Capitolo 1

Guardò la pioggia che attecchiva sul terreno, che a sua volta sprigionava quel buon odore che Rayli aveva sempre adorato sentire e un brivido di freddo lo ripercosse con violenza. Chiuse la finestra, evitando di fare cadere acqua sul parquet.

Osservò cadere quella pioggia, con sin troppe domande in testa. Domande che non potevano essere cose create e volute dalla sua pura fantasia. Cose del tipo...
C'era forse qualcuno che da lì su - magari su un nuvola - che trasformava le sue amare lacrime in pioggia ? O forse c'era qualche piccoli microrganismi in sottoforma di piccoli insetti strani che si occupavano degli agenti atmosferici? Chi era per davvero che manipolava il tempo ? Forse era per davvero qualche dio dell'Olimpo?

« Chi sei in realtà ? »
Si domandò in un sussurro.

Alla voce di questi pensieri Rayli sospirò, allontanandosi dalla finestra. Che un poco assonnato decise che era giunta l'ora di mettersi finalmente nel suo caldo e amato letto.

Con un piccolo sorriso si mise sotto il piumone, in attesa che le braccia di Morfeo lo portassero con loro nel mondo dei sogni. E chissà se quella notte al avrebbe fatto solo bei sogni oppure incubi.

***

Passeggiò con quei strani sandali intrecciati che portava ai piedi su quell'erba fresca di pioggia. Si chinò e con due dita staccò una bellissima margherita, poi la portò sotto al naso per sentirne il buon profumo.

Si osservò un poco in giro, chiedendosi dove fosse finito. In un posto che sembrava così distante col suo. Dove un grande palazzo in oro ed ampio regnava davanti a lui. Gli uccelli che cinguettando svolazzavano nell'acceso blu cielo. Un posto così tranquillo che abitava nel nulla, se non per quei fitti alberi e tanta rigogliosa natura che lo circondava. Nessuna voce, solo il silenzio c'era.

Chiuse gli occhi, con l'intenzione di godersi quel divino momento con le braccia alzate in alto e con il vento che gli sbatteva in faccia.

« Voi siete Rayli vero ? »
Chiese alle sue spalle una voce, come dire... che suonava armoniosa come il canto di una sirena.

Voltandosi verso chi aveva parlato, ammaliato restò. Un bellissimo ragazzo dai mossi e corti capelli biondi ordinati all'indietro da una corona d'oro intrecciata, impreziosita da margherite. Margherite sparse in pò qua e lá in mezzo a quei capelli che sembravano così morbidi al tatto, in viso ovale decorato da due piccole labbra da color del ciliegio, accompagnati da due occhi profondi dal colore dell'acqua più pura che esistesse che calzavano a pennello con quelle fine sopracciglie scure. La pelle olivastra che era invece in netto contrasto con quella candida tunica bianca che gli fasciava perfettamente il corpo. E dove vi era un po' di pelle scoperta da lí scorse un po' di quell'assaggio che stava vedendo. Un po' di muscoli scolpiti. Era un bellissimo giovane dall'aria poetica e un po' musa ispiratrice.

« Sono il cortigiano Rhydius. E anche il vostro per il momento guardiano, mia meravigliosa creatura » si presentò teatralmente il nuovo arrivato, mostrando uno sguardo da serio seduttore.

Okay. Stava per caso sognando? Quel ragazzo dall'apparenza carismatica era reale? E che ci faceva su ... quello che ha tutti gli effetti sembrava essere il monte Olimpo?

In quel esatto momento, Rayli spezzò il momento con un avvicinamento al ragazzo che lo stava ancora guardando, una volta arrivato davanti lui senza pensarci su due volte gli pizzicò la pelle scoperta di un braccio.

A quel gesto Rhydius gemette dal dolore e con gli occhi di chi chiedeva "perché ? " fece un passo indietro.

No. Aveva sbagliato alla grande. Quello non era affatto un sogno. O almeno che, il suo io presente non avesse preso qualche botta alla testa. Allora in quel caso una spiegazione c'era.

« O Dio. Scusami ma .... vedi, stavo solo cercando di capire una cosa. Tutto qui. Non volevo colpirti con brutte intenzioni » si discolpò un Rayli in imbarazzo, avvicinandosi all'altro ragazzo interdetto.

Il cortigiano lasciò andare un sospiro per poi fare nascere un piccolo caloroso sorriso. Non era arrabbiato... Solo sorpreso da quel gesto improvviso. E poi come faceva ad essere arrabbiato con quella adorabile creatura venuta da un altro tempo? Gli era pressoché impossibile. Insomma bastava solo guardarlo per capire. Lo guardò ammaliato e con il cuore che batteva forte.
« Non vi preoccupate. É tutto sistemato. Ma ora venite pure con me » disse proprio nell'esatto istante in cui afferrò la mano del più piccolo, mente lo portava dietro con sé.

