Capitolo 23
Genova, 23 marzo 2017
L'ultimo aneddoto del diario di sua nonna l'aveva sinceramente colpita: il fatto che si fosse interfacciata con importanti personaggi dello spettacolo - prima Luigi Tenco, poi Raffaella Carrà - le faceva capire che quell'attitudine, quella predisposizione speciale l'aveva ripresa proprio da lei, nonché da sua madre, la quale era stata una cantante.
Quella mattina a colazione vide suo padre e Miriam che la guardavano, sorridendo in un modo particolare: erano quasi commossi.
<< Cosa succede? >> domandò nel vederli così.
<< Siediti, cara >> la fece accomodare Antonio.
Elena ubbidì e si sedette di fronte al padre e alla matrigna.
<< Sei arrivata ormai al 1974, con la storia, giusto? >> indovinò Miriam.
<< Sì, allo spettacolo "Milleluci". I nonni si erano incontrati dopo cinque anni >> commentò l'una.
<< Appunto. E qui vi è un salto temporale fino al 1990 >> rispose l'altra.
<< Al 1990? >> domandò Elena.
<< A quando ho conosciuto per la prima volta Miriam e tua madre, e mi sono innamorato di lei >> disse Antonio, con la voce incrinata dal ricordo. Miriam gli prese la mano, trattenendo le lacrime.
<< Cerca di scusarci, Elena. Per tuo padre, Alba era il grande amore. Per me, la migliore delle amiche. Non è facile parlare di lei, né degli ultimi anni della sua vita. Ma ci proveremo ugualmente, perché devi sapere fino in fondo cos'è successo e perché bisogna renderle giustizia... >> intervenne, iniziando una nuova parte di quell'incredibile racconto di famiglia.
***
Sanremo, 1 febbraio 1990
<< Alba! E dai, sbrigati che tra un po' cominciano le prove! >> esclamò Miriam da dietro la porta del camerino della collega.
<< Un attimo, Miriam! Non mi piace come siano venuti i vocalizzi... >> protestò la Guerrieri da dietro la porta.
<< Abbiamo ancora due giorni per perfezionarci, e poi se non vieni Johnny e Gabriella ti daranno per dispersa... >> affermò la Rondoni, questo era il suo cognome da ragazza. Si riferiva ai conduttori Johnny Dorelli e Gabriella Carlucci, i quali si ritrovavano ad occuparsi di un'importante edizione: quell'anno a Sanremo era tornata l'orchestra dopo anni di basi registrate, e poi era stato deciso di riproporre i cantanti stranieri in coppia con quelli in gara; si trattava di una formula che già era stata vincente durante gli Anni Sessanta: per Alba era come rivivere l'edizione del 1967, quella in cui aveva lavorato sua madre.
Cambiava solo la sede: il Teatro Ariston invece di quello del Casinò.
<< Arrivo, arrivo... >> sbuffò la giovane, divertita dall'agitazione della collega.
Erano diventate subito amiche: Miriam proveniva da una famiglia modesta e numerosa, Alba era figlia unica di un padre ricco che l'aveva sempre considerata a malapena; avevano lo stesso comune desiderio di cambiare vita.
<< Meno male! I Pooh e Riccardo Fogli stanno per darsi il cambio in sala prove. È già tanto se sono vivi tutti e cinque... >> sentenziò la mora, mentre la rossa era uscita dal camerino.
<< Certo, sennò come fai a sospirare dietro a Fogli e a Red Canzian in una volta sola? Comunque sono convinta che questo astio sia molto gonfiato... Insomma, erano gli Anni Settanta quando Riccardo Fogli ha lasciato i Pooh per Patty Pravo. È una storia vecchia! >> rise questa, divertita dalla "cotta adolescenziale" dell'amica.
