Capitolo III

Mi sveglio di soprassalto sentendo qualcuno tuffarsi.

Appena apro gli occhi, dallo scoglio sott'acqua su cui ho dormito, mi accorgo che a tuffarsi è stato il moro.

Non si è reso conto che sono sveglia e sta nuotando in un modo che non ho mai visto.

Però... non è poi così lento.

Certo, non ai miei livelli, ma mica male.

L'osservo fino a quando non torna in superficie per prendere aria.

Noi sirene non abbiamo di questi problemi.

Possiamo stare in acqua quanto vogliamo avendo le branchie sulla coda, ma allo stesso tempo possiamo stare in superficie perché riusciamo a respirare.

Dopo un bel respiro si rituffa e continua a nuotare.

È davvero curioso.

Sono così particolari le sue gambe.

E porta dei pantaloni strani, sono più corti di quelli di ieri, molto.

Mi ritrovo poi immagata a fissarlo.

Devo dire che non è proprio messo male...

Potrebbe far concorrenza a Modra se non avesse quel suo pessimo carattere.

Con quei capelli neri come l'inchiostro di seppia e quel verde particolare degli occhi di certo potrebbe avere molte sirene come fans.

Chissà se è popolare sulla terra ferma.

Scuoto il capo riprendendomi.

Che diavolo di pensieri faccio?!

È solo il secondo giorno e sono già fusa.

In fine nota che lo sto fissando e mi lancia uno dei suoi sorrisini beffardi.

Si avvicina a nuoto e mi indica di seguirlo in superficie.

Anche se riluttante accetto.

Credo di poterlo definire Mr Lunatico.

Ieri era di così pessimo umore e oggi?

Bah!

Ci sediamo entrambi sullo scoglio del giorno precedente.

Si scuote i capelli dall'acqua in eccesso.

Altro punto a favore delle sirene, i nostri capelli appena escono dall'acqua si asciugano istantaneamente, come se non ci fossero mai entrati.

Infatti mi guarda curioso.

Allunga una mano verso una ciocca, ma come ho fatto ieri per la coda mi tiro indietro.

Per un istante intravedo dispiacere verso la mia riluttanza a farmi toccare, ma commenta solo - Interessante. Sono completamente asciutti. -

- E i tuoi completamente bagnati. -

Dopo un attimo di silenzio aggiungo - Come mai nuotavi in questa vasca? -

- È la più grande dell'acquario. -

- Perché non nuotare in mare? -

Tu che puoi...

- Non posso. -

Non può?!

Un'idea agghiacciante mi sfiora la mente.

- Siamo così lontani dal mare?! - chiedo più che in crisi.

- Affatto. L'acquario è praticamente attaccato al mare così da poter avere più in fretta cambio d'acqua per le vasche. -

La cosa mi tranquillizza e faccio un respiro di sollievo.

Se fosse stato lontano le mie chance di fuga sarebbero state pari a zero.

Bisogna però vedere comunque quanto sono lontana da casa.

E non so nemmeno se il mare dove siamo è quello dove vivo o un altro.

Potremmo anche essere in riva all'oceano per quanto ne so.

Torno però alla mia domanda.

Perché se siamo vicini non nuota in mare?

- Non capisco... allora perché non puoi? -

- Non serve che tu capisca. - ribatte secco.

Ecco!

Decisamente Mr Lunatico!

Era relativamente allegro fino a due secondi fa.

Sospiro.

- Quando è che dovrei iniziare a fare l'attrazione? -

- Tra un paio di giorni. -

- E cosa dovrei fare di preciso? -

Non ho intenzione di mettermi in ridicolo.

Lo sto chiedendo solo per capire le loro intenzioni.

- Niente. -

- Niente?! -

Sono molto confusa.

- Niente, devi solo far la bella statuina su questo scoglio. Almeno per ora... -

- Che vuoi dire?! -

- Il mio capo non si aspetta la tua piena collaborazione già dall'inizio perciò per ora gli basta questo. -

- Il tuo capo? Per ora? -

- Sì e sì. -

Quindi esiste qualcuno più antipatico di lui?

Tanto più che è colui che mi ha fatta portare qui, bene moro!

Non sei più il primo nella mia lista nera!

- E poi? -

- Poi probabilmente ti chiederà cose del tipo fare salti, nuotare, cantare... -

- Non lo farò mai! Sono prigioniera! -

- Oh, vedremo... -

- Sì, come no! Non cambierò idea! -

- Di questo non dubito, ma nemmeno lui mollerà... - nella sua voce nel pronunciare le ultime parole c'è disprezzo puro.

Se odia lavorare per quell'uomo perché rimane?

Non ha molto senso...

Vorrei chiederlo, ma sono abbastanza certa che tornerebbe di pessimo umore.

- Ti piace nuotare? -

Per la prima volta gli vedo apparire in volto un sorriso di felicità.

- Sì, è così rilassante. Non trovi? -

Il suo entusiasmo mi colpisce a tal punto che rimango a fissarlo in silenzio.

Se ne accorge e il sorriso sparisce con un falso colpo di tosse.

Non ci giurerei, ma credo sia in imbarazzo.

È quasi tenero e mi fa scappare un sorriso.

- Decisamente... quando sono agitata una bella nuotata è il meglio. E parlo di quelle nuotate diritte dove non hai nulla davanti a te a bloccarti, dove puoi correre o andare piano a tuo piacimento. Con i pesci che si uniscono a te per un saluto, ma poi anche essere sola nella tua corsa e non aver nessuno che ti ferma. -

Appena finisco di parlare realizzo dove sono ora e parte automatico un lungo sospiro.

- Non è certo lo stesso qui. - gira il coltello nella piaga il moro.

