Capitolo XXIX

Kai è appena partito e dire che sono sospettosa è poco.

Il moro pensa che Kurokawa lo abbia mandato a chiudere il contratto per screditarlo quando non ci riuscirà, ma credo non sia così.

Lo stronzo non se n'è andato, nemmeno per mezza giornata.

Come lo so?

Ho fatto attenzione a molti commenti.

La cosa è molto, molto strana.

Che le sue contrattazioni si svolgano qui?

E se invece ci fosse altro sotto?

Dopo che lo stronzo mi porta la cena decido di fare un giro d'ispezione.

Appena esco dalla prima porta sento dei passi e mi nascondo nello sgabuzzino della prima volta.

- Quindi inizia tra poco? -

- Sì, ho visto poco fa l'ultimo dirigente arrivare. -

- Secondo te per cos'è questa riunione straordinaria? Non sta progettando un licenziamento di massa, vero?! -

- Ma va. Non farebbe le cose così in grande. -

- E quindi per cosa? -

- Secondo me c'entra il signorino so tutto io. -

- Sai che hai ragione?! Probabile che voglia... - non sento il resto perché si allontanano.

Esco dal mio nascondiglio nel panico.

Che voglia cosa??

Devo trovare la stanza delle riunioni.

Sgattaiolo fuori e inizio a cercare.

- Hai visto il film ieri sera? -

Mi appiattisco contro il primo muro che trovo pregando che non girino nella mia direzione.

- Sì, è stato una figata! -

Sento i passi avvicinarsi.

Dannazione!

Stavolta non mi sono nemmeno travestita tanta era la fretta.

Sono una completa idiota!

- Te l'avevo detto. -

Troppo, troppo vicini!

Trattengo il fiato e serro le palpebre aspettando in peggio che però non arriva.

- Lo so, ma... - sento allontanarsi la voce insieme ai passi.

Aspetto ancora un po' prima di provare a controllare se davvero se ne sono andati.

Non vedendo nessuno tiro un grande sospiro di sollievo.

Avanzo fino all'ufficio di Kurokawa che però so essere troppo piccolo per far una riunione.

Se non sbaglio Kai diceva che i dirigenti erano dieci.

Guardandomi intorno per quel corridoio vedo altre due porte poco distanti.

È logico pensare che tenga la sala riunioni vicino all'ufficio quindi non devo preoccuparmi che siano altrove.

Poggio l'orecchio sulla prima porta e non sentendo nulla passo all'altra.

All'inizio capto solo mormorii, ma dopo poco mi ci abituo ed inizio a comprendere ciò che dicono.

- Quindi siamo qui per...? - chiede una voce maschile.

- Oh, signor Hikame. Volevo discutere di un paio di cose. -

Questo è lo stronzo.

Non posso confonderlo.

Troppo irritante la sua voce.

- Nella lettera di convocazione diceva di voler trattare l'argomento Kai Inoue, corretto? - vuole la conferma una voce femminile.

- Esatto signorina Miura. Il signorino Inoue è l'argomento che più mi premeva trattare. -

- Ma per parlare di lui non sarebbe corretto averlo qui? - domanda un altro uomo.

- Peccato che la sua assenza sia il problema di cui volevo discutere. -

- Cioè? Si spieghi per favore. - interviene una donna.

Troppa gente, mi confondo.

- Allora... come sapete quest'anno Kai dovrebbe compiere il suo ventunesimo anno. E ai venticinque ereditare l'acquario della famiglia della mia splendida moglie. Peccato però che a lui tale eredità non interessi. -

Cosa?!?!

È pazzo?!

- Come non gli interessa? - manco mi frega più di capire chi parla.

- È da più di un mese che non torna. E quando c'era si occupava ben poco di questo posto. -

No... no!!!

Quest'uomo io lo uccido!!

- In ogni caso è il suo destino ereditare l'acquario. È l'unico erede. -

- Comprendo e io ho provato un sacco a fargli cambiare idea. Anche per la riunione di oggi, sapeva che c'era, ma lo vedete?! -

La sala per un attimo rimane in silenzio.

