Capitolo XVIII
Guardo la signora allontanarsi per poi spostare lo sguardo sul moro e mi sorprendo a trovarlo completamente rosso.
Non me lo immaginavo così facilmente imbarazzabile.
Inizio a mangiare la mia deliziosa torta, che però non riesco a gustare come al solito.
Avevo pensato giusto.
Paga lui il mio cibo di tasca sua e mi ha pure comprato una parrucca.
Sospiro prima di prendere un sorso di the.
Vorrei ripagarlo in qualche modo, ma dubito che servano a qualcosa i soldi che usiamo noi in mare.
Però anche se non mi piace che spenda per me con tutto quello che passa a causa dello stronzo, sono ugualmente felice.
Come non esserlo dopo ciò che ha detto quella signora?
Alzo lo sguardo il giusto per vedere il suo rossore scemare.
C'è troppa tensione.
E dubito che sarà Kai a parlare per primo.
- È davvero ottima questa torta. - inizio io.
- Sono contento per te. - aggiunge lui addentando la pizzetta.
Cala di nuovo il silenzio.
Poi però il moro sospira e si poggia sullo schienale.
- Ora della fine della giornata mi dirai perché non vuoi fare shopping? Perché io ti ci porto lo stesso. -
Alzo la testa di scatto.
- Cosa?! Ma... ti ho detto... -
- Hai detto che c'è troppa gente, ma faremo un salto giusto per dei nuovi vestiti. -
Mangio un altro boccone borbottando - Sei così irritante. -
- Anche tu, Umi. -
- Se non voglio, non voglio. -
Conoscendolo non gli faranno piacere le mie premure sui suoi soldi.
- Dimmi che hai, sono stufo di chiedetelo. -
- Ti ho già detto tutto. -
Sbuffa.
Accidenti!
Perché non mi crede?!
Anzi, come fa a capire che sto mentendo?
No, beh... è colpa mia.
Sono sempre stata pessima a dire le bugie.
Sospiro.
- Non mi piace l'idea che tu paghi di tasca tua... - cedo.
Si zittisce rimanendo a fissarmi.
Indispettita incrocio le braccia.
- Che c'è? Non volevi la verità?! -
A sua volta incrocia le sue e mi fissa con un sopracciglio alzato.
- Ogni volta mi dico che non puoi essere ancora più stupida, ma va sempre a finire che mi sorprendi. -
- Stupida?! Perché non mi piace che tu spenda il tuo stipendio sottopagato per me?! -
- Guarda che non sono povero come credi, anzi. -
- Come? -
- Fin da piccolo ho messo da parte ogni stipendio che guadagnavo così che appena mamma fosse tornata in salute avrei anche potuto andarmene per conto mio. Dicevo di non aver avuto soldi perché non li consideravo visto il loro scopo di fuga. -
Parla con una certa ironia, come se ritenesse ridicolo tale pensiero ora.
- L'unica volta che ho speso qualcosa è stato per il cellulare, ne avevo bisogno durante la scuola. E ora devo dire che mi è comunque utile. -
- Ciò non toglie che ora tu stia spendendo per me. -
- E che problema c'è? -
- Come "che problema c'è"? -
- Saranno affari miei come voglio spendere i miei soldi. -
- Se li spendi per te stesso. -
- Sei anormale. Le ragazze di solito adorano quando i ragazzi spendono per loro. -
- Quelle che valutano l'amore in base a quanto è disposto il loro lui a spendere per loro. Ma io non sono così e noi due non stiamo insieme. -
Si zittisce un attimo e mi pento dell'ultima parte.
Sarà anche vero, ma io vorrei stare con lui.
Così sembra quasi che l'idea m'infastidisca.
- Quei soldi sarebbero comunque rimasti inutilizzati. - sospira in fine.
- Ehi! Tua madre migliorerà di certo! Sii più positivo! -
- Non è quello il punto. È da anni che ho realizzato che non sarà scappando che risolverò i miei problemi. -
- Quindi come li risolverai? -
- Ormai ho vent'anni. Essendo che vivo così da più di dieci anni altri cinque non sono nulla e poi l'acquario sarà mio. -
- Cinque anni sono lunghi... -
- La metà di dieci. -
- E poi? Che farai? -
- Ecco io... no. Lascia stare è stupido. -
China il capo osservando il croissant.
Non è finita così!
Io ho dovuto dirti che succedeva? Tu mi dirai questo!
- Eh no! Parla. Sono certa che non sia stupido come credi. -
Inizia a giocherellare con una punta della brioches.
- L'idea mi è venuta dopo il tuo arrivo... o meglio dopo che mi hai detto che i pesci parlano. -
Si guarda attorno timoroso di farsi sentire.
