|6| Vacanza

E finalmente, finiti gli esami, anche i ragazzi che dovevano andare in prima liceo si sono potuti godere due bei mesi di vacanza.

Nick e Leo sono rimasti in buoni rapporti: si scrivevano ogni giorno e si chiamavano quando era possibile.
Purtroppo per loro, durante quei mesetti non sono riusciti a vedersi abbastanza spesso.
Però, in compenso, passarono due bellissime giornate, quell' estate.

La prima è stata verso fine giugno, quando la città si iniziò a tempestare di turisti e le spiaggie, man mano, si popolavano.

Faceva molto caldo, e la famiglia di Leo decise di andare, come premio per gli ottimi risultati di lui, al fiume: sì, fiume.
Non sopportavano i luoghi affollati, e quindi preferivano stare tranquilli; in più, loro amavano andare al fiume.
Prepararono asciugamani, panini, giochi e tanto altro, e poi, finalmente, partirono.

Dopo una mezz'ora abbondante di strada, dove per la maggior parte del tempo hanno cantato a squarciagola svariate canzoni, arrivarono.
Il Tagliamento, un fiume friulano, quella giornata aveva un' acqua cristallina e luminosa, dove il riflesso era sublime.
Anche se era un fiume piuttosto pericoloso*, amavano andare a passare intere giornate lì, facendo lunghe passeggiate sull'argine e immergersi vicino alla riva.

Non c'era tanta gente, e questo piaceva a Leo.
Si mise le cuffiette, fece parte la sua playlist su Spotify e iniziò a camminare, da solo, rimanendo nelle vicinanze della famiglia, che stava seduta su un'asciugamano appoggiato a terra, a prendere il sole.

La famiglia del capitano era abbastanza particolare.
La mamma era una specie di clown, come la definiva il figlio: si chiamava Rebecca. Si vestiva in modo piuttosto particolare, si truccava tanto e, ogni tanto, anche male e faceva sempre battutine stupide e squallide; però le voleva bene: era pure sempre sua madre. E lei voleva bene al figlio.

Il fratello gemello di Leo si chiamava Davide ed era l'esatto opposto del fratello: carattere maleducato, poco sportivo in qualsiasi situazione e, soprattutto, pigrissimo: non gioca a rugby, bensì a bocce; e partecipava raramente agli allenamenti, perché li annoiavano tante volte.
Leo lo odiava a morte.

Il padre era il più normale di tutti e si chiamava Thomas: lavorava, passava tempo coi suoi figli, faceva il suo in casa ed era pure simpatico: lo conoscevano più o meno tutti al campo e a tutti stava simpatico.
Insomma, era l'unico apposto, a parere del capitano.

Leo camminò ininterrottamente per trenta minuti buoni, cantando con la sua meravigliosa voce le canzoni che partivano dal telefono.
Aveva una bella voce, che però non adorava farla sentire in pubblico; se la teneva per sè e la sua famiglia, e la usava in occasioni speciali.

Dopo un po', Thomas si avvicinò e gli toccò la spalla.
«Leo, c'è una persona che desidera vederti»

Una persona? Aveva sentito bene nonostante avesse addosso le cuffiette. Si girò e vide l'unica persona che avrebbe voluto poter vedere durante l'estate...
Nick.

Sorpreso, corse e lo abbracciò. Si tolse le cuffiette e iniziarono a parlare:
«Come mai qui Nick?» gli chiese.

«Frida aveva voglia di venire qui. Mamma e papà erano d'accordo con la sua idea e, adesso, eccoci qui!»

Leo scorse in lontananza la famiglia del rosso, che chiacchierava con la sua.
La madre era snella e, a parere di Leo, molto carina.
Il padre in forma, capelli raccolti in un codino alto, e con un sorriso contagioso.

«Sono contento, almeno non mi annoierò» rispose, accennando un sorriso.

Nick fece una risatina «Benissimo. Vieni, ti faccio conoscere mia sorella e il suo ragazzo, nonché il mio migliore amico!» disse fiero.

Ragazzo? Sua sorella era fidanzata? Aveva un migliore amico?
Questa faccenda interessò il capitano.
Nick gli prese il braccio e andarono diretti all'asciugamano dove era distesa la coppia.

Quando arrivarono, i due si stavano baciando appassionatamente e il viso dei due ragazzi si disgustò appena.

Minchia Frida, te lo limoni in un altro momento, perdio! pensò Nick.

Si avvicinarono. Leo vide meglio la ragazza: era di una bellezza invidiabile, con quei capelli ondulati e gli occhi che gli ricordarono il mare.

Il ragazzo, che l'amico ha detto che si chiamava Tommy, era robusto, anch'esso con i capelli bruni, quasi neri, lunghi, con due cuffi che gli coprivano la grande fronte e gli occhi color nocciola. 

Proprio belli questi ragazzi, pensò il capitano, arrossendo appena dall'imbarazzo.