- Appunto. Non c'è. Come fare? Questo posto tra quattro anni avrà bisogno di un capo affidabile. Non di un ragazzino che fa solo ciò che vuole fregandosene dei suoi doveri. -

- E cosa propone di fare signor Kurokawa? -

- Per questo vi ho convocati. -

Il suo obiettivo è fin troppo chiaro.

Vuole farsi mettere a capo.

E non solo provvisorio come ora.

Bastardo!

Ecco perché Kai non doveva essere nei paraggi!

- Ma... la signora Sasaki? -

- Shizuka purtroppo è ancora in ospedale... le sue condizioni ahimè sono sempre le stesse, dubito migliorerà in tempi brevi. - finge rammarico lo stronzo.

Ospedale, sì!

Se sta talmente bene da essere in giro chissà dove!

Si leva un mormorio generale.

Stanno riflettendo per trovare una soluzione.

- Ma è possibile che Inoue cambi idea ora di finire questi quattro anni. -

- Però se non cambiasse idea dobbiamo avere una soluzione di riserva. -

- La signora Sasaki vorrà di certo il figlio. -

- Noi siamo stati incaricati dai signori Sasaki dopo che la loro figlia si è ammalata. Ci hanno messi qui per gestire l'acquario al meglio. -

- Loro tenevano molto alla discendenza. -

- Ma non possiamo costringerlo se non vuole. -

- E chi mettiamo a capo allora?! -

- Abbiamo la soluzione davanti al naso. -

- Cioè? - fa mezza sala.

- Il signor Kurokawa. -

Un altro attimo di silenzio e sto seriamente valutando l'idea di entrare nella stanza.

- Riflettete. Si è sempre occupato egregiamente dell'acquario. -

- È sempre stato affidabile e professionale. -

- Vero e si è occupato anche del signorino Inoue. -

- È il marito della signora Sasaki inoltre. -

- Questo lo rende praticamente di famiglia. E se il signorino Inoue cambiasse idea più avanti gli cederà la proprietà. -

Poveri illusi!

Vi sta girando come vuole e manco ve ne accorgete!

- Beh, direi che siamo tutti d'accordo. -

- Lei cosa ne pensa, signor Kurokawa? -

- Io?! Oh... sono lusingato della fiducia e vedrò di non deludervi. Però... -

- Però? -

- Mi piange il cuore che il mio figliastro non voglia prendere le redini della società. -

Sì, come no!

- Non si dia per vinto. -

- Per ora che dite di fare una bozza del passaggio di proprietà? -

- Sì e la settimana prossima concludiamo il tutto? -

Tutti rispondono approvando e passano ad un discorso che non m'interessa.

Faccio un respiro profondo perché la rabbia mi sta annebbiando la vista.

Ad un certo punto una mano mi afferra il braccio e tutti i pensieri precedenti sfumano lasciando spazio solo per il panico.

Un'altra mano mi tappa la bocca.

- Che cazzo ci fai qui? - ringhia nelle mie orecchie una voce che mi fa rilassare anche se irata.

Come faccio a rispondere a Kai se mi tappa la bocca?

Guarda un attimo la porta di fronte a noi per poi trascinarmi via, non prima di avermi categoricamente vietato di emettere anche mezzo suono.

Quasi mi scaraventa oltre la porta della mia vasca.

Finalmente in un luogo lontano, da orecchie ed occhi indiscreti, sbotta.

- Che diavolo ci facevi lì?! E vestita così poi!! Manco la parrucca hai addosso! Potevi metterti, già che c'eri, un cartello al neon sopra la testa con scritto "sirena fuggita qui"! Sai che succedeva se ti trovavano?! - urla.

- Non mi hanno trovata. Sono stata attenta! -

- Attenta?! ATTENTA?!?!?! Mi prendi per il culo?! Ma se nemmeno ti eri accorta che ero alle tue spalle! -

Mi avvicino e lo afferro per il colletto della maglia.

