Capitolo XXVIII
Siamo al fine settimana e c'è qualcosa che non va.
Ne sono convinto.
Kurokawa è da qualche giorno che non fa che starmi col fiato sul collo.
E ho come la sensazione che stia cercando di farmi fuori.
Non in senso letterale.
Sta architettando qualcosa per sbattermi fuori di qui.
Ma non capisco come.
Io sono l'erede di questo posto.
Non è possibile buttarmi fuori.
A meno che...
- Ragazzino. Eccoti qui. -
Che palle!
Ecco qui te.
- Sì? Aveva bisogno di qualcosa signor Kurokawa? -
- Altrimenti non ti avrei cercato. -
- Dica pure. -
- Ho bisogno che tu concluda un contratto con un acquario di Iruna. -
Sgrano gli occhi.
- Io? Concludere un contratto?? -
- A chi altri potrei chiederlo, scusa?! - si acciglia.
- Lei non può? -
- No, purtroppo non mi sono reso conto di aver già un altro appuntamento di contrattazione e non posso annullare nessuno dei due. -
La cosa non quadra.
Per nulla.
Non mi farebbe mai andare ad un incontro del genere.
Ed è troppo pignolo per fare un errore del genere.
Questo non è un errore.
E non è nemmeno un caso che il paese sia così lontano.
Forse vuole far vedere ai dirigenti che non sono degno del titolo di erede?
Crede che non possa riuscire a concludere il contratto?
Non sono sprovveduto come crede e l'ho studiato molto negli anni.
So come negozia e sono certo di poter fare molto meglio.
Se vuole farmi sfigurare ha sbagliato tattica e glielo dimostrerò.
- Va bene. Andrò io. Se ne è convinto. -
- Convintissimo. Nessuno oltre te potrebbe adempiere a tale ruolo. -
Tale risposta mi fa ancor di più capire quanto tutto questo sia una farsa.
- La ringrazio della fiducia. - lo assecondo.
- Partirai domani, mi occuperò io della nostra perla. -
Annuisco pensando a come la prenderà male Umi.
- Ora vado a portarle il pranzo già che ne parliamo. -
- Oh, certamente. - sorride tremendamente falso.
Appena arrivo alla vasca la mia ragazza fa apparire le gambe e mi raggiunge saltellando.
- Ciao amore. - sorride raggiante.
Devo ancora abituarmi a sentirmi chiamare così.
Devo ancora abituarmi ad essere il suo ragazzo in verità.
Chi se lo immaginava.
In più non riesco ad esserne completamente felice.
Cioè...
Non è che stare con lei non mi vada bene, ma è che Umi stia chiusa qui dentro che non mi va bene.
Vorrei che fosse perfettamente libera di fare ciò che vuole.
Non di certo stare qui in prigione a causa mia.
Tutto perché non vuole abbandonarmi.
Guardando il suo viso sorridente non trovo traccia di pentimento della sua scelta.
Sembra più spensierata che mai.
Ma come diavolo fa?
Le prendo il viso tra le mani.
- Ciao. -
Le stampo un soffice bacio per poi sorriderle appena.
Voglio darle tutto, ma ora come ora non posso darle quasi niente.
Mi osserva confusa cercando di decifrare i miei pensieri.
- Tutto ok? - chiede.
- Umi... - inizio e le racconto dell'incontro con Kurokawa.
Al termine sbuffa.
- Va bene. È fastidioso sapere che passerò tre giorni con lui e soprattutto senza di te, ma voglio che tu vada e che concluda il più grande contratto del secolo. -
- Non farebbe chiudere a me il contratto più grande del secolo. - ridacchio.
- Ma tu sei un miliardo di volte meglio di lui e puoi trasformare un sasso in oro zecchino. -
- Non sono un alchimista. -
- Oh, smettila. Mi hai capita. - sbuffa.
L'abbraccio forte e inspiro a pieno il profumo di salsedine dei suoi capelli.
- Anche per me sarà dura star tre giorni senza di te. -
Ricambia ridacchiando - Torna vincitore. -
- Ovvio. -
Poi ci sediamo perché possa mangiare il suo pranzo.
Non smetterò mai di bearmi delle sue espressioni estasiate quando addenta un hamburger vegano.
- Kai? -
- Sì? -
- Quando abbiamo guardato le foto fatte nello studio dello stronzo... non ne mancava una? -
- Mm... non saprei... -
- Non le hai più guardate dopo che le ho lette io? -
M'irrigidisco.
Se non le avesse lette lei io probabilmente non ne avrei mai avuto il coraggio.
Eppure non sono state brutte notizie.
Chissà dov'è mia madre.
Chi sta cercando?
Perché non ha provato comunque a vedermi?
Si fida così tanto di Kurokawa?
Sospiro e porgo il cellulare ad Umi.
Sorride ancora intenerita dal mio sfondo.
Avevo fatto quella foto pensando che stesse contemplando il cielo in tutto il suo amore per esso.
Quando mi ha detto che invece era a me che pensava mi sono sentito felice ed imbarazzato.
La rossa armeggia col telefono e realizzo di non averle dato io già la cartella.
Sbianco cercando di riprenderlo.
Quanto scemo sono?!
Lei lo allontana e si alza in piedi per evitare che glielo rubi di mano.
L'ha vista?
Dalla sua espressione confusa e curiosa... sì... decisamente!
Fanculo!
Sono un idiota!
- Hai una cartella piena di mie foto? - chiede stupita.
- È un male? Ti dà fastidio? - borbotto.
- No e no. Mi fa piacere. Soprattutto perché molte sono state fatte prima che ci mettessimo insieme. - sorride fin troppo felice.
Sì, sì... ero stracotto anche prima!