« Aspetta un attimo. Ma dove stiamo andando di preciso ? » chiese con fare dubbioso Rayli, venendo trascinato per chissà dove.

***

Rhydius si fermò nel bel mezzo di una sala raffiguranti statue antiche in marmo e dai vari dipinti angelici. Si girò verso il ragazzo di cui ancora gli teneva la mano e gli sorrise, rassicurandolo.

« Siamo arrivati ».
Proruppe sotto lo sguardo attento del più piccolo.

Rayli lo guardò con un sopracciglio alzato. Girò di poco il viso da una parte a caso e lí riuscì a intravedere a pochi centimetri di distanza, una tendina quasi semi trasparente, vedendo un qualcosa che riuscí a scaldargli le guance.

E non solo quello...

Cosa diavolo aveva appena visto? E poi che mai posto era quello? Sembrava stare in un film spinto. Non poteva e non voleva credere ai suoi occhi. Dopo questa era più che sicuro che avrebbe fatto di tutto pur di togliersi quei bulbi oculari e scioglierli nell'acido. Oh sí.

Dall'altra parte invece Rhydius sembrava essere a suo agio a nel sapere che a pochi passi da lui qualcuno stesse facendo sesso. Come se fosse stato tutto sin troppo normale, ma non per lui.

Il cortigiano si coprí con una mano la bocca. Cercò di trattenere quella risata che pregava per uscire e abbassò di poco la testa, guardandogli casualmente la parte inferiore del corpo.

Se doveva essere proprio sincero quel Rayli lo divertiva e non poco. Aveva visto la sua espressione da pesce pagliaccio che aveva fatto quando per sbaglio aveva visto la stanza dei svaghi dedicata interamente e solamente per quelli come lui. Ai cortigiani.

Ma forse venendo da un altro tempo, queste tipo di cose non era una cosa così naturale così come invece lo era lí sul monte Olimpo. Il palazzo sacro degli dei.

« Sembrate davvero un essere pudico, sapete ? » sghignazzò lui.

Rayli lo guardò con aria scioccata. Lo fulminò con un occhiata furiosa e lo sorpassò, non volendolo più vedere in faccia.

Ma che diamine aveva da ridere ? Quel tipo poteva essere bello e tutto, ma mancava tanto di tatto. Questo pensò il più piccolo ancora imbronciato.

« Oh per tutti gli Dei ! »
Esclamò l'anziano. Corse affannato incontro a un Rhydius e gli appoggiò le mani sulle spalle, cercando di riprendere aria.
« Mio caro Rhydius ma dove eravate finito ? No. No. Anzi. Siete riuscito a trovarlo ? » aggiunse trafelato.

Rayli drizzò le orecchie. Ascoltò con attenzione ogni singola parola di quella conversazione e si girò, volendo sapere di più.

Un uomo basso che sembrava avere sui sessantasei, magro e pelato, un viso ringrezito che pareva più un uovo e con quella tunica color avorio più lunga di lui agli occhi di Rayli lo facevano sembrare ancora più restriminzito. Certo che lí erano davvero tutti strani.

« Sí padre. Quello dietro di me é il Rayli che stavamo cercando » rispose dolcemente e con un dolce sorriso.

Aveva capito bene Rayli? Era proprio lui che stavano cercando ? Quindi quell'incontro non era stato affatto una coincidenza ?

Ma che c'entrava lui in quella qualunque cosa che fosse?

L'anziano gettò uno sguardo furtivo oltre le spalle del figlio. Guardò quella figura in disparte senza alcuna espressione e ritornò a guardare il figlio, annuendo con la testa.

« Sí. Sí. Bene. Ma ora ragazzo mio non c'é più tempo dobbiamo sbrigarci » avvisò sbrigativo l'uomo, sparendo all'istante con uno schiocco di dita.

Era sparito per davvero così, a caso? Ma dove era finito.

Rhydius si voltò verso il più piccolo. Allungò una mano nella sua direzione e lo incentivò ad avvicinarsi, aspettandolo con calma.

Rayli lo guardò esitante indeciso se fidarsi o meno. Si avvicinò pian piano e prese quella mano che gli era stata tesa, stringendola appena.

« Finché voi sarete al mio fianco, non vi succederà nulla. Ve lo prometto mio Rayli » lo rassicurò, accarezzandogli con l'altra mano la guancia.

Rayli arrossì ma per lo più per come lo aveva appena chiamato " suo Rayli ". Abbassò lo sguardo alle loro mani e rialzò lo sguardo, mescolando i suoi occhi castani in quei due pozzi azzurri.

« Faremo meglio ad andare ora ».
Aggiunse Rhydius, tirandolo ancora una volta via con sé.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top