Capitolo 19

Genova, 19 marzo 2017

Elena aveva passato tutta la notte a pensare al comportamento di Daniela: nell'arco di qualche giorno era passata dell'ostilità ad un minimo di apertura nei suoi confronti; dopo tutto era la sua zia naturale, anche se sentiva di non avere niente a che spartire né con lei, né tantomeno con Alba.
Proprio alla nascita di sua madre andava avvicinandosi il diario di Giulia Fioretti: quella figlia, nata da un amore proibito, aveva pagato il prezzo di non essere amata abbastanza, e il tentativo di costruirne una sua, di famiglia, non l'aveva aiutata a colmare quel vuoto che l'aveva indotta al suicidio.
L'intenzione della giovane Sebastiani era quella di andare a fare dei raffronti tra le memorie di sua nonna e l'album fotografico di Alba dalla sua nascita ai suoi ultimi giorni di vita: ormai Miriam le aveva dato le chiavi dello studio e la sua complicità in quell'operazione di ricomposizione del puzzle familiare che sicuramente le avrebbe fatto sempre più male andando avanti nelle ricerche, ma che sicuramente le avrebbe donato quella completezza interiore che non aveva mai avuto.

                                      ***

Dopo colazione andò prima in camera sua a prendere il diario della Fioretti e le chiavi dello studio, dove successivamente si diresse per il suo intento: chiuse la porta dietro di sé e prese senza alcuna esitazione l'album bianco con le foto di sua madre, e lo aprì alla prima pagina.
Una bambina dai radi capelli rossicci e una data, il 28 ottobre 1967: era da lì che cominciava la seconda parte della storia.
Tenendo l'album aperto, prese il diario alla pagina che portava la stessa data della foto, ma vide che prima vi era un evento precedente, che portava come data il 27 settembre:

Genova, 27 settembre 1967

Caro diario,
ormai mi trovo prevalentemente dentro casa: Andrea dice che non devo fare sforzi, e i suoi genitori rincarano la dose; a volte penso che il suo obiettivo sia quello di tenermi prigioniera in questa villa troppo grande.
Fortunatamente, le mie amiche alleggeriscono le giornate altrimenti tutte uguali: Eliana si sta riconciliando con suo padre, l'ingegner Delicati, mentre Rita è sempre più lanciata nel reparto dei costumi, e possibilmente in una condizione di riavvicinamento con Renato.
A preoccuparmi è invece Chiara: sono convinta che Mattia non sia una buona compagnia per lei, e che voglia spingerla ad una follia a cui non è pronta: speriamo tutte che se ne accorga per tempo.

                                    ***

Genova, 27 settembre 1967

Chiara aveva aspettato quel giorno come si aspettava il Natale o la Pasqua: finalmente l'amico giornalista di Mattia aveva raccolto abbastanza materiale per uno scandalo, che avrebbe sollevato un terribile polverone sulla famiglia perfetta dei Molinari, costringendo Aurelio ad avvicinarsi a quella figlia conosciuta solo tramite assegni mensili.
Ma prima di ogni cosa, aveva intenzione di comunicare questo suo proposito alla madre, che aveva passato una vita a mentirle: voleva godersi la faccia della signora Serena Nobili mentre le rivelava qualcosa per cui non potesse più fermarla.
Guidò fino alla sua vecchia casa, quella dove ancora viveva la segretaria della Molinari Elettrodomestici S.p.A. insieme ai figli minori: sapeva che sua madre doveva ancora andare al lavoro, quindi salutò il portiere, salì le scale e suonò il campanello.
Quando Serena aprì e vide sua figlia, sfoderò il migliore dei suoi sorrisi.
<< Chiara, tesoro! Che piacere vederti... >> commentò felice.
<< Sono venuta per dirti una cosa imminente >> rispose freddamente la ragazza.
<< Quale cosa imminente? Ti sposi? >> domandò impaziente la madre.
<< No. Sto andando da mio padre, per far emergere la verità >> replicò soddisfatta la giovane.
La donna impallidì e guardò l'attrice con occhi stralunati.
<< Non parli sul serio... >> mormorò l'una.
<< E invece sì. Un amico di Mattia lavora a La Repubblica. Abbiamo un sacco di materiale per tirare su uno scandalo, e il signor Molinari non potrà non accorgersi di me >> dichiarò l'altra.
<< Tu lo sai che se arrivi a tanto, trascinerai nel fango anche noi? >> tentò di farla ragionare la prima.
<< Tu invece ci hai cresciuti in una vita di bugie. Quello che tu chiami fango, per me è giustizia >> sentenziò la seconda, voltando le spalle e scendendo giù per le scale.
<< Chiara, aspetta! Aspetta, ti prego! >> cercò di richiamarla la Nobili. Ma sua figlia non si voltò: a quel punto le rimaneva solo un ultimo tentativo per fermare un'eventuale catastrofe.