«Hey ragazzi. Vi presento Leo, un mio compagno di scuola».
Frida e Tommy guardarono i due ragazzi, con sguardi un po' confusi.
La ragazza porse la mano a Leo.

«Piacere, sono Frida» gli disse, sorridendo. Il capitano strinse la mano della sorella del rosso, per poi cambiare obbiettivo: Tommy.

In realtà, il moro lo fissava un po' disgustato; il motivo di preciso non si sapeva, ma, da quell'occhiataccia che gli aveva dato, aveva capito una cosa: non gli stava così tanto simpatico.

«Ciao. Piacere, Tommy». Limitò solo lo sguardo, non voleva alcun contatto fisico col capitano.

«Ciao ragazzi. Piacere mio» disse Leo, accennando un sorriso.
La ragazza lo ricambiò, mentre l'altro non sembrò convinto...

Frida fece un accenno a suo fratello di abbassarsi, e gli disse qualcosa all'orecchio:
«Sembra simpatico il tuo amico» sussurrò. Poi, fece un respiro piuttosto profondo «E, sinceramente, è pure carino» concluse, seguita da una risatina.

Ahaha, se l'avesse sentita Tommy, si sarebbe incazzato, intuì il rosso.
Poi, dopo dieci minuti in cui i piccioncini e la coppia di amici hanno provato a conoscersi, Frida tirò fuori una confezione di carte.

«Vi va se giochiamo a UNO?» chiese.

Annuirono tutti, senza nemmeno pensarci un secondo.
Passarono l'intero pomeriggio, fino a fine giornata, a giocare a carte.

Poi, tra saluti, abbracci e strette di mano, tornarono ognuno a casa propria.

Leo si mise le cuffiette e tornò nel suo mondo, ad ascoltare canzoni romantiche che gli scaldavano il cuore.

Che fortuna aver trovato Nick. Sennò, chissà cos'avrei fatto per tutto quel tempo... pensò, mentre ascoltava "I was made for lovin' you", una canzone che sapeva a memoria tante volte che l'ha ascoltata.

Eh già: è stato proprio fortunato.

••••

Per tutto luglio, i due non riuscirono a vedersi: la famiglia di Nick era in Sicilia per tutto il mese, invece Leo era rintanato in casa a non fare niente tutto il giorno.
Si limitava a estraniarsi dal mondo, includendosi però in quello della sua playlist.

Verso gli inizi di agosto, quando finalmente Nick era tornato a casa, sono riusciti a vedersi.

Si sono messi d'accordo per passare un pomeriggio al parco, mangiando un buon gelato e chiacchiere per tutto il tempo a loro disposto.

Il parco, che stava vicino a casa del capitano, era piuttosto grande ed era pieno di giochi: altalene, scivoli, giostrine per bambini; c'era addirittura una rampa per lo skateboard!

Si incontrarono vicino alle altalene, si abbracciarono e si diressero per andare a prendere il gelato.

Poco dopo, erano già lì, di fronte all'entrata della gelateria.
«Nick, tu cosa prendi?» chiese.

Nick pensò. Non sapeva proprio che prendere...
«Nocciola, grazie»

Leo rise «Che gusto "particolare"» disse, gesticolando con le mani per fare le virgolette.

«Vai!» esitò il rosso, ridendo a sua volta.

Due minuti dopo, Leo era fuori con in mano due coni gelato belli grandi.
«Grazie, capitano» lo ringraziò, facendo il saluto militare.

Leo moriva quando faceva quella cosa: quando lo chiamava "capitano" fuori dai campi e quando lo salutava come se fosse il suo capo.

Scoppiò in una risata, che contagiò Nick.
«Ti prego, smettila di fare così»

«Però a me pare ti piaccia» rispose Nick.
Leo arrossì leggermente.
Nick aveva palesemente ragione.

«Lasciamo stare»
Si incamminarono verso il parco, mentre mangiavamo il loro cono.
Arrivati, si sedettero sulle altalene.

«Gusto... Puffo? Ma veramente!» disse

«Che c'è? Almeno io ho gusti particolari, a differenza tua» corresse Leo, seguito da un sorriso.

«Ma molto particolari!» rispose l'altro, sorridendo a sua volta.

«Mi sa che dovremmo fare molte più uscite così, sai?»

«Decisamente» concluse il rosso «Sennò non c'è divertimento questa estate»

Risero.
Mi fa morire questo ragazzo, pensò Leo.
Era felice. Veramente felice.

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Il Tagliamento è un fiume piuttosto pericoloso, perché in certe zone inizia spontaneamente a fare vortici nell'acqua, e se finisci in uno di quelli non ne esci vivo. Ci si può nuotare, ma bisogna sempre fare attenzione.

(Scusate la spiegazione poco dettagliata)
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Eccoci. Altro capitolo, altra avventura.

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