- Già... -

- Dovrai abituartici. -

Sto per ribattere della sua cattiveria, ma appena lo guardo lo vedo osservare il vuoto come perso in qualche pensiero triste.

Perché è un tale controsenso questo ragazzo?!

Non riesco ad odiarlo come vorrei...

- Come ti senti? - mi chiede.

- Come mi sento? A cosa ti riferisci? -

- Il panino. Ti sei sentita male poi? -

Scuoto la testa.

- Sono stata benissimo. Forse... essendo che in parte il mio DNA è umano posso mangiare tranquillamente il vostro cibo. -

Non ne sono sicura, ma ho troppa voglia di mangiare nuovamente quella delizia.

Il moro si alza in piedi ed esce dalla vasca solo per il tempo di prendere una cosa bianca strana.

- In questa busta c'è la nostra colazione. - esclama.

Mi allungo curiosa verso di lui mentre apre la... busta.

- Nostra? -

- Sì, non ho mangiato nemmeno io. -

- Cosa c'è li dentro? -

Estraendo il cibo - Si chiamano croissant o brioches o cornetti. -

- Si possono chiamare in tutti e tre i modi? -

- Sì, crema o cioccolata? -

Inclino il capo non capendo di cosa parla.

- Mm... facciamo metà di ognuno. -

Li divide porgendomi i miei due pezzi.

Prima di mangiarli li osservo.

La composizione esterna sembra quella del pane del panino, ma dentro una metà ha qualcosa di giallo mentre l'altra marrone.

- È pane? - chiedo indicando l'esterno.

Lui è già con la bocca piena quindi deglutisce prima di rispondere.

- Più o meno... è un impasto dolce rispetto al pane. -

Osservo le metà un altro attimo prima di addentare quello col ripieno giallo.

Subito mi illumino e guardo il moro.

- Ti si legge in faccia che ti piace la crema! - ride.

Lo mangio tutto in un lampo per passare poi al secondo pezzo e scoprire che è ancora meglio del primo.

La consistenza del ripieno è più denso della crema, ma paradisiaco.

Finito mi lecco pure le dita e fisso i miei occhioni sulla busta sperando che ne compaiano altri.

- Deduco che tu ne voglia ancora. -

Apre la busta e ne tira fuori altri due.

- Crema o cioccolata? -

Guardo le sue mani estremamente indecisa.

- E va bene. Facciamo metà anche di questi. -

A fine colazione sono piuttosto di buon umore.

Sono davvero buoni questi croissant.

Ah, non capisco più niente!

Sei gentile o antipatico?!

Puoi fermarti scegliendo una delle due così che io non sia così confusa?

Guardo il ragazzo che è a testa all'insù verso il sole ad occhi chiusi.

- Non dicevi di aver altri compiti oltre a badare a me? -

- Ti do fastidio, sirenetta?! -

Sbuffo.

Non mi piace per niente che non usi il mio nome.

È come se volesse tenere le distanze.

Non affezionarsi a me.

Eppure fa cose come portarmi queste buone cose da mangiare.

- Con sto sirenetta e sirenetta, questo mi dà fastidio. -

- Sei una sirena. -

- Con un nome, che si dà il caso mi piaccia. Mi chiamo... -

- Zitta! Ti ho detto che non m'importa. - scatta irrigidendosi.

Si alza in piedi ed esce dalla vasca.

Inizia quindi a mettersi dei vestiti addosso.

Sono strani rispetto quelli che portiamo noi.

E parlo tralasciando i pantaloni.

Quelle strane maglie sembrano così strane rispetto alle nostre di conchiglie, alghe, coralli e ciò che ci dà il mare.

Chissà se sono comode.

- Te ne vai? - chiedo quasi dispiaciuta.

Dopotutto se non sta qui non ho nulla da fare se non girare in questa prigione.

- Come hai detto tu ho altri compiti oltre te. - ribatte secco.

Di fronte alla porta si volta appena a guardarmi.

- Non temere, torno per il pranzo. Vuoi un panino? -

Ah!!!

Perché ora ti si è addolcito il tono?!

- Sì... - brontolo.

- A dopo. - e se ne va.

Borbotto tra me, irritata, più di un insulto verso il moro.

Sarebbe più soddisfacente se potessi aggiungere il suo nome, ma sono ancora certa di non volerglielo chiedere.

Sbuffando m'immergo in acqua ed esamino ogni singolo centimetro di questa gabbia.

Nell'angolo destro ci sta un riquadro con una grata per il cambio dell'acqua.

Tento di staccare una sbarra, ma sono dannatamente resistenti.

Non credo che riuscirei a scappare da qui in più nemmeno so dove porta questo varco.

Però se non uso questa strada non saprei proprio come andarmene senza le gambe.

È così frustrante questa situazione.

Chissà che pensano a casa...

Di certo si sono accorti che sono sparita.

Mamma e papà devono essere in crisi e certamente Modra starà tentando di convincere qualcuno a venire a cercarmi.

La mia sparizione non verrà presa per nulla bene.

Soprattutto in un momento come questo.

È vero che non ero per nulla d'accordo, ma non vorrei comunque che credessero che sono scappata.

Volevo tirarmi fuori da quell'impiccio in maniera più educata, gentile e rispettosa.

Se crederanno che sono scappata io...

Spero proprio di no!

Sospirando torno in superficie.

Guardo il cielo che almeno quello posso vedere libero come un tempo.

Mi avranno chiusa in una pozza, ma non si può rinchiudere il cielo.

È così vasto, chissà com'è stare li in cima come gli uccelli.

Ci si sente liberi come quando nuoto in mare?

Tornerò mai ad essere libera?

Voglio essere libera...

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