- Bene. - borbotto ancora.
- Oddio! Ma... ne hai pure di me mentre dormo!! - avvampa.
- Non azzardarti a cancellarle! -
- Ma... -
- Niente ma! È il mio cellulare. -
- Con delle foto mie. - mi sfida divertita.
- Della mia ragazza, quindi posso tenerle. -
Ridacchia prima di uscire dalla cartella e cercando quella giusta.
Dopo poco inizia a leggere.
- Cara Shizuka, capisco benissimo e rispetto le tue scelte. Stai tranquilla che Kai è in mani perfette. Mi spiace che non abbia voluto vederti, ti ho detto che non ha ancora finito il suo periodo ribelle. Pure con me è spesso insolente, ma essendo come un figlio do poca attenzione a certe sue parole dette solo per rabbia da sbalzi ormonali. Quando lo trovi avvertimi, aspettiamo il tuo ritorno. Hideki. -
- Ribelle?! Insolente?! Ma è fuori di testa! -
Pensavo di aver pensato tali parole, ma sentendo il ringhio di Umi mi rendo conto che è stata lei a dirle.
Sono così scioccato da scambiare la sua voce per la mia.
Sono messo male!
- Kai tutto ok? -
- Mah... ormai più sotto shock di così non credo sia possibile. -
- Ma poi... che idiota. Perché fotocopiare la lettera che ha spedito? Non sarebbe stato meglio bruciarla? -
- No, fotocopia sempre ciò che manda. Ma stavolta credo sia stato un errore causato dall'abitudine. Probabilmente nemmeno se n'è accorto. -
- Meglio per noi. -
La guardo finalmente pronto ad alzare il capo.
Sta battendo a terra un piede dal nervoso.
Le braccia incrociate e lo sguardo pieno di irritazione nei confronti di Kurokawa.
- Poi... mani perfette?! Se si riferiva alle mani del diavolo! -
Mi alzo abbracciandola in vita.
Le poggio la fronte sulla sua.
- Respira. Lo batteremo. -
- Come? - sbuffa, ma si sta rilassando.
- Intanto concludendo al meglio il contratto. Secondo... contattando mia madre. -
Si allontana di poco sorpresa e confusa.
- Come la contatterai?! -
- Ricordi il numero di cui parlava nella lettera? -
- Ovvio che sì. -
- Beh, credo si riferisse a quello del cellulare che aveva prima di ammalarsi. Se è lo stesso posso contattarla perché ce l'ho. -
- Ma è... fantastico!! - sorride di nuovo raggiante.
Poi si zittisce pensierosa.
- Tutto ok? -
- Ma io... io che faccio? - mi osserva dispiaciuta.
- Tu hai fatto anche troppo. -
- Ho fatto meno di niente. - sbuffa.
Le blocco il viso nelle mie mani.
È così piccolo che quasi le copro mezza faccia.
- Che stai dicendo? -
- Kai... io non ho fatto nulla. -
- Sei qui. - esordisco come la cosa più ovvia del mondo.
- Ovvio che sono qui. -
- Intendo... -
- So cosa intendi. Ma era mio dovere rimanere e non solo perché ti amo. Non ti avrei mai fatto passare qualcosa di brutto solo per essere libera. -
- Non era tuo dovere. È stata una scelta. Che ti ha portata alla vita reclusa che stai facendo ora. -
- Non sono reclusa. -
- A no? E come lo chiami tutto questo? -
- Lavorare per il capo del mio ragazzo e amoreggiare alle sue spalle. -
Le bacio la fronte.
- Sei incredibile. - sorrido esasperato.
- Lo so, per questo mi ami. - ridacchia.
- Ma che modestia. -
- Ho imparato da te. Tra un po' potrei superare il maestro, che dici? -
La bacio lasciandola senza fiato.
Sorrido poi soddisfatto della sua espressione piena di desiderio.
- Hai ancora molta strada da fare, sirenetta. -
Si riprende mettendo un adorabile broncio.
Stringe i pugni sulla mia maglia.
- Sei sleale. -
- Lo so, per questo mi ami. - rido ripetendo le sue precedenti parole.
Scuote il capo divertita.
- Comunque... davvero, cosa posso fare per aiutarti? -
- Non indispettire Kurokawa mentre sono via. -
- Ho capito. Cosa poi? -
- Starmi bene. Ci tengo a te. -
Sorride tenera e quasi mi viene voglia di mangiarla tutta.
Kai...
Riprenditi!
- Umi... dopo che avremo mandato via Kurokawa definitivamente tu mi sarai molto utile. Te lo dico visto che temi molto di non essere d'aiuto. -
- Come ti aiuterò? -
- Non ricordi la mia idea dell'acquario libero? -
S'illumina.
- Vuoi farlo davvero quindi? -
- Mi aiuterai? -
- Ma ovvio!! -
Faccio sfiorare le nostre labbra.
- Sei sicura di voler restare anche dopo? -
- Scherzi spero. Certo che sono sicura! -
- Hai la tua vita in mare... - sospiro.
- Ho la mia vita qui... con te. - sussurra annullando la distanza delle nostre labbra.
Sciolto il dolce bacio - Ti amo e voglio stare con te... se mi vuoi. -
- Certo che ti voglio. - le sorrido.
- Bene, perché non ho intenzione di andarmene. Solo... -
- Solo? -
- Potrò dormire su un vero letto? Non è che siano comodissimi questi scogli... -
- Avrai una camera tutta tua... tutta nostra... - propongo così per vedere la reazione della prospettiva di una vita con me.
Sorride timida, ma felice.
- Sarebbe meraviglioso. - sussurra per poi baciarmi di nuovo.
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