Capitolo 7
Sanremo, 8 febbraio 2017
Durante la settimana del Festival, fare le ore piccole era un obbligo, più che un dovere: per vedere tutti i cantanti e la classifica di fine puntata insieme agli altri dipendenti, Elena era andata a dormire alle due e si era svegliata alle dieci: ma non era la sola, quella mattina la sveglia sarebbe stata tarda per tutti.
Era scesa a fare colazione ripensando al brano che più l'aveva colpita: "Vietato morire" di Ermal Meta.
Il cantautore di Fier aveva dedicato quella canzone a sua madre, che aveva sempre cercato di difenderlo dalla violenza del padre, anche se era lei a beccarsela senza sconti, finché non erano fuggiti in Puglia, a Bari.
Elena pensò che il giovane artista avesse avuto il problema opposto al suo: sapeva bene chi era suo padre, ma avrebbe preferito di no per via del mostro che era. Lei invece non sapeva nulla di sua madre, nel racconto a ritroso dei suoi nuovi amici e di Lorenzo non era ancora arrivata alla sua nascita, ma moriva dalla voglia di sapere qualcosa in più sulla sua figura e sulle motivazioni che l'avevano indotta al suicidio.
"Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai": affermava Ermal nel ritornello della sua canzone, erano le parole con cui lo incoraggiava sua madre.
Forse anche suo padre aveva tentato di difenderla, di cambiare le sue stelle, evitando di approfondire la questione "Alba Guerrieri in Sebastiani"? Forse voleva proteggerla da una verità che sarebbe stato meglio non sapere?
Elena pensò che ormai fosse troppo tardi per tornare indietro: ormai era vicina alla verità, ed era suo diritto conoscerla, anche se avesse fatto male.
***
Quel giorno non ebbe bisogno di andare a cercare Molinari al solito tavolino di fuori del bar dell'albergo: l'attendeva dietro le quinte, come un dipendente. Poiché era un'autorità nel mondo della scrittura musicale, la sua presenza era stata accolta festosamente dagli artisti, soprattutto dai cantautori come Ermal Meta, Fabrizio Moro, Francesco Gabbani e Raige, il rapper torinese che gareggiava in coppia con l'attrice Giulia Luzi: tutti gli facevano i complimenti per essere un ragazzino a settantacinque anni, e gli chiedevano consigli sulle parole giuste da usare nelle future canzoni.
Lui sorrideva e dispensava pillole di saggezza a ciascuno di loro, ma appena vide che c'era anche lei si congedò da tutti e le venne incontro.
<< Però, lei è una star più di Robbie Williams! >> esclamò, facendo riferimento al fatto che il clou della seconda serata sarebbe stata la reunion dei Take That sul palco dell'Ariston.
<< Ognuno nel suo ambito... Comunque hai dormito poco >> rispose Molinari, notando le occhiaie della ragazza.
<< Si vede molto? >> domandò la Sebastiani.
<< Sanremo si vede fino alla fine, anche se significa stare svegli anche oltre le due di notte >> commentò lui.
<< E meno male che mi sono svegliata alle dieci... Abbiamo un sacco di lavoro da fare per questa seconda puntata e troppo poco tempo... >> ammise lei.
<< È sempre così, ad ogni edizione: hai due mesi per preparare la prima puntata e due ore per preparare la seconda. È sfiancante, ma dà soddisfazione... >> confessò l'uno.
<< Anche lei e Giulia avete trovato modo di fare le due piacevolmente... >> ricordò l'altra, sorridendo maliziosamente.
<< Oh sì. Quella prima puntata del Festival di Sanremo del 1967 non l'avremmo mai dimenticata. Nessuno di noi. Quell'edizione stava cambiando la vita a tutti noi... >> rivelò l'anziano paroliere, riprendendo il suo racconto da dove l'aveva interrotto.
***
Genova, 27 gennaio 1967
Rita ringraziò che il letto della stanza degli ospiti di Eliana fosse comodo, quella mattina al risveglio: la corriera li aveva riportati a casa alle due di notte, e lei aveva vissuto talmente tante emozioni diverse quel giorno che si era sentita svuotata, e perciò era crollata dal sonno.