                                      ***

Compose immediatamente il numero dell'ufficio di Molinari in azienda.
<< Pronto? >> domandò il padrone della Molinari Elettrodomestici S.p.A.
<< Sono io, Serena >> rispose la donna.
<< Cosa succede? >> chiese lui.
<< Cosa sta per succedere, semmai. Chiara sta venendo da lei >> gli comunicò lei.
<< Che vuoi dire? >> fece l'uno, lasciando trasparire l'agitazione.
<< È stata aiutata dal suo fidanzato, Mattia Gentileschi. Ha un amico nella redazione de La Repubblica a cui hanno fornito del materiale >> ammise l'altra, sospirando.
<< Del materiale? E dove diamine lo avrebbe trovato? >> si alterò il primo.
<< Non ne sono sicura, ma deve essere venuta qui mentre ero al lavoro >> confessò la seconda.
<< Dovevi stare più attenta, adesso siamo tutti rovinati! >> sbottò l'uomo. Dall'altra parte della cornetta, la donna sentì il suo pugno sbattere sulla scrivania.
<< Io sono stata attenta, lo sono stata per venticinque anni! Non ho certo voluto io che Lorenzo e Chiara lavorassero nello stesso posto! >> si difese perciò.
<< Peccato che proprio grazie a questa prossimità, tua figlia sta per trascinare nel fango la mia famiglia! >> esclamò l'imprenditore.
<< Qualora se lo fosse dimenticato, anche la mia famiglia sta per essere trascinata nel fango, Aurelio. Non le dico brutalmente che mi ha rovinato la vita perché mi ha dato un lavoro, nonché una delle cose più belle della mia vita: Chiara. Io la mia parte l'ho fatta. Adesso se la sbrighi da solo! >> concluse la segretaria, sbattendogli il telefono in faccia. Aveva aspettato anche troppo tempo per dire a quell'uomo - quell'uomo che pure aveva amato più di sé stessa - tutto ciò che pensava.

                                     ***

Sanremo, 27 settembre 1967

Al Teatro del Casinò c'era come sempre un gran viavai di gente, specialmente da quando il tentato suicidio di Eliana aveva gettato una cattivissima luce su Marco Donati, sul suo vice Arnaldo Frangimei e sul loro spettacolo Per aspera ad astra: La via del successo; per salvare le rispettive reputazioni, erano stati costretti a sottostare alle direttive di Oreste Viviani e Fate l'amore, non fate la guerra era diventato l'unico spettacolo della stagione primaverile del teatro.
Le uniche schegge impazzite erano Mattia e Vanessa, ma nessuno quella mattina immaginava fino a che punto.
Anche perché la notizia del riavvicinamento tra Rita e Renato era al centro delle scene da qualche mese: la Roversi aveva capito che non avrebbe potuto buttarsi a capofitto nella sua nuova carriera senza prima essersi chiarita con Lo Monaco, il quale si era reso conto di aver giudicato male la donna che, pochi mesi prima, gli aveva rubato il cuore.
Da quando si erano rimessi insieme approfittavano di tutti i momenti possibili per baciarsi appassionatamente, anche davanti a tutti, anche nel bel mezzo della sala prove.
<< Piccioncini, posso disturbarvi? >> s'intromise scherzosamente Lorenzo.
<< Oddio, Lorenzo... Che vergogna... >> arrossì la ragazza.
<< Scusaci, è che non possiamo farne a meno... >> le diede manforte il giovane.
<< Non dovete giustificarvi: è che quando c'è l'amore, non si vede intorno nient'altro. Anch'io ho provato questa sensazione... >> rispose Molinari, pensando a Giulia.
Rita e Renato capirono, per cui rimasero in silenzio.
<< Cercavo Chiara, per le prove. L'avete vista, per caso? >> chiese il giovane autore.
<< Beato chi la vede! Quella sta sempre con Mattia... >> commentò la sarta.
<< Secondo me lui la sta usando per rimanere a galla. Insomma, Donati lo portava in palmo e adesso ha dovuto abbassare la cresta. E ci ha rimesso il povero Alberto, che vuole dare le dimissioni... >> aggiunse il cameraman.
<< Se devo dirvi la verità, sono preoccupato. Gentileschi le ha fatto il lavaggio del cervello, come Donati lo aveva fatto ad Eliana. Le loro situazioni erano simili, ma l'esito... >> dichiarò Lorenzo, quando la voce della Martinetti lo interruppe.
<< Lorenzo! C'è una chiamata per te... >> intervenne la ballerina.
<< E chi mi cerca? >> domandò lui.
<< Tuo padre. Dice che devi venire immediatamente, che Chiara sta per fare una follia... >> spiegò lei, attirando gli sguardi preoccupati di Rita e Renato.
<< Devo raggiungerla... Grazie, Eliana! >> esclamò Molinari, capendo tutto e correndo verso l'uscita.
  
