Capitolo 10

Passano diversi minuti e il ragazzo misterioso non si decide a tornare.
Arrivo a pensare che mi abbia lasciata qui da sola.

I pensieri iniziano ad invadere la mia testa. Cosa ci faccio al pronto soccorso con un occhio gonfio e violaceo, con un ragazzo totalmente sconosciuto e per di più con un accento strano?

<Ecco a te>.
Sento la sua voce che mi riporta alla realtà. Sorrido e poggio il ghiaccio sull'occhio.
Passano interminabili minuti in totale silenzio. Vorrei chiedergli il nome, l'età, dove abita e il perchè del suo accento così strano.
Ad un certo punto un'infermiera viene verso di noi.
<Ragazzi iniziate a compilare questa scheda e fra pochi minuti toccherà a voi>.
Ho l'occhio che ormai non sembra più un occhio e lei continua a dare attenzione solo al ragazzo seduto alla mia destra.
Le strappo il foglio di mano.
Lei mi guarda e io le sorrido <la penna?> chiedo continuando a sorridere.
La sfila dal taschino del suo camice me la porge e prima di andar via si gira nuovamente alla mia destra e fa un sorriso da gatta morta. Lui puntualmente le risponde e le fa l'occhiolino. Penso di aver capito con chi sto avendo a che fare.

Inizio a compilare la scheda con i miei dati,allergie varie, problemi di salute cronici che ho e una volta finito firmo.
<Ecco fatto> mi giro verso di lui
<sei stata veloce> sorride.

Il suo sguardo continua a catturarmi ogni volta che si posa sui miei occhi. Resto imbambolata. <Andiamo,tocca a te>. Mi giro e noto l'infermiera che sta venendo verso di noi.
Ci alziamo e camminiamo nella sua direzione. Ci accompagna in una stanza. <Devi essere visitata tu?> mi chiede. <Non si nota?> rispondo acida. Sento una risata provenire da dietro e capisco che è proprio lui.
L'infermiera allora lo guarda<tu puoi aspettare qui,ti farò compagnia io> mi stufo ed entro da sola, non so nemmeno cose le abbia risposto.

Il dottore mi fa accomadare mi visita mi prescrive una pomata per il gonfiere e mi dice che invece il livido dovrà andar via da solo lo ringrazio ed esco.

L'infermiera e il ragazzo misterioso sono vicino al distributore di caffè che chiacchierano indisturbatamente. Mi avvicino faccio un piccolo colpo di tosse per far notare la mia presenza <andiamo?> chiedo a lui. Annuisce e mi segue <ci vediamo in queste sere> urla l'infermiera <contaci> risponde lui.
Mi chiedo come sia possibili.
È minimo 5 anni più grande di lui.

Arriviamo al parcheggio entriamo in macchina e prima di andare prende il bigliettino con il numero dell'infermiera e lo ripone nel cruscotto della macchina dove ci saranno altri mille foglietti. Mi viene da ridere e lui lo nota. Mi guarda con un espressione interrogatica sul volto, faccio spallucce e andiamo.

Il tragitto ospedale casa lo facciamo in totale silenzio fin quando decide di romperlo.
<Bel nome Margherita> fa un sorrissino.
<Come fai a saperlo?!> chiedo impanicata.
<Ho saltato un anno di liceo per via del trasferimento ma so leggere> ride.
È vero, lo avrà visto mentre scrivevo i miei dati. <Da dove vieni> chiedo più imbarazzata che mai. <Un giorno te lo dirò> risponde.
Bene, non vuole dirmi dove abitava, non oso chiedergli il nome.
<Tu invece, che anno frequenti?> dicido di ripagarlo con la stessa moneta < un giorno te lo dirò> sorride.
<Ah, Margherita>. Aspetto che mi dica qualcosa ma niente, silenzio.
<Cosa?!> chiedo, <un giorno te lo dirò> ridiamo entrambi.

<Ecco la mia casa> dico, indicandola con il dito.
<Bene,ci vediamo in giro>. Sorrido <grazie per...> non mi fa finire la frase. <Non devi> mi sorride e mi sento pietrificata. <Buonanotte> scendo dalla macchina e prima di chiudere la porta mi guarda <buonanotte Margheritina> sghignazza.

Con un altro ragazzo forse avrei dato di matto. L'avrei insultato a più non posso ma il suono della sua voce e il movimento delle sue labbra mi fanno piacere questo nomignolo.
Mi limito a sorridere chiudere lo sportello e andare verso casa.

Sento la sua macchina allontanarsi sempre di più.

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