Notò che la ballerina era già in piedi da un pezzo.
<< Finalmente ce l'hai fatta ad uscire dal letto! >> esordì, mentre versava il caffè ad entrambe.
<< Perché, tu riesci ad essere arzilla? Ieri sera abbiamo tirato tardissimo... >> commentò la sarta, ancora intorpidita dal sonno.
<< Già, ma l'abbiamo fatto per la buona riuscita del Festival. E questo ripaga di tutta la stanchezza >> affermò soddisfatta la Martinetti.
<< Mah, se lo dici tu... >> rispose la Roversi, sedendosi e sorseggiando il contenuto della tazzina. Si ritrasse subito, con espressione contrita. << Comunque io bevo il caffellatte, la mattina... >> aggiunse, scioccata.
<< Come facevi a svegliarti altrimenti? >> la portò a ragionare l'una. << E poi non mi hai detto tutto, riguardo la ferita >> fece poi, guardando l'altra negli occhi.
<< Ho contattato un importante proprietario di una boutique a Sanremo, che veste molti cantanti del Festival. Volevo fargli vedere i miei abiti, e lui si è dimostrato molto gentile e disponibile, ma... >> cominciò quest'ultima.
<< Voleva qualcosa in cambio >> concluse la prima.
<< Come lo sai? >> domandò la seconda.
<< Perché siamo donne, e nonostante tutti i cambiamenti che abbiamo messo e ancora continuiamo a mettere in atto, non riusciamo ancora a svincolarci dalle regole non scritte degli uomini >> sospirò la bionda.
<< Questo non è giusto >> ammise la rossa.
<< Lo so, ma fin tanto che sarà così, dobbiamo cercare di ricordare loro che se vogliono giocare, siamo noi a condurre il gioco! >> esclamò Eliana.
<< E tu hai fatto così col tuo ex fidanzato? >> chiese Rita.
<< No. Quello è stato l'unico caso in cui mi sono fatta infinocchiare. Ma tu non ti azzardare a dirlo a nessuno, altrimenti ti spedisco qui ed ora dai tuoi a dirgli perché non sei tornata a casa! >> minacciò la Martinetti.
<< Per carità, no... >> la pregò la Roversi. Tuttavia in cuor suo sapeva di dovere alla sua famiglia una spiegazione. Ma più tardi, al telefono.
***
<< Buongiorno a tutti! >> esclamò Chiara, entrando in cucina con un sorriso a trentadue denti.
<< Non sapevo che il Festival mettesse così di buon umore... >> commentò sua madre, mentre le versava il caffè.
<< I ragazzi? Sono già a scuola? >> domandò la giovane, notando l'assenza dei fratelli.
<< No, sei tu che ti sei svegliata tardi per aver passato tutta la serata al Teatro del Casinò >> rispose Serena.
<< Lo dici come se fosse un delitto >> replicò la ragazza, mentre si portava alle labbra la tazza di caffè.
<< Non vedo motivo di soddisfazione in un lavoro così fatuo che non sai se ti riconfermeranno, e per cui hai mollato il posto al forno sotto casa! >> le rinfacciò la madre, girandosi di scatto.
<< E certo... Sempre lì vai a parare! Pensi che fosse motivo di soddisfazione consegnare rosette e sfilatini alle signore che guardano con disprezzo tutta la nostra famiglia? >> le ricordò la figlia, pescando nervosamente dentro la scatola dei biscotti.
<< Almeno era un posto sicuro >> fece l'una.
<< Senti, non mi va di litigare, non dopo che volevo dirti una cosa bella >> ribatté l'altra.
<< Che cosa bella? Hai conosciuto qualcuno? >> cambiò improvvisamente atteggiamento la prima, sedendosi di fronte alla sua primogenita.
<< Sì, un pianista del Teatro del Casinò. Si chiama Alberto Grandini e lavora lì da due anni. Vorrei invitarlo qui, una di queste sere >> propose la seconda.
A quelle parole Serena si rabbuiò. Chiara se ne accorse.