- Che idea? -
- Compiuti i miei venticinque avevo messo in conto di ricominciare gli studi, voglio saperne di più sul mare e ciò che c'è al suo interno. Biologo marino insomma. E con tutti i lavori che mi ha fatto fare Kurokawa so abbastanza cavarmela in molti campi! Quindi credo che saprei gestire l'acquario. Questa era l'idea di base, poi... -
- Poi? -
- Se i pesci parlano... vuol dire che hanno sentimenti e volontà propria no? -
- Certo. Non posso dire che tutti siano intelligenti, come per gli umani, ma tutti hanno sentimenti. -
- Quindi si può dire che tutti quelli nel nostro acquario non siano felici visto che ne sono prigionieri...? -
- Non ci ho parlato, ma considerando come mi sentivo io all'inizio credo proprio di sì. -
- E se i pesci potessero scegliere di andare e tornare a loro piacimento? Credi sarebbe meglio? -
Mi zittisco un secondo.
- Un attimo. Stai dicendo che vorresti fare un acquario libero? Dove sono i pesci a scegliere quando venirci? -
- In pratica sì... ti ho detto che era stupido. -
Gli prendo la mano che sta ancora torturando il cornetto e finalmente torna a guardarmi negli occhi.
- Trovo sia una splendida idea. -
- Ma... non posso chiedere ai pesci una cosa del genere per questo è stupida. Come farei a convincerli a venire? -
Ah, che scemo!
Si dimentica chi ha davanti?!
- Ci sono io. Posso comunicare io con loro. E so per certo che ci sono un sacco di creature marine che sarebbero ben disposte anche solo per la curiosità nei confronti degli umani. -
Toglie la mano dalle mie e sbuffa.
- Ma che dici?! Hai intenzione di stare qui fino a quando?! Non hai la tua vita? -
- Come tu sei libero di spendere i tuoi soldi come vuoi io sono libera di passare la mia vita come voglio. -
- Non puoi paragonare le due cose. -
- Kai! Perché sono rimasta? -
- Perché sei idiota. -
Che nervi!
- Perché volevo aiutarti. Ed ora... ora mi hai dato il modo migliore per farlo. Anche se vorrei essere utile anche in un tempo più recente. -
- Umi... ma quanto sei testarda?! Non puoi far nulla per aiutarmi. -
- Questo non è vero e anche se lo fosse troverei un modo per diventare utile. Intanto finché non lo trovo, mi basta evitare che Kurokawa se la prenda con te. -
Kai fa per protestare, ma si ficca in bocca mezzo cornetto per evitare di aggiungere qualcosa che non pensa.
Per quanto mi dica che sono scema a rimanere a me importa solo che lui sia felice della mia presenza.
E così i discorsi vengono definitivamente chiusi.
Finito di mangiare usciamo dalla panetteria non prima che io intraveda la signora farci l'occhiolino visto che ce ne andiamo mano nella mano.
Peccato che lui mi tenga solo per evitare di perdermi.
Sono talmente emozionata da ciò che vedo intorno.
È, ovviamente, così diverso dal mare che non posso far a meno di agitarmi per ogni cosa.
La volta scorsa sia all'andata che al ritorno non avevo prestato attenzione a molto vista la fretta, ma ora posso godermi ogni cosa che mi circonda.
- Kai, Kai!!! Cos'è quello? - indico un banchetto con una serie di oggetti luccicanti.
- Una bancarella di bigiotteria. -
Deve notare che la fisso insistentemente perché ci si avvicina con me.
Rimango estasiata da ciò che vedo.
È tutto così colorato e brillante.
Mi ricordano i miei gioielli in conchiglie, coralli o perle, ma sono cose così nuove che non possono non affascinarmi.
Un ciondolo in particolare attira la mia attenzione.
È una conchiglia di un materiale trasparente come l'acqua che mi ricorda il vetro della mia vasca/gabbia, ma pieno di sfaccettature che la rendono luccicante da qualsiasi angolazione la si guardi.
All'interno della conchiglia c'è la perla fatta dello stesso materiale, ma di color blu oltremare.
Davvero uno spettacolo.
L'attimo dopo mi accorgo però di essermi immagata e riprendendomi guardo Kai che mi fissa divertito.
- Andiamo? -
Si acciglia - Non c'è nulla che ti piace? -
- Non volevi andare a tutti i costi a far shopping? -
Già mi scoccia farmi comprare vestiti e cibo, figuriamoci se gli chiedo un gioiello.
Per quanto esso sia bellissimo.
Il moro fa spallucce e ci avviamo nuovamente.
Poco dopo arriviamo di fronte ad un enorme edificio che riconosco come il centro commerciale.
Sarà diverso da quello a casa mia, ma l'atmosfera caotica è la stessa.
A mala voglia entro e mi guardo attorno.
È bello e ci sono un sacco di cose a me sconosciute, ma davvero il pensiero che sia Kai a pagare mi opprime.
Non è giusto...
Giriamo all'interno della struttura fino a quando il moro non mi trascina dentro un negozio.
Prova più e più volte a chiedere la mia opinione, ma sono davvero poco collaborativa.
Ma non si arrende.
No, non sarebbe il Kai testardo che conosco altrimenti!
