Capitolo 2

Cosa si può fare d'altro se non solo di lasciare che le cose prendano il loro corso?

Osservando con fare circospetto l'uomo che aveva davanti a sé, che se ne stava seduto con le gambe aperte sul suo trono, il dorso della mano, della quale il gomito era puntellato  teneva una guancia barbuta e bianca perfettamente in linea con i suoi ricci capelli lunghi. I piccoli occhi carbone, stretti in due fessure erano in grado di mettere in soggezione chi aveva davanti. Il corpo grosso coperto da una lunga tunica bianca, ricamata sugli orli in basso da piccoli sbuffi di vento, ai piedi invece aveva anche egli dei sandali incrociati, ma dal colore dell'avorio, Rhydius lo sorpassò di poco.

Si chinò su un ginocchio, con lo sguardo rivolto verso l'uomo severo.  Chinò leggermente la testa verso il pavimento a quadri e bianco, sospirando appena come se si fosse appena ricordato di essere davanti a un peso.

« Vostra magnificenza Zeus, l'ho trovato. La mia nuova recluta é al vostro cospetto » .

« A-aspetta. R-recluta ? »
B-balbettò il ragazzino scioccato, mentre sgranava gli occhi rivolti verso il ragazzo di fianco.

Rhydius restituí lo stesso sguardo, accennando con la testa il sí.
« Mi dispiace. Ma così é stato deciso » .

« Ora silenzio. Piccolo ragazzino, tu da ora in avanti dovrai seguire gli ordini e le prove dal tuo guardiano e mi raccomando mio caro Rhydius, fa' in modo che sia pronto entro una settimana. Qui certa  gente non ha la pazienza di aspettare » parlò calmo, ma allo stesso tempo imperioso Zeus, agitando leggiadra la mano in aria.

« I-io non posso crederci. Che diamine sta succedendo » biascicò indignato Rayli, scuotendo il capo più e più volte, poi guardò Rhydius del tutto a suo agio.

« Andate pure. Vi do il permesso di ritirarvi nelle vostre stanze » .

« Vieni con me, ma ti chiedo di non chiedermi niente. Non sono autorizzato a rispondere per certe domande. O almeno, non per ora » lo riprese dolcemente il cortigiano, alzandosi per dirigersi verso il più piccolo. Lo vedeva chiaramente che quel ragazzino spaesato aveva bisogno di risposte, ma per un po' di tempo avrebbe fatto bene a tenere a freno la lingua, attendendo pazientemente il momento giusto.

Vedendogli porgere una mano come per incentivarlo ad alzarsi, Rayli anche se non pienamente in accordo, l'accettò nonostante tutto. Era così calda quella mano, ma allo stesso tempo, al momento, era anche  una sua nemica, della quale in tutti i modi possibili avrebbe fatto bene a scansare via da sé.

« Andiamo ».
Lo incentivò il più grande, con un sorriso caloroso.

Appena udite queste parole e con una strana calma, Rayli si alzò. Non arrendendosi però all'idea che non fosse affatto una buona idea quella.

Insomma chi avrebbe mai  accettato l'invito di uno sconosciuto in una camera ? Di certo solo uno sprovveduto e lui certamente lo era. Ma di questo purtroppo  ne ebbe la conferma solo adesso. Ma era troppo tardi ormai. Poteva dire di sentirsi quasi imprigionato in una cella di una fredda galera ? Beh! Adesso lo era.



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