- Kai, non c'è tempo per questo! Non hai idea di cosa ho sent... -

Vengo afferrata per le spalle e mi scuote forte.

- Umi! Cazzo! Capisci quanto pericoloso è stato quello che hai fatto? -

Ora non c'è più rabbia nella sua voce.

Solo preoccupazione.

E i suoi occhi...

Sono così in ansia.

È colpa mia, ma dovevo.

Sospiro.

- Kai... mi spiace però... -

Sbuffa allontanandosi di scatto e si passa entrambe le mani tra i capelli afferrandosi in fine la testa.

- Non puoi fare così Umi! Se non fossi stato io... -

Mi avvicino e lo abbraccio - Eri tu. -

Ricambia poco convinto.

- Perché ti metti in pericolo così? Perché non rifletti? -

- Perché c'erano cose più importanti della mia sicurezza. -

- Nulla è più importante della tua sicurezza. - sospira poggiando la fronte sulla mia.

- Kai!! Ascoltami! Kurokawa vuole la tua eredità! Ha chiamato tutti i dirigenti per farti apparire in cattiva luce e farsi eleggere capo definitivo! - esclamo tutto d'un fiato.

Mi stringe forte a sé.

- Che faccia ciò che vuole! Voglio solo che tu smetta di fare la stupida. -

Cerco di liberarmi dalla presa.

Non capisce quanto grave è la cosa?!

- Kai... -

- Umi, sta zitta. Un attimo... ti prego. -

Smetto di ribellarmi e affondo il viso nel suo petto.

- Kai... sto bene... -

- Per un pelo... -

- Farò... farò più attenzione la prossima volta... prometto... -

- Non ci sarà una prossima volta. - ringhia.

- Questo non posso prometterlo. -

Sbuffa.

- Almeno promettimi che... -

- Sì, ti avvertirò! Lo affronteremo insieme. -

Dopo di che riesco finalmente a raccontargli cosa ho scoperto.

- Mm... interessante. - sorride diabolico.

- Interessante? - ripeto più che confusa.

Orribile, stronzo o catastrofico non interessante.

- Ho un'idea per farlo fuori definitivamente. -

- Un omicidio è contro la legge!! - sgrano gli occhi.

Mi guarda storto.

- Ma che omicidio!! Voglio mandarlo via! -

- Ah... meglio. Ma.. come? -

- Ora che so che mia madre sta bene non temo più le minacce di sospendere le sue cure. -

M'illumino.

- Vero. Ora puoi smascherarlo completamente! -

Sorride cospiratore e mi bacia la fronte.

- Vedrò di scoprire il giorno preciso della conclusione delle trattative. Anche se presumo che mi darà qualche compito lontano per non avermi intorno. -

- Di certo. Io posso fare qualcosa? E non dirmi che ho già fatto abbastanza. -

- Per ora è così, ma quel giorno avrò bisogno anche di te. -

Annuisco contenta.

Finalmente ha compreso.

- Umi... - sorride estremamente felice.

- Sì? - ricambio il sorriso.

- Tra una settimana circa sarà tutto finito. Se tutto va come spero potremo uscire come ogni coppia normale e tu potrai andare dai tuoi genitori quando vuoi. Senza paura di farti beccare mentre esci. -

Mi si allarga il sorriso e lo abbraccio.

- È un sogno che si avvera. Poter girare con te senza dovermi nascondere. Quella parrucca pizzica. -

Ridacchia stringendomi.

- Amo il colore dei tuoi capelli. Odio quando abbiamo dovuto coprirlo. -

Ci rilassiamo in quel silenzio piacevole.

- Umi... poi potrò... conoscere i tuoi? -

Alzo la testa per guardarlo e gli sorrido.

- Certo! Mia mamma ti adorerà! -

Annuisce affondando il viso tra i miei capelli.

- Una settimana. -

- Una settimana... - ripeto.

Andrà tutto bene, deve!

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