                                      ***

Genova, 27 settembre 1967

Chiara aspettava di fronte alla Molinari Elettrodomestici S.p.A., cercando il coraggio di entrare e affrontare suo padre.
Guardava l'immenso edificio che dava lavoro a mezza Genova, compresa sua madre; ripensò al discorso di quest'ultima, e mille remore cominciarono ad intralciare il suo folle proposito; ripensò a Lorenzo, suo fratello, e a tutti i suoi amici conosciuti a Sanremo, che molte volte le avevano fatto dimenticare i suoi numerosi turbamenti.
Ma la possibilità di avere un padre, finalmente, le si palesava davanti e lei non poteva sprecarla: perciò si fece coraggio e fece per entrare, quando una voce maschile la chiamò.
<< Chiara, aspetta! >> era Lorenzo.
<< Lorenzo, cosa ci fai qui? >> rispose lei, voltandosi di scatto.
<< Ti prego, non farlo. Non dare retta a Mattia. Perché è lui che ti ha suggerito di montare uno scandalo, vero? >> la supplicò lui.
<< E se fosse venuto in mente a me? In fondo voglio soltanto che mio padre si accorga della mia esistenza. Cosa c'è di sbagliato? >> ribatté piccata l'una.
<< Non c'è nulla di sbagliato, se non fosse che ci rimetterebbero anche altre persone. Come tua madre, i tuoi fratelli, tutti i dipendenti di mio padre. È questo che vuoi? Rovinare un sacco di persone per una cosa che puoi ottenere con calma? >> replicò accorato l'altro.
<< La verità è che avrei voluto. Per venticinque anni. Ma non mi vorrà mai bene, se non attirerò la sua attenzione con un gesto eclatante! >> sostenne la prima.
<< E allora vuol dire che ti aiuterò io >> promise il secondo, prendendo le mani della sua sorellastra.
La Nobili lo guardò come se lo incontrasse per la prima volta: davanti a lei non c'era solo Lorenzo Molinari, c'era suo fratello. Perciò gli sorrise, e annuì.
<< Chiara, che ci fai ancora qui? >> berciò la voce di Mattia, avvicinandosi a loro. Lorenzo, trovandosi di fronte il suo rivale sul lavoro, lo raggiunse a passo svelto.
<< Lorenzo, con calma... >> lo pregò l'attrice.
<< La signorina Nobili non vuole parlare con te né essere coinvolta nei tuoi loschi piani... >> sentenziò il giovane autore.
<< Ma levati di mezzo, figlio di papà in incognito... >> fece Gentileschi, ma un pugno di Molinari lo raggiunse prima che potesse aggiungere altro.
<< Mio Dio! >> esclamò la Nobili, col cuore che le sobbalzò in petto.
<< Te ne pentirai... Anzi, ve ne pentirete! >> minacciò Mattia, mentre correva via con la guancia ferita e sanguinante.
<< Sei pronta? >> chiese poi Lorenzo, voltandosi verso sua sorella.
<< Adesso sì >> sorrise quest'ultima.
Cosicché si presero per mano e andarono a risolvere la questione insieme, come una vera famiglia.


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