<< Sfotti, sfotti... Morivi dietro ad Arbore, quando abbiamo fatto parte del coro de "Il caso Sanremo"! >> fece la Rondoni, facendo finta di offendersi. Un mese prima del Festival, Renzo Arbore aveva condotto uno show in prima serata, dove fingeva di essere un giudice, insieme agli "avvocati" Lino Banfi e Michele Mirabella, e tutti insieme facevano il "processo" ai testi delle canzoni di Sanremo. Il risultato era stato una spassosissima serie di gag comiche che avevano fatto ridere tutta Italia.
Le quattro decadi di canzoni - Anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta - erano rappresentati da gruppi di ballerine e coriste, tra cui avevano figurato anche le due giovani: Miriam aveva interpretato una "Ragazza degli Anni Cinquanta", Alba una "Ragazza degli Anni Settanta"; si erano divertite tra i costumi di scena e la grande bravura dei protagonisti.
Ad Alba, Arbore piaceva anche un po' e Miriam la prendeva bonariamente in giro: adesso che c'erano Fogli e i Pooh, la Guerrieri aveva potuto "vendicarsi".
<< Mi ha conquistata con la sua simpatia! >> sentenziò scherzosamente, mentre si dirigevano ridendo verso la sala prove.
***
Erano talmente prese a parlare che non si accorsero di qualcuno che stava venendo loro incontro: fu Alba a sbattere ad uno sconosciuto, che corrispondeva ad un uomo sui trent'anni, con capelli castani corti ed occhi marroni; questi e la Guerrieri si guardarono a lungo, prima che uno dei due riuscisse a proferire parola.
<< Mi scusi, non l'ho vista... >> disse subito la ragazza, imbarazzata.
<< Ma no, scusatemi voi. Andavo di fretta, stavo andando in sala... >> rispose l'uomo.
<< Anche noi stiamo andando in sala! >> sorrise Miriam. In un attimo, aveva capito cosa stesse accadendo tra loro: il classico colpo di fulmine.
<< Siete delle cantanti? >> domandò lui.
<< Sì, abbiamo anche lavorato nel cast de "Il caso Sanremo", un mese fa >> rettificò lei. << Mi chiamo Miriam Rondoni, e questa è la mia amica Alba Guerrieri >> aggiunse poi, facendo coraggio a quest'ultima, ancora rossa d'imbarazzo e d'emozione.
<< Antonio Sebastiani, discografico della Sony Music! >> si presentò il loro interlocutore.
<< Lei lavora alla Sony Music? >> chiese sbigottita la cantante. << Deve essere un vero onore... >> disse poi, cercando di darsi un contegno.
<< Almeno quanto lavorare un mese col grande Renzo Arbore! >> esclamò Sebastiani.
<< Io vado in sala prove. Quando volete raggiungetemi... >> si congedò Miriam, lasciandoli arbitrariamente da soli.
Antonio e Alba non dissero niente per alcuni secondi. Poi fu lui a rompere il ghiaccio.
<< Che cosa fa stasera, dopo le prove? >> le domandò.
La Guerrieri sfoggiò il migliore dei sorrisi.
<< Sono libera! >> esclamò. Sentiva di aver trovato il grande amore della sua vita.
***
Sanremo, 4 marzo 1990
La finale del Festival aveva fatto il boom degli ascolti: la vittoria dei Pooh con "Uomini soli" era stata accolta e acclamata a furor di popolo.
Quell'edizione era stata una vera e propria scommessa vinta: erano state reintrodotte formule che in passato avevano funzionato; oltre al primo posto del quartetto, tutti avrebbero ricordato l'esibizione in coppia tra Toto Cutugno e Ray Charles; oltretutto il cantautore milanese avrebbe sostituito i vincitori - impegnati nelle date del loro tour - rappresentando l'Italia all'Eurovision Song Contest, il primo che si sarebbe celebrato con l'Europa unita: pochi mesi prima infatti era stato buttato giù il muro di Berlino, seguito dalla Cortina di Ferro, le barriere che separavano i Paesi d'influenza americana da quelli d'influenza sovietica.
Sembrava proprio che quel Festival di Sanremo si affacciasse su un mondo nuovo, sotto tutti i punti di vista.