<< Che c'è adesso che non ti va a genio? >> chiese perciò.
<< C'è che devi stare attenta, perché si trova un uomo serio ogni dieci farfalloni. E quelle come noi praticamente sono già segnate... >> l'ammonì la segretaria della Molinari Elettrodomestici S.p.A.
<< Ma quelle come noi chi? Le ragazze madri, o le figlie di... >> si infervorò la cantante, ma non riuscì a finire la frase che sua madre le tirò un ceffone.
<< Non ti azzardare a ripeterlo! >> la redarguì, anche se sua figlia aveva ragione da vendere. L'aveva avuta a diciassette anni, e da allora non era riuscita a tenersi stretto un uomo, tanto che né Sofia né Edoardo, proprio come la sorella maggiore, avevano la più pallida idea di chi li avesse concepiti insieme alla loro madre.
<< Io lo inviterò lo stesso, che ti piaccia o no! >> concluse Chiara, prima di prepararsi per andare a prendere la corriera.
Serena pensò che quei tre giorni di ferie che si era presa per preparare la colazione alla sua primogenita che rientrava tardi da Sanremo fossero proprio spesi male.
***
Non appena arrivò al Teatro del Casinò, Rita decise subito di chiamare i suoi genitori.
<< Pronto? >> fece la voce della signora Agata, dall'altro capo del filo.
<< Sono io >> rispose la ragazza.
<< E meno male che ti fai viva! Dove sei stata tutta la notte? >> la rimproverò la donna.
<< A lavorare, fino a mezzanotte. Poi ho dormito da un'amica >> spiegò la giovane.
<< Da un'amica, sì. Giulia o Chiara? >> volle sapere la madre.
<< Da Eliana >> replicò la figlia.
<< A volte mi chiedo se queste tue nuove amiche del cuore non siano in realtà delle coperture per un uomo! >> esclamò l'una.
<< E anche se fosse? >> ribatté l'altra.
<< Anche se fosse, con un uomo si dorme solo dopo aver indossato un anello al dito! >> si scandalizzò la prima.
<< E meno male che volevo chiamare a casa per dirvi che stavo bene! >> rimbeccò la seconda.
<< E certo, capisci un po' quello che ti pare... >> rinfacciò Agata.
<< Comunque adesso lavorare, e sappi che mi converrà rimanere da Eliana fin tanto che dura il Festival! >> concluse Rita, attaccando con rabbia la cornetta.
<< Se rompi l'apparecchio telefonico poi te lo scalano dallo stipendio >> commentò divertito Renato, sorprendendola.
<< Scusa, è colpa di mia madre! Non le è mai andato bene questo mio lavoro, e ieri se l'è presa perché sono tornata tardi... >> disse subito lei.
<< E si vede, il ceffone che ti ha tirato ha lasciato il segno... >> dichiarò lui.
La sarta si sentì in imbarazzo: davvero aveva coperto così poco il livido, quella mattina? Tuttavia, anche se il giovane cameraman era importante nella sua vita, non poteva raccontargli della disavventura con Attilio Anselmi. Chissà cosa avrebbe pensato di lei.
<< Ma no, questo è successo stanotte! Era tutto buio e sono andata a sbattere ad uno spigolo, non mi sono preoccupata minimamente di medicarmi prima di andare a dormire e poi stamattina avevo tutta la guancia gonfia di sangue rappreso >> mentì.
Lo Monaco rimase in silenzio per un attimo.
<< Capisco. Comunque oggi a pranzo ci vediamo? Così parliamo anche di questa classifica della prima serata... >> sentenziò.
<< Eh già... Lo dicevano tutti che Villa e la Zanicchi sarebbero passati a questa sera! >> concordò la Roversi.
Sperò con tutto il suo cuore che si fosse bevuto la storia dello spigolo.
***
Nel frattempo Eliana, mentre si dirigeva in sala prove, raggiungeva Riccardo per commentare insieme la prima serata del Festival.
<< Allora, cosa ne hai pensato della puntata d'esordio? Siamo o non siamo stati bravissimi? >> esordì raggiante.
