occuparsi di me. - faccio spallucce.

La sue espressione diventa di pura ira.

- Kai è una persona buona! Non direbbe mai che gli pesa!! -

- Ne terrò conto. - la guardo storto.

Che fastidio questi suoi discorsi.

Capisco che lo conosca dalle medie, ma in ogni caso non lo conosce davvero.

Tutte queste sue belle parole dette solo per sembrare una martire mi irritano e basta.

Chissà che faccia farebbe sapendo che sono la sua ragazza.

Meglio star zitta.

Non sono così infantile da mettermi a competere su una cosa del genere.

La bionda serra i denti - Se vuoi anche solo un minimo di bene a Kai torna a casa tua. -

Stavolta tocca a me stringere i denti per evitare di raccontare tutto.

Pazienza Umi, pazienza!

Domani potrai sbatterle in faccia quanto sia importante per te il moro.

Per fortuna ad evitarmi di rispondere è l'entrata di alcune persone.

Lo spettacolo dei delfini dev'essere finito.

La bionda mi lancia un'ultima occhiata di fuoco, notando il mio chiudermi nel silenzio, prima di andarsene.

Ma chi si crede di essere?!

Vuole far la predica a me?

Dicendomi che sono un'ingrata!

Sospiro.

Bisogna anche dire che non sa la verità.

Se sapesse che sono stata rapita non mi tratterebbe come una viziata che sta qui a sbaffo.

Quella sera aspetto impaziente Kai, non tanto per la cena, ma per abbracciarlo stretto.

Quando entra, al suo posto, Kurokawa sbianco.

Che diavolo ci fa lui qui?

Il moro mi aveva assicurato di esserci e soprattutto per quanto pieno di lavoro non mi avrebbe mai lasciata sola con lui nemmeno per mezzo secondo.

L'uomo si avvicina con evidente ottimo umore.

- Oh, cara sirenetta. Come stai oggi? -

- Perché è qui? -

- Per portarti la cena magari? - chiede ovvio.

- Perché lei, allora? -

- Ah, preferisci il ragazzino? Beh, dopotutto è logico visto che sono vecchio per te. -

Lo guardo in silenzio.

Ancora non ha risposto e dire che sono in ansia è poco.

- Comunque cara perla, il ragazzino aveva un altro compito da fare. -

Annuisco e basta.

Aspetto fino a tardissimo che il moro passi.

Anche se lo stronzo gli ha dato altro da fare verrà certamente a trovarmi.

Più le ore passano più aspetto, più aspetto più mi agito, ma Kai con arriva.

Passo così tutta la notte completamente in bianco.

Quando arriva l'ora di colazione non ho sonno.

In me c'è solo un grande senso d'inquietudine.

All'arrivo di Kurokawa i sospetti che sia successo davvero qualcosa a Kai si moltiplicano.

- Oh, hai un aspetto terribile stamattina. Dormito male? Beh, vedi di essere comunque cordiale durante lo spettacolo. Potrei arrabbiarmi altrimenti. -

Annuisco a comando.

- Oggi è un gran giorno, piccolo diamante. Fa il tifo per me. - sorride diabolico.

Mi limito a fissarlo e dopo un ultimo gongolamento se ne va.

Aspetto poco, dopo che se n'è andato, per correre da Kai.

Non ho molto tempo visto che a breve arriveranno i soliti tizi per portarmi all'altra vasca.

Correndo tra un corridoio e l'altro, pregando di non incappare in qualche guardia arrivo di fronte alla sua camera.

Prendo un attimo il respiro prima di battere i pugni sulla porta.

- Kai? Kai ci sei?? -

Sento dei veloci rumori di passi - Umi? Sei tu?? - risponde.

Le gambe iniziano a cedere per il sollievo.

Sta bene!

Meno male...

- Sì, Kai! Sono io! Perché non esci? -

- Lo stronzo mi ha chiuso qui dentro. - ringhia.

- Ma... non avevi dei doppioni?? -

Rimane in un silenzio carico di rabbia.

- Li ha trovati tutti... a parte quelli che ho sparso in giro per l'acquario. -

M'illumino - Ci sono doppioni in giro? -

- Delle altre porte... non di questa, mi spiace averti illusa. -

Sospiro - Non scusarti. Troviamo una soluzione. Prima che mi vengano a cercare. -

- Quanto abbiamo? -

- Credo poco meno di venti minuti... -

- Senti Umi, non è che... no. Non se ne parla! -

- Cosa? Ti è venuta un'idea?! - scatto.

- Lascia stare!! - urla.

- No! Dimmi! Cosa ti è venuto in mente? -

- Niente!! - ripete.

E lì capisco.

Dev'essere qualcosa che mi metterà a rischio.

Per questo non vuole dirmelo.

Rifletto da me e in fine trovo una soluzione.

- È Kurokawa ad avere le tue chiavi giusto? -

Risponde con un silenzio e capisco che è un sì.

- Dovrebbero essere nel suo ufficio. Vado a controllare. - decido da sola.

Lo sento battere forte un pugno sulla porta - No!! Nemmeno per scherzo! Umi? Umi!! -

Lo ignoro iniziando a correre verso la mia meta.

Non c'è tempo da perdere.

E non abbiamo tempo per badare alle sue manie di protezione.

Stavolta sarò io a fare qualcosa per Kai.

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