Capitolo 6
Immagino già i miei occhi che luccicano dalla felicità.
Vorrei tanto vivere una storia d'amore come quella dei miei genitori.
O meglio, vorrei tanto avere un uomo al mio fianco come il mio papà che si prende cura della mamma e di me e non ci lascia mai tranne per compiere il suo dovere visto che è un carabiniere.
Provano un grande amore incondizionato nei miei confronti.
Questo sicuramente sarà dato anche dal fatto che non devono condividere il loro amore con nessun altro figlio.
Questa cosa spesso mi intristisce moltissimo. Vorrei tanto avere un fratello o una sorella con cui condividere gioie e dolori. Con cui passare pomeriggi interi a chiacchierare e a farci ripicche per qualsiasi motivo.
Continuo a perdermi nei miei pensieri, oggi sono più lunatica che mai.
Vengo riportata alla realtà dall'intera classe che ride.
Daniel mi afferra il braccio e mi fa sedere.
<Ma che fai?> Gli dico sotto voce ma con tono molto arrabbiato.
Daniel resta di sasso <ringraziami incece di arrabbiarti. Il prof ti ha detto 3 volte di sederti e tu sembravi ipnotizzata da qualcosa>.
Arrostisco e l'unica cosa che riesco a dirgli è <oh...>.
Dopo poco la campanella suona.
Il prof Morin si alza per andarsene.
Attraversa l'aula poi si gira verso di noi e richiama la nostra attenzione.
<Ragazzi> ci giriamo tutti di scatto. <Volovo dirvi che dalla prossima volta i banchi nella mia ora devono essere disposti in questo modo. Poi vi accorgere del perchè>.
Si gira e va via senza salutarci.
Restiamo di sasso e ci guardiamo tra di noi.
Quest'uomo è tanto affascinante quanto misterioso.
Penso proprio che quest'anno scolastico ci riserverà un bel po di sorprese.
Ci alziamo tutti nel tentativo di uscire dalla classe.
Mi trattengo due minuti a scambiare due chiacchiere con alcune mie compagne.
Quando esco dalla classe vedo Celine di spalle.
Vado dietro di lei, le metto le braccia intorno al busto e la stringo a me.
Lei si gira di scatto. È al cellulare.
Mi fa cenno di aspettare e va via.
Resto molto sorpresa. Celine non usa mai il cellullare a scuola e soprattutto, non avrebbe messo mai una chiamata di chiunque prima di me.
Mi giro e vedo Thomas e Isabelle che si diriggono verso i distributori.
Cammino velocemente verso di loro e li raggiungo.
Sono così impegnati a parlare che non mi sentono arrivare. Cerco di farmi notare.
<Dove andate?>.
Isabelle si volta verso di me e mi guarda con uno sguardo pieno di terrore.
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