Nella confusione generale, Antonio prese da parte Alba - in un mese era scoppiato il più grande degli amori, come non ce n'erano più - e la portò in riva al mare; la Guerrieri era al colmo della felicità.
<< Chiudi gli occhi >> le ordinò. La ragazza ubbidì.
<< Ok, ora puoi riaprirli >> disse poi. Alba lo ritrovò in ginocchio, con una scatolina aperta in mano, dentro la quale vi era un anello, scintillante alla luce della luna.
<< Alba Guerrieri, vuoi diventare mia moglie? >> domandò Sebastiani.
Il cuore della cantante schizzò fuori dal petto per la gioia.
<< Sì, lo voglio! Lo voglio con tutto il mio cuore! >> gli saltò al collo, commossa. Con quel gesto, la vita la ripagava di tante cose, di tutto quell'affetto che suo padre non le aveva mai dato.
***
Genova, 8 marzo 1990
Il pranzo di presentazione di Antonio alla famiglia era stato lungo e abbondante: al settimo cielo per la notizia portatale dalla figlia, Giulia aveva cucinato dalla sera prima, servendo all'ospite e al resto dei commensali ben otto portate.
Sebastiani aveva parlato a lungo ai suoi futuri suoceri del mondo della musica e dello spettacolo, degli artisti con cui si interfacciava, degli eventi a cui presenziava.
<< Sapete la verità, signori Guerrieri? >> fece poi, prendendo la mano di Alba.
<< Quale verità? >> domandò Andrea.
<< Mi sono innamorato di vostra figlia dalla voce. È qualcosa di meraviglioso! >> esclamò estasiato.
<< Eh sì. La nostra bambina ha una voce d'angelo! >> affermò Giulia, con voce carica d'emozione per la figlia, ma anche di rimpianto per quel mondo sfavillante a cui aveva rinunciato.
<< L'ho ripresa dalla mamma! >> sottolineò la giovane, nell'entusiasmo generale.
Solo Andrea si sentiva come una nota stonata in quell'atmosfera, e tale constatazione gli dava terribilmente fastidio.
Alba si accorse di questo suo malessere dopo che Antonio se ne fu andato.
<< Papà, si può sapere che hai? >> lo affrontò. Giulia impallidì: la figlia aveva fatto male a stuzzicarlo.
La Fioretti temeva seriamente che, in un impeto di rabbia, avrebbe potuto rinfacciarle la verità, ovvero che non era suo padre: a pochi giorni dal matrimonio, una simile verità l'avrebbe distrutta.
<< Non mi piace >> affermò l'avvocato Guerrieri.
<< E perché non ti piace? >> volle sapere Alba.
<< Intanto è troppo vecchio per te. E poi non mi convince l'ambito in cui lavora. Troppo fatuo >> insistette lui.
Giulia ripiombò con la mente a ventitré anni prima, quando Andrea non gradiva il fatto che la Fioretti continuasse a lavorare al Teatro del Casinò di Sanremo anche dopo la fine del Festival.
<< Quell'ambito è anche il mio, se ricordi >> controbattè lei.
<< Appunto. Non ho mai sopportato che tu e tua madre aveste aspirazioni artistiche. Quello è un mondo infido, duro e difficile, pieno di gente pronta a pugnalarti alle spalle. Chi ti dice che, dopo il matrimonio, il tuo Antonio Sebastiani non si farà l'amante, magari una cantante più bella e più giovane di te? >> ribatté Andrea.
Giulia pensò che non si sarebbe dovuto permettere di fare la paternale, proprio lui che non aveva esitato a rifugiarsi tra le braccia di Sara Demagisti pochi mesi dopo le loro nozze.
Ma almeno lei non lo amava: tra Alba e Antonio invece c'era qualcosa di speciale, che le ricordava il suo sentimento mai sopito per Lorenzo.
<< Antonio non è un fedifrago come tanti altri. E io lo sposerò. Se vuoi venire al matrimonio vieni, altrimenti fai come ti pare! >> replicò piccata la giovane cantante, girando i tacchi e andandosene in camera sua sbattendo la porta.