<< Sì, ma soprattutto i cantanti sono stati bravi >> specificò questi. La Martinetti notò che era piuttosto distratto, e guardava nella direzione di alcune loro colleghe.
<< Ti stai per caso mettendo in mostra? >> lo prese in giro.
<< Io non ho bisogno di mettermi in mostra. Io piaccio >> fece Di Biase soddisfatto, salutando una ballerina con i capelli castani e la bocca larga, che gli sorrise e lo salutò.
<< A Romina De Angelis? Magari hai stomaco... >> rise l'una.
<< In che senso? >> chiese l'altro.
<< Dai, è orrenda, poverina. È strabica e ha i denti storti, probabilmente il signor Gandolfi, prendendola nel corpo di ballo, ha fatto praticamente un'opera di bene... >> specificò impietosamente la prima.
<< Non tutti gli uomini cercano solo la bellezza nelle donne. Alcuni guardano dentro. Se vuoi scusarmi... >> si congedò il secondo, correndo incontro alla collega.
Eliana sentì una fitta fastidiosa allo stomaco: aveva sempre considerato Riccardo come solo un amico, ma vederlo con quella "gallina spennata" - come lei definiva Romina - le dava una sensazione davvero sgradevole. Tentò di scacciarla, pensando a Marco e ai loro futuri incontri.
***
Giulia aveva aspettato la pausa pranzo per parlare con Lorenzo del bacio che si erano scambiati non appena Mike Bongiorno e Renata Mauro avevano introdotto la prima puntata del Festival: un bacio che complicava la situazione sentimentale della Fioretti, praticamente a un passo dalle nozze con Andrea.
Non aveva mai avuto dubbi sul giovane Guerrieri, almeno fino a quando non aveva cominciato a lavorare al Teatro del Casinò di Sanremo e soprattutto incontrato Molinari: quel giovane impertinente e talentuoso l'aveva capita come Andrea non aveva mai fatto da quando si erano fidanzati ufficialmente; ma non poteva lasciare il suo fidanzato storico, non solo perché non sarebbe stato giusto nei suoi confronti, ma anche perché ormai tutto era pronto: la chiesa, il ristorante, gli invitati, le bomboniere, gli abiti degli sposi, le fedi.
Sperava che quella permanenza a Sanremo, per quanto meravigliosa, finisse presto: almeno si sarebbe lasciata Lorenzo alle spalle per sempre, sarebbe convolata a nozze con Andrea e non avrebbe pensato più a tutto ciò.
La sua decisione, tuttavia, vacillò non appena se lo ritrovò davanti: con quegli occhi azzurri e l'aria di distratta eleganza era maledettamente bello.
<< Allora, come sta la più bella ragazza del Festival? >> esordì Lorenzo, facendo per baciarla. Ma Giulia lo tenne a distanza.
<< No, Lorenzo. È sbagliato >> lo redarguì.
<< Perché? Se ti fa essere felice, allora è giusto... >> commentò lui.
<< Invece no. Io mi sto per sposare, e oltretutto con un ragazzo che mi conosce da una vita... >> ribatté lei imbarazzata.
<< Ma non conosce i tuoi sogni, le tue aspirazioni... >> replicò l'uno.
<< Sono tutte cose stupide. Fai conto che io non le abbia mai dette >> negò l'altra.
<< E invece sì. Ti ho sentita cantare, ti ho vista sognare ad occhi aperti e non posso stare a guardare mentre sacrifichi le tue ambizioni per fare la madre e la moglie! >> sostenne il primo.
<< Sono una donna, per me il lavoro è l'anticamera del matrimonio. Non ho scelta. Nessuna ha scelta... >> si oppose la seconda.
<< C'è sempre una scelta! >> esclamò l'autore.
<< In America, forse. O in Inghilterra. Ma siamo in Italia, e ci sono delle regole. Adesso scusa ma devo andare... >> insistette la sarta, correndo via da lui e da quella realtà che gli aveva mostrato senza fronzoli: lei lo amava, di un amore proibito che non poteva vivere.