In fine finisco in un camerino con due abiti scelti proprio da lui.
Ho già messo in conto che dopo ogni prova gli tirerò fuori un difetto insormontabile per cui non si può comprare.
Spero che in fine ceda.
Già dopo il primo però mi trovo in difficoltà.
Accidenti!
Mi sta alla perfezione!
E solitamente sono una che non trova mai nulla perché troppo delicata di gusti.
Ma questo... questo vestito non ha nemmeno mezzo difetto.
È bianco con scollatura a cuore, sotto al seno c'è una spessa fascia azzurra e la gonna cade leggera.
Uffa... che posso dire di male su questo vestito?!
È troppo perfetto! Ecco cosa non va!
Sbuffo ed esco senza saper che dire.
Kai è seduto su una poltrona di fronte ai camerini e appena esco mi squadra da capo a piedi.
- Mm... non male. - commenta.
Non male?
Uomini!!
Borbotto qualche insulto andando a provare il secondo che è pure peggio del primo.
È a gradazione di colore, parte dal blu sul corpetto per diventare azzurro sulla gonna e finire col bianco.
L'orlo della gonna poi ha la stoffa increspata e mi ricorda molto la schiuma delle onde.
Davvero bello.
Mentre mi fisso allo specchio pensando a cosa dire non posso fare a meno di pensare che è stato proprio Kai a scegliere questi vestiti.
Li ha presi pensando a come sono e a cosa poteva starmi bene.
Non poteva scegliere meglio.
Accarezzo la stoffa apprezzando la premura del ragazzo che amo, ma ugualmente certa di non volerlo far spendere.
Esco e il moro rimane a fissarmi a bocca aperta.
Sto per richiamarlo quando scuote la testa come per tornare in sé.
- Ti sta benissimo. -
Faccio per commentare, ma si alza di scatto e prendendomi per le spalle mi volta e mi spinge verso il camerino.
- Tutti e due. Perfetto. Su cambiati che così ti accontento con la passeggiata che tanto volevi. -
E mi ritrovo chiusa nel camerino a fissarmi nuovamente nello specchio.
Fortuna che dovevo oppormi.
Sbuffo levandomi il vestito, ma quando esco ora pronta a protestare non trovo Kai.
Giro per il negozio cercandolo fino a quando non lo vedo fuori.
Lo raggiungo confusa.
- Che succede? -
- Non volevi passeggiare?! -
- Sì, ma... -
Va beh!
Forse ha cambiato idea!
Meglio così per la mia coscienza.
- Va bene, andiamo. - sorrido ora più serena.
Lui annuisce e usciamo dal centro.
- Dove mi porti? - chiedo curiosa.
- Non dicevi che volevi vedere dal vivo gli animali terrestri? C'è un posto perfetto per mostrartene molti. -
- Lo zoo?! - esclamo estasiata.
- Hai fatto i compiti come sempre. Brava. -
Lo seguo saltellando.
Come sono felice!
Quando ci troviamo dentro allo zoo sono ancora più emozionata.
Corro come una bambina da una parte all'altra chiedendo dove dovremo iniziare poi però mi rendo conto che tutti gli animali sono in gabbia e il mio entusiasmo si smorza di botto.
- Ah! Te lo leggo in faccia che hai. Ma sappi che non sono qui prigionieri. Ogni singolo animale in questo zoo è stato salvato. Alcuni da bracconieri altri abbandonati dalle proprie madri e destinati alla morte o animali feriti. Per gli ultimi stanno qui solo il tempo della guarigione poi li reinseriscono nel loro habitat. Perciò... divertiti. -
Mi guardo intorno e finisco per sorridere ripensando all'idea di Kai.
Sarebbe davvero bello un acquario come quello dei suoi sogni.
In fine ispeziono la mappa.
- Le pantere! Voglio iniziare dalle pantere! -
Appena ho letto di loro in un libro che mi aveva procurato Kai non ho potuto associarle a lui.
E non solo per il manto corvino e gli occhi brillanti, ma anche per il comportamento fiero.
So però che tutti i felini sono caratterizzati da tale comportamento.
Kai mi sorride - Andiamo dalle pantere. -
Arrivati alla loro gabbia mi ci appiccico e le scansiono una ad una.
Sono tre di cui una su un ramo lontano che guarda tutti con sguardo infastidito.
A colpirmi sono i suoi occhi verdissimi quasi dello stesso colore di quelli di Kai.
Questa mi fissa quasi indispettita dalla mia attenzione.
- Mm... non posso accarezzarle? Sono così belle. -
- No che non puoi. Non sono gattini, queste se ti graffiano ti affettano una mano. -
- Ma uffa. -
Sto ancora fissando la pantera quando una voce squillante - Kai? Sei tu? -
Entrambi ci voltiamo verso la voce e mi trovo a guardare una bionda fin troppo carina con una bimba dai capelli cioccolato per mano.
Chi diavolo è questa?!
E perché m'infastidisce così tanto che conosca Kai?
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