<< Alba! Alba, non ho finito! >> tentò di richiamarla l'uomo che le aveva fatto da padre, ma lei già aveva lasciato la stanza e sbarrato la porta ad ogni dialogo.
<< Andrea, calmati... >> cercò di calmarlo Giulia.
Ma per tutta risposta lui si alzò di scatto, guardandola male.
<< È colpa tua se è venuta su così strana, sei tu che l'hai educata male! Complimenti, complimenti davvero... >> scattò, per poi voltarle le spalle e dirigendosi verso l'attaccapanni per prendere il soprabito e uscire.
La Fioretti immaginò che stesse andando dalla sua amante. Poi si voltò verso lo specchio posizionato sopra il settimino del soggiorno; quando suo marito parlava di colpe, aveva ragione, ma per un altro motivo: a quarantotto anni era una donna debole e remissiva, che non aveva mai avuto il coraggio di ribellarsi ad una situazione insostenibile.
Era contenta che almeno Alba avesse preso in mano la sua vita.
***
Genova, 15 aprile 1991
Ma quante storie ho già vissuto nella vita
E quante programmate chi lo sà
Sognando ad occhi aperti
Storie di fiumi di grandi praterie senza confini
Storie di deserti
Il singolo vincitore della passata edizione di Sanremo risuonava in tutte le radio; ad Alba piaceva Riccardo Cocciante: sapeva essere intenso e drammatico al tempo stesso.
Era passato per lo studio di Antonio, qualche mese prima; lei e Miriam gli avevano anche fatto da coriste.
Ma da qualche giorno non si sentiva in vena di dare sfogo al suo innato animo artistico: non faceva altro che svenire e dare di stomaco, per cui aveva deciso di andare dal medico.
Il quale, ovviamente, era stato chiaro: era incinta di due settimane.
E quante volte ho visto dalla prua di una barca
Tra spruzzi e vento, l'immensità del mare
Spandersi dentro e come una carezza calda
Illuminarmi il cuore
Quella notizia l'aveva come portata a toccare il cielo con un dito, trasportata da un'onda di felicità: aveva sempre sognato di diventare mamma, e di essere per i suoi figli presente e combattiva esattamente come lo era stata sua madre con lei.
La differenza era che, altrettanto vicino e presente, ci sarebbe stato anche Antonio: Alba sentiva che sarebbe stato per la loro figlia un padre molto più presente di quanto non fosse stato il suo, di padre, con lei.
E poi tornare qui riprendere la vita
Che sembra senza vita
Discutere con te e consumar così
I pochi istanti eterni
No non lo posso accettare
Che vita e' restare qui a logorarmi in discussioni sterili
Giocar con te a farsi del male il giorno
Di notte poi rinchiudersi
Eppure io non credo questa sia l'unica via per noi
Non c'era radio che non trasmettesse "Se stiamo insieme", quando Alba arrivò nello studio di suo marito. Antonio fu al settimo cielo nel vederla: la salutò con un caloroso bacio.
<< Devo dirti una cosa... >> disse sommessamente lei, mentre lui la faceva accomodare, chiudendo la porta.
<< Cosa? >> domandò subito lui, mentre la faceva accomodare.
<< Sono stata dal medico... >> cominciò la donna, abbassando lo sguardo. Ma l'uomo si accorse che sorrideva.
<< E...? >> la incalzò Antonio.
<< Sono incinta! >> esclamò Alba, mentre suo marito assumeva una serie di espressioni, che andavano dell'incredulità allo stupore fino alla felicità più assoluta.
La sollevò in aria e la fece roteare. Poi si fermarono ridendo: per poco non caddero sulla scrivania.
Intanto la canzone di Cocciante arrivava all'ultimo ritornello:
Se stiamo insieme ci sarà un perché
E vorrei riscoprirlo stasera
Se stiamo insieme qualche cosa c'e'
Che ci unisce ancora stasera
Mi manchi sai, mi manchi sai, aaii
La loro vita iniziava in quel momento e nulla, immaginavano, avrebbe rovinato la loro felicità.
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