***
Nello stesso momento Chiara raccontava ad Alberto dei contrasti con sua madre.
<< Ma dai, non è possibile che sia davvero una persona così spigolosa... >> commentò il pianista.
<< Si vede proprio che non ci vivi tutti i giorni... >> replicò la cantante.
<< Cerca di capirla, ti ha cresciuta da sola. E ha vissuto e vive ancora una condizione difficile >> le ricordò lui.
<< Una condizione che si è scelta lei, non riuscendo a tenersi un uomo per più di qualche mese >> puntualizzò lei.
<< Io penso che se imparassi a conoscerla potrebbe piacermi >> scommise l'uno.
<< Se hai stomaco accomodati pure. Poi non dirmi che non ti avevo avvertito... >> fece l'altra.
<< Non si tratta di stomaco, Chiara. È una donna ferita. Penso che la sua sia una scorza dietro a cui si trincera per proteggersi. Tutto qua >> ribatté il primo.
<< Perché sei così dannatamente saggio? >> sospirò la seconda, sorridendo arrendevole.
<< Perché sono un artista. E lo sei anche tu. Sono sicuro che questa cena che vorresti organizzare per farmi conoscere la tua famiglia sarà un successo! >> le promise Grandini, dandole un bacio a stampo. La Nobili rispose con qualcosa di più intenso, con la lingua.
Forse con quel ragazzo così gentile e intelligente avrebbe trovato quella pace che non le era mai stata concessa.
Da due angolazioni diverse, Vanessa Mattia guardavano i due innamorati con disappunto, divorati da reciproche gelosie.
***
Anche gli incontri clandestini tra Eliana e Marco procedevano a gonfie vele: dopo la visione stomachevole di Riccardo insieme a Romina De Angelis, era ancora più desiderosa di ritrovarsi tra le braccia dell'unico uomo che la facesse sentire importante. Anche se era sposato e aveva tre figli.
<< La prima puntata è stata un successo! >> esclamò lui trionfante, mentre amoreggiavano sulla scrivania del suo ufficio, rigorosamente chiuso a chiave.
<< Merito della tua penna e del mio talento, modestamente! >> rispose lei sorridendo, mentre l'uomo le baciava il collo.
<< Proprio perché noi due insieme possiamo dominare il mondo dello spettacolo, mi è venuta un'idea geniale >> esordì il capo degli autori.
<< Quale? >> domandò curiosa la ballerina.
<< Dopo che sarà finito il Festival ho intenzione di scrivere una piece teatrale che potrebbe occupare tutta la stagione primaverile: la storia di una giovane donna che viene tradita dal fidanzato, ma poi trova la forza di riscattarsi diventando una star. Indovina chi sarà la protagonista? >> continuò l'uno.
<< Vediamo, fammici pensare... >> commentò l'altra facendo finta di non sapere nulla. Ma in cuor suo immaginava la risposta, quella che attendeva da una vita.
<< Signore e signori... Eliana Martinetti! >> la presentò il primo, imitando la voce di Mike Bongiorno.
<< È straordinario, ma... >> rispose la seconda, strabiliata ma con qualche perplessità.
<< Ma cosa? >> chiese allora Donati.
<< Io non so recitare... >> sospirò la Martinetti.
<< E chissene importa, imparerai. Ma al giorno d'oggi, se vuoi fare il successo vero, non devi per forza essere uscita dall'accademia: puoi anche aver declamato Shakespeare e Brecht, ma se non piaci al pubblico non vai da nessuna parte. E tu piaci, mio Dio se piaci! >> si entusiasmò l'uomo.
La ragazza era consapevole di stare sottoscrivendo un patto esclusivo, un do ut des che l'avrebbe costretta ad essere l'amante di Marco anche per sempre. Ma non era un grosso sacrificio: le piaceva lui, e l'idea di fare successo le piaceva ancora di più.
<< E come si intitolerà questa piece? >> volle sapere a quel punto.
<< Per aspera ad astra: La via del successo! >> decretò Donati, soddisfatto. Niente e nessuno l'avrebbe fermato, ed Eliana era la sua punta di diamante.
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