Capitolo 12

Ho passato l'intero pomeriggio a controllare il cellulare, a sperare che il campanello di casa suonasse ma, niente.

L'unica volta che ha emesso un leggero suono è stato quando mia madre è rientrata.

ho aperto la porta di casa e quando ho visto lei e non la mia adorata quasi sorellina sono scoppiata in lacrime.

<Marghe, cosa succede?> sento la voce di mia madre che rimbomba nella mia testa. Non dico una parola, mi volto di scatto e scappo in camera mia.

La mia camera è l'unico posto della casa che amo con tutta me stessa. Mi ci posso rifugiare quando sento il mondo crollarmi addosso, quando qualcosa mi va male, ma non solo, anche quando sono felice da sorridere tutto il giorno come un ebete. Mi sento protetta e al sicuro ma, oggi, nemmeno la mia camera riesce a darmi questa sensazione.

Mi sento in colpa, non so bene per cosa ma, non posso fare a meno di sentire questo grosso macigno sullo stomaco.

Mia madre è salita più di una volta ma, nemmeno lei riuscirà a convincermi di uscire da qui. Non ho cenato e quando ormai il sonno ha preso il sopravvento , tra una lacrima e l'altra, mi sono addormentata.

Suona la sveglia, ieri non sono andata a scuola, oggi mi tocca farlo.

Sento mia madre che mi chiama dalla cucina, come tutte le mattine. Mi alzo, faccio una doccia veloce metto un jeans semplicissimo con una felpa molto larga le Adidas e corro a fare colazione. Mia madre non aveva ancora visto il mio occhio che da un viola intenso e gonfissimo era ritornato normale ma di un viola leggero. <Marghe, o mio Dio, cosa hai fatto? Hai iniziato a fare a botte? Ma le buone maniere che...> la blocco, stamattina non sono dell'umore adatto per sentire le suo prediche o chiacchierare. <Mamma non ho fatto a botte, stavo per cadere al Bon e Daniel per non farmi cadere mi ha rialzata ma per sbaglio mi ha preso l'occhio con una mano> mi alzo dallo sgabello senza sentire la sua risposta e vado in bagno a truccarmi quel po che mi serve. Scendo di corsa anche se non sono in ritardo, non vedo l'ora di vedere i miei amici e ritornare di buon umore. Prendo l'autobus e arrivo a scuola. Sono già tutti nel cortile mi avvicino a loro e Daniel non perde tempo per chiedermi spiegazioni. <Dopo Daniel, per favore..> mi guarda con aria sorpresa ma per mia fortuna non fa altre domande. <Isa, andiamo?> viene verso di me <Marghe, tutto bene? Sei strana> non voglio dire niente a nessuno, sono i miei amici ma non mi va di coinvolgere anche loro nelle mie paranoie. <No Isa, cosa te lo fa pensare? Ho solo molto sonno> faccio un sorriso, chiunque capirebbe che è fintissimo ma lei fa finta di niente, sa che sono molto sensibile.

Suona la campanella entriamo in classe prima del previsto e ci affrettiamo a sistemare i banchi in semicerchio. Non vogliamo dare una cattiva impressione al nuovo prof.

Mentre ci affrettiamo a sistemare i banchi entra Celine. La vedo andare verso gli altri banchi da spostare con la coda dell'occhio ma, non la degno di uno sguardo.

So che forse ho un brutto carattere, anzi, sarà sicuramente così ma se mi viene fatto del male ho bisogno del mio tempo per far tornare tutto alla normalità.

Dop 10 minuti circa entra il prof, porta con se la sua borsa, un pc, e un bicchiere con del caffè, in questo momento mi servirebbe.

<Ragazzi, buongiorno!> lo salutiamo tutti in coro e lui posa tutto sulla cattedra e la trascina nel centro del semicerchio. <Stamattina la matematica può aspettare> finalmente una bella notizia, vedo un po di sole in queste due giornate grigie. <Vi farò vedere...>

Bussano alla porta. <Avanti> dice il prof con voce alta e autoritaria. Si apre la porta e non credo ai miei occhi.

E' sparito il sole, questa non ci voleva proprio.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top